Cronaca e politica estera [Equilibri mondiali] Thread unico.

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    Originariamente Scritto da Lorenzo993 Visualizza Messaggio
    Io direi inflazione più paraculaggine di chi visto il contesto alza a prescindere i prezzi
    Vedasi stabilimenti balneari con un 20-30% in più di rincari
    Li i rialzi sono l'aggregato di inflazione e paraculaggine per rifarsi degli anni scorsi
    Secondo me

    La domanda bene o male chi andava anno scorso andrà quest 'anno, e anzi dall' estero verrà meno turismo(dalla Russia sicuramente)
    Come nel passaggio all'euro, dici: qualcuno ha colto la palla al balzo e ne ha approfittato per "arrotondare".

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    • fede79
      Bass Player
      • Oct 2002
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      • Roma
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      Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
      Gas e petrolio, le entrate record della Russia di Putin

      Il gettito da materie prime è salito del 90% nei primi 4 mesi dell’anno. La deputata ucraina Klymenko: «L’Europa paga per la nostra morte»


      Una finestra sull’economia russa dopo cento giorni di guerra la offre, sorprendentemente, un documento del 1944: la deposizione dell’ex governatore della Banca d’Italia Vincenzo Azzolini al processo di epurazione a suo carico nella Roma liberata dal nazifascismo. Azzolini, en passant , rivela una pratica dell’Italia mussoliniana che la Russia di Vladimir Putin ha tutti i motivi (e i mezzi) per replicare. Il ministero degli Scambi e Valute — dice il banchiere del duce — aveva costituito fondi neri in dollari «nonostante il divieto che faceva l’America di far utilizzare questi biglietti dai Paesi ostili».

      È esattamente la domanda che si pone oggi per la Russia, visto che l’Europa e gli Stati Uniti le vietano di toccare gli euro e i dollari che riceve per l’energia venduta in Occidente a caro prezzo. Quali strade prende il tesoro di Mosca? Le banche russe libere dalle sanzioni in gran parte non applicano gli standard di contabilità internazionali (Ifrs), dunque sarebbero in grado di gestire fondi neri in valuta estera. E Catherine Belton ne «Gli uomini di Putin» (La Nave di Teseo) documenta come questa pratica sia corrente nella Russia di Putin.

      In mancanza di prove però non restano che i dati dei conti pubblici, in sé ricchi di sorprese. Il ministero delle Finanze di Mosca rende nota fin qui l’esecuzione del bilancio nei primi quattro mesi dell’anno, inclusi i primi due mesi di guerra e di sanzioni. Non sembrano affatto i numeri di un’economia che, secondo il Fondo monetario internazionale, nel 2022 si ridurrà di quasi un decimo. Solo nei primi quattro mesi dell’anno le entrate del bilancio russo aumentano del 34% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, dell’equivalente di 43,8 miliardi di euro (il 3,3% del prodotto lordo del Paese). Se si riportasse il fenomeno alla taglia dell’economia italiana, è come se già in primavera il governo di Roma si trovasse con quello che da noi viene chiamato un «tesoretto» da 60 miliardi.


      La chiave è alla riga 12 del foglio excel presente sul sito del ministero delle Finanze di Mosca, relativo alle «informazioni operative sul volume delle entrate»: quella sul gettito da petrolio e gas (in gran parte, tasse sull’estrazione e prelievi sull’export). Nei primi quattro mesi del 2022 questa voce cresce del 90% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, con un balzo sul 2021 equivalente a 27 miliardi di euro. Se Mosca riuscisse a mantenere lo stesso ritmo durante tutto il bilancio in corso — ipotesi non irrealistica, dato l’impatto ritardato delle sanzioni europee sul petrolio — le entrate in più basterebbero a finanziare quasi tutta la spesa militare e dell’apparato repressivo da circa 100 miliardi di euro per il 2023. Anche nel caso di un embargo totale di tutti i Paesi del mondo sull’energia russa dal gennaio prossimo. Grazie al gas e al petrolio rincarati a causa della sua stessa guerra, in altri termini, Putin oggi ha molti mezzi in più. «L’Europa sta pagando per la nostra morte», commenta la deputata ucraina Yulia Klymenko.

