La svolta nelle armi a Kiev, e l’ira di Putin
(Gianluca Mercuri) Al 94esimo giorno di guerra, arriva dalla Cnn la notizia che gli Stati Uniti hanno deciso di armare l’Ucraina come vuole l’Ucraina.
Punto per punto:
• Che arma è
Si chiama Mlrs, che sta per Multiple Launch Rocket System ed è un micidiale sistema lanciarazzi a lungo raggio, capace di sparare a raffica missili fino a 300 chilometri di distanza e di spostarsi rapidamente su veicoli blindati. «È quello che ci serve per respingere i russi», dice da giorni il ministro degli Esteri di Kiev Kuleba.
•Quando sarà usata
Gli ucraini avranno bisogno di un paio di settimane per imparare come funziona. Glielo spiegheranno istruttori europei e forse anche americani già in loco.
• Perché non è arrivata prima
Per due motivi, spiega Francesco Battistini: «1)Si tratta di sistemi molto sofisticati che al Pentagono custodiscono gelosi, perché ce n’è pochi, e i generali temono di sguarnire le scorte necessarie alla difesa nazionale; 2) c’è il rischio concreto che Kiev li utilizzi per colpire sul territorio russo, come già ha fatto, ampliando così il conflitto». Zelensky avrebbe però dato rassicurazioni agli Usa su un uso «difensivo».
•Perché è importante
Perché l’artiglieria convenzionale russa martella gli obiettivi ucraini da 50 km di distanza, e se ora diventerà raggiungibile sarà costretta ad arretrare. Nell’Est del Paese, al momento, la resistenza ucraina è in grande difficoltà proprio perché i russi, pur avanzando con grande lentezza, sono liberi di colpire.
• L’esempio di Severodonetsk
La città sotto assedio, detta ormai «la nuova Mariupol», è l’ultimo bastione della regione di Lugansk, con oltre 100 mila dei suoi 120 mila abitanti già fuggiti. Il suo governatore ha detto a Marta Serafini che «i russi vincono grazie ai grad (i sistemi missilistici semoventi) e all’artiglieria a lunga distanza: se ci arrivassero nuove armi ci metteremmo davvero poco a ricacciarli indietro». Intanto quanto può resistere la città? «Una settimana, due al massimo».
•Le mosse americane
Gli Stati uniti, spiegano Andrea Marinelli e Guido Olimpio nel loro punto militare, seguono lo stesso schema da tre mesi: aspettano di vedere quanto resistono gli ucraini e poi alzano il livello di assistenza. Così sono passati dall’offerta di fuga a Zelensky al rifornimento di missili anticarro e antiaereo portatili (Javelin e Stinger), fino ai droni-kamikaze Switchblade. Ora i Mlrs. Ma gli ucraini già chiedono qualcosa di più, gli Himars (High Mobility Artillery Rocket System), sistemi lanciarazzi ancora più agili e leggeri.
• È un’escalation?
Letteralmente, sì. Era evitabile? Letteralmente, no: senza queste armi oggi l’Ucraina sarebbe il campo da tennis di Putin.
• E Putin come l’ha presa?
Malissimo, chiaramente. Lo stesso presidente russo ha parlato di «un’aggressione di fatto da parte di alcuni Paesi ostili». E il ministro degli Esteri Lavrov è andato oltre: «L’Occidente ha dichiarato guerra a noi, a tutto il mondo russo. Sarà una lunga guerra...».
CorSera
(Gianluca Mercuri) Al 94esimo giorno di guerra, arriva dalla Cnn la notizia che gli Stati Uniti hanno deciso di armare l’Ucraina come vuole l’Ucraina.
Punto per punto:
• Che arma è
Si chiama Mlrs, che sta per Multiple Launch Rocket System ed è un micidiale sistema lanciarazzi a lungo raggio, capace di sparare a raffica missili fino a 300 chilometri di distanza e di spostarsi rapidamente su veicoli blindati. «È quello che ci serve per respingere i russi», dice da giorni il ministro degli Esteri di Kiev Kuleba.
•Quando sarà usata
Gli ucraini avranno bisogno di un paio di settimane per imparare come funziona. Glielo spiegheranno istruttori europei e forse anche americani già in loco.
• Perché non è arrivata prima
Per due motivi, spiega Francesco Battistini: «1)Si tratta di sistemi molto sofisticati che al Pentagono custodiscono gelosi, perché ce n’è pochi, e i generali temono di sguarnire le scorte necessarie alla difesa nazionale; 2) c’è il rischio concreto che Kiev li utilizzi per colpire sul territorio russo, come già ha fatto, ampliando così il conflitto». Zelensky avrebbe però dato rassicurazioni agli Usa su un uso «difensivo».
•Perché è importante
Perché l’artiglieria convenzionale russa martella gli obiettivi ucraini da 50 km di distanza, e se ora diventerà raggiungibile sarà costretta ad arretrare. Nell’Est del Paese, al momento, la resistenza ucraina è in grande difficoltà proprio perché i russi, pur avanzando con grande lentezza, sono liberi di colpire.
• L’esempio di Severodonetsk
La città sotto assedio, detta ormai «la nuova Mariupol», è l’ultimo bastione della regione di Lugansk, con oltre 100 mila dei suoi 120 mila abitanti già fuggiti. Il suo governatore ha detto a Marta Serafini che «i russi vincono grazie ai grad (i sistemi missilistici semoventi) e all’artiglieria a lunga distanza: se ci arrivassero nuove armi ci metteremmo davvero poco a ricacciarli indietro». Intanto quanto può resistere la città? «Una settimana, due al massimo».
•Le mosse americane
Gli Stati uniti, spiegano Andrea Marinelli e Guido Olimpio nel loro punto militare, seguono lo stesso schema da tre mesi: aspettano di vedere quanto resistono gli ucraini e poi alzano il livello di assistenza. Così sono passati dall’offerta di fuga a Zelensky al rifornimento di missili anticarro e antiaereo portatili (Javelin e Stinger), fino ai droni-kamikaze Switchblade. Ora i Mlrs. Ma gli ucraini già chiedono qualcosa di più, gli Himars (High Mobility Artillery Rocket System), sistemi lanciarazzi ancora più agili e leggeri.
• È un’escalation?
Letteralmente, sì. Era evitabile? Letteralmente, no: senza queste armi oggi l’Ucraina sarebbe il campo da tennis di Putin.
• E Putin come l’ha presa?
Malissimo, chiaramente. Lo stesso presidente russo ha parlato di «un’aggressione di fatto da parte di alcuni Paesi ostili». E il ministro degli Esteri Lavrov è andato oltre: «L’Occidente ha dichiarato guerra a noi, a tutto il mondo russo. Sarà una lunga guerra...».
CorSera
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