Cronaca e politica estera [Equilibri mondiali] Thread unico.

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  • M K K
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    Sembra un caso di malasanità, i soldi per pagarsi le migliori cure e polizze li aveva , avrebbe avuto piu senso vendicarsi con i medici , sempre in base a quello scritto nell'articolo

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  • Barone Bizzio
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    È molto, molto difficile non empatizzare con Mangione

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  • Sean
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    Luigi Mangione, chi è il killer di Brian Thompson: la famiglia, la casa alle Hawaii, il modello Unabomber, la svolta misteriosa sei mesi fa

    Luigi Mangione, accusato dell'omicidio di Brian Thompson, Ceo di United HealthCare: le scuole d'eccellenza, l'operazione alla schiena, la lotta al capitalismo

    La prima cosa che fa un killer in fuga è librarsi di ogni indizio che lo lega all’omicidio. Luigi Mangione, arrestato ieri dalla polizia in un McDonald’s di Altoona in Pennsylvania, a 400 chilometri dall’Hilton di New York dove mercoledì scorso ha ucciso il capo di United HealthCare, Brian Thompson, portava, invece, con sé la pistola e il silenziatore usati per commettere il delitto, documenti falsi con 4 nomi diversi, compreso quello usato per registrarsi nell’ostello nel quale ha dormito prima di uccidere e anche un manifesto politico anticapitalista nel quale rivendica il suo atto violento: «Mi scuso per i traumi creati ma andava fatto, bisognava eliminare questo parassita…».

    Non era un killer professionista ma un estremista politicamente motivato, un ingegnere con un curriculum scolastico d’eccellenza, l’assassino di Thompson. Un grande amore per la tecnologia: forse anche per questo ha colpito la sua vittima con un’arma realizzata con una stampante 3D. Non ha provato a fuggire all’estero come sarebbe stato ragionevole, vista la caccia all’uomo scatenata dal suo crimine.

    Sembra quasi che questo 26enne di origine italiana nato in Maryland, laureato all’Università di Pennsylvania, fino al 2023 ingegnere della TrueCar, azienda di Santa Monica, in California, che vende auto online e che in precedenza aveva trascorso un semestre di smart working a Honolulu, nelle Hawaii, desse per scontato che prima o poi lo avrebbero preso e ha preparato la sua difesa.

    Dopo la cattura, sono subito emersi indizi schiaccianti. Il sindaco di New York, Eric Adams, e Jessica Tisch, capo della NYPD, la polizia della città, hanno convocato una conferenza stampa per annunciare la cattura prima ancora dell’arrivo dei loro detective ad Altoona. Poi sono bastate poche verifiche per confermare che Mangione è l’assassino di Thompson: in serata è stato incriminato dal tribunale della Blair County (dove è già comparso davanti al giudice) per la detenzione illegale di armi e documenti falsi e per aver dato una falsa identità, mentre a New York il district attorney di Manhattan lo ha incriminato per omicidio ed ha avviato la procedura per l’estradizione dalla Pennsylvania.

    Mangione nel manifesto che aveva con sé si è preoccupato di chiarire che non ha complici: «Ho agito da solo». Quanto alle motivazioni, ne ha data una politica generale, relativa alla sua ostilità nei confronti delle iniquità del sistema capitalistico che risultano particolarmente estreme e con le conseguenze sociali più gravi nel mondo della sanità privata. A questa ha aggiunto una motivazione personale: una sorta di vendetta per le sofferenze di alcuni suoi parenti che non hanno potuto curarsi in modo adeguato. Probabilmente parla di sé stesso.

    Non viene di certo da una famiglia povera: nonno immobiliarista con un patrimonio sterminato fatto di country club, stazioni radio e una catena di case di riposo per anziani, una delle quali di proprietà del padre di Luigi che, ancora sedicenne, ha lavorato come volontario in una di queste strutture. A Baltimora Mangione ha frequentato il Gilman, un liceo d’eccellenza (retta di 40 mila dollari l’anno) diplomandosi come primo della classe e pronunciando alla fine un discorso pubblico pieno di elogi per una scuola che gli aveva dato «un coraggio incredibile per andare a esplorare orizzonti sconosciuti».

    Poi anche la laurea in un’accademia d’eccellenza: la University of Pennsylvania, un ateneo della “Ivy League”, e le prime esperienze lavorative da ingegnere. Ricordato da tutti gli amici come una persona aperta, socievole, abituata a ragionare andando in profondità. Promotore di book club, attivo sulle reti sociali dove ha commentato 300 libri che ha letto o che intendeva leggere.

