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Cronaca e politica estera [Equilibri mondiali] Thread unico.
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Ogni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.Originariamente Scritto da Bob TerwilligerDi solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.
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Intervista de Il Giornale ad Alexsandr Dugin, filosofo e politilogo russo che i media accostano (non si sa con quale grado di precisione) a Putin. In verità è ideologo attivo da anni, qui il suo nome è già spuntato fuori e sta in piedi da solo, nel senso che le cose che dice le va esprimendo da anni, al di là del reale o presunto rapporto diretto con Putin.
Sta di fatto che è utile per approfondire il pensiero del caposcuola di una corrente forse non secondaria in Russia e per conoscere le idee di un nome che, nelle analisi sulla Russia, fa spesso capolino:
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L'ideologo di Putin: "La Nato e gli Usa non entrino in campo o useremo l'atomica"
Il filosofo vicino al Cremlino difende l'attacco russo: "È un'azione militare, non un'invasione. Il presidente malato? Disinformazione, mai stato meglio"
Aleksandr Dugin è un filosofo e politologo russo che ha stretti legami con il Cremlino, considerato «l'ideologo di Putin» e descritto come un suo consigliere e ispiratore. Molto letto dai sovranisti, pubblicato in Italia dalla casa editrice AGA di Maurizio Murelli, è un pensatore non allineato che vede la Russia con occhi completamente diversi dai nostri. La sua è una voce scomoda - non esente da parzialità e propaganda - ma utile da ascoltare.
Dugin, Lei è a Mosca ora. Qual è la situazione lì?
«Tutto molto tranquillo. La popolazione appoggia completamente Putin. Non c'è una vera opposizione. E non tanto perché c'è una censura contro chi critica le operazioni militari in Ucraina, ma perché il popolo russo è davvero solidale con il Presidente. L'opinione pubblica qui ha ben chiari gli scopi di Putin ed è preparata perché comprende che la pressione della Nato conto le nostre frontiere è inaccettabile».
Sui giornali e in tv vediamo arresti e proteste a Mosca.
«Vivo nel centro di Mosca. Non c'è nessuno che protesta, a parte piccolissimi gruppi, o singoli individui, e neppure collegati tra loro. La percezione di una protesta interna è frutto della disinformazione dei media occidentali. Si prendono immagini di manifestazioni del passato, in contesti differenti, e si fanno passare per contestazioni».
Ha avuto modo di parlate con Putin di recente?
«Questa è una domanda personale, a cui non rispondo. Parlo di geopolitica, se vuole».
Cosa sta succedendo in Ucraina?
«Per capirlo occorre risalire alle cause e leggere la dissoluzione dell'Urss dentro un contesto non solo ideologico ma geopolitico. E se la geopolitica è la scienza che considera il mondo come il campo di battaglia tra potere marittimo e potere terrestre, in questo senso la fine dell'Urss è stata la vittoria del potere del mare e il crollo del potere della terra. Dopo il 1989 la Russia ha perso autorità sulle sue zone di controllo a favore dell'occidente e l'occidente ha acquistato influenza in questo vuoto, che era la conseguenza della debolezza del potere terrestre. Si è dissolto il patto di Varsavia e si è rafforzata la Nato».
E l'Ucraina è rimasta nel mezzo.
«Quando l'Ucraina si è separata dalla Russia ed è diventata indipendente a poco a poco si è avvicinata alla Nato, ma ha potuto farlo perché negli anni Novanta quella di Gorbaciov e poi di Eltsin era una Russia debole. Ma quando è tornata forte con Putin, la pressione permanente della Nato contro i nostri confini qualcosa che nessuno può negare non è stata più accettabile. Putin è diventato più forte e con una coscienza geopolitica più sviluppata e così gli equilibri sono cambiati. E si è risposto a una situazione intollerabile: prima in Georgia, poi in Crimea, poi nel Donbass, dove l'esercito ucraino era un pericolo costante: la popolazione veniva bombardata e i civili uccisi. Il resto è venuto da sé: l'appello della Russia a non far entrare l'Ucraina nell'area di influenza dell'Occidente è stato rifiutato, e così ecco la guerra».
