Beh, la visione del gas/corrente razionati in autunno/inverno (per una guerra non nostra, perchè la Russia a noi non ha torto un capello) con la produzione industriale che precipita, sommata alle elezioni di marzo, indurebbe a più miti consigli anche l'atlantista più facinoroso.
Cronaca e politica estera [Equilibri mondiali] Thread unico.
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ADDIO ALLE ARMI
di Toni Capuozzo
Fine della retorica. In italiano, come in ogni lingua, le parole hanno un peso: quella dell’Azovstal non è un’evacuazione. E’ una resa. Certo, non una resa umiliante, non ci sono forche caudine. Non una resa vile, c’è un ordine del Comando supremo, e ci sono 80 giorni di resistenza, alle spalle. Ma non è una resa con l’onore delle armi: si finisce caricati sui bus verso un ospedale o verso centri di detenzione, con un futuro da scrivere tra scambi di prigionieri e forse processi. Ma è la fine della retorica, come se l’eroismo fosse un destino rimasto nel ‘900, il secolo cui appartengono gli strenui nazionalismi e i relitti ideologici che in questa guerra affiorano ogni tanto.
E’ la fine della retorica: il Corriere della Sera ancora questa mattina racconta i resistenti dell’Azov come “angeli”, nelle parole dei profughi da Mariupol. Gli altri cittadini che hanno raccontato di essere stati usati come scudi umani non fanno notizia, non esistono sono il lato oscuro di Mariupol, città martire che ha cessato di esistere, senza più Azov. Ma intanto questa resa introduce un elemento di umanità in una guerra che finora è stata feroce, e senza rispetto per il nemico, e infila una scelta ragionevole – che senso aveva resistere ancora ? – in uno scenario in cui la ragionevolezza è sopraffatta da altro. Allargare la Nato, aumentare l’invio di armi e di armi più potenti avvicina o allontana la fine del conflitto ? Vincere vuol dire umiliare il nemico o uscire dal conflitto con dignità ? Quali rinunce sono possibili e realistiche per l’aggredito e per l’aggressore ?
Resta un buco nero, in quei sotterranei. Le voci -russe- sull’esistenza di un laboratorio chimico e sulla presenza di militari di paesi Nato. Il momento della verità è vicino, perché o ci sono o non ci sono, era un bluff di propaganda. E vedremo se qualcuno resta, come un giapponese in un'isola del Pacifico. E resta una perplessità: “Mariupol è ora in rovina dopo un assedio russo che è costato la vita a migliaia di civili”, scrive Open. Buona parte dell'informaziona italiana ha ieri evitato di notare che il simbolo dello stragista di Buffalo era lo stesso sole nero nazista che sta sullo sfondo del simbolo di Azov, vanno di fretta.
Ma forse potevano aggiungere che ieri a Mariupol hanno riaperto le scuole. Certo, faranno lezioni in russo, certo insegneranno la storia a modo loro, certo all’ingresso ci sono le bandiere secessioniste e quella russa non quella ucraina. Ma gli scolari sono veri, e forse era una piccola notizia, oppure gli altri non esistono, sono tutti figli di Putin, sono occupatori del paese in cui sono nati ? Mi ha divertito amaramente quel retroscena del voto devoto all’Eurovision.
L’orchestra vincitrice – in rete c’era perfino il video di un resistente dell’Azovstal che canticchiava il refrain nei sotterranei – in realtà era arrivata seconda alle selezioni ucraine. Solo che la vincitrice, una cantante, si era macchiata di un viaggio in Crimea, per un matrimonio di conoscenti. E non si viaggia tra gli altri, che non esistono, squalificata. Fine della retorica, inevitabile quando si è aggrediti, e difficile da evitare quando si va alla guerra pretendendo di non saperlo.
FB...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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Sorpresa durante la cerimonia di apertura del 75° Festival del Cinema di Cannes: c'è in collegamento Volodymyr Zelensky, Presidente dell'Ucraina.
Originariamente Scritto da SeanTu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
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''i pikkoli ancieli delle karrette tel mare''
''gli ancieli mazkerati telle corzie cowveed''
''I pikkoli ancioletti dell'Azovstal''
Qualsiasi ''giornalista'' che usa l'allegoria dei ''piccoli angeli'' per qualsiasi cagata meriterebbe l'Aquila di Sangue di antica e pagana norrena memoria sulla sua triste figura.