    Ma tutto cambia sei mesi fa, quando Luigi sparisce improvvisamente dalle reti sociali e non si fa più vivo nemmeno con la sua famiglia e con gli amici. Una svolta misteriosa, sicuramente legata al suo avvicinarsi alla filosofia del terrorista anarchico Unabomber del quale fa un elogio a gennaio commentando sul sito Goodreads un suo vecchio manifesto ideologico.

    C’è forse un fatto traumatico, un trauma fisico, a contribuire alla trasformazione di uno studente solare in un giustiziere di manager della sanità. Luigi soffre fin dall’infanzia per uno slittamento di alcune vertebre.

    Nonostante questo, si allena su pareti di roccia artificiale in palestra mentre a Honolulu va a scuola di windsurf. Cade, batte la schiena, la sua patologia si aggrava. L’anno scorso si opera alla colonna. Agli amici che chiedono com’è andata risponde che è una storia lunga. A qualcuno manda immagini di raggi x nei quali si vede la colonna rimessa in asse anche con l’uso di chiodi e protesi. All’inizio dice di sentirsi spesso intorpidito, impossibilitato a condurre una vita sociale normale, ad avere relazioni. Poi sparisce. Incupito? Sofferente? Sviluppa dipendenze da antidolorifici oppiacei che alterano la sua personalità? Al magistrato del primo interrogatorio ha detto di non avere problemi di droga né di salute mentale.

    La cattura ha fatto definitivamente cadere le teorie di chi aveva pensato a un killer, magari pagato da altri manager della sanità: United HealthCare è sotto indagine e pare che Thomson, indagato anche lui, avesse iniziato a collaborare con le autorità. Svanito il mistero dell’arma non trovata, nemmeno dopo aver perlustrato i fondali dei laghi di Central Park. Cancellato il rebus dello zaino rinvenuto nel parco, pieno di banconote del gioco di Monopoli. Rimane da capire come mai Mangione sapeva a che ora e da quale ingresso laterale Thompson sarebbe entrato all’Hilton.

    ​CorSera

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  • Ponno
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    Originariamente Scritto da LARRY SCOTT2 Visualizza Messaggio

    Forse ha ragione Sean, il sangue versato da Mishima sta di fatto attecchendo fuori dai boomers. Al contrario di qui che è sempre pegio man mano che scendono le generazioni.

    ''L'Imperatore ha perduto l'immortalità, non è più Dio ci hanno detto, così sarà ...
    ... aspettando di nuovo il Sole, c'è chi attenderà!''
    Domenica di inizio settembre, in una cittadina della prefettura di Akita.
    Il sole splende e ci sono 32 gradi: ma bisogna danzare dal mattino alle 11 fino a notte. I carri devono sfidarsi, il riso e il raccolto vanno benedetti, e bisogna suonare e ringraziare la natura, la gente, gli dei.

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  • Sean
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    Originariamente Scritto da LARRY SCOTT2 Visualizza Messaggio

    Tantissime Mass, persino tra la cerchia del Politburo putiniano e gli ''ologarchi'' ci sono molte famiglie miste, molte più di quante si possano immaginare.

    A parte questo, per la prima volta nella Storia aver contribuito in gran parte alla forza di invasione ha cementato nelle minoranze storiche interne una certa fedeltà al governo moscovita.

    Molti morti delle prime ondate ( e recenti) appartengono a loro:



    ^
    a vederli, eredi diretti di Gengis Khan, chi direbbe che sono soggetti della Federazione Russa? Eppure ... paradossalmente la Russia ha un multiculturalismo vero e funzionante, a differenza del nostro artificioso.
    E' appunto per quello che la Russia è una nazione-impero, perchè racchiude in sè due continenti e una teorie di razze e culture differenti, dove il punto di sintesi, attenzione, non è l'accento sul nazionalismo (quale? sarebbe impossibile trovarne uno, dato che parliamo di razze addirittura agli antipodi, dunque di culture, lingue e religioni diversissime tra loro) ma sulla comune idea che si è tutti comunque parte di un unico "impero", cioè ci si rapporta ad un centro comune, del quale le differenze etniche e culturali e linguistiche e religiose sono i raggi che da lì, dal centro, si irradiano e che a quel centro tornano: è per questo che la Russia può, al tempo stesso, essere Europa ed essere Asia, essere cristiana ed essere musulmana...ciascuno nella sua nazione all'interno di una supernazione, per cui ci si trova ad essere generati dal ventre materno (la nazione che ti imprime il carattere etnico, culturale, religioso, identitario) che è diverso per ciascuna delle tante popolazioni che abitano la Russia, tante quante sono le nazioni/popoli che contiene, ma uniti dal principio paterno, che è per sua natura di ordine superiore, spirituale, impersonale: la figura del Pater altri non è che l'autorità ordinatrice: l'impero ha sempre una idealità solare, per questo tutti i popoli che vi appartengono si sentono parte, ad un livello supero, della stessa sostanza, pur se generati, sul piano terragno, materico, da ventri diversi, in certi casi anche opposti (europei ed asiatici tanto per dire).