È una invasione.
«È un'operazione militare. Putin ha spiegato molto bene gli scopi, che sono due. Primo: denazificare un Paese il cui governo ha non solo tollerato ma appoggiato i gruppi neonazisti per dare forza a una identità nazionalista ucraina basata sull'odio contro i russi. Una identità artificiale creata attraverso una ideologia che l'Occidente ha finto di non vedere perché odiare i russi è più importante che odiare i nazisti. Secondo: cambiare il regime politico a Kiev per fare ritornare l'Ucraina nella sfera politica, militare e strategica russa. Attenzione: l'operazione militare in corso non è una guerra contro la Nato. Ma una operazione per difendere una zona di interesse vitale per la Russia, la quale zona a lungo è stata indirettamente occupata dal potere occidentale durante un momento di debolezza di Mosca».
La guerra non sembra andare bene per Putin.
«Non credo proprio. Putin sapeva che l'Ucraina ha un grande esercito e che prendere il controllo di un Paese con 40 milioni di persone non sarebbe stato semplice. Ecco perché le operazioni sul campo si prolungano. Sconfiggere un esercito di 600mila soldati, che ha dalla propria parte l'appoggio e la propaganda di tutto l'Occidente non è facile. Nessuno qui credeva in una vittoria breve. Intanto la Russia però ha il controllo totale dei cieli. La guerra durerà ancora un mese, o più, ma l'esercito russo vincerà. Non c'è alcun elemento inaspettato in questa guerra per Putin».
Gli analisti dicono che Putin è malato, poco lucido, staccato dalla realtà.
«I modelli della disinformazione in casi del genere sono sempre gli stessi: far passare l'idea che un leader politico sgradito sia pazzo, malato, che non controlla più la situazione. Invece Putin è sano, lucido e molto forte. Mai stato meglio».
Lei nei suoi libri distingue un Putin lunare e un Putin solare. Cioè?
«Il Putin solare è il Putin della Grande Eurasia, il Putin patriota e sovranista, l'uomo che rompe con la postmodernità occidentale, contro la globalizzazione. Il Putin lunare è quello invece che scende a compromessi con l'Occidente, il WTO, Davos, l'élite liberale atlantista».
Quello di oggi, che Putin è?
«Iper-solare».
Tutti abbiamo paura dell'uso dell'atomica.
«Questo è l'unico vero problema, anche per noi. Tutto dipende dagli Stati Uniti. Se Washington si limita alle sanzioni, alle pressioni politiche e agli appoggi economici all'Ucraina, insomma se l'Occidente sosterrà indirettamente Kiev tutte azioni legittime non succederà nulla. Se però ci sarà un attacco diretto della Nato, allora la Russia risponderà con mezzi simmetrici. Se ci sentiremo minacciati sul nostro territorio, useremo le armi nucleari».
...ma di noi
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Dugin vale un Bernard Henry-Levy
Non capisco perchè dar spazio a questo Vermilinguo -perchè questo è. Anzi lo capisco, però dovrebbe esserci un limite a tutto - nel merito, è chiaro che sta mentendo sapendo di mentire, specialmente i due paragrafi centrali sul 'sta andando tutto bene' sono una negazione della realtà
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Originariamente Scritto da Barone Bizzio Visualizza MessaggioDugin vale un Bernard Henry-Levy
Non capisco perchè dar spazio a questo Vermilinguo -perchè questo è. Anzi lo capisco, però dovrebbe esserci un limite a tutto - nel merito, è chiaro che sta mentendo sapendo di mentire, specialmente i due paragrafi centrali sul 'sta andando tutto bene' sono una negazione della realtà
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Originariamente Scritto da Barone Bizzio Visualizza MessaggioDugin vale un Bernard Henry-Levy
Non capisco perchè dar spazio a questo Vermilinguo -perchè questo è. Anzi lo capisco, però dovrebbe esserci un limite a tutto - nel merito, è chiaro che sta mentendo sapendo di mentire, specialmente i due paragrafi centrali sul 'sta andando tutto bene' sono una negazione della realtà
Perchè serve per capire. In Russia potrebbe non essere il solo a farsi portatore dell'idea della "grande Russia" che "torna ai confini degli Zar". La sosteneva quella idea anche il professor Medvedev intervistato dal CorSera.
