Cronaca e politica estera [Equilibri mondiali] Thread unico.

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  • Barone Bizzio
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    Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
    E' uno sviluppo del vuoto costituzionale che gli accordi di Minsk, nel '14 e '15 chiedevano di sanare riconoscendo il russo come lingua di quella minoranza russofila in Donbass.

    Si trova una ricostruzione storico-sociale e politica qua (del 2012 dunque tempi non sospetti): https://www.limesonline.com/la-parti...na-russo/36280


    Accade che una legge di Janukovic tesa a concedere il diritto al carattere "regionale" del russo in quelle zone di cui discutiamo è stata abrogata il 23 febbraio del '14 e dichiarata incostituzionale nel '18:


    I secondi protocolli di Minsk (del 2015) citano espressamente la questione linguistica. Non si capirebbe perchè se essa fosse stata castrata solo nel 2022...e allora dobbiamo riavvolgere il nastro ancora al 2014, quando con il rivolgimento interno all'Ucraina, e la salita al potere degli ultranazionalisti, la minoranza russa è finita sotto al tallone degli odiatori.

    Tornando a noi, così andiamo al punto, come si può sostenere che le azioni ucraine sono in risposta e per effetto delle guerra in Donbass? Quando si rovescia un governo per via rivoluzionaria, e sale al potere una fazione che ha in odio una minoranza, che cosa resta se non il ricorso alle armi?

    La Russia ha armato le fazioni filorusse? Certo. Come avrebbero potuto difendersi le minoranze russe di quelle regioni di confine? Le guerre civili come sorgono? Quando, all'interno di una stessa nazione, una fazione non riconosce i diritti dell'altra, e questo è un caso di scuola.

    Faccio presente che la guerra nel Donbass inizia nel 2014. L'invasione russa è del 2022. In mezzo passano 7 anni dove la Russia non interviene ufficialmente a protezione della minoranza russa in quelle regioni, limitandosi ad armarle...o avrebbe dovuto lasciarle in mano agli ultranazionalisti?...che sono quei signori che hanno bruciato vivi 40 russi ad Odessa.
    No un momento. Quelle spinte rivoluzionarie senza la Russia non ci sarebbero state. È questa la differenza fondamentale. Lo stesso ministeo della difesa della repubblica di Donetzk era all'epoca un colonnello dell'FSB.
    La Russia ha avuto un ruolo molto piu pesante e determinante nel Donbas rispetto al ruolo svolto dagli USA ad Euromaidan.

    Tanto che i precedenti riguardo la tutela delle minoranze linguistiche sono cose di poco conto. L'abrogazione di una legge a Febbrario del 2014 (quando la crisi in Ucraina era gia esplosa) non giustifica insurrezioni armate - di cui poi non cera il sentore nella popolazione generale del Donbas

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    • Barone Bizzio
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      • Dec 2008
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      Anche perché l'Ucraina il Donbas non lo ha mai attaccato prima che la situazione degenerasse. Anche questo mi sembra chiaro

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      • Irrlicht
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        " "L'attentato di ieri in un caffè di San Pietroburgo "è stato pianificato dai servizi segreti ucraini". Lo ha detto il Comitato nazionale antiterrorismo russo citato dall'agenzia Ria Novosti.
        "Persone che collaborano con il cosiddetto Fondo anti-corruzione" dell'oppositore russo Alexei Navalny sono "coinvolte" nell'attentato di ieri in un caffè di San Pietroburgo, "pianificato dai servizi segreti ucraini". Lo afferma il Comitato nazionale anti-terrorismo russo citato dall'agenzia Ria Novosti. La stessa fonte aggiunge che Darya Trepova, la donna fermata perché sospettata dell'attentato, è "una sostenitrice attiva" della stessa organizzazione.
        Il socio di Alexey Navalny, Ivan Zhdanov, ha respinto le accuse delle autorità russe secondo cui la Fondazione anticorruzione del leader dell'opposizione incarcerato sia coinvolta nell'esplosione nel bar di san Pietroburgo. "Ovviamente, non siamo coinvolti", ha detto Ivan Zhdanov su Telegram aggiungendo che l'accusa è un tentativo di prolungare la pena detentiva di Navalny. Zhdanov ha detto che sembra che la Russia abbia bisogno "non solo di un nemico assoluto esterno sotto forma dell'Ucraina, ma anche di uno interno sotto forma della squadra di Navalny
        "Il regime di Kiev sostiene azioni terroristiche" ed ecco "perché l'operazione militare speciale in Ucraina viene compiuta". Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, in merito all'attentato di ieri a San Pietroburgo. "Questo regime è dietro l'assassinio di Darya Dugina e molto probabilmente dietro l'assassinio di Fomin", ha aggiunto Peskov, citato dall'agenzia Ria Novosti. ...
        Secondo il vice maresciallo dell'aeronautica britannica in pensione, Sean Bell, non ci sarebbero abbastanza dettagli per suggerire un mandante dietro l'esplosione, ritenendo al contempo "improbabile" che il governo ucraino sia coinvolto. "Con l'aumento delle vittime russe della guerra in Ucraina, aumentano i disordini interni a casa", ha affermato. "
        (Ansa)
        Last edited by Irrlicht; 03-04-2023, 14:26:18.
        Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.

