Originariamente Scritto da Sean
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Cronaca e politica estera [Equilibri mondiali] Thread unico.
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioL'Ucraina precipita nella povertà: "A giugno non pagheremo le pensioni in cinque regioni"
Piccole e medie imprese chiuse, difficoltà nell'agricoltura, stipendi privati tagliati del 25-50 per cento. La guerra al quarto mese si trasforma in carestia e colpisce anche gli ex benestanti. Malattie al Sud-Est. Il direttore della Caritas nazionale: "Non riusciamo ad arrivare nei villaggi periferici"
https://www.repubblica.it/esteri/202...79517-P8-S1-T1
Inviato dal mio SM-G970F utilizzando TapatalkOriginariamente Scritto da Pescalei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt
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Originariamente Scritto da Virulogo.88 Visualizza MessaggioCreperanno di fame, ma perlomeno avranno i lanciamissili made in USA.
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Originariamente Scritto da SeanTu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
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Originariamente Scritto da Virulogo.88 Visualizza MessaggioOrmai è peggio di sparare alla croce rossa, chi vuoi che commenti?
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Inviato dal mio SM-G998B utilizzando TapatalkOriginariamente Scritto da SeanTu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
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Originariamente Scritto da marcu9 Visualizza Messaggio
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Pane o cannoni, il dilemma morale dell’Occidente
Biden promette un altro miliardo per l’artiglieria ucraina. Il Pam non trova 400 milioni per sfamare il Sud Sudan
di Domenico Quirico
Ho accostato due numeri lo ammetto quasi inconsapevolmente nel deserto di questo secolo nero. Numeri di soldi. Da una parte la cifra che il presidente Biden ha annunciato per finanziare un nuovo massiccio invio di armi all’Ucraina per fermare la “ubris” prometeica dei russi: un miliardo di dollari. Dall’altra quella che il Pam, il programma mondiale per l’alimentazione, affannosamente invoca, senza esito, per impedire il disastro umanitario in una delle tante piaghe del mondo che si contorce per la fame, il Sud Sudan: quattrocento milioni di dollari.
Lo so. Insorgono gli sdegnati: è un accostamento archeologicamente terzomondista, non si può lasciar via libera a Putin perché da qualche altra parte, come sempre, c’è qualcuno che soffre. Si dimentica che da tre mesi la guerra dorme con un occhio sempre aperto in Europa? Basta con queste litanie di magrezze, di ossa sporgenti, di contorcimenti da agonia. In fondo quelli che hanno cicatrici più numerose resistono meglio...
Invece lo propongo, anzi: lo impongo, l’accostamento. Gli ucraini trovano ascolto, hanno alleati che portano loro sostegno, che già promettono una perfetta ricostruzione. I soldi per loro appaiono in pochi minuti: vogliamo mille cannoni, mille cannoni! Altrimenti non vinciamo nel Donbass, non fermiamo la lugubre litania delle carneficine offerte a maggior gloria di Putin. Eccoli! A pronta cassa! Esulta la Casa Bianca. L’assegno è pronto, le fabbriche americane di armi lavorano giorno e notte, si lucida si monta si assembla si spedisce. Perché gli obici che finiranno nelle trincee ucraine devono essere rimpiazzati, o meglio ancora, sostituiti da ordigni più potenti, negli arsenali americani. Il denaro circola, l’economia si rimbocca militarmente le maniche, è il welfare internazionale del cannone come ai bei tempi prussiani.
Ma io sono obbligato alla autopsia di tutte le vittime, a occuparmi degli altri, dei sudanesi per esempio, che non appaiono ogni sera al telegiornale e non spronano e rimproverano in diretta streaming i parlamenti dei ricchi nei loro confronti avari come Arpagone. Mi obbliga la loro goffaggine di popolazioni mal integrate nei tempi moderni, la loro incapacità di capire perché il sacco di farina non arrivi più e che non hanno alcun mezzo di far intendere la loro miseria e il loro smarrimento. Forse che per loro, come per gli ucraini aggrediti e torturati, non valgono i diritti a sopravvivere, quelle leggi opera immortale degli dei come Antigone ricordava a Creonte? Il miliardo in cannoni non è una bestemmia? Già: pane o cannoni. Non è l’imperativo categorico dei tiranni?Conosco questi luoghi e questa gente. La rassegnazione e il silenzio con cui sopportano la piaghe perpetue del loro martirio, esausti di siccità e inondazioni, scontri etnici, rincari del prezzo dei cereali coinvolti come armi nella remota guerra europea, come se una colpa nascosta, immensa e terribile li condannasse a un perpetuo vagabondaggio penitenziale. Quei quattrocento milioni che non si trovano perché i donatori in questo momento sono impegnati ad armarsi freneticamente, a cementificare la propria sicurezza ammassandosi in due campi irrequieti, perché, è certo, saranno loro il prossimo bersaglio di Putin, quei quattrocento milioni offrivano loro la consolazione ancora una volta rinnovata alla sventura collettiva, costituivano una speranza recondita, un pegno di eternità nella misericordia tra i popoli che riscatta.