      In realtà per ora sembra buona anche l’esecuzione delle entrate pubbliche slegate dall’energia, che pesano per circa metà del bilancio. Anche quelle ad aprile sono in crescita annua, del 5,4%. È plausibile che nella seconda parte dell’anno arrivi una frenata, ma già ora questo tesoro equivalente a molte decine di miliardi di euro offre a Putin nuove carte da giocare. In primo luogo diventa facilmente sostenibile una spesa militare che, fra esercito e apparati di sicurezza, solo nel 2022 è cresciuta del 12,7% e impegna 27 euro ogni cento spesi dal governo. Ma il tesoretto di Putin dà anche altri dividendi, inclusi quelli per mantenere il consenso sociale: in primavera il dittatore ha potuto far approvare un bonus una tantum equivalente a sette miliardi di euro per famiglie con figli fra gli otto e i 16 anni e un adeguamento delle pensioni all’inflazione da 25 miliardi di euro per quest’anno e il 2023.

      Anche iniziare a pagare sussidi e pensioni nei territori ucraini occupati, come a Kherson, sta diventando agevole. Ma le entrate da energia offerte dall’Europa danno anche un’altra opzione, secondo l’ex funzionaria della Banca di Russia e attuale collaboratrice del Carnegie Endowment for International Peace Alexandra Prokopenko: fa sì che sia Mosca la prima a muovere, tagliando il gas e il petrolio ai Paesi europei per ritorsione dopo le sanzioni già approvate a Bruxelles. Prokopenko stima che le risorse di bilancio già accumulate permetterebbero a Putin di resistere. «La probabilità che sia Mosca a fare la prima mossa sta aumentando», sostiene l’analista.

      CorSera-Federico Fubini
      Quindi anche oggi il default lo vediamo domani.

      Gli USA che bacchettano l’Ucraina sostenendo che conoscono i piani russi, ma non quelli di Zelensky e co.

      Biden che ammonisce Zelensky dicendo che l’aveva avvertito delle mosse russe, con il premier ucraino, indispettito, rinfaccia i pochi armamenti ricevuti da inizio guerra, anzi continua a chiedere armi nonostante stia perdendo continuamente terreni.

      Armi che con le perdite di soldati a nastro, darà ai vecchi di 90 anni o ai bambini sotto i 18 anni.

      Insomma vediamo e speriamo che le varie malattie appioppate a Putin (l’ultima la vulvodinia) faccia velocemente il suo corso.
      sigpic
      Free at last, they took your life
      They could not take your PRIDE

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      • Lorenzo993
        Banned
        • May 2012
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        Originariamente Scritto da The_Shadow Visualizza Messaggio
        Come nel passaggio all'euro, dici: qualcuno ha colto la palla al balzo e ne ha approfittato per "arrotondare".
        Lo farei anche io con un'attività
        Costi in rialzo, possibilità di agire sul prezzo, contesto dove le persone cominciano ad abituarsi all'inflazione..
        Potendo agire sui prezzi e avendo costi del +10% aumenterei I prezzi finali anche del 15% andando a guadagnarci

        Fino a pochi anni fa con prezzi stabili l'unico effetto era perdere il cliente, ora magari il cliente reggerà per un altro po'..
        Fino a quando cominceranno a contrarsi i consumi, a quel punto lo prenderanno tutti al culo

        Tutto imho

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        • zuse
          Macumbico divinatore
          • Oct 2010
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          • White House
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          In sta guerra c'è gente che si sta arricchendo da matti...inoltre sentiremo parlare dei miliardi in armi per anni a venire.. perché che passino sotto ucraini o russi , vi ricordo fanno schifo entrambi a livello di criminalità e corruzione.

          Provate a immaginare una guerra in Campania e Sicilia con miliardi di aiuti a fondo perduto , armamenti e varie affluire in quelle regioni.

          Auguri




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          • The_machine
            Bodyweb Senior
            • Nov 2004
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            Originariamente Scritto da Ponno Visualizza Messaggio
            No no no ferma tutto, che qua si fa veloce a dimenticare.
            Te eri del partito, con Lukino e Barone per cui la Russia sarebbe stata annientata dalle sanzioni.

            Invece era una minchiata perche alla fine hanno poco da perdere, noi invece lo prendiamo lì dietro. Basta che aprì il tuo portfolio per vedere le performance, e basta vedere che tutti prezzi di tutto sono schizzati.