Leggere non vuol dire accettare. Significa informarsi. Sono più utili, per ricostruire un puzzle di moventi russi circa l'invasione, queste interviste che non le "analisi" dei media occidentali sul long covid di Putin, perchè se Putin vuol ricalcare davvero gli Zar (o se comunque c'è anche quello in quanto accade oggi) è bene andare ad indagare o informarsi su quella ideologia....ma di noi
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Eurasia miaaa, Eurasia in fioreOriginariamente Scritto da Alberto84Te lo dico io gratis che devi fare per crescere: devi spignere fino a cagarti in mano
Originariamente Scritto da debeChi è che è riuscito a trasformarti in un assassino mangiatore di vite altrui?Originariamente Scritto da ZbigniewKurt non sarebbe capace di distinguere, pur avendoli assaggiati entrambi, il formaggio dalla formaggia.
Un indecente crogiuolo di dislessia e malattie veneree.
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Se questa guerra ha, come credo, anche una componente ideologica, bisogna capire di che parliamo, in specie perchè se si creeranno (e si creeranno) due blocchi questi avranno impressi anche opposte visioni ideologiche, come un tempo il capitalismo liberista da una parte e il comunismo (reale) dall'altra.
In questo caso si avrà l'occidente col suo portato solito (il liberalismo e il progressismo e un ancor più spinto atlantismo) e dall'altra parte una Russia che si rivolgerà ancor più all'Asia e a tutti quei paesi che non amano quello che possiamo definire il modello occidentale o che tengono al riguardo una posizione ambigua.
Non potranno essere due blocchi solo divisi da un confronto-scontro di ordine economico. Ci sarà la politica, ci sarà l'ideologia dentro. C'è un mondo nuovo dopo questa guerra, opposte visioni, fratture ideologiche....ma di noi
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Al Congresso USA una senatrice democratica Amy Klobuchar chiede all'America di "fare di più"...ovvero inviare i jet: https://www.corriere.it/esteri/22_ma...7f9ccdda.shtml
Se è maggiormente comprensibile l'isteria delle masse, che si riuniscono sotto Downing Street per invocare la no-fly zone, incapaci di realizzare cosa questo significherebbe, quando a parlare di "fare di più" sono personaggi rivestiti di ruoli politici (il presidente polacco, la deputata del Congresso e sicuramente ci dimentichiamo qualcuno) la cosa assume i profili della gravità...non perchè poi si mandano davvero i jet (ci sono i governi ed i governanti a decidere, in America la Casa Bianca ed il Pentagono) ma perchè se è giustificabile la massa che, impressionata dalle immagini tragiche che arrivano dall'Ucraina si sfoga chiedendo misure radicali, questo è meno accettabile da chi dovrebbe conoscere bene che ogni intervento diretto in Ucraina sarebbe una dichiarazione di guerra alla Russia....ma di noi
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioPerchè serve per capire. In Russia potrebbe non essere il solo a farsi portatore dell'idea della "grande Russia" che "torna ai confini degli Zar". La sosteneva quella idea anche il professor Medvedev intervistato dal CorSera.
Leggere non vuol dire accettare. Significa informarsi. Sono più utili, per ricostruire un puzzle di moventi russi circa l'invasione, queste interviste che non le "analisi" dei media occidentali sul long covid di Putin, perchè se Putin vuol ricalcare davvero gli Zar (o se comunque c'è anche quello in quanto accade oggi) è bene andare ad indagare o informarsi su quella ideologia.