*(pratica che peraltro i ''piccoli angeli dell'Azovstal'' apprezzerebbero assai nelle loro ideologie, ndr)*
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Originariamente Scritto da marcu9 Visualizza MessaggioSorpresa durante la cerimonia di apertura del 75° Festival del Cinema di Cannes: c'è in collegamento Volodymyr Zelensky, Presidente dell'Ucraina.
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Arcivescovo di Kiev: “9 ucraini su 10 sull’orlo della povertà se guerra non finisce”
«Secondo i dati ufficiali delle Nazioni Unite, se la guerra continuerà, nove ucraini su dieci finiranno sull'orlo della povertà. L'Ucraina ha già perso gran parte del suo potenziale economico. Abbiamo seri problemi di carburante. In effetti, anche il volume di aiuti umanitari, ricevuti all'inizio della guerra, è fortemente diminuito». Lo denuncia l'arcivescovo di Kiev nell'83esimo giorno di guerra in Ucraina. «Pertanto - osserva Sviatoslav Shevchuk nel videomessaggio del giorno - la solidarietà, il sostegno reciproco, gli sforzi per aiutarsi a vicenda e per sostenere coloro che oggi si trovano nelle maggiori difficoltà, sono la chiave della forza e della stabilità del popolo ucraino che sta lottando».
Mosca accusa: Usa arruola terroristi Isis per combattere al fianco di Kiev Circa 60 terroristi dell’Isis sarebbero stati rilasciati nel mese di aprile dalle carceri controllate dai curdi in Siria per essere inviati in Ucraina a combattere al fianco di Kiev grazie all’ausilio delle agenzie di intelligence statunitensi. Lo denuncia il servizio segreto estero di Mosca citato da Ria Novosti. Gli uomini liberati - a dire dei russi - sarebbero stati trasferiti nella base militare americana di Al-Tanf situata in Siria vicino al confine con la Giordania e l’Iraq, per sottoporsi a un addestramento al combattimento prima di essere trasferiti sul territorio ucraino.
La Stampa-CorSera...ma di noi
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioSe c'è un film di un regista ucraino in concorso, saltino i preamboli, passino alle conclusioni e gli assegnino già stasera la palma d'oro.
Inviato dal mio SM-G998B utilizzando TapatalkOriginariamente Scritto da SeanTu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioArcivescovo di Kiev: “9 ucraini su 10 sull’orlo della povertà se guerra non finisce”
«Secondo i dati ufficiali delle Nazioni Unite, se la guerra continuerà, nove ucraini su dieci finiranno sull'orlo della povertà. L'Ucraina ha già perso gran parte del suo potenziale economico. Abbiamo seri problemi di carburante. In effetti, anche il volume di aiuti umanitari, ricevuti all'inizio della guerra, è fortemente diminuito». Lo denuncia l'arcivescovo di Kiev nell'83esimo giorno di guerra in Ucraina. «Pertanto - osserva Sviatoslav Shevchuk nel videomessaggio del giorno - la solidarietà, il sostegno reciproco, gli sforzi per aiutarsi a vicenda e per sostenere coloro che oggi si trovano nelle maggiori difficoltà, sono la chiave della forza e della stabilità del popolo ucraino che sta lottando».
Mosca accusa: Usa arruola terroristi Isis per combattere al fianco di Kiev Circa 60 terroristi dell’Isis sarebbero stati rilasciati nel mese di aprile dalle carceri controllate dai curdi in Siria per essere inviati in Ucraina a combattere al fianco di Kiev grazie all’ausilio delle agenzie di intelligence statunitensi. Lo denuncia il servizio segreto estero di Mosca citato da Ria Novosti. Gli uomini liberati - a dire dei russi - sarebbero stati trasferiti nella base militare americana di Al-Tanf situata in Siria vicino al confine con la Giordania e l’Iraq, per sottoporsi a un addestramento al combattimento prima di essere trasferiti sul territorio ucraino.
La Stampa-CorSera
Inviato dal mio SM-G970F utilizzando TapatalkOriginariamente Scritto da Pescalei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioADDIO ALLE ARMI
di Toni Capuozzo
Fine della retorica. In italiano, come in ogni lingua, le parole hanno un peso: quella dell’Azovstal non è un’evacuazione. E’ una resa. Certo, non una resa umiliante, non ci sono forche caudine. Non una resa vile, c’è un ordine del Comando supremo, e ci sono 80 giorni di resistenza, alle spalle. Ma non è una resa con l’onore delle armi: si finisce caricati sui bus verso un ospedale o verso centri di detenzione, con un futuro da scrivere tra scambi di prigionieri e forse processi. Ma è la fine della retorica, come se l’eroismo fosse un destino rimasto nel ‘900, il secolo cui appartengono gli strenui nazionalismi e i relitti ideologici che in questa guerra affiorano ogni tanto.