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  • Sean
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    Originariamente Scritto da LARRY SCOTT2 Visualizza Messaggio
    Sean

    Non centra molto con le ultime pagine ma in realtà si ...


    ... ricordi / ricordate nel '95 quando le divisioni di Mladic, Karadzjc e Vukotic entrarono a Srebenica, come le truppe NATO ''difensori del migliore dei mondi possibili'' se la defilarono grossolanamente e codardamente, nemmeno troppo alla chetichella?

    Io avevo pochi anni ma ho sprazzi di quelle immagini in Tv e dei bestemmioni di mio nonno classe '24 ex PCI (quando esserlo aveva senso). Ricordo pefettamente olandesi e tedeschi telare c4g4ndosi in mano di fronte ai chetniks.
    Mi ricordo del massacro di Srebenica, certamente. A me fa venire in mente che etnie diverse possono coesistere solo se vi è un forte potere centrale (come da quelle parti poteva essere la dittatura comunista) che tenga tutto unito, altrimenti non si produce una osmosi dei differenti elementi ma il caos, quando non si arriva al vero e proprio odio etnico.

    A pochi chilometri da casa nostra, e nel cuore dell'Europa possiamo dire, in faccia alle truppe occidentali una guerra etnica e religiosa ferocissima.

    Nel mio intimo a volte fa capolino il pensiero che tutta questa immigrazione e mescolanza che sta inondando l'Europa, un domani porterà a catastrofi di quel grado, al collidere di queste diversità etnico-culturali-religiose, perchè quando dalle periferie le masse allogene verranno a bussare al centro; quando l'uomo bianco percepirà che sta perdendo la "sua" terra e la "sua" casa, e quando gli indigeni si troveranno assediati e circondati, che cosa accadrà?

    Dove e come si sfogherà il naturale istinto di appartenenza e di possesso (fin dall'infanzia ci viene naturale tenere per nostre le cose che ci appartengono, che ci vengono donate o che riceviamo per diritto: "questa è casa mia", "questo è il mio giocattolo") degli uomini che sentono (a ragione) di aver tirato su dalle fondamenta questa porzione di mondo che chiamiamo occidente, ed averla scalpellata a nostra immagine e somiglianza?

    Quando l'uomo bianco negli Stati Uniti diventerà minoranza rispetto agli afroamericani, ai latinos, che cosa accadrà? Andrà tutto bene? Se dovessi giocarmi un centesimo punterei sul no, a mio giudizio non andrà tutto bene.

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  • LARRY SCOTT2
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    Originariamente Scritto da SimoneBW Visualizza Messaggio

    Auspicata da chi? Dagli ermafrodi del forum?
    ahahaahha non solo.

    L'altra sera ho acceso rai 3, non l'avessi mai fatto

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  • SimoneBW
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    Originariamente Scritto da LARRY SCOTT2 Visualizza Messaggio
    Intanto il Partito Comunista Russo continua a crescere nei sondaggi. E questi non sono “comunisti con l’iPhone” come i nostrani ma eredi del PCUS e massimalisti adoratori dell’Atomo.


    Siamo sicuri che se e quando cadrà la testa dello Zar si avrà la “rivoluzione dei gessetti colorati” tanto auspicata qui?
    Auspicata da chi? Dagli ermafrodi del forum?

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  • LARRY SCOTT2
    replied
    Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio

    No non lo conosco. Leggo che è stato anche seminale per la fondazione della Accademia Russa a Roma. Vedrò senz'altro di approfondire la sua figura.

