buonasera miei cari sfilettatori ceceni.
Cronaca e politica estera [Equilibri mondiali] Thread unico.
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Originariamente Scritto da The_Shadow Visualizza MessaggioLa gentili scala bw che rating le diamo?
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L’Occidente si è ristretto
di Marcello Veneziani
Qualunque sia il giudizio sulla guerra in Ucraina e qualunque sarà l’esito della rovinosa crisi che sconvolge il mondo, possiamo già dire una cosa: è profondamente sbagliato continuare a credere che l’Occidente sia il mondo e che i suoi modelli, i suoi canoni, le sue linee siano la guida del pianeta.
I governi euro-atlantici e l’industria dell’informazione prefabbricata – che lavorano da noi a pieno regime come le macchine propagandistiche dei regimi autocratici e dispotici – ci hanno dato in questi mesi una falsa rappresentazione della realtà: Putin isolato, la Russia contro tutti. La realtà, invece, è ben diversa: i quattro quinti del mondo, e anche di più se ci riferiamo al piano demografico, non hanno adottato alcuna sanzione, alcuna condanna nei confronti della Russia di Putin.
Gigantesche democrazie come l’India, potenti Stati totalitari come la Cina, grandi nazioni islamiche come l’Iran, interi continenti come l’Asia e l’Africa, con poche eccezioni, non hanno condiviso il piano di controguerra, minacce e ritorsioni della Nato e dell’Amministrazione Biden degli Stati Uniti. Solo l’Europa s’è accodata, e in alcuni paesi di malavoglia, frenando o cercando di stabilire una doppia linea.
Fino a ieri pensavamo che globalizzazione volesse dire occidentalizzazione del mondo, se non americanizzazione del pianeta: e sicuramente per molti anni questa identificazione ha largamente funzionato, la globalizzazione era l’estensione planetaria di modelli, prodotti, stili di vita, forme politiche ed economiche occidentali. Ma ora si deve onestamente riconoscere che non è più così. E non aveva avuto torto Donald Trump a cambiare direzione di marcia agli Stati Uniti: se globalizzazione oggi vuol dire espansione commerciale e politica della Cina e del sud est asiatico, e non più egemonia americana, meglio mutare registro, giocare in difesa, concentrarsi sul proprio paese e avviare una politica di protezione delle proprie merci per tutelarle dal selvaggio mercato globale e dalla sua crescente inflessione cinese.
L’Occidente si è ristretto, e il ritrovato filo-atlantismo dell’Europa e in particolare dell’Italia, suona davvero anacronistico, come l’accorrere sotto l’ombrello della Nato, come se fosse la Salvezza del Mondo. Che la Nato ci protegga dalle minacce altrui è vero almeno quanto il suo contrario: che con le sue posizioni e pretese egemoniche, ci espone a conflitti e ritorsioni. Lo provano del resto i numerosi conflitti a cui la Nato ha partecipato in questi decenni di “pace”, i numerosi bombardamenti effettuati su popolazioni e paesi ritenuti criminali, la mobilitazione periodica di apparati militari.
Ma usciamo dal frangente della guerra in corso, e usciamo pure dalle considerazioni pratico-commerciali sulla globalizzazione deviata, che ha cambiato egida e direzione di marcia. Affrontiamo il tema sul piano dei principi, degli orientamenti di fondo e delle visioni del mondo: il punto di vista occidentale, il modello culturale e ideologico d’Occidente, i temi dei diritti umani e dei diritti civili, agitati in Occidente, non sono più la chiave del mondo. Della spinta occidentale verso la globalizzazione sono rimasti due grandi strumenti, la Tecnologia e il Mercato, ma non s’identificano più con l’Occidente; sono due mezzi e sono stati trasferiti in contesti sociali e culturali differenti, cinesi, giapponesi, coreani, indiani, asiatici in generale.
Anche i due antefatti della globalizzazione non hanno più una precisa matrice universalistica e imperialistica di tipo occidentale: vale a dire la colonizzazione del mondo, grazie alle imprese militari, e l’evangelizzazione del mondo, grazie alle missioni religiose. Oggi gli apparati bellici più aggressivi non sono patrimonio esclusivo dell’Occidente. E la missione di convertire i popoli e portare il cristianesimo ovunque, si affievolisce, ottiene risultati fortemente minoritari, subisce ritorsioni e persecuzioni in tutto il mondo; per non dire della massiccia offensiva islamica. E altrove patisce l’impermeabilità, la refrattarietà di molte società provenienti da altre culture e tradizioni. Il cristianesimo tramonta in Occidente ma non attecchisce più massicciamente nel resto del mondo.
