Cronaca e politica estera [Equilibri mondiali] Thread unico.

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  • Sean
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    «Deny, defend, depose»: sui social Luigi Mangione è diventato l'eroe degli americani traditi dal sistema

    Dal «review bombing» alla sede di McDonald's dove è stato arrestato alle canzoni per celebrare il suo gesto, fino alle magliette e agli adesivi. Sui social abbondano gli elogi al killer del ceo di United Healthcare

    Una mattina gli americani si sono svegliati e hanno scoperto di essere dalla parte di un killer. Un uomo è stato ucciso, uno è stato arrestato e non si sa in quanti hanno già abbracciato un'ideologia che si riassume con un motto: «Deny, Defend, Depose», cioè «Nega, difendi, deponi». Tre parole che Luigi Mangione aveva inciso sulle pallottole con cui ha ucciso Brian Thompson, ceo dell'azienda di assicurazioni sanitarie United Healthcare.
    La massima è stata adottata da un numero crescente di americani che hanno visto nell'omicidio una vendetta per le vessazioni della compagnia che, secondo i suoi clienti, troppo spesso ha rifiutato le coperture sanitarie per interventi ordinari e straordinari. Tanto che online l'assassino, di cui per giorni non si è conosciuta l'identità e che è stato arrestato lunedì, è stato soprannominato «The Adjuster», cioè il regolatore.

    La reazione sui social

    «Dov'è la compassione per la famiglia del ceo?», è il testo che compare su un video dove una giovane madre dapprima mima il gesto di un pianto infantile, poi si mette a ballare in giardino mentre racconta la sua lotta quotidiana per fare curare il figlio di quattro anni affetto da una malattia rara. «Non tutto quello che è necessario per vivere si qualifica come "necessario dal punto di vista medico"». E così si capisce (anche se non si giustifica) il senso della didascalia al video: «Ho la stessa pietà per la sua famiglia che queste aziende hanno avuto per la mia». Di storie come questa ce ne sono tante e stanno emergendo tutte con hashtag collegati all'assassinio, dalla ragazza che dice di avere rischiato la vita per una semplice polmonite alle infermiere che raccontano di pazienti a cui sono stati negati i trattamenti proprio dalle compagnie assicurative.

    ​Per molti è quasi un eroe da difendere. In tanti, prima che venisse arrestato, scherzando hanno detto sui social che non lo avrebbero mai consegnato alla polizia. E per lui sono state composte nuove canzoni («Trarranno profitto dalla malattia del popolo fino a quando il popolo non la farà cessare», recita una) e al quale sono stati dedicati vecchi brani come Criminal di Britney Spears («Mamma, sono innamorata di un criminale / E questo tipo di amore non è razionale, è fisico»). Sullo schermo compare un'illustrazione di Mangione basata sulla foto segnaletica diffusa prima della sua cattura. Una foto che è entrata nell'immaginario di un criminale gentile di cui innamorarsi, come testimoniano altri video che circolano online.​

    Libri, magliette e tatuaggi

    Al centro c'è sempre lei, la frase-simbolo che riassume il sostegno degli americani feriti e traditi dal sistema. C'è chi si è già fatto il tatuaggio. I tre bossoli con le parole scolpite in caratteri gotici. Ma «Deny, defend, depose» è diventato non solo qualcosa da incidere sulla pelle, ma anche qualcosa da vendere, quasi un modo per celebrare un'idea che accomuna tanti americani che hanno subito un torto da parte delle compagnie assicurative.
    A partire da Amazon, dove sono stati già pubblicati libri a tema. «Robin Hoodie è un eBook scritto in poesie liriche ispirate a un eroe del popolo», recita la descrizione di un libro caricato nel giorno dell'arresto di Mangione. Come titolo, proprio il motto diventato virale. Lo stesso che condivide anche con un eBook in vendita online. Il nome dell'autore: il popolo americano. «Questo slogan riflette le azioni che devono essere intraprese per rompere la presa che il capitalismo ha sulla società», si legge nella prima pagina del testo dedicato al killer di Brian Thompson.
    «Deny, defend, depose» è anche una tazza, maglietta, un adesivo per il computer, una spilla, numerose magliette con su incise illustrazioni dell'eroe del popolo.