    Riguardo a quanto dici non posso che concordare: i legami con la Russia (non mi stupisce affatto che anche Brodskij amasse l'Italia) riguardano tutta l'Europa continentale, tutta quella che è cresciuta e si è sviluppata sotto all'ideale romano: giustamente citi la Prussia, l'Italia ovviamente, la Francia (dove forse al meglio si sono fusi, sotto alla civilizzazione di Roma, e vi hanno trovato splendida sintesi gli elementi latini, germanici e celtici) e ad Est fino alla Russia, dove Mosca si è percepita come "Terza Roma", e già questo ci dovrebbe dire tutto...e dovrebbe spiegare almeno in parte questo trasporto sentimentale di artisti, letterati e poeti russi verso l'Italia e Roma in particolare.

    Ci sono due tragedie in questa guerra: una è quella che riportava Larry circa lo scontro quasi fratricida tra due popoli se non fratelli ma certo cugini stretti, perchè in Russia chissà quante famiglie sono composte da madre ucraina e padre russo e viceversa...E l'altra tragedia è che questa guerra ha aumentato il vallo che divide l'Europa asservita agli USA dal suo polmone e scrigno naturale, cioè la Russia...perchè se è vero che questa guerra ha raggiunto lo scopo di infrangere l'unipolarismo e di dare il via ad un multipolarismo che rimette l'alterità al centro della scena (gli USA non sono i soli attori al mondo); se è vero che ha rimpicciolito la prosopopea occidentale, facendone spirare più forte i venti di crisi che lo percorrono ad ogni latitudine...è anche vero che al momento non ha prodotto quello strappo dalla catena USA che solo può rappresentare la risorgenza autentica del continente, saldandosi l'Europa con la Russia europea...perchè se nelle masse occidentali la critica all'occidente è ormai ai massimi livelli, le elite vanno ancora per i fatti loro (la Germania che è rimasta zitta e muta sul Nord Stream 2 ci fa capire che la spina dorsale è tutta da ricostruire da queste parti)...però per certi processi storici bisogna anche dare tempo al tempo, non è che schiocchi le dita e gli scenari cambiano dall'oggi al domani...ma se prima si era nel buio più pesto, adesso vedo almeno un lumicino...e questo è rappresentato dalla feroce critica che le politiche e le direzioni occidentali ormai ricevono dal ventre dell'occidente stesso, cioè dalla gente del popolo in sempre più paesi.

    La storia noi possiamo vedere quando si mette in moto, ma poi cosa andrà a produrre, cosa da questo moto ne uscirà lo sa solo Dio.
    Tantissime Mass, persino tra la cerchia del Politburo putiniano e gli ''ologarchi'' ci sono molte famiglie miste, molte più di quante si possano immaginare.

    A parte questo, per la prima volta nella Storia aver contribuito in gran parte alla forza di invasione ha cementato nelle minoranze storiche interne una certa fedeltà al governo moscovita.

    Molti morti delle prime ondate ( e recenti) appartengono a loro:

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    a vederli, eredi diretti di Gengis Khan, chi direbbe che sono soggetti della Federazione Russa? Eppure ... paradossalmente la Russia ha un multiculturalismo vero e funzionante, a differenza del nostro artificioso.

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  • Sean
    replied
    Originariamente Scritto da Ponno Visualizza Messaggio
    Comunque scollegato ma fino ad un certo punto, ho ascoltato la lezione di Barbero su Iosif Brodskij del 2022 che mi era totalmente sconosciuto e ho letto un po' qui e lì su di lui.
    Russo ebreo, scappato in America, nostalgico della sua Pietroburgo, amante dell'Italia tanto da decidere di essere seppellito a Venezia ed aver dedicato tante poesie a Roma. Se leggi un po', è davvero semplice notare quanto Prussia, Russia, Italia, persino la Francia hanno lo stesso motivo ideale, la stessa estetica, la stessa anima in fondo, nascosta dietro decine di sovrastrutture eppure che si mostra spesso nell'arte. Fa capolino qui e lì, o lo ha fatto finché l'arte non era solo capitalismo.

    Che errore scegliere oltre oceano, già Albione è lontana nel suo triste pragmatismo, ma l'America è l'antitesi di tutto quello che l'Europa era e sarebbe potuta essere.

    Sean lo conosci?
    No non lo conosco. Leggo che è stato anche seminale per la fondazione della Accademia Russa a Roma. Vedrò senz'altro di approfondire la sua figura.