L’Occidente è la parte e non il tutto, si è come rimpicciolito; l’America non è più culturalmente la guida del pianeta, oltre che il guardiano del mondo e l’Impero del Bene, pur disponendo ancora di apparati culturali, commerciali e militari di tutto riguardo. L’Europa è un vecchio ospizio, dove ci sono le popolazioni più anziane del pianeta (col Giappone e gli Stati Uniti), dove la denatalità è forte, e dove la popolazione complessiva sta riducendosi addirittura alla ventesima parte del pianeta o poco più.
Insomma, abituiamoci a pensare in futuro che l’Occidente non sia il Signore del Mondo, il Faro dell’Umanità, ma solo una delle sue opzioni. E abituiamoci a temere che il mondo rimpiazzi l’egemonia occidentale con l’egemonia cinese, l’importazione di merci, modelli e mentalità dalla Cina e dalla sua inquietante miscela di capitalismo e comunismo, dirigismo e controllo capillare. Auguriamoci invece che il mondo riprenda la sua pluralità di civiltà e di culture, che risalgono almeno a una decina di aree omogenee, di spazi differenziati: la Cina e il sud est asiatico, l’India e il Giappone, l’Africa e il Medio Oriente, l’Australia, la Russia. E l’Occidente sia ormai una categoria forzata e obsoleta, perché è più realistico vederlo distinto tra Stati Uniti (e Canada), Europa e America latina.
Accettare un mondo plurale, multipolare, diviso in quegli spazi vitali di cui scrisse Carl Schmitt e la miglior geopolitica, e di recente Samuel Hungtinton, è il modo migliore di accettare la realtà e rigettare ogni mira egemonica ed espansionistica. Ciò non ci ripara da guerre, soprusi e pretese; ma perlomeno parte dal riconoscere con realismo l’equilibrio delle differenze.
(Il Borghese, giugno)...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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Intervista a Boris Johnson: «No a una cattiva pace per l’Ucraina: l'Occidente non ceda alla fatica della guerra. Putin deve fallire»
Il premier britannico: «Gli ucraini non accetteranno un conflitto congelato nel quale lo zar è in grado di continuare a minacciare ulteriore violenza e aggressione. Bisogna tornare ai confini di prima del 24 febbraio». «All’Europa offriremo sempre sostegno sulla sicurezza». La crisi economica e i costi della Brexit? «Funzioniamo meglio in autonomia, torneremo in testa alla classifica della crescita in due o tre anni. E sarò io a guidare il partito alla vittoria alle prossime elezioni»
«Piacere, Boris!»: si presenta così Johnson, un po’ scarmigliato come sempre, all’appuntamento a Downing Street per l’intervista col Corriere (realizzata assieme al quotidiano spagnolo El Mundo, al francese Le Monde e alla tedesca Suddeutsche Zeitung). Il primo ministro prende posto sotto il grande ritratto di Margaret Thatcher, in quello che fu l’ufficio privato della Lady di Ferro, per un giro d’orizzonte alla vigilia dei vertici del G7 in Germania e della Nato a Madrid. Il focus è ovviamente la guerra in Ucraina e il messaggio di Johnson agli alleati è chiaro: non è questo il momento di fermarsi.
Signor primo ministro, stanno emergendo differenze fra gli alleati occidentali riguardo il conflitto in corso: teme che ci siano Paesi europei che stanno spingendo per una troppo rapida soluzione negoziale?