            Però per Zelensky e il Donbass questo ed altro. Speriamo di riuscire almeno a rimorchiare una Ucraina a testa per rendere il tutto worth

            Inviato dal mio Mi 9T Pro utilizzando Tapatalk
            Originariamente Scritto da zuse Visualizza Messaggio
            Bisogna vedere a quali previsioni ti riferisci. Sul piano di quelle su bw, hai chiaramente steccato. Le opinioni da salotto e pareri politici, invece, non contano nulla. Possono prenderci o meno.anzi , sicuro qualcuno ci prende.

            Le uniche previsioni che contano sono quelle su cui si sono fondate le nostre azioni come governo, Europa, occidente.

            Però quando sento che la von der leyen sostiene l'ucraina e sempre più vicina e ad un passo dalla Unione Europea, quando prima della guerra era anni luce, ed ora ha 9/10 abitanti rischio povertà assoluta, milioni di sfollati, 20% dei territori (i più ricchi) occupati...
            Allora forse sbaglio io a credere si muovano secondo piani d azione, più o meno giusti che siano.Forse sono solo ritardati
            Se vi riferite a ciò che diciamo qua dentro sinceramente pensavo che le sanzioni avrebbero avuto effetti molto più importanti sulla Russia, questo nel primo mese, dopo ho capito che stava succedendo qualcosa di diverso e l'ho scritto più volte. Allo stesso tempo però avevo letto (sempre qua dentro) previsioni altrettanto devastanti per l'Italia, per non per non parlare poi del successo eclatante di Putin dopo un giorno di guerra che si sarebbe preso Kiev e tutta l'Ucraina mentre stanno ancora invischiati in una guerra di attrito per il Dombass dopo 4 mesi.

            Ponno qui vediamo l'inflazione al 6.9 anno su anno, in Russia stanno vicini al 20%.

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            • Sean
              Csar
              • Sep 2007
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              • In piedi tra le rovine
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              Mosca ha fatto saltare in aria il ponte che garantiva l’uscita da Severodonetsk
              L’esercito russo ha distrutto il ponte che collegava la città di Severodonetsk — teatro, in questi giorni, di combattimenti feroci, strada per strada — con quella «gemella» di Lysychansk, posta sull’altra riva del fiume Siverskyi.

              Di fatto, in questo modo è stata tagliata una delle due vie d’uscita dalla città.

              Secondo diverse fonti citate nei giorni scorsi dai media occidentali, molti tra i militari in azione Severodonetsk avevano chiesto ai comandi centrali di abbandonare la città per spostarsi a Lysychansk, posta su una collina, per colpire da lì le postazioni russe: ma il presidente ucraino Zelensky ha sempre definito «decisiva» la battaglia per Severodonetsk, tra le più sanguinose del conflitto.

              Secondo il governatore della regione, Gaidai, solo un terzo di Severodonetsk è ora in mano agli ucraini. Centinaia di militari e di civili di Kiev stanno resistendo all’interno dell’impianto chimico Azot - in una situazione che ricorda quella vissuta, a Mariupol, all’Azovstal.


              Le truppe russe hanno respinto forze ucraine dal centro di Severodonetsk
              Le truppe russe hanno respinto le forze armate ucraine dal centro di Severodonetsk, nella regione di Luhansk. Lo ha dichiarato questa mattina lo Stato maggiore delle forze armate ucraine sulla propria pagina Facebook.

              L’esercito russo, con il supporto dell’artiglieria, ha effettuato «operazioni d’assalto» a Severodonetsk, con un «successo parziale», mentre «i combattimenti continuano». Secondo lo Stato maggiore, in direzione di Donetsk le truppe russe si stanno concentrando su operazioni offensive per circondare le forze ucraine nelle aree di Severodonetsk e Lysychansk, bloccando le linee logistiche dal villaggio di Bakhmut.
              «In direzione di Bakhmut, i nostri soldati hanno respinto con successo le operazioni di assalto nelle direzioni di Viktorivka - Vrubivka e Komyshuvakha - Vrubivka», si legge inoltre nel rapporto.