    Le recensioni su Google Maps

    Una causa così sentita che alcuni utenti hanno deciso di attaccare un simbolo americano, le doppie arcate dorate su sfondo rosso di McDonald's. O meglio una sede specifica, quella nel centro di Altoona, in Pennsylvania, dove è stato arrestato Luigi Mangione.
    In inglese è chiamato «review bombing», bombardamento di recensioni. Gli utenti sono arrivati in massa per assegnare una stella al fast food dove l'eroe del popolo è stato arrestato. Google è corsa subito ai ripari, dicendo che le recensioni «dovrebbero riflettere la vera esperienza in un negozio». E rimuovendo, così, le recensioni negative che si sono accumulate nelle ore dopo l'arresto. «Questo posto ha topi in cucina che ti faranno stare male e la tua assicurazione non coprirà le spese», si leggeva in una di queste prima che venisse rimossa. E non mancano le accuse nei confronti dei dipendenti di quel McDonald's: «Hanno fatto la spia». Un peccato imperdonabile.

    L'elogio a Unabomber

    Non si può sapere cosa rimarrà di quest'ondata di solidarietà nei confronti del killer. Forse il popolo di Internet si dimenticherà presto di quello che è stato eletto come eroe del popolo. Forse non si potrà chiudere il vaso di Pandora fatto di racconti dolorosi, cari e familiari a cui sono state negate le cure, anestesie mai rimborsate. Forse è stata aperta una porta a vecchie ma al tempo stesso nuove idee, quelle del matematico e terrorista americano Ted Kaczynski, noto anche come Unabomber, che negli anni Novanta aveva terrorizzato gli Stati Uniti con i suoi attacchi. «Quando tutte le altre forme di comunicazione falliscono, la violenza è necessaria per sopravvivere», aveva scritto Mangione in una recensione del manifesto di Unabomber (conosciuto anche come «La società industriale e il suo futuro»). «I suoi metodi possono non piacervi, ma per vedere le cose dal suo punto di vista, non si tratta di terrorismo, ma di guerra e rivoluzione».

    Una posizione che potrebbe spiegare il suo gesto e che non arriva da sola. Il manifesto di Kaczynski è un testo fondamentale in nicchie estremiste non troppo nascoste su Internet, dove le sue parole vengono prese come uno stile di vita e un fondamento ideologico. Per contrastare il fenomeno, alcune piattaforme hanno deciso di bandire il nome intero del terrorista. Per affondare le mani nel sottobosco del Web, dove non mancano i video che elogiano le azioni di Unabomber, però, basta pochissima fantasia. Quella che potrebbe bastare a chi volesse seguire le orme di Luigi Mangione.

    https://www.corriere.it/tecnologia/2...tml?refresh_ce

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  • zuse
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    Originariamente Scritto da SimoneBW Visualizza Messaggio

    In ogni caso, uscendo dalle grandi città, anche da noi qualcosina è rimasta. Il problema è che non sappiamo quanto ancora certe tradizioni verranno portate avanti.
    Esatto. Ci sono molte realtà anche nel nostro paese. Però hanno più carattere regionale se non addirittura di paesello

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  • zuse
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    Originariamente Scritto da MarcoT Visualizza Messaggio
    Ingegnere, appassionato di arrampicata

    Agi e stipendio ok ma una vita pieno di fig4 non ci giurerei
    Ingegnere in USA, non in Italia bro'

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  • SimoneBW
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    Originariamente Scritto da Ponno Visualizza Messaggio

    Domenica di inizio settembre, in una cittadina della prefettura di Akita.
    Il sole splende e ci sono 32 gradi: ma bisogna danzare dal mattino alle 11 fino a notte. I carri devono sfidarsi, il riso e il raccolto vanno benedetti, e bisogna suonare e ringraziare la natura, la gente, gli dei.