C’è il rischio di una stanchezza sull’Ucraina, c ’è il rischio che la gente non riesca a vedere che questa è una battaglia vitale per i nostri valori, per il mondo. I costi dell’energia, la spinta dell’inflazione, i prezzi del cibo stanno avendo un impatto sulla fermezza delle persone: ma questo non sta avendo un impatto sulla fermezza del Regno Unito. Crediamo che dobbiamo aiutare gli ucraini a ottenere una capacità di resistenza strategica: devono continuare ad andare avanti. Ma non possiamo essere più ucraini degli ucraini, è la loro crisi, loro devono decidere cosa vogliono fare. Ma è assolutamente chiaro, se vai lì e parli con gli ucraini, con Zelensky, che loro non cederanno territori in cambio della pace, non faranno un cattivo accordo. Non vogliono essere forzati a un negoziato, non acconsentiranno a un conflitto congelato nel quale Putin è in grado di continuare a minacciare ulteriore violenza e aggressione. Il territorio ucraino deve essere restaurato, almeno nei confini prima del 24 febbraio, la sovranità e la sicurezza dell’Ucraina devono essere protette. E dunque sì, c’è una stanchezza, ma è qualcosa che dobbiamo affrontare, dobbiamo continuare a perorare la causa col nostro elettorato e le nostre popolazioni. Ma trovo che l’unità dell’Occidente sia ben più evidente delle divisioni. Il futuro del mondo dipende dal mantenere una forte, robusta posizione sull’Ucraina: ciò che dobbiamo fare è lavorare assieme come europei per evitare quello che credo sarebbe un disastro, ossia una cattiva pace in Ucraina, costringere gli ucraini ad accettare termini che dovrebbero essere un anatema per gli europei.
Lei continua a dire che Putin deve fallire: ma qual è il punto finale di questa guerra?
Quando diciamo che Putin deve fallire non stiamo facendo riferimento a eventi a Mosca o alla politica russa: non è questo il mio obiettivo, dobbiamo essere chiari. Cosa intendo è che dobbiamo tornare almeno allo status quo precedente il 24 febbraio: questo è ciò che intendo per fallimento. Significa che le sue forze siano espulse dalle aree dell’Ucraina che hanno invaso finora.
La domanda è: come succede?
In questo momento, il conflitto può andare nell’uno o nell’altro senso. Penso che sia il caso, nei prossimi mesi, di aiutare gli ucraini a cambiare la dinamica della situazione: e questo è ciò che proporrò ai vertici del G7 e della Nato. Questo non è il momento per mantenere lo status quo, questo è il momento per provare a rovesciare le cose. Fintantoché gli ucraini sono capaci di montare una controffensiva, dovrebbero essere sostenuti, con l’equipaggiamento che ci stanno chiedendo.
Il Papa ha detto che la Russia è stata provocata dalla Nato: lei è d’accordo o il Papa è fallibile?
(Qui Johnson scoppia in una grande risata). Lasciando da parte le vedute di Sua Santità, che metterò rispettosamente in un angolo, penso che sia stato sempre ragionevole per la Nato avere una politica della porta aperta. La Nato è una alleanza pacifica, serve a proteggere, non è un’alleanza aggressiva. Posti come la Polonia o i Baltici hanno lunghe memorie di attacchi da entrambe le direzioni e penso che avessero diritto a cercare solidarietà.
Il presidente francese Macron ha proposto una architettura europea nella quale la Gran Bretagna potrebbe rientrare in un cerchio esterno. Sarebbe d’accordo, magari all’interno di una struttura di difesa e sicurezza?
Il ruolo del Regno Unito è di essere a sostegno dell’Europa e continueremo sempre a farlo, lo abbiamo fatto per più di un secolo: offriremo sempre sostegno per quanto riguarda la sicurezza. Vediamo il nostro ruolo come garanti e sostenitori dell’Europa: possiamo non essere più nell’architettura della cattedrale, nel Duomo, ma siamo un contrafforte volante, un bellissimo stravagante pezzo di architettura, che sostiene dall’esterno. Cosa vogliamo fare è essere a supporto della sicurezza e prosperità europea, lo vediamo come parte integrante della nostra sicurezza e prosperità.
La vostra scelta di riscrivere gli accordi post-Brexit sull’Irlanda del Nord ha creato rabbia e irritazione fra gli alleati europei, col rischio di frantumare anche l’unità sull’Ucraina.
Cosa ho notato finora è quanto le reazioni siano state ovunque moderate. Cosa stiamo cercando di fare è trovare una soluzione burocratica a problemi burocratici: il tono generale della discussione è stato finora molto pragmatico, penso ci sia un modo per andare avanti. Il più alto obbligo legale per il nostro Paese è la pace e la stabilità in Irlanda del Nord: al momento, le due differenti tradizioni in Irlanda del Nord devono essere tenute in equilibrio: cosa chiediamo sono alcuni aggiustamenti burocratici abbastanza ragionevoli.