    Riguardo a quanto dici non posso che concordare: i legami con la Russia (non mi stupisce affatto che anche Brodskij amasse l'Italia) riguardano tutta l'Europa continentale, tutta quella che è cresciuta e si è sviluppata sotto all'ideale romano: giustamente citi la Prussia, l'Italia ovviamente, la Francia (dove forse al meglio si sono fusi, sotto alla civilizzazione di Roma, e vi hanno trovato splendida sintesi gli elementi latini, germanici e celtici) e ad Est fino alla Russia, dove Mosca si è percepita come "Terza Roma", e già questo ci dovrebbe dire tutto...e dovrebbe spiegare almeno in parte questo trasporto sentimentale di artisti, letterati e poeti russi verso l'Italia e Roma in particolare.

    Ci sono due tragedie in questa guerra: una è quella che riportava Larry circa lo scontro quasi fratricida tra due popoli se non fratelli ma certo cugini stretti, perchè in Russia chissà quante famiglie sono composte da madre ucraina e padre russo e viceversa...E l'altra tragedia è che questa guerra ha aumentato il vallo che divide l'Europa asservita agli USA dal suo polmone e scrigno naturale, cioè la Russia...perchè se è vero che questa guerra ha raggiunto lo scopo di infrangere l'unipolarismo e di dare il via ad un multipolarismo che rimette l'alterità al centro della scena (gli USA non sono i soli attori al mondo); se è vero che ha rimpicciolito la prosopopea occidentale, facendone spirare più forte i venti di crisi che lo percorrono ad ogni latitudine...è anche vero che al momento non ha prodotto quello strappo dalla catena USA che solo può rappresentare la risorgenza autentica del continente, saldandosi l'Europa con la Russia europea...perchè se nelle masse occidentali la critica all'occidente è ormai ai massimi livelli, le elite vanno ancora per i fatti loro (la Germania che è rimasta zitta e muta sul Nord Stream 2 ci fa capire che la spina dorsale è tutta da ricostruire da queste parti)...però per certi processi storici bisogna anche dare tempo al tempo, non è che schiocchi le dita e gli scenari cambiano dall'oggi al domani...ma se prima si era nel buio più pesto, adesso vedo almeno un lumicino...e questo è rappresentato dalla feroce critica che le politiche e le direzioni occidentali ormai ricevono dal ventre dell'occidente stesso, cioè dalla gente del popolo in sempre più paesi.

    La storia noi possiamo vedere quando si mette in moto, ma poi cosa andrà a produrre, cosa da questo moto ne uscirà lo sa solo Dio.

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  • LARRY SCOTT2
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    Originariamente Scritto da Ponno Visualizza Messaggio

    L'anno scorso ho fatto 4 settimane tra Tokyo e Osaka (Nara, Kobe, Kyoto, e tanti altri stop). Quest' anno 5 settimane tra Sapporo e Tokyo in un Giappone molto meno turistico e piu vero. La cultura è diluita ha un non so che di nostalgico e muschiato eppure è palesemente viva. Nonostante un ethos che poco si sposa con l'aggressività del multiculturalismo forzato di oggi, nonostante il deserto americano, nonostante un capitalismo che ha ferito, ancora resiste ovunque, che sia un kimono o uno yukata, che sia una anziana che per sette mattine ho visto pulire la strada con la ramazza nel centro di Sapporo alle 8, che sia la veloce preghiera ad uno degli innumerevoli kami nonostante ci si professi atei.

    l'Asia è il futuro perché ancora guarda al passato, noi lo abbiamo sacrificato in cambio di arcobaleni e soldi, pochi e sporchi
    Forse ha ragione Sean, il sangue versato da Mishima sta di fatto attecchendo fuori dai boomers. Al contrario di qui che è sempre pegio man mano che scendono le generazioni.

    ''L'Imperatore ha perduto l'immortalità, non è più Dio ci hanno detto, così sarà ...
    ... aspettando di nuovo il Sole, c'è chi attenderà!''

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  • Ponno
    replied
    Originariamente Scritto da LARRY SCOTT2 Visualizza Messaggio

    Noi ormai siamo f*ttuti.

    Ma come dicevamo io e Sean pagine fa, anche alla luce degli zoomers giapponesi ultraconservatori (assurdo, soprattutto a Osaka e Kyoto più che a Tokyo in giro la sera era pieno di ventenni in abiti tradizionali Meji/Tokugawa, una roba ''anacronistica'' e quasi ridicola dal nostro punto di vista occidentale, ma non per loro ... li avrai visti anche tu se non ricordo male sei stato a Nara), solo noi siamo condannati senza possibilità di ritorno.