Chiarissimo questo punto. Volevo sottolineare che si trovano analisi simili anche non da parte di Dugin
Sostanzialmente quello che Dugin propugna è una sorta di etnonazionalismo, solo che non capisco come fa a far digerire l'euroasiatismo ai mediterranei o ai non-tedeschi, ecco
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Originariamente Scritto da Barone Bizzio Visualizza MessaggioChiarissimo questo punto. Volevo sottolineare che si trovano analisi simili anche non da parte di Dugin
Sostanzialmente quello che Dugin propugna è una sorta di etnonazionalismo, solo che non capisco come fa a far digerire l'euroasiatismo ai mediterranei o ai non-tedeschi, ecco
Personalmente vorrei capire quanto è diffuso e pregnante per i russi quel pensiero etnocentrico e di ritorno ad una dimensione di potenza...ovvero se Dugin predica in una chiesa vuota o se ci sono dei fedeli...perchè c'è chi potrebbe vedere nella azione di Putin un "agire per la grandezza della Russia": questo gli procaccerebbe favori...non solo tra il popolo ma tra la classe dirigente, la casta militare.
In quel senso l'auspicio occidentale di un rovesciamento interno (di Putin) verrebbe meno, se sono all'opera anche gruppi più o meno estesi che vedono nella guerra ucraina il primo atto di "liberazione e riedificazione" della Grande Madre Russia. Il collante ideologico è sempre stato, nelle crisi, importantissimo. Tiene uniti i pezzi.Last edited by Sean; 14-03-2022, 13:26:10....ma di noi
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Kiev: "Confronto è difficile, ma trattativa va avanti"
Ai colloqui in corso tra le delegazioni dell'Ucraina e della Russia le parti restano ferme sulle "loro specifiche posizioni. La comunicazione continua ad essere difficile. La ragione del disaccordo è che ci sono sistemi politici troppo diversi". Lo ha detto il consigliere dell'ufficio presidenziale ucraino Mikhail Podolyak su Telegram. La trattativa, comunque, aggiunge in un altro post su Twitter, "va avanti".
Repubblica...ma di noi
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C'è anzi chi chiede di fare di meno, come togliere agli ucraini le armi (cremaschi).
Giustamente crosetto gli ha risposto "allora andiamo tutti insieme, vestiti di rosa, in ucraina...ben visibili e bombardabili ..se putin continuerà, sarà III WW"
Silenzio...tutti bravi, dal salotto...
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Originariamente Scritto da The_Shadow Visualizza MessaggioC'è anzi chi chiede di fare di meno, come togliere agli ucraini le armi (cremaschi).
Giustamente crosetto gli ha risposto "allora andiamo tutti insieme, vestiti di rosa, in ucraina...ben visibili e bombardabili ..se putin continuerà, sarà III WW"
Silenzio...tutti bravi, dal salotto...
Io comprendo chi vorrebbe agire per fermare il massacro. Le immagini dei bambini (che hai richiamato prima in un tuo post) impressionano grandemente anche me. Impossibile restare impassibili di fronte alla tragedia degli innocenti, di donne, di uomini, di chi ha la casa devastata, di chi deve scappare oltre confine, delle famiglie separate, delle vite finite.
Fare quacosa oltre l'invio di armi (di difesa) o le sanzioni vorrebbe però significare il precipitare tutti in una apocalisse di grado infinitamente peggiore di quella che sta subendo l'Ucraina, una apocalisse definitiva per la gran parte del mondo.
Non mi voglio spingere a sostenere che Zelensky dovrebbe aprire le città agli assedianti (anche se nelle guerre è stato già fatto) o che dovrebbe accettare le condizioni russe (anche se per fermare le guerre è stato già fatto)...però mi spingo a dire che gli ucraini dovrebbero capire se questa resistenza è portatrice di uno sbocco reale e salvifico oppure no, è una resistenza senza speranza. In questo caso, se già adesso è tutto perduto, prolungare lo strazio non avrebbe senso.Last edited by Sean; 14-03-2022, 13:42:19....ma di noi
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