C'è chi (in occidente, tra la massa immersa nelle nebbie dell'impero della menzogna e tra i fan di quella illusione geografica che è l'Ucraina) era disposto a cambiare Putin con Prighozin, cioè un politico che comunque mantiene una razionalità e un ultranazionalista che guida un corpo mercenario di estremisti, uno che sì, pur di vincere sarebbe disposto ad usarla in Ucraina qualche atomica tattica...e probabilmente non accontentarsi della sola Crimea, del Donbass, della costa ma volendo prendere quanto si può prendere.
Ieri tra le fila dei tifosi dell'Ucraina c'erano i tifosi di Prigozhin, a questo porta l'irrazionalità, il tifo estremo, voler far fuori la padella per trovarsi immersi nella brace.
Forse bisognerebbe davvero dare a questi tifosi quello che vogliono: meno Shoigu e Gerasimov al comando militare e più Prighozin, ovvero più azione incisiva, più forza, più distruzione, anche su Kiev e sui quartieri governativi: una guerra non si combatte coi guanti e col fioretto ma col ferro e col fuoco.
Sarebbe in verità anche il modo migliore per farla finire prima questa guerra. Putin la deve smettere di nascondersi dietro alle denominazioni: questa "operazione speciale" è una guerra di grado esistenziale (se ne è accorto vieppiù ieri) dove sono in gioco il futuro della Russia e la prospettiva di un nuovo ordine mondiale - oltre al suo destino personale e a quello di tanti della sua corte.
Se è dunque una guerra muova tutto lo stato e la nazione alla chiamata generale alle armi e la faccia finita una volta per tutte con la partita in Ucraina. I mercenari e Prighozin, uomini che la popolazione di Rostov ha salutato come patrioti, hanno indicato una via - che è l'unica possibile in guerra.
Ieri tra le fila dei tifosi dell'Ucraina c'erano i tifosi di Prigozhin, a questo porta l'irrazionalità, il tifo estremo, voler far fuori la padella per trovarsi immersi nella brace.
Forse bisognerebbe davvero dare a questi tifosi quello che vogliono: meno Shoigu e Gerasimov al comando militare e più Prighozin, ovvero più azione incisiva, più forza, più distruzione, anche su Kiev e sui quartieri governativi: una guerra non si combatte coi guanti e col fioretto ma col ferro e col fuoco.
Sarebbe in verità anche il modo migliore per farla finire prima questa guerra. Putin la deve smettere di nascondersi dietro alle denominazioni: questa "operazione speciale" è una guerra di grado esistenziale (se ne è accorto vieppiù ieri) dove sono in gioco il futuro della Russia e la prospettiva di un nuovo ordine mondiale - oltre al suo destino personale e a quello di tanti della sua corte.
Se è dunque una guerra muova tutto lo stato e la nazione alla chiamata generale alle armi e la faccia finita una volta per tutte con la partita in Ucraina. I mercenari e Prighozin, uomini che la popolazione di Rostov ha salutato come patrioti, hanno indicato una via - che è l'unica possibile in guerra.
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