Cronaca e politica estera [Equilibri mondiali] Thread unico.

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  • Death Magnetic
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    Impressiona la lucidità con la quale si mette la cinghia alla coscia per fermare l'emorragia.

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      Originariamente Scritto da Death Magnetic Visualizza Messaggio
      Impressiona la lucidità con la quale si mette la cinghia alla coscia per fermare l'emorragia.

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      Già, come se sapessero già bene a cosa andranno incontro

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      Originariamente Scritto da Pesca
      lei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt

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      • Sean
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        • In piedi tra le rovine
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        L’ira di Putin su Prigozhin: «Non ci spaccherete, potevamo soffocare la rivolta nel sangue»

        Il presidente riappare in tv e fa le prime concessioni ai Wagner: «Siete patrioti anche voi». E offre loro l’esilio in Bielorussia

        Il momento più grave per la Russia è stato superato grazie all’unità del popolo e delle istituzioni, «di fronte ai ricatti e al tentativo di architettare una rivolta». Dopo ore di silenzio, Vladimir Putin si è presentato in tv davanti ai suoi concittadini per spiegare quello che, secondo lui, è accaduto sabato e pure per lanciare un segnale di apertura agli uomini della Wagner dei quali il Paese non può facilmente fare a meno in Ucraina.

        Il capo dello Stato ha sostenuto che se la colonna di Prigozhin non si fosse fermata, «la ribellione armata sarebbe stata soppressa in ogni caso». Quindi, se le forze di sicurezza e l’esercito hanno consentito ai wagneriani di procedere per quasi ottocento chilometri, non è stato per inefficienza e incapacità. «C’è voluto del tempo, anche per dare la possibilità di ricredersi a chi aveva fatto un errore. Per dare loro la possibilità di capire che le azioni che stavano compiendo erano respinte dalla società».


        Le lodi

        Dopo aver lodato la compattezza dell’esercito e degli apparati statali, Putin si è rivolto ai mercenari, riconoscendo il loro valore in Ucraina («Sono patrioti e l’hanno dimostrato sul campo») e ringraziandoli «per aver preso l’unica decisione giusta, quella di fermarsi». Ora devono scegliere cosa fare, ha detto ancora Putin. O si uniscono alle strutture ufficiali russe oppure vanno in Bielorussia e continuano a prestare servizio. Prigozhin non è stato mai nominato. Neanche una parola su cosa lo attende. Il presidente ha parlato genericamente degli «organizzatori della ribellione» i quali hanno «mentito a coloro che hanno trascinato nell’impresa». Poi, però, ha concluso, «hanno compreso il loro errore».

        Putin in serata ha pure incontrato il ministro della Difesa Shoigu assieme ad altri responsabili degli uffici principali (Interno, Guardia Nazionale, Comitato investigativo, eccetera) e al direttore del servizi segreti. Per mandare un ulteriore segnale, che «tutto è a posto e tutti sono al loro posto». A questo punto è difficile pensare che la richiesta di Prigozhin della sua testa possa avere una qualche possibilità di successo. Putin ha elogiato le Forze Armate, i servizi di sicurezza, ma è evidente che ora si deve occupare con grande attenzione del colossale problema che si è trovato ad affrontare e di come funzioni quello che è oggi il più importante dei dicasteri, la Difesa.

        Adesso si vuole dare l’immagine della stabilità, ma qualcosa bisognerà pure fare per correggere le storture. Per ore e ore, mentre i wagneriani prendevano il controllo di Rostov e avanzavano verso Mosca, sono stati mossi solo la Guardia Nazionale e pochi reparti non particolarmente agguerriti. E i servizi segreti? Gli americani hanno detto che sapevano tutto da giorni. Possibile che l’Fsb, principale successore del Kgb, non avesse capito cosa bollisse in pentola.

        Il futuro

        Ci sono poi altre domande. Si potrà proseguire l’Operazione militare speciale senza il contributo della Wagner? Oppure la compagnia di ventura continuerà a operare in maniera autonoma, pur sotto il cappello della Difesa, visto che i miliziani dovranno tutti firmare un contratto entro il primo luglio, come era stato stabilito? In ogni caso, i reparti mercenari sono da sempre guidati da ufficiali che rispondevano a Prigozhin solo per le linee generali. I veri esperti di condotta militare sono loro.

