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Cronaca e politica estera [Equilibri mondiali] Thread unico.
Ancora deve essere attribuita la paternità di questo sabotaggio ai gasdotti che già gli "esperti ed analisti", forse interrogando le sfere di vetro (o le alte sfere dei pupari di Washington), hanno deciso che Putin si è autodistrutto i gasdotti e ora è pronto a fare lo stesso coi cavi internet.
In occidente si vive di certezze, come solo dentro le sceneggiature hollywoodiane...e infatti è da 70 anni che a pappardella ci ripetono che gli americani sono quelli buoni, noi quell giusti e che qua tutto è cioccolatoso e meraviglioso.
Si leggendo l'articolo ho fatto caso anche io al modo in cui si riferiscono sugli "esperti" dando tutto per scontato
È la classica stampa italiana, più che altro mi interessava sapere se un attacco nel Baltico può danneggiare l'infrastruttura di internet e in che modo
Ha enormi difetti, ma anche enormi pregi
Pensa dove sarebbe l'Italia se per 70 anni avesse dovuto pagare dazi doganali per importare merci dall'Europa, cosa che non ha mai fatto perché vige la libera circolazione
È una cosa che sostengo da sempre e me ne sto rendendo conto adesso in UK, dopo la Brexit
Ne sono convinto però i tedeschi ancora una volta dimostrano che nella difficoltà guardano solo a se stessi e che le regole (a cui sono tanto affezionati in tema di bilancio) valgono finchè conviene a loro.
Non pensavo ci avrei messo così poco a rimpiangere la Merkel.
gli olandesi manco li commento... tanto la storia parla per loro
"It' better stand tall when they're calling you out, don't bend, don't break, don't back down"
Ne sono convinto però i tedeschi ancora una volta dimostrano che nella difficoltà guardano solo a se stessi e che le regole (a cui sono tanto affezionati in tema di bilancio) valgono finchè conviene a loro.
Non pensavo ci avrei messo così poco a rimpiangere la Merkel.
gli olandesi manco li commento... tanto la storia parla per loro
Però non vedo cosa ci sarebbe di male in questo. L'UE è fatta di Stati che attraverso di essa perseguono il loro interesse nazionale. Un "interesse europeo" che accomuni Germania, Italia e, che so, Portogallo, non esiste - se non in aree specifiche.
Si certo, Orsini nel mese di marzo: bisogna riconoscere la sconfitta, bisogna avere il coraggio di dire "Putin ha già vinto in Ucraina, ci ha già sconfitti"
La scelta della Germania e i rischi per l’Italia e per l’Europa
La mossa tedesca rischia di avere due effetti indesiderati dannosi per l’Europa e per ogni Paese membro. Quello che nelle intenzioni del governo di Berlino è una dura risposta a Putin rischia di indebolire il fronte europeo. La Germania ha annunciato un piano da 200 miliardi per difendere le aziende e le famiglie tedesche dal caro gas e spingere il prezzo della fonte di energia verso il basso. Cosa che è accaduto nell’immediato ieri quando il prezzo pochi minuti dopo l’annuncio del cancelliere è sceso a quota 186 euro con un calo del 10 per cento. Una scelta che può ritorcersi contro tutta l’Europa.
Il cancelliere Olaf Scholz, in una conferenza stampa convocata all’improvviso è stato chiaro sulla manovra intrapresa da Berlino. La Russia – ha detto – continua la sua guerra contro l’Ucraina e utilizza il fatto di essere fornitore di energia all’Occidente come un’arma. Dopo la distruzione dei gasdotti nel Mar Baltico – ha continuato – sappiamo che presto cesserà del tutto l’approvvigionamento di gas alla Germania. Da qui la scelta del governo tedesco di varare un piano da 200 miliardi per correre in aiuto di aziende e famiglie. Il meccanismo ideato da Berlino prevede di continuare ad acquistare il gas sul mercato e con i 200 miliardi attenuare i costi che devono pagare i tedeschi. Si tratta quindi non di una misura strutturale ma tampone come dimostrano anche le parole che hanno accompagnato la scelta. Il freno al prezzo del gas deciso è una chiara risposta a Putin - ha ribadito il ministro delle Finanze Christian Lindner – ma anche una chiara segnalazione al Paese. Noi siamo economicamente forti, e questa forza economica la mobilitiamo quando serve, come adesso.