E’ la fine della retorica: il Corriere della Sera ancora questa mattina racconta i resistenti dell’Azov come “angeli”, nelle parole dei profughi da Mariupol. Gli altri cittadini che hanno raccontato di essere stati usati come scudi umani non fanno notizia, non esistono sono il lato oscuro di Mariupol, città martire che ha cessato di esistere, senza più Azov. Ma intanto questa resa introduce un elemento di umanità in una guerra che finora è stata feroce, e senza rispetto per il nemico, e infila una scelta ragionevole – che senso aveva resistere ancora ? – in uno scenario in cui la ragionevolezza è sopraffatta da altro. Allargare la Nato, aumentare l’invio di armi e di armi più potenti avvicina o allontana la fine del conflitto ? Vincere vuol dire umiliare il nemico o uscire dal conflitto con dignità ? Quali rinunce sono possibili e realistiche per l’aggredito e per l’aggressore ?
Resta un buco nero, in quei sotterranei. Le voci -russe- sull’esistenza di un laboratorio chimico e sulla presenza di militari di paesi Nato. Il momento della verità è vicino, perché o ci sono o non ci sono, era un bluff di propaganda. E vedremo se qualcuno resta, come un giapponese in un'isola del Pacifico. E resta una perplessità: “Mariupol è ora in rovina dopo un assedio russo che è costato la vita a migliaia di civili”, scrive Open. Buona parte dell'informaziona italiana ha ieri evitato di notare che il simbolo dello stragista di Buffalo era lo stesso sole nero nazista che sta sullo sfondo del simbolo di Azov, vanno di fretta.
Ma forse potevano aggiungere che ieri a Mariupol hanno riaperto le scuole. Certo, faranno lezioni in russo, certo insegneranno la storia a modo loro, certo all’ingresso ci sono le bandiere secessioniste e quella russa non quella ucraina. Ma gli scolari sono veri, e forse era una piccola notizia, oppure gli altri non esistono, sono tutti figli di Putin, sono occupatori del paese in cui sono nati ? Mi ha divertito amaramente quel retroscena del voto devoto all’Eurovision.
L’orchestra vincitrice – in rete c’era perfino il video di un resistente dell’Azovstal che canticchiava il refrain nei sotterranei – in realtà era arrivata seconda alle selezioni ucraine. Solo che la vincitrice, una cantante, si era macchiata di un viaggio in Crimea, per un matrimonio di conoscenti. E non si viaggia tra gli altri, che non esistono, squalificata. Fine della retorica, inevitabile quando si è aggrediti, e difficile da evitare quando si va alla guerra pretendendo di non saperlo.
FBOriginariamente Scritto da Virulogo.88 Visualizza MessaggioToni capuozzo ultimo vero giornalista, dopotutto solo i vecchi quelli che ormai hanno ben poco da perdere possono dire verità scomode
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TC ha risposto che, essendo putin un autocrate, uscito il nome lo farebbe subito sparire
PS: domani di capuozzo mi arriva il suo balcania.
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Per forza. E' chiaro che di successione in Russia non si parla e nè se ne può parlare...inoltre solo un pazzo si brucerebbe "proponendosi" o facendo capire che gli interesserebbe quella poltrona.
Il vero nome è nell'ombra, se c'è.
La Russia poi adesso è un paese in guerra. Sul campo le cose non vanno benissimo, ci sono state sonore batoste, si è partiti male, c'è stato qualche successo ma bisogna ammettere che l'armata russa è forse mal condotta, mal guidata sul campo e che c'è da rimettere a fuoco tutta la situazione...indi per cui chi si può mettere in questo momento a pensare ad una successione? Sarebbe antipatriotico.
Poi certo, se è questione di salute è un altro discorso...ma se Putin fosse davvero malato, probabilmente avrebbe già fatto capire chi dovrebbe succedergli. Non è che gli prende un colpo secco...se è una malattia con un decorso, anche se mortale, ti dà comunque tempo di preparare il tutto...ma qui siamo nel campo delle ipotesi più spinte.