        È probabile che il capo dello Stato stia pure riflettendo sugli interventi da attuare per ricompattare dietro di lui il Paese. La sua popolarità è ancora intatta? Per ora ci sono dubbi. Certo, se nei prossimi giorni Putin riuscisse a proiettare di nuovo quell’immagine di grande forza, di inflessibilità e di spietatezza che tanto è piaciuta in passato (si pensi al 1999, quando dichiarò di impegnarsi a inseguire i terroristi «fin nei cessi»), allora i sondaggisti potrebbero ancora assicurare tutti che il Paese è dietro il leader. Tra le poche voci non osannanti di ieri, c’è quella di Vladislav Surkov, ex assistente di Putin e ideologo della cosiddetta democrazia sovrana (cioè limitata): «Smettiamola di giocare con le compagnie militari private… Prosperavano solo nei tempi bui e in quelli della guerra civile».

        CorSera
        ...ma di noi
        sopra una sola teca di cristallo
        popoli studiosi scriveranno
        forse, tra mille inverni
        «nessun vincolo univa questi morti
        nella necropoli deserta»

        C. Campo - Moriremo Lontani


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        • Sean
          Csar
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          • In piedi tra le rovine
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          «Putin avrebbe dovuto fucilare Prigozhin. Ora è molto indebolito: potrebbe usare le atomiche in Ucraina»

          Sergey Markov, ex consigliere per la politica estera di Putin: «Poche migliaia di uomini armati stavano arrivando a Mosca, mentre tutti scappavano dalla capitale: va intesa così la sicurezza? Ora Shoigu sarà rimosso, ma non subito. E Lukashenko non ha mediato un bel niente»


          «Che disastro». Nel suo piccolo, questa intervista racconta qualcosa dell’attuale spaesamento delle élite russe. Perché chi sta parlando, in collegamento dalla sua comunità chiusa tra i boschi di Arkhangelskoe, zona residenziale alla periferia della capitale, abitata da ministri, uomini delle istituzioni e oligarchi assortiti, è Sergey Markov, ex consigliere per la politica estera di Vladimir Putin dal 2011 al 2019, uomo ancora oggi ben introdotto nelle segrete stanze del Cremlino, falco a ventiquattro carati divenuto noto in questo ruolo anche presso il pubblico italiano grazie ad alcune ospitate televisive. Ci aspettavamo la solita lezione imperialista. Invece, troviamo un interlocutore quasi affranto. «Putin ne esce indebolito, anche sul fronte interno. Eccome».

          Cosa può succedere ora?
          «Ci saranno cambiamenti, tanto per cominciare. Perché l’evento, io lo chiamo così, ha dimostrato che il Paese si trova in una situazione anomala e si sta muovendo in una direzione sbagliata. Dopo quel che è accaduto, una rivolta che era molto vicina alla vittoria e in parte ad una guerra civile, ci devono essere cambiamenti».

          Tutta «colpa» dell’insurrezione di Prigozhin?
          «Alla radice del problema sta il fatto che la Russia si trova in uno stato di due guerre. Se un anno fa discutevamo se l’esercito russo avrebbe conquistato Kharkiv, ora si discute se l’armata ucraina prenderà Melitopol. Se non è una direzione sbagliata questa…»

          E la seconda guerra?
          «Quella contro la coalizione occidentale cui partecipano 52 Stati, metà dell’umanità, per giunta la più forte. Si capisce che queste due guerre, se continuano, genereranno una situazione di instabilità. Devono essere entrambe fermate, nel nostro interesse. Oppure, una di queste deve essere vinta».

          Quali conseguenze avranno i fatti di sabato scorso sull’Operazione militare speciale?
          «La Russia o cercherà un modo per uscire da questa situazione, anche tramite una mezza capitolazione, oppure indurirà fortemente la sua posizione, compresa la mobilitazione generale e un brusco rafforzamento della potenza militare con l’eventualità dell’uso di armi nucleari tattiche».