              Lega Araba: non cediamo alle pressioni occidentali sulla questione russa
              «I paesi arabi subiscono forti pressioni da parte dell’Occidente affinché prendano posizione sulla crisi in Ucraina e condannino le azioni militari della Russia, ma non cedono a questi dettami»: lo afferma il segretario generale della Lega araba Ahmed Aboul Gheit, in un’intervista alla tv di Stato egiziana ripresa dall’agenzia russa Tass. «La situazione internazionale oggi è molto delicata - afferma Gheit -, così come la situazione nella regione. Il mondo occidentale sta esercitando una pressione palese sugli stati arabi affinché partecipino all’isolamento della Russia. Noi arabi abbiamo un’azione collettiva nel contesto della crisi russo-ucraina».

              CorSera
              ...ma di noi
              sopra una sola teca di cristallo
              popoli studiosi scriveranno
              forse, tra mille inverni
              «nessun vincolo univa questi morti
              nella necropoli deserta»

              C. Campo - Moriremo Lontani


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              • Virulogo.88
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                Ennesima figura barbina del "mondo occidentale"
                Originariamente Scritto da Pesca
                lei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt

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                • Nemesis84
                  Ice and Cold
                  • Jun 2013
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                  Originariamente Scritto da Virulogo.88 Visualizza Messaggio
                  Ennesima figura barbina del "mondo occidentale"
                  semplicemente per loro è una guerra lontana, non loro e che gli tiene alto il prezzo degli energetici...
                  "It' better stand tall when they're calling you out, don't bend, don't break, don't back down"

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                  • Barone Bizzio
                    Bodyweb Senior
                    • Dec 2008
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                    Figura barbina? Ma tu vivi in un mondo tutto tuo
                    La Russia è regredita di un decennio e ora si deve gestire una situazione simile all'Afghanistan - se riuscirà a controllare il Donbas - con la differenza che i talebani non ricevevano aiuti militari dalle maggiori potenze mondiali

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                    • Sean
                      Csar
                      • Sep 2007
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                      • In piedi tra le rovine
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                      Filorussi: «Combattenti Severodonetsk scelgano, resa o morte»
                      «Le unità militari ucraine che sono a Severodonetsk devo restarvi. Hanno due opzioni: seguire l’esempio dei loro colleghi e arrendersi, oppure morire. Non hanno altra opzione». Lo ha dichiarato il vice capo delle forze militari dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk, Eduard Basurin, secondo Ria Novosti.
                      Il governatore della regione di Luhansk, Sergey Gaidai, ha affermato che le forze russe controllano il 70% di Severodonetsk e hanno intensificato i bombardamenti su Lischiansk, ma non c’è minaccia che circondino le truppe di Kiev. Le evacuazioni e il trasporto di beni è impossibile a causa dei bombardamenti, ha detto, mentre centinaia di persone restano nella fabbrica di Azot.

                      Cina e India aumentano le importazioni di petrolio russo
                      L'India e altre nazioni asiatiche, tra cui la Cina, stanno diventando una fonte sempre più vitale per il mercato petrolifero russo nonostante le forti pressioni degli Stati Uniti affinché non aumentino i loro acquisti, visto il taglio alle importazioni nel settore energetico messo in campo da Unione Europea e altri alleati a seguito della guerra in Ucraina. In questo senso le vendite contribuiscono ad aumentare i ricavi delle esportazioni russe in un momento in cui Washington e gli alleati stanno cercando di limitare i flussi finanziari a sostegno dello sforzo bellico di Mosca. Secondo la società di dati sulle materie prime Kpler, l'India, paese affamato di petrolio con 1,4 miliardi di abitanti, ha consumato quasi 60 milioni di barili di petrolio russo nel 2022, rispetto ai 12 milioni di barili in tutto il 2021. Anche le spedizioni verso altri paesi asiatici, come la Cina, sono aumentate negli ultimi mesi, ma in misura minore.

                      CorSera-La Stampa
                      ...ma di noi
                      sopra una sola teca di cristallo
                      popoli studiosi scriveranno
                      forse, tra mille inverni
                      «nessun vincolo univa questi morti
                      nella necropoli deserta»

                      C. Campo - Moriremo Lontani


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                      • Virulogo.88
                        Bodyweb Advanced
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                        Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                        Filorussi: «Combattenti Severodonetsk scelgano, resa o morte»
                        «Le unità militari ucraine che sono a Severodonetsk devo restarvi. Hanno due opzioni: seguire l’esempio dei loro colleghi e arrendersi, oppure morire. Non hanno altra opzione». Lo ha dichiarato il vice capo delle forze militari dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk, Eduard Basurin, secondo Ria Novosti.
                        Il governatore della regione di Luhansk, Sergey Gaidai, ha affermato che le forze russe controllano il 70% di Severodonetsk e hanno intensificato i bombardamenti su Lischiansk, ma non c’è minaccia che circondino le truppe di Kiev. Le evacuazioni e il trasporto di beni è impossibile a causa dei bombardamenti, ha detto, mentre centinaia di persone restano nella fabbrica di Azot.

