Originariamente Scritto da Barone Bizzio
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La mia tesi è che la cancel culture sia trasversale: si manifesta nel caso in cui (ma non sempre ovviamente) vengono toccati dei valori di un "gruppo" di persone (o semplicemente della maggioranza, ciò che è ritenuto assodato) attraverso idee o atteggiamenti, questo indipendentemente dal fatto che siano di destra/sinistra, progressisti/conservatori. Vuoi un esempio che in qualche modo non sia legato a persone di "destra" che vengono "cancellate" dai progressisti? Vado a memoria, senza fare troppi search su Google: Morgan si era espresso in termini ambigui sull'uso delle droghe, e per le proteste dei benpensanti gli è stato impedito di partecipare a Sanremo. Inoltre negli anni successivi ha potuto lavorare molto poco. Insomma, se toccate temi come sostanze stupefacenti e religione (ovviamente da un'angolazione che non sia quella mainstream) è facile che veniate ostracizzati.
Poi non escludo che magari ad oggi è più facile che si manifesti la "cancel culture" più da un lato che dall'altro. Ma qui condivido l'impressione di Lukino, cioè che vi sia una spiccata volontà di provocare al contrario, ad alcuni non va propri giù che alcune minoranze si stiano emancipando (pur senza togliergli niente agli altri). Questo può generare talvolta un'overreaction. Ma da tutte le ricerche che avete fatto in questi giorni sinceramente non mi sembra che sia uscito un granchè.
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