    In ogni caso, uscendo dalle grandi città, anche da noi qualcosina è rimasta. Il problema è che non sappiamo quanto ancora certe tradizioni verranno portate avanti.

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  • MarcoT
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    Ingegnere, appassionato di arrampicata

    Agi e stipendio ok ma una vita pieno di fig4 non ci giurerei

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  • zuse
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    Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
    Luigi Mangione, chi è il killer di Brian Thompson: la famiglia, la casa alle Hawaii, il modello Unabomber, la svolta misteriosa sei mesi fa

    Luigi Mangione, accusato dell'omicidio di Brian Thompson, Ceo di United HealthCare: le scuole d'eccellenza, l'operazione alla schiena, la lotta al capitalismo

    La prima cosa che fa un killer in fuga è librarsi di ogni indizio che lo lega all’omicidio. Luigi Mangione, arrestato ieri dalla polizia in un McDonald’s di Altoona in Pennsylvania, a 400 chilometri dall’Hilton di New York dove mercoledì scorso ha ucciso il capo di United HealthCare, Brian Thompson, portava, invece, con sé la pistola e il silenziatore usati per commettere il delitto, documenti falsi con 4 nomi diversi, compreso quello usato per registrarsi nell’ostello nel quale ha dormito prima di uccidere e anche un manifesto politico anticapitalista nel quale rivendica il suo atto violento: «Mi scuso per i traumi creati ma andava fatto, bisognava eliminare questo parassita…».

    Non era un killer professionista ma un estremista politicamente motivato, un ingegnere con un curriculum scolastico d’eccellenza, l’assassino di Thompson. Un grande amore per la tecnologia: forse anche per questo ha colpito la sua vittima con un’arma realizzata con una stampante 3D. Non ha provato a fuggire all’estero come sarebbe stato ragionevole, vista la caccia all’uomo scatenata dal suo crimine.

    Sembra quasi che questo 26enne di origine italiana nato in Maryland, laureato all’Università di Pennsylvania, fino al 2023 ingegnere della TrueCar, azienda di Santa Monica, in California, che vende auto online e che in precedenza aveva trascorso un semestre di smart working a Honolulu, nelle Hawaii, desse per scontato che prima o poi lo avrebbero preso e ha preparato la sua difesa.

    Dopo la cattura, sono subito emersi indizi schiaccianti. Il sindaco di New York, Eric Adams, e Jessica Tisch, capo della NYPD, la polizia della città, hanno convocato una conferenza stampa per annunciare la cattura prima ancora dell’arrivo dei loro detective ad Altoona. Poi sono bastate poche verifiche per confermare che Mangione è l’assassino di Thompson: in serata è stato incriminato dal tribunale della Blair County (dove è già comparso davanti al giudice) per la detenzione illegale di armi e documenti falsi e per aver dato una falsa identità, mentre a New York il district attorney di Manhattan lo ha incriminato per omicidio ed ha avviato la procedura per l’estradizione dalla Pennsylvania.

    Mangione nel manifesto che aveva con sé si è preoccupato di chiarire che non ha complici: «Ho agito da solo». Quanto alle motivazioni, ne ha data una politica generale, relativa alla sua ostilità nei confronti delle iniquità del sistema capitalistico che risultano particolarmente estreme e con le conseguenze sociali più gravi nel mondo della sanità privata. A questa ha aggiunto una motivazione personale: una sorta di vendetta per le sofferenze di alcuni suoi parenti che non hanno potuto curarsi in modo adeguato. Probabilmente parla di sé stesso.

    Non viene di certo da una famiglia povera: nonno immobiliarista con un patrimonio sterminato fatto di country club, stazioni radio e una catena di case di riposo per anziani, una delle quali di proprietà del padre di Luigi che, ancora sedicenne, ha lavorato come volontario in una di queste strutture. A Baltimora Mangione ha frequentato il Gilman, un liceo d’eccellenza (retta di 40 mila dollari l’anno) diplomandosi come primo della classe e pronunciando alla fine un discorso pubblico pieno di elogi per una scuola che gli aveva dato «un coraggio incredibile per andare a esplorare orizzonti sconosciuti».