        "Un acceso silenzio
        brucerà la campagna
        come i falò la sera."

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          Stoltenberg, domani la Finlandia diventa membro della Nato
          'E' il 31esimo alleato, è una settimana storica'
          (Ansa)
          Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.

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          brucerà la campagna
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            Filippine annunciano 4 nuove basi militari per gli Usa
            Una vicina al Mar Cinese meridionale, altra vicino Taiwan
            Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.

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              Il giornalista Usa fa appello contro l'arresto in Russia
              Ancora stata stabilita la data in cui si svolgerà l'udienza
              Il giornalista americano Evan Gershkovich, fermato la scorsa settimana in Russia con l'accusa di spionaggio, ha presentato appello contro l'ordine di arresto emesso da una Corte di Mosca nei suoi confronti che prevede la detenzione fino almeno al 29 maggio. (ANSA)
              Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.

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                "Un'altra persona è stata arrestata dalla polizia in relazione all'omicidio del propagandista russo Vladlen Tatarsky
                Secondo The Insider, che ha intervistato Dmitry Rylov, marito dell'altra sospettata Darya Trepova, si tratterebbe di un amico della donna, Dmitry Kasintsev. Le autorità devono ancora confermare che Kasintsev sia in custodia, ma nel frattempo il canale Telegram Shot ha pubblicato un video di quello che sembrerebbe essere un gruppo di agenti in borghese che guidano un uomo ammanettato: secondo il canale, si tratterebbe proprio del 27enne Dmitry. "
                (Ansa)
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                  Droni russi hanno colpito il porto ucraino di Odessa
                  'Danni', per le autorità locali, ma non hanno fornito dettagli
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                    Il giorno più lungo di Donald Trump
                    E' il primo ex presidente americano a finire sotto inchiesta. Comparirà in aula alle 20,15 ora italiana. Il tycoon attacca gli inquirenti: "Prendete Biden". Attesa per il discorso dopo il rientro a Mar-a-Lago
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                      Ucraina: Shoigu, i missili Iskander trasferiti in Bielorussia
                      Trasferiti in Bielorussia i missili in grado di trasportare testate convenzionali e nucleari tattiche, militari di Minsk hanno cominciato ad addestrarsi (ANSA)
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                        Blinken: 'Ridurre la dipendenza energetica dell'Ue da Mosca'
                        A Bruxelles riunione del consiglio Energia Ue-Usa
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                          Di chi è la guerra in Ucraina?

                          Il mantra di Biden «resteremo al fianco di Kiev per tutto il tempo necessario» potrebbe diventare problematico: anche per questo gli Stati Uniti puntano molto sull’offensiva di primavera

                          Ai primi di marzo a Washington, alla conferenza annuale dei conservatori americani (CPAC) dominata dal popolo di Trump , la risposta più popolare alla domanda «Di chi è la guerra in Ucraina?» era sostanzialmente questa: «L’America non è una potenza europea, è una potenza del Pacifico. Perché gli europei non fanno di più per Kiev?».

                          La versione più estrema di questa risposta è stata formulata da Steve Bannon, ex guru di Trump e oggi finanziato da un miliardario cinese nemico della Repubblica Popolare, che affiancato dalla deputata di ultradestra della Camera, Marjorie Taylor Greene, chiedeva al pubblico: «I tedeschi non manderanno mai i loro soldati in Ucraina. Volete mandare i vostri figli e le vostre figlie a morire per Zelensky?». «Nooo», gridava la folla.

                          La durata del conflitto in Ucraina è una incognita che pesa politicamente sempre di più sia in Europa che negli Stati Uniti
                          .