          La variante più probabile?
          «A mio parere, la prima ipotesi è del tutto impossibile. Perché se Putin farà concessioni, gli americani non scenderanno mai a compromessi, la vedranno come una debolezza e andranno fino in fondo. Esiste veramente una parte dell’élite russa che suggerisce a Putin di dare di nuovo credito agli americani: fidiamoci della loro parola d’onore. Ma in un angolo della loro testa accarezzano invece un’altra idea: ti catturano, paghi tu per tutti, ma noi rimaniamo».

          Come ne è uscito Putin?
          «Molto indebolito, perché intanto ha lasciato che il Paese finisse in questa situazione. Tutti, dall’alto verso il basso, hanno capito che stiamo andando in una direzione sbagliata. E poi, mi scusi, poche migliaia di uomini armati hanno quasi raggiunto Mosca. Nella capitale quasi si scavavano trincee e si erigevano fortificazioni. Va intesa così la sicurezza? Sabato era impossibile comprare un biglietto aereo da Mosca. Stavano scappando tutti».

          È stato davvero un colpo così duro all’immagine della Russia?
          «Certamente. In una superpotenza non avvengono ribellioni».

          Ha ragione l’Occidente a guardare alla Russia come un Paese in bilico?
          «Con l’inizio dell’Operazione militare speciale, abbiamo dato sicuramente una prova di forza. Ma l’attuale fallimento di questo conflitto è già un colossale sintomo di debolezza. Questo è l’essenziale. L’insurrezione di Prigozhin tradisce una palese disfunzionalità del governo e la presenza di un grande scontento. Se il presidente non controlla completamente le strutture di forza, è chiaro che non ha una posizione salda».

          La soluzione di questa crisi è da considerare un successo?
          «A mio avviso è un bene che Putin si sia messo d’accordo con Prigozhin. Ma non avevo dubbi che sarebbe andata così. Conosco personalmente sia Putin che Prigozhin e so di preciso che stringono rapporti di amicizia da almeno trent’anni. Alcuni anni fa hanno litigato, e Putin gli ha detto di andare a lavorare con il ministero della Difesa. Senza entrare nel dettaglio, aggiungo che il rancore di Prigozhin non è legato solo al ministro della Difesa Shoigu, ma anche a quello degli Esteri, Sergey Lavrov. Però i rapporti personali tra il presidente e il capo della Wagner sono sempre rimasti buoni».

          Putin aveva un’alternativa all’accordo con Prigozhin?
          «Non credo. La Wagner sono i nostri soldati, hanno combattuto con noi. Ma nel mondo, quel compromesso è stato comunque accolto come sintomo di fiacchezza. Perché ad un ribelle non si telefona. Mi chiamano in continuazione da altre repubbliche ex sovietiche e mi dicono: come mai è finita così? Il ribelle doveva essere arrestato e fucilato, se si vuole mantenere un potere forte».

          Cosa pensa della mediazione di Lukashenko?
          «Ma per favore. Dicendo così lei ricade nell’errore di molti osservatori che non sanno niente. Non c’è stata nessuna mediazione. Si parla pubblicamente di Lukashenko, e non pubblicamente del governatore di Tula Dyumin. Non c’è stata una mediazione effettiva. Putin era offeso da Prigozhin e non voleva parlargli personalmente...»

          Ma il ricorso all’assistenza di Lukashenko non è già un segno di debolezza?
          «Un po’ sì. Primo, tutti i governi del mondo lo vedono come una debolezza, e lo stesso vale per la popolazione russa. Quindi, lo è. Già questo di per sé sminuisce la sua posizione. Secondo, un leader non ha diritto a riverberi psicologici come il sentirsi offeso. Deve funzionare come un cyborg».

          Quale sarà la sorte di Shoigu e Gerasimov?
          «Secondo me, Shoigu sarà rimosso. Ma non ora. A Putin non piace fare le cose sotto pressione. Per giunta il ministro della Difesa è molto impopolare tra le truppe. Di recente, un suo consigliere mi ha detto una cosa molto saggia: le battaglie sono vinte dagli eserciti, le guerre sono vinte dai governi. E si perdono pure. La mancata vittoria in Ucraina sarà una responsabilità del presidente e del governo intero. Non sono sicuro che si debba licenziare Shoigu per il fatto che lavora male, anche se certe cose sono incredibili. Basta ascoltare gli interventi del suo portavoce Konashenkov: la comunicazione è un totale fallimento».