    Poi anche la laurea in un’accademia d’eccellenza: la University of Pennsylvania, un ateneo della “Ivy League”, e le prime esperienze lavorative da ingegnere. Ricordato da tutti gli amici come una persona aperta, socievole, abituata a ragionare andando in profondità. Promotore di book club, attivo sulle reti sociali dove ha commentato 300 libri che ha letto o che intendeva leggere.

    Ma tutto cambia sei mesi fa, quando Luigi sparisce improvvisamente dalle reti sociali e non si fa più vivo nemmeno con la sua famiglia e con gli amici. Una svolta misteriosa, sicuramente legata al suo avvicinarsi alla filosofia del terrorista anarchico Unabomber del quale fa un elogio a gennaio commentando sul sito Goodreads un suo vecchio manifesto ideologico.

    C’è forse un fatto traumatico, un trauma fisico, a contribuire alla trasformazione di uno studente solare in un giustiziere di manager della sanità. Luigi soffre fin dall’infanzia per uno slittamento di alcune vertebre.

    Nonostante questo, si allena su pareti di roccia artificiale in palestra mentre a Honolulu va a scuola di windsurf. Cade, batte la schiena, la sua patologia si aggrava. L’anno scorso si opera alla colonna. Agli amici che chiedono com’è andata risponde che è una storia lunga. A qualcuno manda immagini di raggi x nei quali si vede la colonna rimessa in asse anche con l’uso di chiodi e protesi. All’inizio dice di sentirsi spesso intorpidito, impossibilitato a condurre una vita sociale normale, ad avere relazioni. Poi sparisce. Incupito? Sofferente? Sviluppa dipendenze da antidolorifici oppiacei che alterano la sua personalità? Al magistrato del primo interrogatorio ha detto di non avere problemi di droga né di salute mentale.

    La cattura ha fatto definitivamente cadere le teorie di chi aveva pensato a un killer, magari pagato da altri manager della sanità: United HealthCare è sotto indagine e pare che Thomson, indagato anche lui, avesse iniziato a collaborare con le autorità. Svanito il mistero dell’arma non trovata, nemmeno dopo aver perlustrato i fondali dei laghi di Central Park. Cancellato il rebus dello zaino rinvenuto nel parco, pieno di banconote del gioco di Monopoli. Rimane da capire come mai Mangione sapeva a che ora e da quale ingresso laterale Thompson sarebbe entrato all’Hilton.

    CorSera
    Un ragazzo brillante, sveglio, di buona famiglia, bella presenza.

    Poteva tranquillamente trascorrere una vita di agi, figа, stipendio importante e soddisfazioni personali. Invece ha sacrificato tutto per un gesto rivoluzionario anti sistema.

    Diventerà per la sottocultura popolare un eroe
    Last edited by zuse; 10-12-2024, 14:33:32.

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  • KURTANGLE
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    Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio

    Una cosa bella certa e chiara c'è: Israele, non pago di aver scatenato le sue forze apocalittiche su Gaza e la Palestina e sul Libano, ha iniziato ad occupare (derubare, la natura è quella dei ladri predatori) il Golan siriano...tra l'altro fregandosene pure delle dichiarazioni USA al riguardo:

    cioè ma cos'è una barzelletta, una commedia delle parti, una presa in giro dove la considerazione che si ha dell'opinione pubblica è quella di un branco di imbecilli?

    Gli USA che cercano di mettere una toppa maldestra all'ennesima ruberia sionista, all'ennesima azione criminale sionista, assicurando che l'occupazione sarà temporanea, e i sionisti che invece, da impuniti quali sono, affermano senza problemi che il Golan è loro e loro lo rimarrà "per sempre": ci rendiamo conto di che sceneggiate vanno in onda ormai?