                        Cina e India aumentano le importazioni di petrolio russo
                        L'India e altre nazioni asiatiche, tra cui la Cina, stanno diventando una fonte sempre più vitale per il mercato petrolifero russo nonostante le forti pressioni degli Stati Uniti affinché non aumentino i loro acquisti, visto il taglio alle importazioni nel settore energetico messo in campo da Unione Europea e altri alleati a seguito della guerra in Ucraina. In questo senso le vendite contribuiscono ad aumentare i ricavi delle esportazioni russe in un momento in cui Washington e gli alleati stanno cercando di limitare i flussi finanziari a sostegno dello sforzo bellico di Mosca. Secondo la società di dati sulle materie prime Kpler, l'India, paese affamato di petrolio con 1,4 miliardi di abitanti, ha consumato quasi 60 milioni di barili di petrolio russo nel 2022, rispetto ai 12 milioni di barili in tutto il 2021. Anche le spedizioni verso altri paesi asiatici, come la Cina, sono aumentate negli ultimi mesi, ma in misura minore.

                        CorSera-La Stampa
                        Da loro Greta non va a rompere i cojoni per il " cambiamento climatico " eh
                        Originariamente Scritto da Pesca
                        lei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt

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                        • Sean
                          Csar
                          • Sep 2007
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                          Originariamente Scritto da Barone Bizzio Visualizza Messaggio
                          Figura barbina? Ma tu vivi in un mondo tutto tuo
                          La Russia è regredita di un decennio e ora si deve gestire una situazione simile all'Afghanistan - se riuscirà a controllare il Donbas - con la differenza che i talebani non ricevevano aiuti militari dalle maggiori potenze mondiali
                          Barone, le posizioni andrebbero sfumate in senso attendista e prudenziale. Ci sono tanti punti di lettura in questo quadro così ampio e composito.

                          Circa il Donbass ci si dimentica che lì ci sono i filorussi, dunque non tutto il territorio è ostile, anzi ci sono ucraini che stanno combattendo (con la Russia) contro altri ucraini, in una vera e propria guerra civile...perchè questa è anche una guerra civile.

                          Ne parlavo tempo fa: se l'intenzione della Russia è quella di una annessione di fatto di quelle regioni, sarà lo Stato russo ad esercitare le funzioni di sicurezza e controllo: non è una occupazione militare in territorio ostile ma una annessione alla madrepatria di regioni (e popolazioni) che la Russia ritiene russe e dove una parte degli abitanti si sente russa.

                          Le armi occidentali...arrivano col contagocce adesso, chi assicura che tra qualche tempo, tra qualche anno, si continuerà a mandarle? Questa guerra ha costi per tutti, per la Russia, per l'Ucraina ma anche per l'occidente...e le armi costano, in specie se poi dovrai foraggiare una causa persa.

                          Intanto è stato smentito uno degli assunti della propaganda occidentale, cioè la "Russia isolata" perchè "noi, il mondo" abbiamo applicato le sanzioni...sì isolata rispetto all'occidente, perchè il mondo reale (continente asiatico, regioni arabe, paesi sudamericani) con la Russia sta continuando a fare affari...mentre l'Europa, questo vaso di coccio e di cristallo, finanzia con una mano e mezza la guerra russa grazie al gas...e con spicci che restano la resistenza ucraina, perchè "il mondo" gira così.
                          Last edited by Sean; 13-06-2022, 12:04:09.
                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

                          C. Campo - Moriremo Lontani


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                          • M K K
                            finte ferie user
                            • Dec 2005
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                            Oppure perché non esiste nessuna Europa politica ma solo burocrati che si giustificano l esstenza e lo stipendio con fantastiche direttive sulle etichette dei succhi di frutta e i caricabatterie , tanto c'è la nato o meglio gli usa che ci pensa
                            Ogni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.
                            Originariamente Scritto da Bob Terwilliger
                            Di solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.

