Iran, eseguita la prima condanna a morte di un manifestante: «Inimicizia contro Dio»
La magistratura iraniana ha annunciato la morte per impiccagione di Mohsen Shekari, arrestato durante le proteste. Tra i condannati a morte, la compagna di cella di Alessia Piperno
La magistratura iraniana ha annunciato di aver eseguito la prima condanna a morte di un manifestante. Mohsen Shekari, 23 anni, è stato impiccato . Era stato arrestato durante le proteste.
Shekari è stato accusato di aver bloccato una strada il 25 settembre scorso, a Teheran; di «disordini»; di aver estratto un’arma con l’intenzione di uccidere (aveva usato un coltello contro un membro delle forze paramilitari).
L’udienza si è tenuta il 10 novembre e l’imputato — secondo quanto riportato dalla magistratura iraniana — «ha confessato». Il tribunale rivoluzionario lo ha dunque riconosciuto colpevole di «inimicizia contro Dio».
Mahmood Amiry-Moghaddam, direttore della Ong Iran Human Rights con sede in Norvegia, ha twittato che le esecuzioni dei manifestanti inizieranno a verificarsi quotidianamente a meno che le autorità iraniane non siano messe di fronte a «rapide conseguenze pratiche a livello internazionale».
«Le sentenze inflitte per le proteste», comprese le impiccagioni, «saranno presto eseguite», ha annunciato giorni fa il capo della Giustizia iraniana Gholam-Hossein Mohseni-Ejèi, sottolineando che «diverse sentenze sono già state confermate dalla Corte Suprema». Le prime condanne a morte a manifestanti sono state firmate a novembre; da metà settembre, quando le proteste per la morte di Mahsa Amini sono esplose in tutte le città iraniane, gli arresti sono stati circa 18 mila.
I condannati a morte, secondo l’annuncio della magistratura iraniana, sono finora 11. Tra questi la compagna di cella dell’italiana Alessia Piperno nel carcere di Evin Fahimeh Karimi, allenatrice di pallavolo e madre di tre figli; mandata a morte per aver protestato e soprattutto per aver dato un calcio a uno dei pasdaran che tentava di fermarla.
L’annuncio, di sabato, ha sconvolto la sua compagna di cella Alessia Piperno, la travel blogger italiana arrestata a settembre e poi liberata il 10 novembre. «Farimah è stata la mia compagna di cella per 34 giorni» nel carcere di Evin, ha scritto su Instagram (@travel.adventure.freedom, 72 mila seguaci). «La sera le cantavo Bella Ciao per calmarla. Da quando sono tornata ho cercato sue notizie ogni giorno». Sabato, così, Alessia Piperno ha appreso della condanna.
Le proteste, guidate dalle donne, si sono estese a 160 città in tutte le 31 province del Paese e sono viste come una delle sfide più serie per la Repubblica islamica dalla rivoluzione del 1979. Finora gli arresti sono stati circa 18 mila. Non è un dato ufficiale: come la stima delle vittime della repressione — 475, di cui sessanta bambini — lo comunica regolarmente la ong Hrana, osservatorio per i diritti umani in Iran.
Nei giorni scorsi, a seguito delle manifestazioni, il Procuratore generale iraniano aveva annunciato lo scioglimento della polizia morale , ma l’annuncio non ha finora trovato conferme ufficiali da parte del governo.
CorSera
La magistratura iraniana ha annunciato la morte per impiccagione di Mohsen Shekari, arrestato durante le proteste. Tra i condannati a morte, la compagna di cella di Alessia Piperno
La magistratura iraniana ha annunciato di aver eseguito la prima condanna a morte di un manifestante. Mohsen Shekari, 23 anni, è stato impiccato . Era stato arrestato durante le proteste.
Shekari è stato accusato di aver bloccato una strada il 25 settembre scorso, a Teheran; di «disordini»; di aver estratto un’arma con l’intenzione di uccidere (aveva usato un coltello contro un membro delle forze paramilitari).
L’udienza si è tenuta il 10 novembre e l’imputato — secondo quanto riportato dalla magistratura iraniana — «ha confessato». Il tribunale rivoluzionario lo ha dunque riconosciuto colpevole di «inimicizia contro Dio».
Mahmood Amiry-Moghaddam, direttore della Ong Iran Human Rights con sede in Norvegia, ha twittato che le esecuzioni dei manifestanti inizieranno a verificarsi quotidianamente a meno che le autorità iraniane non siano messe di fronte a «rapide conseguenze pratiche a livello internazionale».
«Le sentenze inflitte per le proteste», comprese le impiccagioni, «saranno presto eseguite», ha annunciato giorni fa il capo della Giustizia iraniana Gholam-Hossein Mohseni-Ejèi, sottolineando che «diverse sentenze sono già state confermate dalla Corte Suprema». Le prime condanne a morte a manifestanti sono state firmate a novembre; da metà settembre, quando le proteste per la morte di Mahsa Amini sono esplose in tutte le città iraniane, gli arresti sono stati circa 18 mila.
I condannati a morte, secondo l’annuncio della magistratura iraniana, sono finora 11. Tra questi la compagna di cella dell’italiana Alessia Piperno nel carcere di Evin Fahimeh Karimi, allenatrice di pallavolo e madre di tre figli; mandata a morte per aver protestato e soprattutto per aver dato un calcio a uno dei pasdaran che tentava di fermarla.
L’annuncio, di sabato, ha sconvolto la sua compagna di cella Alessia Piperno, la travel blogger italiana arrestata a settembre e poi liberata il 10 novembre. «Farimah è stata la mia compagna di cella per 34 giorni» nel carcere di Evin, ha scritto su Instagram (@travel.adventure.freedom, 72 mila seguaci). «La sera le cantavo Bella Ciao per calmarla. Da quando sono tornata ho cercato sue notizie ogni giorno». Sabato, così, Alessia Piperno ha appreso della condanna.
Le proteste, guidate dalle donne, si sono estese a 160 città in tutte le 31 province del Paese e sono viste come una delle sfide più serie per la Repubblica islamica dalla rivoluzione del 1979. Finora gli arresti sono stati circa 18 mila. Non è un dato ufficiale: come la stima delle vittime della repressione — 475, di cui sessanta bambini — lo comunica regolarmente la ong Hrana, osservatorio per i diritti umani in Iran.
Nei giorni scorsi, a seguito delle manifestazioni, il Procuratore generale iraniano aveva annunciato lo scioglimento della polizia morale , ma l’annuncio non ha finora trovato conferme ufficiali da parte del governo.
CorSera
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