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L'angolo Filosofico - Morale, Linguaggio, Conoscenza e dintorni
Stavo pensando di riprendere un po' in mano a quasi 20 anni del liceo un manuale di filosofia. Ai tempi avevo l'Abbagnano e sarei ripartito da, li solo che è stato buttato.
Voi avreste suggerimenti riguardo a quale acquistare o bene o male uno vale l'atro tra quelli più diffusi?
Dipende che vuoi fare, se vuoi fare un po' di storia della filosofia e hai tempo con due tre manuali introduttivi dell'Università ti fai una carrellata più interessante imho
A me piacerebbe un libro sulla storia della filosofia della mente.
Originariamente Scritto da Sean
Bob è pure un fervente cattolico.
E' solo in virtù di questo suo essere del Cristo che gli perdono quei suoi certi amori per le polveri, il rock, la psicologia, la pornografia e pure per Sion.
Alice - How long is forever? White Rabbit - Sometimes, just one second.
Dipende che vuoi fare, se vuoi fare un po' di storia della filosofia e hai tempo con due tre manuali introduttivi dell'Università ti fai una carrellata più interessante imho
Quali ad esempio? Che differenze hanno rispetto ai manuali destinati al liceo?
Differenze rispetto ai testi del liceo di solito: 1. Più autori 2. Molto più testi direttamente 3. Più specifici
I testi del liceo di solito fanno una corsa su tantissimi autori e si soffermano un attimo in più sui soliti, più si va sulla moderna e contemporanea più questo atteggiamento si fa palese.
Se non si vuole andare/tornare ai manuali del liceo, posso consigliare la storia della filosofia di severino, edita da bur in 3 tomi. In totale sono un pò più di 1200 pp. Chiaramente deve piacere la scrittura di severino.
Un doppio movimento di politicizzazione e impoverimento della lingua è un veleno che agisce lentamente ai danni di tutta la cultura
Metto qua l'articolo perché trovo abbia un carattere inadatto al thread politico ma trovo tutta la questione sulla "lingua del padrone" e sulla grammatica militante affascinante. Triste ma affascinante.
Ieri sul corriere, mi pare, anche una interessante disamina di una studiosa italiana sullo stesso argomento.
Bob è pure un fervente cattolico.
E' solo in virtù di questo suo essere del Cristo che gli perdono quei suoi certi amori per le polveri, il rock, la psicologia, la pornografia e pure per Sion.
Alice - How long is forever? White Rabbit - Sometimes, just one second.
Riesumo il topic per girarvi qualche spunto di riflessione su tematiche piuttosto "calde" in questo periodo (la critica all'occidente, quindi le democrazie liberali, il nichilismo, la svalutazione della tecnica in favore di un sapere più metafisico/mistico/religioso/spirituale etc etc).
Il video ha due finalità: evidenziare il filo conduttore tra alcuni noti filosofi italiani ed il pensiero di Dugin andando a vedere le radici comuni e poi criticare alcuni punti cardine di questo pensiero.
In particolare per chi ha meno tempo isolo alcuni passaggi:
0:00 - 6:00 introduzione
17:50 - 20:00 presupposto
22:20 - 25:40 sulla visione euroasiatica di Dugin
da 1:06 alla fine una sintesi
Le altre parti del video sono proprio letture e critica dei testi di quegli autori considerando i collegamenti anche con recenti eventi di cronaca (dal green pass alla guerra in Ucraina)
"Imposture intellettuali" è il genere di titolo sobrio ed equilibrato che mi invoglia a vedere il video.
Originariamente Scritto da Sean
Bob è pure un fervente cattolico.
E' solo in virtù di questo suo essere del Cristo che gli perdono quei suoi certi amori per le polveri, il rock, la psicologia, la pornografia e pure per Sion.
Alice - How long is forever? White Rabbit - Sometimes, just one second.
Mi ricollego alla questione sollevata da The Shadow nel thread sulla politica estera...
