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Cronaca e politica estera [Equilibri mondiali] Thread unico.
Strage scuola Texas, news sulla sparatoria di oggi | Morti 19 bambini, due insegnanti e il killer. Biden: dobbiamo agire sulle armi
• Intorno a mezzogiorno di mercoledì 24 maggio un diciottenne ha aperto il fuoco nella Robb Elementary School di Uvalde, in Texas, un grande complesso che ospita circa 600 studenti, in Texas: in un primo momento si era parlato di 14 morti, ma il bilancio si è aggravato con il passare delle ore. Lo sparatore è stato ucciso
• Il responsabile dell’attacco è Salvador Ramos, studente del liceo che fa parte del complesso scolastico. Prima di compiere la strage, il giovane ha sparato alla nonna: una 66enne che si trova in gravi condizioni
• La strage di Uvalde è la più grave tra quelle consumate in una scuola negli Stati Uniti. Anche peggiore di quella di Columbine, nel 1999.
• Quella degli assalti armati nelle scuole è una lunga scia di sangue che tormenta gli Stati Uniti dal 1966: qui l’elenco dei massacri più terribili degli ultimi anni
Le notizie di mercoledì 25 maggio sulla sparatoria alla scuola elementare Robb di Uvalde, in Texas, in diretta
Magari riuscissero a dare una stretta alla "libera" diffusione delle armi in USA. Dubito, ma spero sempre.
Tra l'altro nell'articolo parlando dello shooter lo descrivono come "un uomo di 18 anni", ma PD...... un uomo?
Domani sarà già tutto dimenticato e non sarà cambiato assolutamente nulla.
Fino alla prossima strage.
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Originariamente Scritto da Sean
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Comunque ho un collega e amico Bosniaco, gli ho chiesto, é tornato dalla Bosnia due settimane fa e dice che li sta tensione non si sente o non c'è.
Boh
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In Bosnia ho amici ed una ditta, ci vado spesso, se ne fottono di tutti e tutto, anche delle sanzioni Americane, hanno la loro nazione indipendente e sono a posto così. Birra e cevapcici per tutti, LOL
Comunque ho un collega e amico Bosniaco, gli ho chiesto, é tornato dalla Bosnia due settimane fa e dice che li sta tensione non si sente o non c'è.
Boh
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Per ora di fatto non ci sono fenomeni di piazza e barricate. Sta viaggiando a livello politico, spostamento di uffici e poteri, mancate contribuzioni. Cmq lo dicono già parecchi analisti, tra cui caracciolo, che ci stiamo facendo trovare impreparati.
In Bosnia ho amici ed una ditta, ci vado spesso, se ne fottono di tutti e tutto, anche delle sanzioni Americane, hanno la loro nazione indipendente e sono a posto così. Birra e cevapcici per tutti, LOL
Dove hai sede in bosnia? Pensavo fossi solo in slovenia
Ripeto: il tuo discorso è basato su quello che pensi la Russia e la Cina farebbero, non sulla realtà di come si comportano. Cina e Russia destabilizzano e intervengono militarmente in un sacco di paesi, come fanno gli Stati Uniti. La Cina in particolare sta costruendo parti di territorio in mare...se questo non è espansionismo non so cosa lo sia
Non c'è alcuna garanzia che ad una diminuzione del potere americano, e a un contemporaneo aumentare del potere militare cinese o russo, loro non si espandano come hanno fatto gli Stati Uniti. Poi parliamo di due stati per i quali il termine regionale non può essere utilizzato. La Russia spazia per tutta l' Eurasia, la Cina è grande quanto l' Europa
Poi trovo ironico che parli di 'stato naturale del mondo' - che non esiste - quando sia russia che soprattutto Cina sono stati storicamente due paesi imperiali, il secondo dei quali mono-etnico e assimiliazionista, alla faccia delle differenze.
Gli Stati Uniti a noi lasciano moltissimo margine di manovra. Altrimenti saremo pieni di starbucks, non avremmo sanità pubblica, non avremmo tassazione...insomma saremmo completamente colonizzati dagli USA. NOn è cosi ma ci piace ripetere che siamo una colonia cosi da fare quello in cui siamo davvero una superpotenza: lo scarico di responsabilità
E stai sicuro che se il secolo americano dovesse finire non ci sarà alcun sussulto di sovranità italiano eh, si passerà a essere i baciapile di qualche mandarino pechinese
Grazie, America, che ci lasci "spazio di manovra"...finchè non convoca i cagnolini a Ramstein per indicare cosa e dove fare, finchè non convoca il maggiordomo Draghi a consegnargli la lista dei compiti da svolgere.
La Cina agisce, come potenza, nel suo scacchiere di competenza. La questione è chiedersi cosa invece ci facciano gli USA lì e con quale diritto minaccino la Cina da presso usando l'ennesimo utile idiota che trovano sul posto, in questo caso Taiwan. Va posta in questi termini.