    Ma gli americani contano ancora qualcosa? No perchè, voglio dire, ormai mi pare che non se li fila più nessuno su questo pianeta, a parte quei quattro gatti spelacchiati degli europei chiaramente.

    mi chiedo se Net si riferisca alla parte di alture che occupano dal 67 (che hanno un altissima importanza strategica-militare) o al pezzo che hanno invaso pochi giorni fa.

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  • X3me
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    Israele, l’arrivo di Netanyahu in tribunale per processo per corruzione

    10 Dicembre 2024

    A quasi cinque anni dall’inizio del processo per corruzione a suo carico, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è arrivato in tribunale per essere sentito in qualità di imputato e rispondere alle domande sulle accuse penali che gli vengono contestate. Per motivi di sicurezza, le udienze del processo, che riguarda tre diversi presunti casi di corruzione, si svolgono in una sala sotterranea del tribunale distrettuale di Tel Aviv-Jaffa, poiché il tribunale distrettuale di Gerusalemme non dispone di misure di sicurezza adeguate. I ministri e fedelissimi di Netanyahu Miri Regev, Shlomo Karhi e Itamar Ben Gvir sono arrivati in tribunale per offrire il loro sostegno al primo ministro. Anche il presidente della Knesset e parlamentare del Likud Amir Ohana, così come i parlamentari del Likud Avichay Boaron, Osnat Mark e Tali Gotliv sono presenti per offrire il loro sostegno pubblico a Netanyahu.

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  • Sean
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    Originariamente Scritto da Barone Bizzio Visualizza Messaggio
    Affari vostri che li leggete, comunque

    Ad ogni modo ho letto che Al-Jolani ha dichiarato che vuole aiutare la causa dei Palestinesi. Io del mosaico siriano non ci sto capendo nulla
    Una cosa bella certa e chiara c'è: Israele, non pago di aver scatenato le sue forze apocalittiche su Gaza e la Palestina e sul Libano, ha iniziato ad occupare (derubare, la natura è quella dei ladri predatori) il Golan siriano...tra l'altro fregandosene pure delle dichiarazioni USA al riguardo:


    Gli Usa: l’incursione israeliana in Siria deve essere temporanea
    "Israele ha detto che l'incursione in territorio siriano è temporanea e così deve essere". Lo ha detto il portavoce del dipartimento di Stato americano Matthew Miller.

    Gli Usa: l’incursione di Israele nel Golan deve essere temporanea, è per difendere i confini
    L'incursione di Israele in Siria oltre le alture del Golan, dopo il rovesciamento di Bashar al-Assad, deve essere solo "temporanea". A dichiararlo è stato il portavoce del Dipartimento di Stato americano Matthew Miller. "Si tratta di un'azione temporanea che hanno intrapreso in risposta alla mossa dell'esercito siriano che si è ritirato da quell'area. Ora, ciò che vogliamo vedere, in ultima analisi, è che l'accordo" (del 1974) "sia pienamente rispettato, e vigileremo affinché Israele lo faccia", ha dichiarato ai giornalisti. "Israele ha dichiarato che queste azioni sono temporanee per fatte per difendere i propri confini. Non si tratta di azioni permanenti e quindi, in ultima analisi, ciò che vogliamo vedere è un rapporto di stabilità duratura tra Israele e Siria, e ciò significa che sosteniamo tutte le parti a rispettare l'accordo di disimpegno del 1974", ha dichiarato Miller.

    Netanyahu: le alture del Golan per sempre parte integrante di Israele
    «Le alture del Golan rimarranno per sempre parte integrante di Israele». Lo ha dichiarato in conferenza stampa il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, citato dai media, in merito agli sviluppi in Siria. «Oggi tutti comprendono la grande importanza della nostra presenza sulle alture del Golan e non ai piedi delle alture del Golan», ha affermato Netanyahu.


    cioè ma cos'è una barzelletta, una commedia delle parti, una presa in giro dove la considerazione che si ha dell'opinione pubblica è quella di un branco di imbecilli?