Parlando di Brexit, può indicare anche un solo vantaggio ottenuto, visto che quest’anno la Gran Bretagna avrà la crescita più bassa fra i Paesi sviluppati?
Una delle ragioni per cui abbiamo avuto la più forte crescita nel G7 l’anno scorso e torneremo alla crescita più veloce è perché abbiamo avuto il più rapido programma di vaccinazione. E questo perché siamo stati in grado di dare la licenza al nostro vaccino senza ricorrere all’Agenzia europea per il farmaco, che avevamo lasciato. Per questo siamo stati più veloci e siamo stati il primo Paese a iniettare alla gente un vaccino approvato: non è qualcosa che non sia stata notata dal pubblico britannico. Siamo anche stati capaci di attrarre investimenti facendo uso dei nostri vantaggi fiscali, abbiamo tagliato l’Iva sui pannelli solari, cosa che non potevamo fare prima, abbiamo tagliato l’Iva sui prodotti sanitari femminili, siamo in grado di allontanarci dalle regole europee sulla protezione dei dati perché abbiamo un approccio molto differente. Siamo stati in grado di allontanarci dalla Politica agricola comune e sostenere i nostri contadini in maniere diverse. Abbiamo concluso circa 70 accordi di libero commercio nel mondo.
Eppure l’inflazione corre verso l’11 per cento annuo.
Beh, abbiamo un problema particolare causato dal nostro mix energetico, ma abbiamo anche un mercato del lavoro colmo: c’è un eccesso di domanda in questa economia. Ma se guardiamo alle previsioni dell’Ocse e del Fondo monetario, torneremo in testa alla classifica di crescita nei prossimi due o tre anni. E se mi chiedete perché, vorrei ricordare che grazie ad alcune delle cose che abbiamo fatto abbiamo attirato più investimenti in tecnologia di Francia, Germania e Israele messi assieme. Mi ricordo di crisi economiche in cui c’erano milioni di disoccupati…
Infatti i giornali scrivono che sembra essere tornati agli anni Settanta…
Ricordo le crisi degli anni Ottanta e Novanta, avevano milioni di persone senza lavoro, adesso abbiamo la disoccupazione giovanile ai livelli più bassi mai registrati: e questo perché abbiamo avuto la robustezza di bilancio per sostenere la gente nel modo in cui abbiamo fatto. Vogliamo avere la relazione più amichevole possibile con i nostri amici europei, ma continueremo a fare le cose in maniera diversa laddove pensiamo sia ragionevole.
Ha suscitato molte critiche la vostra politica di deportare in Ruanda gli immigrati che sbarcano in cerca di rifugio: sta diventando illegale chiedere asilo in Gran Bretagna?
No, niente affatto. Abbiamo vie sicure e legali per chi vuole venire qui. E il Regno Unito accoglie un enorme numero di persone che arrivano in questo Paese perché temono per le loro vite. Abbiamo preso circa 100 mila cinesi di Hong Kong, almeno 15 mila afghani, molte migliaia dalla Siria e abbiamo dato 120 mila visti per gli ucraini. Sotto il mio governo, abbiamo avuto più persone che scappano in questo Paese che in ogni momento dal 2015: e sono orgoglioso di ciò. E continueremo a essere un Paese che accoglie un enorme numero di persone dall’estero. Londra è largamente la città più diversificata d’Europa, il 40 per cento dei londinesi sono nati all’estero: sotto questo aspetto, è come New York e ne sono orgoglioso. E continueremo ad accogliere talenti. Ma ciò che stiamo cercando di fare è mettere fine a un particolare problema, che è il traffico attraverso la Manica di persone vulnerabili in battelli inaffidabili, a rischio della vita. Non credo che questo sia qualcosa che un Paese civilizzato dovrebbe lasciar succedere. Stiamo cercando di spezzare il modello di business dei trafficanti di persone.
Se l’inchiesta parlamentare sul Partygate stabilirà che lei ha sviato il Parlamento, si dimetterà?
Il mio piano è guidare il partito alla vittoria alle prossime elezioni: potete assicurare i vostri lettori di questo. Sono molto fiducioso che vinceremo le prossime elezioni.