                          Non è un caso che pochi giorni fa l’alfiere del sostegno europeo a Kiev, il premier polacco Morawiecki che andrà a elezioni in autunno
                          , ha chiesto a Bruxelles misure per frenare l’ingresso del grano ucraino sul mercato Ue perché sta danneggiando gli agricoltori polacchi, costando meno di quello locale. Dall’altro lato dell’Oceano, nonostante l’appoggio ricevuto finora dal suo elettorato, il mantra di Biden «resteremo al fianco di Kiev per tutto il tempo necessario» potrebbe diventare problematico: anche per questo gli Stati Uniti puntano molto sull’offensiva di primavera.

                          L’Unione europea è unita sulla necessità del sostegno all’Ucraina, con l’eccezione dell’Ungheria di Viktor Orbán che non perde occasione per fare distinguo su sanzioni contro Mosca e armi da inviare a Kiev: rispetto a un anno fa gli europei si sono avvicinati su questo tema e concordano sul fatto che la Russia è il loro avversario o rivale, secondo un sondaggio dello European Council on Foreign Relations (ECFR) diffuso il 16 marzo e condotto in dieci paesi europei (Danimarca, Estonia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia, Polonia, Portogallo, Romania e Spagna). C’è la consapevolezza che in ballo ci sono i valori occidentali che l’Ue difende. Su chi tragga vantaggio dalla guerra, invece, cominciano le increspature. L’Italia si distingue: è il solo Paese insieme alla Romania in cui molte più persone pensano ancora che la guerra debba finire il prima possibile. Negli altri Stati Ue esaminati in questo sondaggio prevale l’idea che l’Ucraina debba riconquistare tutto il suo territorio.

                          L’Italia, a suo modo, è emblematica: la premier Giorgia Meloni non perde occasione per ribadire il proprio atlantismo e sostegno al presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ma il 22 marzo alla Camera per le comunicazioni sul Consiglio europeo del giorno successivo, e dunque anche sul sostegno militare all’Ucraina, mancavano dai banchi del governo quasi tutti i ministri leghisti (il Carroccio in più occasioni ha criticato le sanzioni). Mentre dai banchi dell’opposizione il M5S ribadiva la contrarietà all’invio di armi in nome della pace.

                          Ci sono anche timori che il conflitto possa fare gli interessi principalmente dell’industria bellica ed energetica di Washington. Un’accusa lanciata nemmeno troppo velatamente il 12 ottobre scorso dal ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire, che intervenendo all’Assemblea Nazionale a Parigi aveva dichiarato che «non possiamo accettare che il nostro partner americano ci venda il suo Gnl a un prezzo quattro volte superiore a quello al quale vende agli industriali americani». «La guerra in Ucraina — aveva aggiunto — non deve sfociare in una dominazione economica americana e a un indebolimento dell’Unione europea». L’irritazione francese era condivisa anche dal ministro dell’Economia tedesco, Robert Habeck. E non è un caso se nell’accordo sull’invio dei proiettili all’Ucraina ci sia anche una parte che difende il «Buy European», riferito agli stock di armi da sostituire, voluto da Parigi.

                          Intanto, in America, l’invasione russa dell’Ucraina non è però una priorità dell’elettorato. Al momento l’elettorato democratico resta al fianco di Kiev e si dice convinto delle scelte di Biden, ma anche un democratico come Leon Panetta, ex capo della Cia e del Pentagono sotto l’amministrazione di Barack Obama, ci ha detto: «Il tempo non è dalla nostra parte. Ci sono due vie: una è che l’Ucraina riesca a respingere la Russia; l’altra è una guerra di attrito, scenario che incoraggerà coloro che non appoggiano la guerra e cercano di minare le politiche degli Stati Uniti e degli alleati».

                          Un cambiamento di atteggiamento verso la guerra si registra nell’elettorato repubblicano: il 40% dice che l’America sta facendo troppo per Kiev. Trump e DeSantis, i principali contendenti per la nomination repubblicana alla Casa Bianca (che hanno l’appoggio insieme del 75% degli elettori del partito), e con loro un numero di deputati alla Camera proclamano che questa guerra non è un interesse vitale americano, anche se questa non è una posizione condivisa dall’establishment repubblicano, dai think tank conservatori tradizionalmente «falchi» di Washington e da altri rivali per la nomination repubblicana alla Casa Bianca come Nikki Haley e Mike Pompeo.