    Gli USA che cercano di mettere una toppa maldestra all'ennesima ruberia sionista, all'ennesima azione criminale sionista, assicurando che l'occupazione sarà temporanea, e i sionisti che invece, da impuniti quali sono, affermano senza problemi che il Golan è loro e loro lo rimarrà "per sempre": ci rendiamo conto di che sceneggiate vanno in onda ormai?

    Ma gli americani contano ancora qualcosa? No perchè, voglio dire, ormai mi pare che non se li fila più nessuno su questo pianeta, a parte quei quattro gatti spelacchiati degli europei chiaramente.

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  • Barone Bizzio
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    Affari vostri che li leggete, comunque

    Ad ogni modo ho letto che Al-Jolani ha dichiarato che vuole aiutare la causa dei Palestinesi. Io del mosaico siriano non ci sto capendo nulla

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  • Sean
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    Originariamente Scritto da M K K Visualizza Messaggio
    Il livello dei giornaletti italiani e'in caduta libera da anni
    E pure le vendite:

    REPUBBLICA vendeva al dicembre 2022 le sue 132.489 copie che nel giugno 2024 scendevano a 107.901. Il CORRIERE DELLA SERA vendeva al dicembre 2022 le sue 255.570 copie, scese a 211.612 nel giugno 2024. LA STAMPA vendeva al dicembre 2022 le sue 93.006 copie: a giugno 2024 erano diventate 67.473.
    (Fonte: ADS dicembre 2023/giugno 2024)

    LA STAMPA web da 10.898 copie digitali del maggio 2024, ne ha perse - nel solo arco di un mese! - quasi 4.500 scendendo a 6.329 copie del giugno 2024.
    Peggio è andata a REPUBBLICA che nel solo mese maggio-giugno di quest'anno da 36.975 copie digitali è sceso a 20.805 ovvero più di 16.000 copie...in meno. E che dire del CORRIERE DELLA SERA? Ha addirittura dimezzato: da 83.489 a 46.228 copie digitali sempre nello stesso mese maggio-giugno 2024.​

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  • M K K
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    Il livello dei giornaletti italiani e'in caduta libera da anni

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  • Ponno
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    Repubblica ha titolato qualcosa come Chi è Al Jolani, convertito sulla via di Damasco.
    Come si fa ad essere così idioti è un mistero

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  • Sean
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    Originariamente Scritto da fede79 Visualizza Messaggio
    Giorno secondo della nuova Siria di
    Davide Rossi
    Si leggono e si sentono dichiarazioni e affermazioni perentorie, analisi definitive e presuntamente inconfutabili. Per mia parte vedo solo molta confusione e incertezza, tuttavia credo che valga la pena riflettere sui fatti, ben sapendo che qualche considerazione più precisa e solida sul futuro della Siria si potrà elaborare solo nello scorrere dei giorni, forse dei mesi. In poche ore, nel corso di nemmeno una settimana, uno stato cinquantennale è venuto meno: i media occidentali lo tratteggiano come una vituperabile satrapia, i commentatori più prossimi ne piangono la scomparsa.
    Quando un regime crolla repentinamente è perchè da tempo è diventato un fusto vuoto. L'esempio del Fascismo in Italia, che pur per 20 anni ha imbevuto di sè lo Stato e il popolo, godendo anche di favori straordinari da parte della gente (negli anni '30, quelli del massimo consenso per il Duce, era difficile trovare qualcuno che in Italia non fosse contento del regime e di Mussolini e di come andavano le cose), ebbene quel Fascismo e tutto intero lo Stato fascista sono crollati in una notte...ma perchè la guerra lo aveva eroso, il popolo era stanco, ormai nessuno ci "credeva" più...ma potremmo fare anche l'esempio del comunismo reale, sparito dall'Europa dalla sera alla mattina possiamo dire...per cui che un regime od un sistema crolli su se stesso senza quasi colpo ferire non dovrebbe stupire l'estensore dell'articolo.