Noi diamo per scontata l'equivalenza tra occidentalismo, da un lato, e valori più tipicamente angloamericani dall'altro - il capitalismo sfrenato, il materialismo, il totale disprezzo verso le classi sociali meno abbienti e la cultura del self made man. Magari ciò non porta ad una lettura del tutto inesatta, ma quantomeno miope e semplicistica del tema, limitata solo agli ultimi due secoli di storia e ad una precisa deriva "calvinista" dell'individualismo occidentale.
Ciò che ha sempre caratterizzato l'Occidente, distogliendolo pertanto dall'Oriente, è infatti il culto di due princìpi fondamentali: l'individualismo, da un lato, e l'esistenza di una ed unica gerarchia di valori, dall'altro. Rispettivamente, gli uomini e Dio, inteso come logos/Verbo.
Viceversa, l'Oriente ha sempre guardato all'uomo con spirito olistico, disprezzando talvolta le manifestazioni di ego e coscienza quali ostacoli ad una più ampia verità, e ricercando il trascendentale in ogni foglia, ogni goccia d'acqua, ogni alito di vento. Pertanto, l'Uomo (inteso come brahman o parte inseparabile di esso) e gli dèi.
Platone, che in una tasca teneva l'Oriente e nell'altra l'Occidente, ha regalato al primo il mito di Er e quello della biga alata, ed al secondo quelli del Demiurgo e della caverna.
Ora, ha ragione Bob, nell'altro thread, quando dice che il problema ad oggi non è l'Occidente in sé, ma la sua decadenza; anzi, la sua autocontraddizione in risposta a dottrine perverse, che non può essere definito nell'ambito del nichilismo - nichilisti lo erano già i romani, quantomeno quelli ben lontani dagli avi Quiriti, ed hanno sperimentato anche la decadenza. Un ciclo che si è ripetuto, seppur alla rovescia, poco più di un secolo fa.
Magari anelassimo al Nulla, al Vuoto, quello dei santi eremiti o dei filosofi pazzi.
Invece profaniamo l'individualismo col cieco appiattimento, politicamente corretto e globalista, di ogni essere umano, e sostituiamo il valore unico morale (chiamatelo pure dio, ma non è necessariamente da intendersi in senso religioso) col relativismo assiologico - quello di cui, tra gli altri, parlava Ratzinger alcuni anni fa.
Oggi ha ragione chi, nel discorso, è meno offensivo e meno divisivo di tutti, in barba alla critica e alla razionalità: due parole che hanno la stessa radice etimologica, attinente al "tagliare, separare, dividere", ovvero discriminare. Ebbene sì, quello che è il peccato originale per le dottrine postmoderne, la discriminazione, è al contempo ciò su cui l'umanità occidentale ha basato ogni conoscenza di sé e del mondo, individuando differenze e sfumature, arrivando perfino, con Tommaso d'Aquino (uno dei più grandi occidentalisti, btw) a descrivere Dio in relazione a ciò che non-è.
Abbiamo compiuto il delitto di uccidere Dio in risposta a vacue autogiustificazioni, e adesso ci infliggiamo il castigo di una febbre perenne. Ci trasformiamo nelle scimmie di noi stessi (occidentalis karma), regredendo nell'evoluzione a tal punto che, prima o poi, finiremo col rituffarci nel brodo primordiale da cui veniamo. Così magari chiudiamo l'altra metà dell'uroboro - in linea col più antico mito occidentale, e pertanto togliendoci almeno lo sfizio dell'ironia, o dell'incastro teleologico per i più ottimisti.
Originariamente Scritto da Alberto84
Te lo dico io gratis che devi fare per crescere: devi spignere fino a cagarti in mano
Originariamente Scritto da debe
Chi è che è riuscito a trasformarti in un assassino mangiatore di vite altrui?
Originariamente Scritto da Zbigniew
Kurt non sarebbe capace di distinguere, pur avendoli assaggiati entrambi, il formaggio dalla formaggia.
Un indecente crogiuolo di dislessia e malattie veneree.
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