L'Europa, l'Italia...non mi interessano. L'unico fine per cui parteggio è che il globalismo sradicante e uniformante trovi opposizione, più a lungo possibile, la più forte possibile. Il destino dei servi non mi riguarda, se devo interessarmi a qualcosa volgo semmai lo sguardo al destino dei sovrani, e Cina e Russia adesso sono utili a costruire mura, a separare, differenziare, contestare, aggredire, se fosse necessario, il disegno imperialista e universalista americano.
Le parti in cancrena sono perdute. Vanno tenute in vita quelle ancora vive.
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Magari riuscissero a dare una stretta alla "libera" diffusione delle armi in USA. Dubito, ma spero sempre.
Tra l'altro nell'articolo parlando dello shooter lo descrivono come "un uomo di 18 anni", ma PD...... un uomo?
Non ci credo nemmeno se lo vedo. A parte che c'è un diritto costituzionale che garantisce al cittadino americano di armarsi, ma ancora di più ci sono interessi miliardari dietro e chi occupa la poltrona alla Casa Bianca è sempre espressione, più o meno compiuta, di quell'agglomerato di interessi.
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Con tutto che stavolta la strage è davvero abominevole e impressionante perchè coinvolge l'innocenza, che è sempre delicata e indifesa, ma quando si tratta di bambini ancora di più...e quanto accaduto risulta insopportabile.
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suppongo che a qualcuno possa dare fastidio un’esposizione simile (a me sta profondamente sulle @@ ) ma almeno sono riuscito a capire qualcosa in piu’ su cosa sta avvenendo adesso
La Russia, senza troppo clamore, sta proseguendo la sua campagna di penetrazione in Africa. La costruzione di una base militare navale in Sudan è l’ultimo
La Russia continua la sua “campagna d’Africa”
La Russia, senza troppo clamore, sta proseguendo la sua campagna di penetrazione in Africa. La costruzione di una base militare navale in Sudan è l’ultimo capitolo e, con molta probabilità, non sarà l’ultimo. La nuova base – che sorgerà a Port Sudan, da sempre una porta di ingresso dell’Africa per molte potenze internazionali – potrà ospitare quattro navi da guerra, in particolare quelle a propulsione nucleare, e fino a 300 uomini tra militari e civili. Questa sarà la prima base di Mosca in Africa sul modello di quella di Tartus in Siria. Una valanga di armi La Russia ha una lunga storia di cooperazione militare con il Sudan. Ai tempi della Guerra fredda, l’Unione Sovietica aveva fornito armi alle forze armate sudanesi. Il commercio di armamenti si era poi ridotto dopo la caduta dell’Urss, ma Mosca non è mai scomparsa. Il deposto Omar al-Bashir, durante le rivolte che lo hanno cacciato, ha chiesto aiuto proprio Mosca, che ha invitato i famosi mercenari Wagner. Invio sempre smentito da Putin. Ma la nuova base si pone in una posizione strategia: sul Mar Rosso, crocevia tra Europa e Asia. Ma questo è solo l’ultimo capitolo. Mosca, infatti, ha firmato accordi di cooperazione militare con 24 Paesi africani e fornisce armi, hardware militare e addestramento. Ora è il primo fornitore di armamenti controllando il 35 per cento del mercato locale davanti a Cina, Stati Uniti e Paesi europei. Il portafoglio di ordini di armi russe dall’Africa, dunque, è in costante crescita. Il capo del servizio federale russo per la cooperazione tecnico-militare (Fsmtc), Dimitriy Shugaev, ha spiegato che si «tratta di cifre significative, specialmente perché il trend è in crescita». E il Sudan ne è un esempio. Un’attenzione molto concentrata sul Corno d’Africa, tanto che il vicedirettore del Fsmtc, Anatoly Punchuk, ha svelato che «l’Eritrea esprime attivamente il suo interesse a riprendere una cooperazione a pieno titolo nel settore della difesa con la Russia. L’Eritrea è infatti interessata all’acquisto di armi: navi, elicotteri e armi leggere». Non solo Corno d’Africa Ma l’interesse russo si estende a molti altri Paesi. La Repubblica Centrafricana, di fatto, fa affidamento quasi totale sulla collaborazione con Mosca, affidandogli persino la sicurezza del presidente. Bangui, la capitale, brulica di consiglieri, militari, ma soprattutto mercenari russi. Ma vi sono altri Paesi, strategicamente rilevanti, con i quali sono stati stretti rapporti di collaborazione: Angola, Namibia, Mozambico, Etiopia e Zimbabwe. Ma non solo: Mali, Niger, Ciad, Burkina Faso e Mauritania. Gli accordi si sviluppano in ambito minerario, di cooperazione militare, e per stabilire zone economiche di libero scambio. L’opzione di Mosca, a differenza di quella della Cina – solo per fare un esempio – è stata quella di rafforzare la presenza militare per poi passare all’incasso, anche in termini di risorse naturali. L’interesse militare si giustifica, inoltre, con il fatto che il Cremlino è consapevole della sua marginalità nei mercati africani e di non poter competere con l’espansionismo cinese. Le armi, quelle vere, per Mosca, tuttavia, funzionano ancora. Ma è del tutto evidente che l’aiuto militare è subordinato, nel futuro, ad avere un ruolo anche nelle materie prime e nel suo sfruttamento. Non a caso il paradigma di collaborazione con l’Unione africana, emerso dal forum Russia-Africa, che Putin vuole, mira a migliorare i rapporti esistenti, rafforzare i legami diplomatici e aumentare la sua presenza economica nel continente, per avvicinarsi agli elevati livelli di scambi commerciali che caratterizzano Cina, India, Giappone, Corea del Sud, Turchia, Europa e Stati Uniti. Putin il “civilizzatore” La retorica di Putin definisce la sua agenda per l’Africa «positiva» e si contrappone, a detta sua, ai «giochi geopolitici» degli altri: la Russia non è interessata, dice, a depredare la ricchezza dell’Africa, ma a lavorare a favore di una cooperazione «civilizzata». Parola, questa, già usata da coloro che hanno colonizzato il continente. Date le premesse, come si spiega la costruzione di una base militare di enorme rilievo, proprio nel Corno d’Africa, che brulica di potenze straniere? La retorica, in questo caso, vale poco. Un “paradigma” che comincia a concretizzarsi. Anatoly Bashkin, ambasciatore russo in Camerun, si è detto interessato – per conto del suo Paese – al settore petrolifero e del gas camerunense. Un interesse manifestato più volte durante gli incontri ufficiali e meno ufficiali con il governo e i ministri competenti del Camerun, già a partire dal 2019 e proseguito nel 2020, per mettere a punto il piano strategico. La Russia aveva già espresso questo interesse per l’estrazione e la raffinazione del petrolio e del gas naturale in Camerun, ma non ha portato a termine i propri propositi a causa del crollo dei prezzi energetici sul mercato globale. Ma le basi sono state posate. I tempi, ora, sembrano essere più favorevoli per una partnership: Mosca, attraverso gli accordi militari, mira a rafforzare per esempio la collaborazione in tema di nucleare con numerosi Paesi e a espandere quella dell’estrazione di metalli pregiati usati per la produzione di tecnologia avanzata e di precisione. Non è, inoltre, da trascurare, la presenza in Namibia dove la Russia è impegnata nell’estrazione dell’uranio e in Angola nel settore diamantifero. Da qui, dall’Africa, Putin vuole ripartire per lanciare la sua sfida e tornare a vantare il ruolo di potenza mondiale.
Sono tutti paesi coi quali la Russia aveva dei rapporti e sui quali mantiene o tenta di mantenere in essere la sua influenza geopolitica, la medesima ragione che ha mosso i carri armati verso l'Ucraina.
Fa specie semmai scoprire che quella in Sudan sarebbe la seconda base russa fuori dai propri confini dopo quella in Siria (altro paese storicamente legato alla Russia): gli Stati Uniti solo in Italia, tra basi americane e Nato, ne hanno oltre 120.
Cina, Russia, non minacciano gli interessi sovrani degli USA, non vanno ad irretire le loro ex colonie, non vanno a mettere becco nell'Atlantico o in Messico o a ingolosire il Canada.
Non occupano militarmente un intero e trimillenario continente come l'Europa, il centro di questo famoso "occidente" prima che gli USA vi operassero una mutazione genetica. Non tengono in minorità un paese come il Giappone...e potremmo continuare fino a stancarci...e soprattutto non li ho mai sentiti riferirsi a se stessi come "noi l'ordine" o "noi il mondo".
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beh immagino che anche l'urss avesse basi nei paesi del patto di varsavia, mandò i carri armati a praga e budapest, se non si fosse dissolta facile che la situazione sarebbe rimasta la medesima
beh immagino che anche l'urss avesse basi nei paesi del patto di varsavia, mandò i carri armati a praga e budapest, se non si fosse dissolta facile che la situazione sarebbe rimasta la medesima
Si è dissolta però, e la Russia, liberatasi dal comunismo, è rientrata entro i propri confini storici. La Nato sta ancora lì, cioè qui. Che ci sta a fare? In Giappone l'America che ci sta ancora a fare? In Germania? Con basi americane, attenzione, non solo Nato, vere e proprie basi-città americane, con migliaia di uomini al loro interno, con flotta, armi, tutto il ben di Dio che hanno...e ormai a quasi un secolo dal '45.
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