          E Prigozhin cosa farà?
          «Bella domanda. Non è chiaro se rimarrà alla guida della Wagner. Ma conoscendo l’uomo, dubito che accetti di rimanere in disparte. È una grande incognita».

          CorSera
          ...ma di noi
          sopra una sola teca di cristallo
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          forse, tra mille inverni
          «nessun vincolo univa questi morti
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          C. Campo - Moriremo Lontani


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            Sarebbe interessante se ora putin metesse il nazista utkin alla guida per processo di denazificazione ucraina.
            Un pò come nominare messina denaro ministro della giustizia.

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            • Irrlicht
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              " Il jet privato del capo del gruppo della Wagner, Yevgeny Prigozhin, è atterrato all'aeroporto militare di Machulishchi, vicino a Minsk, in Bielorussia.
              Dopo la sua clamorosa marcia verso Mosca del sabato scorso, interrotta a poche centinaia di chilometri dalla capitale russa, Prigozhin era statao visto a Rostov, coordinando il ritiro dalla città degli uomini della Wagner."
              (Ansa)

              Gli alleati hanno chiesto a Kiev di non colpire la Russia durante il putsch'
              Fonti alla Cnn: 'Non approfittare del caos per colpire all'interno della Federazione'
              Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.

              "Un acceso silenzio
              brucerà la campagna
              come i falò la sera."

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              • Sean
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                ...E capirai con che cosa avrebbero "colpito all'interno la Federazione"...coi droni?

                Gli ucraini non sono riusciti ad approfittare della giornata "particolare" della Russia nemmeno sul fronte di battaglia (secondo il NYT), hanno degli evidenti problemi di forza di impatto circa questa "controffensiva"...e le eventuali azioni dimostrative in territorio russo nulla aggiungo dal punto di vista effettivo circa quanto interessa per la guerra: il fronte caldo, la battaglia in Ucraina.
                ...ma di noi
                sopra una sola teca di cristallo
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                • zuse
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                  In tutta questa confusione, l'unica cosa certa è che al momento la controffensiva è un flop totale.


                  I russi hanno costruito grandi linee di fortificazioni ed i risultati li vediamo negli sconfortanti video sul campo, come quello postato poco fa.


                  Forse era.meglio non fare tanti proclami e video col dito scoreggiato facendo "shhhh", se la risultante per il "nemico" è stata farsi trovare pronto

                  Al prossimo CDA, farò le mie rimostranze. Non possono spendere così i NOSTRI soldi




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                  • Irrlicht
                    Bodyweb Senior
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                    Si, tutte le analisi che ho letto riportano queste difficoltà.

                    All'inizio sembrava spingeressero bene verso Zaporizhzhia, sicuramente complice anche il fatto di una narrazione di guerra faziosa, quindi sicuramente ingigantita.

                    Adesso hanno ammesso che sono impantanati.
                    Vediamo

                    Ricordiamoci che dai leaks le preoccupazioni Usa erano appunto queste
                    Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.

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                    • Sean
                      Csar
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                      Il punto è che gli ucraini hanno questa finestra di opportunità. Il prossimo anno, la prossima estate...l'occidente li rifornirà ancora di mezzi atti alla controffensiva-bis?

                      Qua il discorso è che nessuno può andare avanti all'infinito, in una sorta di circolarità e ripetitività del tempo e delle stagioni, perchè se è una guerra di usura, questa usura ha degli effetti su tutti gli attori: la Russia, l'Ucraina ma pure gli alleati di quest'ultima.

                      Io penso che se i risultati di questa offensiva verranno considerati insoddisfacenti dagli alleati occidentali (cioè dagli USA) si aprirà una fase nuova, perchè ad un certo punto non può esistere la guerra per la guerra ma la guerra "finalizzata a"...e quindi se questa via dell'attacco controffensivo per "riconquistare tutto" non porta a niente di apprezzabile, si dovranno porre altri obiettivi e fini...più aderenti alle reali possibilità di tutti.
                      ...ma di noi
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                      C. Campo - Moriremo Lontani


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                      • Irrlicht
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                        Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                        Il punto è che gli ucraini hanno questa finestra di opportunità. Il prossimo anno, la prossima estate...l'occidente li rifornirà ancora di mezzi atti alla controffensiva-bis?