Invece se un altro guaio ci investe direttamente e ha a che fare con i conti della nostra geopolitica che devono essere sempre lo specchio di un predominio senza pari e senza appello, be’! Le maglie della solidarietà si restringono un po’, le urgenze invocate dai soliti samaritani si fanno più malleabili, più spugnose. Invece il Pam annuncia che c’è il rischio concreto di dover sospendere gli aiuti alimentari proprio durante la stagione secca a più metà della popolazione che è già nella condizione di grave insicurezza alimentare. E fa un altro numero, quello dei duecentomila bambini che non riceveranno i pasti quotidiani a scuola.
Forse bisognerebbe raccontare ai reticenti donatori che cosa significa avere fame, lo spossante languire nella carestia. I bambini sono i più fragili perché hanno meno riserve di grasso a cui il corpo attinge per sopravvivere. Il corpo cerca di difendersi interrompendo le funzioni più intense come la digestione. Come il cuore i polmoni e gli altri organi alla fine anche il cervello viene assalito. Si dice che quello dei bambini sia più plastico perché in formazione e quindi dotato di maggiori capacità di riprendersi se l’alimentazione torna normale. Ma altri, meno ottimisti, lo negano: dicono che il cervello dei bambini è più soggetto a danni permanenti.
Per tutte queste figure remote che gettano verso si noi sguardi di delusione che domani potrebbero diventare sguardi di odio non c’è nulla in cassaforte. I forzieri si spalancano invece per i costosi obici da 155 millimetri, i semoventi in grado di cancellare trincee e città come una colata di inchiostro scuro, i lanciarazzi che polverizzano con edonistica e multipla efficacia.
Mille cannoni! È un cifra che mette i brividi. Eppure niente di meno è necessario per almeno pareggiare l’artiglieria russa secondo i militari ucraini che giorno dopo giorni stanno trasformando questa necessità strategica in una ossessione dell’Occidente. Ma forse non basteranno neppure i mille.
Gli inglesi promettono di più: di sfornare legioni di ucraini addestrati per la guerra più sofisticata, una catena di montaggio di guerrieri implacabili. Uno dei maggiori esportatori di armi del mondo, l’Ucraina, sta diventando un gigantesco arsenale, una esposizione permanente della efficacia delle armi occidentali più recenti. Si osserva quanto accade nelle pianure del Dnipro come se fosse un poligono con bersagli viventi in cui si provano i nuovi acquisti. È la Disneyland del guerrafondaio, in cui Putin sguazza. Appassisce la seduzione del drone, incanta il cannone a lunga gittata. Perfino i baltici lillipuziani si sono fatti tentare: hanno comprato sei super cannoni francesi. Nel grande remake dell’artiglieria c’è posto per tutti.
La StampaLast edited by Sean; 19-06-2022, 09:42:07....ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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Nel mentre l'occidente soffoca entro le sue contraddizioni, la prima della quale è condurre una guerra per interposta nazione, una carta da stracci condannata a perire per inseguire i dettami anglo-americani, in Italia la politica si spacca: circola una bozza dei 5S dove si chiede al governo di interrompere la fornitura di armi all'Ucraina perchè "non favorisce la via diplomatica".
Di Maio si è subito smarcato affermando che "disallinearsi dalla Nato metterebbe a rischio la sicurezza nazionale" e i 5S stanno pensando in queste ore di espellerlo dal movimento, con la tenuta del governo che entra in fibrillazione.
Più che gli esiti politici nostrani, assolutamente periferici circa i destini della crisi ucraina, è interessante l'affermazione di Di Maio: per lui se non mandiamo armi all'Ucraina mettiamo a rischio la sicurezza nazionale...Ohibò, che paroloni.
La Turchia è membro Nato è ha deciso di non applicare nessuna sazione alla Russia; l'Ungheria è membro Nato e ha deciso di non inviare all'Ucraina nemmeno un pennarello: hanno forse messo a rischio la loro sicurezza nazionale?
La Nato in che modo può determinare le decisioni politiche dei singoli stati membri? E' una alleanza militare e non è in stato di guerra contro la Russia, dato che l'Ucraina non fa parte della Nato.
Di Maio in verità svela tutto il servilismo su cui è appiattita la nostra politica estera, agitando i fantasmi della "sicurezza nazionale". L'unica sicurezza nazionale a rischio è dovuta all'aver fatto una cieca e insana scelta di campo, con ricadute pesantissime per la nostra economia, per la stessa tenuta del sistema sociale, industriale, produttivo del Paese.
Un Paese fragile, che dipende dalle risorse altrui, già provato dalla pandemia, già con una crisi di sistema annosa e che si è infilato in una avventura tragica e senza soluzione, un vicolo cieco che mette a serissimo rischio il nostro futuro.