Peccato che la scelta permette a speculazione e mercato di continuare a funzionare come sempre. E quindi anche i 200 miliardi stanziati da Berlino continueranno a gonfiare un mercato artificiale basato non sulla reale disponibilità di gas quando sulle aspettative finanziarie di pochi e spregiudicati operatori. Il rammarico per la lentezza dell’Europa sul varare un tetto al gas oggi può trasformarsi in una seria battuta d’arresto del processo di Unione. E danneggiare sul lungo periodo i singoli Paesi membri.
Ormai già un anno fa il governo Draghi e il suo ministro Cingolani proposero un tetto al gas all’Europa. Una mossa del genere varata in nome di quei 450 milioni di cittadini che ancora oggi rappresentano il più appetito mercato di sbocco per tutte le potenze economiche mondiali, avrebbe potuto spezzare il circolo vizioso innescato dalla speculazione. A oggi 15 paesi si sono convinti della giustezza di quella mossa e hanno inviato una lettera a Bruxelles in questo senso. Ma la mossa tedesca rischia di frenare ulteriormente una decisione che andava presa molto tempo fa.
Si certo, Orsini nel mese di marzo: bisogna riconoscere la sconfitta, bisogna avere il coraggio di dire "Putin ha già vinto in Ucraina, ci ha già sconfitti"
Direi che ha ragione da vendere, di chi è il donbass?
Però non vedo cosa ci sarebbe di male in questo. L'UE è fatta di Stati che attraverso di essa perseguono il loro interesse nazionale. Un "interesse europeo" che accomuni Germania, Italia e, che so, Portogallo, non esiste - se non in aree specifiche.
Quelle considerazioni non valgono più dal momento esatto in cui questa congrega di mercanti e banchieri (in prima istanza è questo l'UE, un mercato comune con una banca centrale e una moneta comune) impone agli Stati indirizzi politici e non solo economici...quindi quando serve una "politica" comune (tipo sui "valori" che ha sempre in bocca la Von der Leyen), degli indirizzi vengono dati/imposti a tutti.
Al momento del dunque però, cioè non per la fuffa fumosa tipo "inclusività", "sostenibilità", "solidarietà" ecc...al momento del dunque, cioè quando si tratta di mettere al riparo la comunità dei popoli (e non la lega dei mercanti) e la salvezza degli Stati, l'UE non c'è più, l'indirizzo, la "Carta", i "valori comuni" spariscono come nei trucchi dei prestidigitatori e i valori improvvisamente non sono più comuni, l'inclusività non esiste più, la solidarietà è una parola stampata sulla carta dei cioccolatini.
Sbucano fuori invece le Olanda che idolatra la sovranità del mercato e la Germania che, con la mossa dei 200 miliardi, farà schizzare ancora di più il prezzo del gas, facendo felici i mercanti...e sbuca fuori la Von der Leyen che appoggia la manova ammazza-popoli e affossa-Stati.
...ma di noi
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popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Però non vedo cosa ci sarebbe di male in questo. L'UE è fatta di Stati che attraverso di essa perseguono il loro interesse nazionale. Un "interesse europeo" che accomuni Germania, Italia e, che so, Portogallo, non esiste - se non in aree specifiche.
Di male c'è che o le regole valgono e sono ferree per tutti o non ha senso che ci siano, lo scudo da 200mld può essere considerato aiuto di stato e agli paesi i tedeschi hanno sempre frantumato la sacca scrotale su queste cose.
Non è nemmeno la prima volta che lo fanno visto che nel 2008-09 per salvare lo loro sparkasse post regolamenti di Basilea II che erano enormemente e ingiustificatamente esposte su contratti derivati le aiutarono con il governo centrale.
Io ho sempre sostenuto e sono convinto dell'utilità dell'Europa e proprio per questo mi in***** in questi frangenti perchè sono scelte, non solo miopi, ma che danneggiano proprio l'unità europea e il processo (già lentissimo) di aggregazione e se a farlo sono quelli che maggiormente hanno tratto vantaggio da UE e moneta unica (cfr bilancia commerciale tedesca pre e post euro) per poi ergersi a severi paladini delle regole vedo una contraddizione in termini di tipo ultra utilitaristico.