    Altri stanno reagendo ...
    L'anno scorso ho fatto 4 settimane tra Tokyo e Osaka (Nara, Kobe, Kyoto, e tanti altri stop). Quest' anno 5 settimane tra Sapporo e Tokyo in un Giappone molto meno turistico e piu vero. La cultura è diluita ha un non so che di nostalgico e muschiato eppure è palesemente viva. Nonostante un ethos che poco si sposa con l'aggressività del multiculturalismo forzato di oggi, nonostante il deserto americano, nonostante un capitalismo che ha ferito, ancora resiste ovunque, che sia un kimono o uno yukata, che sia una anziana che per sette mattine ho visto pulire la strada con la ramazza nel centro di Sapporo alle 8, che sia la veloce preghiera ad uno degli innumerevoli kami nonostante ci si professi atei.

    l'Asia è il futuro perché ancora guarda al passato, noi lo abbiamo sacrificato in cambio di arcobaleni e soldi, pochi e sporchi

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  • LARRY SCOTT2
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    Sean

    Non centra molto con le ultime pagine ma in realtà si ...


    ... ricordi / ricordate nel '95 quando le divisioni di Mladic, Karadzjc e Vukotic entrarono a Srebenica, come le truppe NATO ''difensori del migliore dei mondi possibili'' se la defilarono grossolanamente e codardamente, nemmeno troppo alla chetichella?

    Io avevo pochi anni ma ho sprazzi di quelle immagini in Tv e dei bestemmioni di mio nonno classe '24 ex PCI (quando esserlo aveva senso). Ricordo pefettamente olandesi e tedeschi telare c4g4ndosi in mano di fronte ai chetniks.
    Last edited by LARRY SCOTT2; 09-12-2024, 21:36:03.

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  • LARRY SCOTT2
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    Originariamente Scritto da Ponno Visualizza Messaggio
    Comunque scollegato ma fino ad un certo punto, ho ascoltato la lezione di Barbero su Iosif Brodskij del 2022 che mi era totalmente sconosciuto e ho letto un po' qui e lì su di lui.
    Russo ebreo, scappato in America, nostalgico della sua Pietroburgo, amante dell'Italia tanto da decidere di essere seppellito a Venezia ed aver dedicato tante poesie a Roma. Se leggi un po', è davvero semplice notare quanto Prussia, Russia, Italia, persino la Francia hanno lo stesso motivo ideale, la stessa estetica, la stessa anima in fondo, nascosta dietro decine di sovrastrutture eppure che si mostra spesso nell'arte. Fa capolino qui e lì, o lo ha fatto finché l'arte non era solo capitalismo.

    Che errore scegliere oltre oceano, già Albione è lontana nel suo triste pragmatismo, ma l'America è l'antitesi di tutto quello che l'Europa era e sarebbe potuta essere.

    Sean lo conosci?
    Noi ormai siamo f*ttuti.

    Ma come dicevamo io e Sean pagine fa, anche alla luce degli zoomers giapponesi ultraconservatori (assurdo, soprattutto a Osaka e Kyoto più che a Tokyo in giro la sera era pieno di ventenni in abiti tradizionali Meji/Tokugawa, una roba ''anacronistica'' e quasi ridicola dal nostro punto di vista occidentale, ma non per loro ... li avrai visti anche tu se non ricordo male sei stato a Nara), solo noi siamo condannati senza possibilità di ritorno.

    Altri stanno reagendo ...

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  • Ponno
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    Comunque scollegato ma fino ad un certo punto, ho ascoltato la lezione di Barbero su Iosif Brodskij del 2022 che mi era totalmente sconosciuto e ho letto un po' qui e lì su di lui.
    Russo ebreo, scappato in America, nostalgico della sua Pietroburgo, amante dell'Italia tanto da decidere di essere seppellito a Venezia ed aver dedicato tante poesie a Roma. Se leggi un po', è davvero semplice notare quanto Prussia, Russia, Italia, persino la Francia hanno lo stesso motivo ideale, la stessa estetica, la stessa anima in fondo, nascosta dietro decine di sovrastrutture eppure che si mostra spesso nell'arte. Fa capolino qui e lì, o lo ha fatto finché l'arte non era solo capitalismo.

    Che errore scegliere oltre oceano, già Albione è lontana nel suo triste pragmatismo, ma l'America è l'antitesi di tutto quello che l'Europa era e sarebbe potuta essere.

    Sean lo conosci?

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