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                            • KURTANGLE
                              Inculamelo: l'ottavo nano...quello gay
                              • Jun 2005
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                              • Borgo D'io
                              • Send PM

                              Originariamente Scritto da Virulogo.88 Visualizza Messaggio
                              Da loro Greta non va a rompere i cojoni per il " cambiamento climatico " eh


                              la fanno aglio e olio
                              Originariamente Scritto da SPANATEMELA
                              parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
                              Originariamente Scritto da GoodBoy!
                              ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


                              grazie.




                              PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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                              • Sean
                                Csar
                                • Sep 2007
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                                • In piedi tra le rovine
                                • Send PM

                                Energia e materie prime: stiamo passando dalla dipendenza dalla Russia a quella verso la Cina?

                                In trentaquattro anni di mestiere, ho finito per accettare una legge del giornalismo alla quale il mio ego aveva resistito a lungo: quando afferro io un’idea “nuova”, le persone più smart d’Europa la conoscono da un pezzo. Ne ho avuto conferma il mese scorso quando sulla Cina mi è arrivato lo stesso messaggio da Jens Stoltenberg, il segretario generale della Nato, e dal top manager ucraino che gestiva Azovstal. Detto in termini brutali: è ora di chiedersi se non stiamo passando dalla dipendenza verso la Russia a una dipendenza, più subdola, verso la Cina.



                                La nuova dipendenza: batterie, fotovoltaico e turbine

                                Il grafico che vedete qua sopra, tratto dal sito del National Renewable Energy Laboratory dell’amministrazione americana, ci fa capire che ovviamente il rischio c’è: il passaggio dalle fonti fossili a quelle rinnovabili sul quale l’Europa sta scommettendo il proprio futuro - per ragioni indiscutibili qui spiegate da Sara Gandolfi - ci rende dipendenti dal Paese al centro del processo di estrazione e lavorazione della materie prime necessarie per le batterie dell’auto elettrica, per i pannelli fotovoltaici o per le turbine a vento (Federico Rampini ne parla per il “Corriere” qui). Il rischio è peraltro anche maggiore di quanto appaia perché la Cina ha spesso una posizione dominante anche quando la provenienza di un certo materiale strategico, in sé, non lo farebbe pensare. È il caso per esempio del cobalto, un metallo presente per circa 14 chili in una tipica batteria di un’auto elettrica: il 70% del cobalto estratto al mondo viene dalla Repubblica democratica del Congo, spiega l’Fmi; ma vai a vedere meglio e ti accorgi che lì 15 delle 19 miniere attive sono possedute o controllate in qualche altro modo da entità cinesi. Insomma, la Cina aveva capito tutto prima di noi: aveva capito dove saremmo andati, mentre noi ci dibattevamo nella crisi finanziarie, nelle dispute fra Italia e Germania sull’euro, fra populisti e globalisti in tutti i principali Paesi. È inquietante anche solo da dire, ma la leadership cinese ha letto strategicamente il nostro futuro prima di noi e ora sembra sul punto di diventare una superpotenza dell’energia di nuova generazione.

                                Il fotovoltaico

                                Il grafico successivo ha in sé un messaggio di natura finanziaria che non abbiamo ancora assimilato del tutto: nei prossimi due decenni, al 2040, trasferiremo probabilmente verso Pechino (e i suoi vassalli) somme superiori ai 10 mila miliardi di dollari, simili a quelle versate degli ultimi due decenni dall’Occidente alla Russia o ai Paesi del Golfo per il gas e il petrolio.

                                Questa dominanza presenta anche vantaggi di tipo informativo per Pechino, perché solo chi produce pannelli fotovoltaici sa, per esempio, quanto inquina veramente nel farli e venderli in giro per il mondo. Cioè, onestamente, ha una conoscenza da insider e ci può prendere per il naso. Mi ha molto colpito leggere i risultati di uno studio di un analista indipendente come Enrico Mariutti: la Cina domina nell’industria del fotovoltaico (di nuovo, date un po’ un’occhiata al grafico qui sopra), ma il processo di produzione e distribuzione è così opaco che alla fine l’elettricità prodotta da quei pannelli potrebbe avere un’intensità carbonica - cioè, potrebbe inquinare - praticamente come una centrale a gas. Oggi lo sanno solo loro, i cinesi. Ma fosse confermato, sarebbe il più grande scandalo del settore dopo il Dieselgate di sette anni fa. Ma la cosa per me più problematica è che né Stoltenberg della Nato né Yuriy Ryzhenkov, il ceo dell’ucraina Metinvest che ha la proprietà legale di Azovstal mi hanno parlato di questa forma di dipendenza dell’Europa dalla Cina. Ma di altre.