E poi non si lamentino se i paesi del sud rompono il *****, perchè stanno dimostrando che loro per primi sono uno per tutti e tutti per uno finchè non gli costa poi, quando tocca a loro diventa ognuno per se e dio per tutti.
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Media, grande nuvola di gas metano su Norvegia e Svezia da Nord Stream
Dopo le esplosioni nei gasdotti Nord Stream si è formata una nuvola di metano su Norvegia e Svezia. Lo riferisce la tv norvegese Nrk, aggiungendo che il 96% del gas nei due gasdotti era il potente gas serra metano. Il climatologo senior dell'Istituto norvegese per la ricerca sull'aria, Stephen Matthew Platt, ha calcolato sulla base delle misurazioni dell'osservatorio Birkenes ad Agder che le perdite hanno causato il rilascio di circa 40 mila tonnellate di metano, emissioni che corrispondono al doppio di quelle annuali dell'industria petrolifera e del gas in Norvegia. «Sono livelli record, non abbiamo mai visto niente di simile prima in Norvegia e Svezia», ha riferito Platt, sottolineando tuttavia che l'elevata concentrazione di metano non rappresenta un grave pericolo per le persone.
CorSera
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Berlino: «Price cap sul gas è sanzione. Non siamo pronti»
«Si è parlato tanto di un price cap sul gas russo: è una sanzione. Per questo sono aperto, se i Paesi dell'Europa sudorientale non temono carenze. Ho detto qui all'inizio della crisi che la Germania non è ancora pronta, abbiamo bisogno di un po' di tempo. Soprattutto dobbiamo parlare con i Paesi amici, la Norvegia, gli Stati Uniti, l'Algeria, perché i prezzi saranno abbassati, e su questo ci sarà oggi sicuramente» un confronto. Lo ha detto il ministro dell'Economia tedesco Robert Habeck, arrivando a Bruxelles al Consiglio dei ministri Ue dell'energia.
Orban: «Bruxelles ha mentito agli europei sulle sanzioni»
«A Bruxelles hanno mentito al popolo europeo» quando hanno affermato che le sanzioni non sarebbero state estese all'energia e che ciò avrebbe portato a una rapida fine della guerra in Ucraina. Così il premier ungherese, Viktor Orban, in un'intervista a Kossuth Radio. I cittadini europei, ha spiegato, stanno pagando un «sovrapprezzo delle sanzioni» per l'energia, il che rende il futuro instabile. «La domanda - ha aggiunto - è se peggioreremo ulteriormente la situazione, visto che a Bruxelles si vogliono introdurre sempre più sanzioni».
IL PUNTO MILITARE - Le armi Usa e il piano per la «lunga guerra» (Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Il nuovo pacchetto di aiuti Usa all’Ucraina trasmette un messaggio che va oltre i numeri: la Casa Bianca pensa sempre più al lungo termine e si organizza di conseguenza. Washington ha autorizzato materiale per 1,1 miliardi di dollari. Il denaro serve a garantire altri 18 lanciarazzi Himars, un gran numero di veicoli per la logistica e per il traino di cannoni, fuoristrada blindati, munizionamento, apparati anti-droni. Ma il punto interessante è la precisazione delle fonti ufficiali: buona parte di questo materiale deve essere prodotta, passeranno mesi o anni prima che possa arrivare nelle mani di Kiev. Il Pentagono vuole continuare a sostenere l’amico ma non può pescare ad oltranza dai suoi depositi (come chiede Zelensky), c’è una soglia da rispettare che coinvolge la sicurezza nazionale: non devi sguarnire le tue scorte. Discorso che si estende all’intera Alleanza atlantica, chiamata a mettere a disposizione ciò che poteva dare. L’urgenza di arginare l’invasore è stato affiancata progressivamente dal timore di non avere abbastanza per la propria difesa.
CorSera
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La Casa Bianca "pensa (la guerra) sempre più a lungo termine"...in Europa invece il pensiero non va oltre l'inverno, è un pensiero ad autonomia limitata, molto limitata. La Casa Bianca sta in America, un continente oltre l'Oceano, ha tutte le risorse naturali (e alimentari) proprie di un continente, si può permettere di fare piani "di lunga durata".
Le risorse naturali (e purtroppo per gran parte anche alimentari) dell'Europa stanno anch'esse nel continente, ciascun continente possiede le sue...ma ad Est, presso la Russia...quella nazione cui abbiamo dichiarato guerra senza che essa ce l'abbia dichiarata.