Qui per adesso di reale c'è la guerra, c'è questo sconvolgimento mondiale...e se Putin e la Russia stanno male, non è che l'Ucraina sta messa meglio. L'arcivescovo di Kiev non ci dipinge un quadro di rose e violette, di ruscelli trasparenti, di campi di grano con le spighe d'oro e cavallucci marini che accompagnano i bagnanti...ma di devastazione, penuria, economia che crolla, infrastrutture e aziende devastate, carburante che inizia a mancare e povertà che avanza.
Forse in autunno converrà a tutti cercare e trovare una soluzione, perchè da Londra è facile dire "riconquistare tutta l'Ucraina", ma tu intanto i cavoletti tuoi te li fai e pure bene (quanti ucraini hai preso, tra un blocco sulla Manica e l'altro?) mentre il pane e il gasolio iniziano a mancare là, molto più in là da dove pontifichi.Last edited by Sean; 17-05-2022, 22:39:02....ma di noi
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioPer forza. E' chiaro che di successione in Russia non si parla e nè se ne può parlare...inoltre solo un pazzo si brucerebbe "proponendosi" o facendo capire che gli interesserebbe quella poltrona.
Il vero nome è nell'ombra, se c'è.
La Russia poi adesso è un paese in guerra. Sul campo le cose non vanno benissimo, ci sono state sonore batoste, si è partiti male, c'è stato qualche successo ma bisogna ammettere che l'armata russa è forse mal condotta, mal guidata sul campo e che c'è da rimettere a fuoco tutta la situazione...indi per cui chi si può mettere in questo momento a pensare ad una successione? Sarebbe antipatriotico.
Poi certo, se è questione di salute è un altro discorso...ma se Putin fosse davvero malato, probabilmente avrebbe già fatto capire chi dovrebbe succedergli. Non è che gli prende un colpo secco...se è una malattia con un decorso, anche se mortale, ti dà comunque tempo di preparare il tutto...ma qui siamo nel campo delle ipotesi più spinte.
Qui per adesso di reale c'è la guerra, c'è questo sconvolgimento mondiale...e se Putin e la Russia stanno male, non è che l'Ucraina sta messa meglio. L'arcivescovo di Kiev non ci dipinge un quadro di rose e violette, di ruscelli trasparenti, di campi di grano con le spighe d'oro e cavallucci marini che accompagnano i bagnanti...ma di devastazione, penuria, economia che crolla, infrastrutture e aziende devastate, carburante che inizia a mancare e povertà che avanza.
Forse in autunno converrà a tutti cercare e trovare una soluzione, perchè da Londra è facile dire "riconquistare tutta l'Ucraina", ma tu intanto i cavoletti tuoi te li fai e pure bene (quanti ucraini hai preso, tra un blocco sulla Manica e l'altro?) mentre il pane e il gasolio iniziano a mancare là, molto più in là da dove pontifichi.
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Cosa significa la caduta di Mariupol e la resa degli ultimi combattenti della Azov?
(Andrea Marinelli, Guido Olimpio) La battaglia di Mariupol è finita dopo 82 giorni. Almeno questo è ciò che raccontano i fatti di queste ore. Una vittoria per gli invasori, un esempio di coraggio per la resistenza, una storia di sacrifici e morte per tanti. Compresi quelli che si sono trovati in prima linea anche senza essere soldati.
La resa degli ultimi combattenti sancisce il controllo totale della città, di fatto in mano ai russi. Lo Stato maggiore può rivendicare il successo — costoso come sempre — e offrire al neo-zar Vladimir Putin un corridoio territoriale nella parte sud dell’Ucraina, legando la Crimea alle zone del Donbass sotto controllo, e quindi alla madre patria, al momento raggiungibile soltanto attraverso un ponte costruito dopo l’annessione militare del 2014.
L’operazione «speciale» è anche una missione di conquista: la presa della città garantisce un altro tassello al mosaico, ma anche un ulteriore elemento di vantaggio nel caso di negoziati. Molti osservatori segnalano come la Russia stia fortificando il fronte sud: trincee, postazioni in cemento, difese che devono rendere arduo qualsiasi tentativo di riconquista degli ucraini. I bunker e le linee lanciano un messaggio militare e politico, l’Ucraina con uno sbocco ridotto sul Mar Nero rischia di soffocare.
L’articolo completo qui.
CorSera...ma di noi
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