Sono i Di Maio i rischi ed i pericoli alla sicurezza nazionale. E' la classe politica. E' la fragilità italiana. E' le balle che si e ci raccontano....ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioNel mentre l'occidente soffoca entro le sue contraddizioni, la prima della quale è condurre una guerra per interposta nazione, una carta da stracci condannata a perire per inseguire i dettami anglo-americani, in Italia la politica si spacca: circola una bozza dei 5S dove si chiede al governo di interrompere la fornitura di armi all'Ucraina perchè "non favorisce la via diplomatica".
Di Maio si è subito smarcato affermando che "disallinearsi dalla Nato metterebbe a rischio la sicurezza nazionale" e i 5S stanno pensando in queste ore di espellerlo dal movimento, con la tenuta del governo che entra in fibrillazione.
Più che gli esiti politici nostrani, assolutamente periferici circa i destini della crisi ucraina, è interessante l'affermazione di Di Maio: per lui se non mandiamo armi all'Ucraina mettiamo a rischio la sicurezza nazionale...Ohibò, che paroloni.
La Turchia è membro Nato è ha deciso di non applicare nessuna sazione alla Russia; l'Ungheria è membro Nato e ha deciso di non inviare all'Ucraina nemmeno un pennarello: hanno forse messo a rischio la loro sicurezza nazionale?
La Nato in che modo può determinare le decisioni politiche dei singoli stati membri? E' una alleanza militare e non è in stato di guerra contro la Russia, dato che l'Ucraina non fa parte della Nato.
Di Maio in verità svela tutto il servilismo su cui è appiattita la nostra politica estera, agitando i fantasmi della "sicurezza nazionale". L'unica sicurezza nazionale a rischio è dovuta all'aver fatto una cieca e insana scelta di campo, con ricadute pesantissime per la nostra economia, per la stessa tenuta del sistema sociale, industriale, produttivo del Paese.
Un Paese fragile, che dipende dalle risorse altrui, già provato dalla pandemia, già con una crisi di sistema annosa e che si è infilato in una avventura tragica e senza soluzione, un vicolo cieco che mette a serissimo rischio il nostro futuro.
Sono i Di Maio i rischi ed i pericoli alla sicurezza nazionale. E' la classe politica. E' la fragilità italiana. E' le balle che si e ci raccontano.
sarebbe anche ora....Originariamente Scritto da Marco pli 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.Originariamente Scritto da master wallaceIO? Mai masturbato.Originariamente Scritto da master wallaceIo sono drogato..
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Se da un lato si inviano armi per difendere delle posizioni, portando avanti allo stesso tempo un serio tentativo diplomatico, è comprensibile.
Se dall'altro si alimenta l'aspettativa di recuperare tutti i territori e piantare la bandiera ucraina a mosca, si sta giocando con la pelle altrui, e indirettamente con il nostro futuro, visto che più la guerra si protrae e più ne paghiamo anche noi le conseguenze.
L'ucraina deve accettare di dover rinunciare ad alcuni territori. In caso contrario, la russia non si fermerà e, oltre a consolidare la sua presenza sul donbass e sul sud del paese, potrebbe avanzare ulteriormente.
Non giriamoci attorno: ok che per la russia è una guerra esistenziale, ma i danni li sta facendo anche su di lei. Inutile baloccarsi con la propaganda secondo cui le sanzioni non fanno nulla. Fosse così, non sarebbe la prima cosa che putin chiede di ritirare per arrivare a un tavolo. Fosse così, e se anzi avessero risultati indirettamente benefici, la risposta dovrebbe essere "tanto peggio, tanto peggio".
Ergo, prima la si finisce, meglio è per tutti. E' ovvio che non possiamo imporre all'ucraina decisioni sui suoi confini, ma qui stiamo dando da mesi contributi miliardari per la sua causa con la motivazione del "bastione geopolitico".
Ok, la pelle è la loro, e stanno pagando un prezzo altissimo, ma se non comprendono che un accordo dovrà passare attraverso la perdita di sovranità su alcuni territori, la russia tra 10, 15 anni sarà ancora lì, e sempre più avanti.
L'ucraina sarà un deserto dei tartari e noi sicuramente non faremo passi avanti. Magari cinicamente avremo più matrimoni misti con piacenti donzelle ucraine, ma non pare la modalità più saggia di soluzione del problema.
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‘In public there are only jingoistic voices’ How Russia’s war against Ukraine continues to divide Putin’s elites
https://meduza.io/en/feature/2022/06...goistic-voices
Nearly four months into Moscow’s all-out war against Ukraine, Russian troops are making relative gains in the Donbas. By all appearances, however, the Kremlin has failed to realize the invasion’s original goals. And peace talks with Kyiv have ground to a halt. Meanwhile, back in Moscow, Russian elites have splintered into three camps — a “peace party,” a “war party,” and a “silent party” that somehow includes heavyweights like Moscow’s mayor and the prime minister. Meduza’s special correspondent Andrey Pertsev reports.
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