Se è vero che bisogna chiedersi quanta voglia abbiano i russi di andare a morire per Kherson, prima ancora bisogna che se lo domandino i popoli europei, italiano in primis: quanta voglia abbiamo di finire col culo per terra per Kherson?
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Putin, il discorso in diretta sulla guerra Russia Ucraina
Il capo del Cremlino ha parlato in occasione della cerimonia di annessione dei territori del Donbass
«Russi per sempre»
«La gente ha fatto la sua scelta con i referendum in Ucraina» ha esordito Putin. «é la volontà di milioni di persone». «Ora ci sono quattro nuove regioni in Russia, i loro abitanti diventeranno per sempre cittadini russi. Difenderemo la nostra terra con tutti i mezzi a disposizione » ha proseguito chiedendo poi un minuto di silenzio in onore dei caduti sul fronte ucraino, definiti «eroi morti per la Grande Russia».
«Kiev cessi il fuoco, noi pronti a trattare»
Putin ha parlato interrotto dai numerosi presenti nella sala di San Giorgio del Cremlino. «Non vogliamo un ritorno all’Urss». «Kiev rispetti la volontà popolare, cessi il fuoco e torni al tavolo del negoziato, noi siamo pronti» ha scandito in un passaggio successivo, forse quello destinato a far discutere più di tutti. Potrebbe infatti preludere a una volontà di attenuare il conflitto che per Mosca, sul piano militare, si è risolto in un disastro.
«Occidente ossessionato da noi»
Il capo del Cremlino si è poi rivolto all’Occidente: «Ha cercato e sta cercando una nuova occasione per indebolire e distruggere la Russia, sono ossessionati dall’esistenza di un Paese così grande che ha riconquistato il suo posto nel mondo» dopo «i tragici anni ‘90», quando nel Paese «la gente moriva di fame». Quello dell’Occidente secondo Putin «è un delirio, un inganno vero e proprio, con doppi e tripli standard. Con tutte queste regole false la Russia non ha intenzione di vivere. Ci vogliono ridurre a una colonia: non ci parlino di democrazia».
Il pericolo nucleare
Riguardo alla possibilità di fare ricorso alla arma nucleare, il presidente russo ha ricordato che «sono stati gli Usa a sganciarla, per due volte, in Giappone».
CorSera
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«Sapete che nelle repubbliche popolari si sono svolti dei referendum e i risultati sono noti: il popolo ha fatto la sua scelta». Così Vladimir Putin al Crelino, nella cerimonia di annessione delle repubbliche di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson dopo i referendum farsa degli ultimi giorni, disconosciuti dalla comunità internazionale.
«Non c’è nulla di più forte che tornare alla propria patria storica alla quale si è stati strappati», ha aggiunto il presidente russo. «Voglio che mi sentano a Kiev, voglio che mi sentano in occidente: queste persone sono nostri cittadini per sempre e difenderemo i nostri territori con tutti i mezzi». Poi Putin ha esortato il presidente Zelensky a cessare gli attacchi e a tornare al tavolo dei negoziati: «Noi siamo pronti. Kiev deve rispettare la legittima volontà popolare, solo questa è la via della pace».
«La Russia non vuole e non le serve un ritorno dell'Urss, al passato non si torna», ha aggiunto Putin, che ha attaccato i leader occidentali. «Dopo il crollo dell’Unione sovietica l’Occidente ha deciso che il mondo deve seguire i suoi diktat. La Russia ha rischiato di cedere ma si è ripresa e ha ripreso il suo posto nel mondo, e continua a cercare di resistere a chi vuole indebolirla. Non cederemo a chi vuole trarre vantaggi e ad essere egemone per motivi del tutto egoistici. Alcuni paesi accettano di diventare vassalli, noi no». «L'Occidente», ha continuato, «ha cercato e sta cercando una nuova occasione per indebolire e distruggere la Russia, sono ossessionati dall'esistenza di un Paese così grande. Vuole farci diventare una colonia. E l’Occidente conta sull’impunità, sul fatto che tutto gli viene permesso. Anche gli accordi internazionali, come lo Start, sono stati fatti saltare con delle scuse. La Russia non ha intenzione di vivere con tutte queste regole false».
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