    In Siria una sorta di guerra civile era in atto da oltre un decennio, e la Siria era diventata una terreno di scontro per una serie di potenze con interessi e fini propri che hanno alimentato e foraggiato questa o quella parte: la Turchia, la Russia, l'Iran, gli USA, lo stesso Israele...Assad ormai era un fantasma tenuto in vita da russi ed iraniani: una volta venute meno quelle stampelle, il regime si è dissolto - la cosa buona in questo caso è che non è servita una guerra all'ultimo sangue: lo stesso Assad mi pare non sia rimasto arroccato in una sorta di delirio resistenziale ma abbia preso atto che l'ora era scoccata e tolto il disturbo, perchè evidentemente, senza soccorso di altre potenze, ormai non manovrava più nemmeno i camerieri di casa sua.

    Che cosa accadrà, la mia l'ho detta ieri: Siria che diventerà una sorta di torta dove ciascuno si prenderà la sua fetta: la Turchia le zone che con essa confinano; i curdi; Sion che ha già occupato il Golan e, secondo Netanyahu "le alture del Golan saranno nostre per sempre"; e infine Al-Jolani che è a Damasco e che si vedrà che sorta di stato metterà in piedi...senza dimenticare i vari clan, anche di stampo fondamentalista, che scorazzano da tempo in Siria e dove magari ciascuno impianterà un suo piccolo "califfato".

    Per questo trovo azzardato affermare che "questa transizione non altererà la collocazione internazionale della Siria"...perchè intanto una Siria non c'è più ma ci sono tante Siria in questo momento...e poi perchè bisognerà capire di che pasta sarà fatto il nuovo regime di Al-Jolani: diventerà uno stato fondamentalista? Sarà uno stato "riformista"?

    Quando in Iran ci fu la rivoluzione contro il regime dello scià, filo-occidentale, corrotto fin nel midollo, ma, al pari di quello di Assad, "laico", il popolo richiamò dal suo esilio in Francia Khomeini, che fu accolto al ritorno in patria in maniera trionfale, come un liberatore: ebbene il risultato fu l'instaurazione di un regime islamico di stretta osservanza, con la Sharia come "costituzione"...e hai voglia se mutò la "collocazione" internazionale dell'Iran.

    Qua, oltre al fatto che la Siria è sostanzialmente smembrata in pezzi più o meno grandi, non si sa ancora che natura assumerà il regime di Al-Jolani. I siriani sperano in meglio, ma chi può metterci la mano sul fuoco? Se sei un islamista radicale, è secondo quei precetti, che infomano tutta la tua vita, quella politica compresa, è secondo quei precetti che pensi, che ti muovi, che agisci.