CorSera...ma di noi
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Originariamente Scritto da Mario12 Visualizza Messaggiobuonasera miei cari sfilettatori ceceni.
hahahaOriginariamente Scritto da SPANATEMELAparliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentusOriginariamente Scritto da GoodBoy!ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?
grazie.
PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
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Il prigioniero britannico Aiden Aslin «sarà giustiziato» dai russi
Insieme a un connazionale, arruolatosi come lui tra i volontari ucraini, il cittadino britannico Aiden Aslin era stato condannato a morte; ora la sentenza sarà resa effettiva, e i suoi carcerieri hanno detto alla famiglia che «il tempo sta scadendo». Lo ha comunicato la Bbc; la famiglia ha anche dichiarato di non essere al corrente di negoziati o trattative per salvarlo. Aslin era stato catturato insieme al connazionale Shaun Pinner nel Donetsk, e la ministra britannica degli Esteri Liz Truss ha definito il processo lampo a cui è stato sottoposto, da parte di un tribunale militare russo al fronte, «una farsa».
L’avvocata del compagno di sventura Shaun Pinner, Yulia Tserkovnikova, ha dichiarato all’agenzia Tass che ricorreranno contro il verdetto. «Io e i miei colleghi stiamo lavorando al testo dell’appello nell’interesse dei nostri clienti. Se l’appello verrà respinto e la sentenza entrerà in vigore, verrà presentata una richiesta di grazia, un diritto inalienabile dei nostri clienti basato sulle leggi della Repubblica Popolare di Donetsk. Non deve essere violato e loro insistono con forza per usarlo».
CorSera...ma di noi
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Ai mercenari si applica la convenzione di Ginevra che riguarda i prigionieri di guerra? Chiedo lumi al riguardo.
La Russia afferma di no. In teoria il mercenario non appartiene all'esercito regolare del paese avversario: bisogna dunque capire se gli stranieri sono soldati ucraini o appartangono ad un'altra classificazione, che poi sarebbe quella di criminali....ma di noi
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioAi mercenari si applica la convenzione di Ginevra che riguarda i prigionieri di guerra? Chiedo lumi al riguardo.
La Russia afferma di no. In teoria il mercenario non appartiene all'esercito regolare del paese avversario: bisogna dunque capire se gli stranieri sono soldati ucraini o appartangono ad un'altra classificazione, che poi sarebbe quella di criminali.Originariamente Scritto da Pescalei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt
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A integrazione del post di Sean di prima:
Ucraina, britannici condannati a morte preparano appello
Sean Pinner e Aiden Aslin, i due combattenti britannici considerati da Mosca e dai filorussi di Donetsk dei mercenari e condannati a morte insieme al marocchino Saadoun Brahim, stanno preparando l'appello contro la sentenza. Lo ha riferito l'agenzia di stampa russa Tass citando l'avvocato Yulia Tserkovnikova. I tre hanno sostenuto di far parte delle forze armate ucraine e quindi di essere soggetti alla convenzione di Ginevra sui prigionieri di guerra.
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Per scoraggiare eventuali altri. Dall'Italia ne sono partiti in 70, di cui pare 24 morti...nel più completo silenzio politico e mediatico....ma di noi
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è anche una provocazione al governo di B Jhonson, oltre ad una sua sconfitta interna nel caso cittadini britannici vengano condannati a morte sotto i suoi occhi impotenti.
Bisogna poi vedere come si schiera l'opinione pubblica. Ma, se segue di riflesso i media e la politica UK, essendo già contro i russi, tanto vale buttare legna al fuoco
Originariamente Scritto da Sean
mi attacco ai tuoi pantaloni o te lo infilo a forza in gola
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Originariamente Scritto da zuse Visualizza Messaggioè anche una provocazione al governo di B Jhonson, oltre ad una sua sconfitta interna nel caso cittadini britannici vengano condannati a morte sotto i suoi occhi impotenti.
bah....è una provocazione solo se la si vuole prendere come tale.
Questi cittadini sono volontari, mai incoraggiati dal Governo ad andare a combattere, quindi direi che di certo il Governo non risponde della loro sorte.
Infatti oltre a dire "processo farsa" gli UK non hanno fattoOriginariamente Scritto da SPANATEMELAparliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentusOriginariamente Scritto da GoodBoy!ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?
grazie.
PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
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