                          Al CPAC una lamentela ricorrente era che gran parte del “conto” della guerra in Ucraina viene coperto dagli Stati Uniti. L’Ue è consapevole da tempo che gli interessi geopolitici sono diversi ed è per questo che i discorsi su una Difesa comune europea sono diventati più concreti. E’ innegabile che l’Europa resti dipendente dagli Stati Uniti, anche se la guerra in Ucraina ha portato a un cambio di passo, come scrive Maria Demertzis di Bruegel, uno dei think tank brussellesi più autorevoli: «L’aumento previsto della spesa per la difesa dell’Ue entro il 2025 è del 33%, pari a 70 miliardi di euro. I 26 membri dell’Agenzia europea per la difesa hanno speso complessivamente 214 miliardi di euro nel 2021, pari all’1,5% del Pil totale. A titolo di confronto, i Paesi dell’Ue spendono in media il 5% per l’istruzione e quasi l’11% per l’assistenza sanitaria (...). Gli Stati Uniti hanno speso 858 miliardi di dollari per la difesa, che hanno rappresentato il 3,5% del Pil nel 2021. Un aumento dell’8% per il 2023».

                          Molto spesso in America il ragionamento sull’appoggio a Kiev - sia da parte dei favorevoli che dei contrari - viene legato alla Cina. Chi è contrario spiega che l’America non può occuparsi dell’Europa, perché la priorità americana è la Cina. Chi è a favore (lo stesso Pentagono) spiega che va fatto perché la Cina non si faccia strane idee su Taiwan. Ma davvero la guerra in Ucraina sta dissuadendo Pechino su una possibile invasione di Taiwan? In realtà ci sono delle controindicazioni: il Pentagono sta riducendo gli arsenali per inviare armi a Kiev e, se una guerra di ampia scala scoppiasse adesso con Pechino, l’America finirebbe in una settimana i missili anti-nave, nota il New York Times. Intanto Pechino sta studiando gli errori e i successi sul campo e imparando cosa serve nella “sua” guerra. Nei corridoi della CPAC, Sergio de la Peña, ex assistente segretario della Difesa per l’emisfero occidentale sotto la presidenza di Trump, ritiene che uno degli elementi a favore dell’impegno Usa in Ucraina sia proprio questo: «In Ucraina i cinesi hanno visto i successi delle armi americane e occidentali contro i russi», ma aggiunge che Biden dovrà presto discutere con gli americani sulla durata di questo conflitto e su cosa si intenda per «vittoria». «Com’è che sono gli ucraini a decidere come si definisce la vittoria, mentre gli americani pagano gran parte del conto di questa guerra? In assenza di questo dialogo, si arriverà al punto in cui la gente dirà: basta».

                          CorSera - Francesca Basso (Bruxelles) e Viviana Mazza (New York).
                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

                          C. Campo - Moriremo Lontani


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                            Cina: "Pronti a discutere con l'Ue una soluzione politica" per l'Ucraina
                            L'Europa mostri "indipendenza strategica e compiere passi decisi per la pace e stabilita' a lungo termine. Borrell: "Pechino si pronunci sulle atrocità russe"
                            Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.

                            "Un acceso silenzio
                            brucerà la campagna
                            come i falò la sera."

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                            • Sean
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                              • In piedi tra le rovine
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                              Originariamente Scritto da Irrlicht Visualizza Messaggio
                              Cina: "Pronti a discutere con l'Ue una soluzione politica" per l'Ucraina
                              https://www.agi.it/estero/news/2023-...tica-20814634/
                              L'indirizzo o la spinta ad una eventuale "fine" della guerra non verrà dalla Cina, meno che mai (figuriamoci) dalla UE ma solo e soltanto dalla volontà, dai progetti, dalle necessità e dai disegni degli Stati Uniti. Saranno loro che al momento giusto (per loro ovviamente) decideranno che la guerra dovrà "finire", anche se il modo di come eventualmente finirà non dovesse piacere agli ucraini.
                              Last edited by Sean; 04-04-2023, 15:55:30.
                              ...ma di noi
                              sopra una sola teca di cristallo
                              popoli studiosi scriveranno
                              forse, tra mille inverni
                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

                              C. Campo - Moriremo Lontani


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                                L'indirizzo o la spinta ad un eventuale "fine" della guerra non verrà dalla Cina, meno che mai (figuriamoci) dalla UE ma solo e soltanto dalla volontà, dai progetti, dalle necessità e dai disegni degli Stati Uniti. Saranno loro che al momento giusto (per loro ovviamente) decideranno che la guerra dovrà "finire", anche se il modo di come eventualmente finirà non dovesse piacere agli ucraini.
                                come accadde in Afghanistan d'altronde


                                Tessera N° 7

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