                        Qua il discorso è che nessuno può andare avanti all'infinito, in una sorta di circolarità e ripetitività del tempo e delle stagioni, perchè se è una guerra di usura, questa usura ha degli effetti su tutti gli attori: la Russia, l'Ucraina ma pure gli alleati di quest'ultima.

                        Io penso che se i risultati di questa offensiva verranno considerati insoddisfacenti dagli alleati occidentali (cioè dagli USA) si aprirà una fase nuova, perchè ad un certo punto non può esistere la guerra per la guerra ma la guerra "finalizzata a"...e quindi se questa via dell'attacco controffensivo per "riconquistare tutto" non porta a niente di apprezzabile, si dovranno porre altri obiettivi e fini...più aderenti alle reali possibilità di tutti.
                        Oltre a questo, Zelensky aveva già espresso "preoccupazione" per le elezioni in usa

                        Del tipo, non si sa se ci riforniranno come adesso

                        Il discorso sulla tempistica direi che è condivisibile
                        Nel senso, se dovesse continuare questo logoramento per parecchio tempo, fermo, quasi immobile, prima o poi con la questione di approvigionamento di armi e mezzi ci si dovranno inevitabilmente "scontrare", gli alleati occidentali ucraini

                        Giusto
                        Last edited by Irrlicht; 27-06-2023, 11:45:16.
                        Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.

                        "Un acceso silenzio
                        brucerà la campagna
                        come i falò la sera."

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                        • The_machine
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                          Ero rimasto che alle lobby delle armi che decide tutto in USA convenisse tirare avanti la guerra all'infinito per fare profitto, secondo questa logica il supporto continuerà ad esserci.

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                          • Ponno
                            Socialista col Rolex
                            • Feb 2013
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                            • Holy See (Vatican City State) [VA]
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                            I russi hanno peccato di Hybris pensando di fare la blitzkrieg ma senza armata tedesca.
                            Gli ucraini hanno ora peccato di Hybris con "la controffensiva" e invece di mettersi al tavolo con posizione più favorevole ora sono svntaggiati e hanno la Russia che dopo la Wagner non può permettersi di sembrare debole di nuovo quindi fortificare, ripreparare e tornare all'attacco.

                            La guerra si chiuderà solo a un tavolo e il buon Zelensky deve capire che la Crimea è andata e dovrà fare concessionk in Donbass anche

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                            Originariamente Scritto da claudio96

                            sigpic
                            più o meno il triplo

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                            • Virulogo.88
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                              Dopo la " controffensiva " più telefonata della storia , che ha dato mesi ai difensori per prepararsi, con centinaia di carri armati e mezzi occidentali l'Ucraina ha guadagnato qualche villaggio, qualche capanna e qualche km2 di terra bombardata.
                              Direi che il game over si sta avvicinando a passo svelto, e sarebbe un gran bene per tutti.
                              Originariamente Scritto da Pesca
                              lei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt

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                              • Sean
                                Csar
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                                • In piedi tra le rovine
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                                Originariamente Scritto da The_machine Visualizza Messaggio
                                Ero rimasto che alle lobby delle armi che decide tutto in USA convenisse tirare avanti la guerra all'infinito per fare profitto, secondo questa logica il supporto continuerà ad esserci.
                                Le armi serviranno per anni, visto che se si andrà verso una soluzione coreana, ci sarà questo confine immaginario con una guerra a bassa intensità, scontri di frontiera o in terre di nessuno che chissà per quanto dureranno - a meno di un miracoloso tavolo della pace, ad oggi direi impossibile.

                                Differente cosa è però rifornire le forze ucraine di mezzi e occorrenze per una "controffensiva": ogni estate da qui al duemilamai non potrai riempire di armi, carri armati, mezzi, munizioni l'esercito ucraino perchè hanno voglia di fare le controffensive in eterno.
                                ...ma di noi
                                sopra una sola teca di cristallo
                                popoli studiosi scriveranno
                                forse, tra mille inverni
                                «nessun vincolo univa questi morti
                                nella necropoli deserta»

                                C. Campo - Moriremo Lontani


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