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  • fede79
    replied
    Giorno secondo della nuova Siria di
    Davide Rossi
    Si leggono e si sentono dichiarazioni e affermazioni perentorie, analisi definitive e presuntamente inconfutabili. Per mia parte vedo solo molta confusione e incertezza, tuttavia credo che valga la pena riflettere sui fatti, ben sapendo che qualche considerazione più precisa e solida sul futuro della Siria si potrà elaborare solo nello scorrere dei giorni, forse dei mesi. In poche ore, nel corso di nemmeno una settimana, uno stato cinquantennale è venuto meno: i media occidentali lo tratteggiano come una vituperabile satrapia, i commentatori più prossimi ne piangono la scomparsa.
    Purtroppo la storia, pur ammettendo il dolore per le altrui sofferenze, non accetta lacrime, ma obbliga ad analisi. Ai detrattori va ricordato ad esempio che la Siria socialista ha sempre offerto strumenti sociali e culturali considerevoli ai suoi cittadini, tanto che Angela Merkel ha accolto in Germania molti siriani, ben sapendo che rappresentano un personale qualificato e spesso laureato, al contrario di tanti giovani ad esempio egiziani a cui il regime mubarakiano ha negato per decenni l’istruzione.
    Agli estimatori della Siria socialista va ricordata la fragilità di una entità statuale che, soprattutto dopo l’aggressione del 2011 da parte degli islamisti manovrati da Washington e dopo le successive sanzioni, ha mostrato l’incapacità di ricomporre e difendere l’unità territoriale e la conseguente sovranità, si è trovata sempre più allo sbando, afflitta da funzionari spesso dediti al doppio e al triplo gioco e sovente alla corruzione, con difficoltà economiche capaci di produrre nella popolazione sconforto e minando la credibilità dello stato.
    Lunedì 2 dicembre 2024 gruppi armati, affiliati maggioritariamente al movimento islamico Hayat Tahir al-Sham, ovvero Organizzazione per la Liberazione del Levante, guidata da Abu Mohammad al-Jolani prendono Aleppo e la sera del 7 dicembre entrano a Damasco, dichiarando nelle ore successive la fine della Repubblica Araba di Siria.
    Che cosa è successo in una settimana? Difficile, anzi impossibile affermarlo con certezza. Tutte le informazioni che abbiamo ci inducono a realizzare una ricostruzione dei fatti che presumibilmente ci porta a provare a comprendere la situazione attuale.
    Ambienti atlantisti, legati a Washington, ad Israele, l’infido alleato del governo turco MHP - Partito del Movimento Nazionalista e l’opposizione anti – erdoganista (parte dei servizi segreti, gulenisti e atlantisti a vario titolo) spalleggia l’operazione dell’Organizzazione per la Liberazione del Levante.
    A quel punto russi e iraniani si consultano, dialogano con Assad e coinvolgono Erdogan in una riflessione che cerchi di trovare una soluzione.
    Di fatto a Doha in Qatar, nelle ore immediatamente successive all’ingresso ad Aleppo dell’Organizzazione per la Liberazione del Levante, Russia, Iran e Turchia addivengono alla conclusione che sia necessario patteggiare una transizione, non esistendo di fatto le possibilità sociali di consenso interno siriano e militari russo-iraniane per l’impegno su altri fronti, per una difesa della Repubblica Arabia di Siria.
    Russi e iraniani, nel quadro della collaborazione multipolare ed eurasiatica, chiedono a Erdogan di intervenire con i mezzi e gli strumenti a sua disposizione, diplomatici, di intelligence e militari per indirizzare il nuovo corso siriano.
    La nuova Siria, nelle intenzioni russo – iraniane e turche dovrebbe presumibilmente garantire la formazione di un nuovo governo che operi per il ripristino dell’unità nazionale possibilmente non federale, la fine delle enclavi più o meno grandi soggette a gruppi ideologici o a separatismi etnici e gli scontri in area curda lo stanno dimostrando, garantisca il rispetto di tutte le confessioni religiose e la loro libera espressione come il governo in formazione guidato da Mohammed al-Bashir pare operare, confermando la presenza russa presso la base navale di Tartus e quella aerea di Latakia, nonché garantendo il libero accesso per gli iraniani all’aeroporto di Damasco, per rifornire sotto ogni forma Hezbollah in Libano. L’ostilità israeliana e i bombardamenti dei siti militari siriani iniziati nella notte tra lunedì 9 dicembre e martedì 10 dicembre, nonché le dichiarazioni del governo siriano sulla necessità di liberare Gerusalemme, rivelano per molti aspetti come si possa ragionevolmente intendere di trovarsi davanti a una transizione che non dovrebbe alterare la collocazione internazionale della Siria.
    Certo è legittimo coltivare dubbi sulla tenuta di un simile accordo, anche in ragione delle simpatie e delle collaborazioni messe in atto negli anni passati dai futuri governanti siriani. Tuttavia è credibile supporre che le circostanze abbiano indotto il campo multipolare a operare per una transizione, di fatto meno cruenta possibile.
    Stracciarsi le vesti per la fine di una pur gloriosa esperienza, quale quella arabo – socialista, tragicamente esauritasi, e al contempo dall’altra parte esaltare il nuovo governo o definirlo aprioristicamente nefasto, sono tutti atteggiamenti privi di senso della realtà, la quale, in modo stringente, ha costretto il popolo siriano, a fronte di molti errori compiuti negli ultimi anni dal governo di Assad, a voltare pagina.

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