                                Il 5g

                                Stoltenberg ha posto a Davos il problema della penetrazione delle imprese cinesi (Huawei e Zte soprattutto) nei Paesi della Nato per le reti del 5G: un tema che conosciamo molto bene anche in Italia. Ma è soprattutto Ryzhenvov che mi ha fulminato alla fine di un’intervista che ho avuto con lui qualche settimana fa. Ha spiegato che Azovstal produceva, come processo a latere della fabbricazione dell’acciaio, quote importanti del gas neon necessario alla filiera globale dei microchip. Riforniva i colossi del settore, la taiwanese TSMC e l’americana Intel. Ma, dopo una fase di adattamento, secondo Ryzhenkov quel posto sarà preso dalle grandi acciaierie cinesi. Traduco con parole mie: un effetto collaterale della guerra in Ucraina sarà la conquista di una posizione chiave da parte di Pechino in un settore strategico a 360 gradi come quello dei semiconduttori. Cioè i cinesi lavorano già per prendere la posizione dominante di Azovstal in questo segmento critico della produzione dei semiconduttori che sono nelle nostre auto, nei nostri frigoriferi, nei dispositivi da cui mi state leggendo. E’ quello che vogliamo? Non c’è davvero niente che possiamo fare noi europei (e italiani, a Taranto) per produrre nelle nostre acciaierie parte del gas neon che non arriverà più dall’Ucraina? Ci è rimasta una modica dose di capacità di pensiero strategico nel “mondo libero” o abbiamo delocalizzato anche quello in Cina? Avevo promesso in questa newsletter, non avendo risposte pronte, per lo meno di porre qualche domanda giusta e questo è il mio sincero tentativo di farlo. Non senza però aver coinvolto nell’esercizio anche Christine Lagarde, la presidente della Banca centrale europea che ha perturbato la scorsa settimana.



                                Quello che vedete qui sopra è il mio tentativo, al solito grezzo e artigianale, di mostrare come il tasso di cambio dell’euro abbia iniziato a deprezzarsi con particolare velocità da giovedì scorso non appena Lagarde ha aperto bocca nella sua ultima conferenza stampa. Anzi, il cambio era salito un po’ all’uscita della nota della Bce che annunciava l’aumento dei tassi a luglio, a settembre e poi in seguito. Sono proprio le parole di Lagarde che hanno depresso l’euro (venerdì si è svalutato su 25 delle 31 monete del paniere di riferimento della Banca centrale europea). Perché è interessante? Perché l’annuncio di Lagarde, che ha sprigionato volatilità e fatto salire moltissimo i rendimenti dei bond sovrani di una mezza dozzina di Paesi in area euro, è riuscito a produrre l’opposto di quello che era logico aspettarsi: appunto l’euro è scivolato all’ingiù, invece di apprezzarsi.

                                Il mercato evidentemente teme che la Bce porterà recessione anche là dove recessione ancora non c’è. Ora, poiché Lagarde reagisce non a un’inflazione da eccesso di domanda interna, ma soprattutto a un’inflazione importata da petrolio, gas e derrate alimentari, provocare un deprezzamento del cambio è autolesionista - è un’eterogenesi dei fini - perché fa salire ancora di più l’inflazione proprio aumentando il prezzo in euro dei beni importati. Mi pare il segno più indicativo che giovedì scorso la Bce ha fatto flop: deprimendo l’euro, invece di combattere il carovita, accentua ancora di più l’effetto-Putin sui prezzi che oggi alimenta l’inflazione. O no?

                                CorSera-Federico Fubini
                                ...ma di noi
                                sopra una sola teca di cristallo
                                popoli studiosi scriveranno
                                forse, tra mille inverni
                                «nessun vincolo univa questi morti
                                nella necropoli deserta»

                                C. Campo - Moriremo Lontani


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