Emergenza Coronavirus: thread unico.

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  • THE ALEX
    Bodyweb Advanced
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    • somewhere on planet earth
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    Originariamente Scritto da Naturalissimo.88 Visualizza Messaggio
    In realtà a volte capita che per la realizzazione del lutto ci vogliano più giorni ed al momento dell'evento il cervello non è grado di elaborare emozioni troppo forti praticamente autolimitandosi
    E ci sta Nat.... Ma quando te ne vanti su un forum, la conclusione è la seguente..
    Originariamente Scritto da M K K Visualizza Messaggio
    Vero ,ma più spesso si tratta di un coglione. Chiuso ot
    « Success is my only mothafuckin' option,failure's not.... »

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    • Liam & Me
      Bad Blake
      • Dec 2006
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      • high as a kite
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      Un articolo del Washington Post molto chiaro su some le varie strategie rallentano in modo diverso la trasmissione di un'infezione, con figure e semplici animazioni grafiche

      B & B with a little weed










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      • Françis1992
        Bodyweb Senior
        • Jun 2009
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        • L.A.
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        Originariamente Scritto da Liam & Me Visualizza Messaggio
        Un articolo del Washington Post molto chiaro su some le varie strategie rallentano in modo diverso la trasmissione di un'infezione, con figure e semplici animazioni grafiche

        https://www.washingtonpost.com/graph...u6XXcmua62cPcY
        Interessante ! C’È un aspetto non considerato: un guarito può tornare infetto ed infettare di nuovo


        Tessera N° 7

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        • Miller
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          • Sep 2011
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          Originariamente Scritto da Liam & Me Visualizza Messaggio
          Un articolo del Washington Post molto chiaro su some le varie strategie rallentano in modo diverso la trasmissione di un'infezione, con figure e semplici animazioni grafiche

          https://www.washingtonpost.com/graph...u6XXcmua62cPcY


          Originariamente Scritto da Françis1992 Visualizza Messaggio
          Interessante ! C’È un aspetto non considerato: un guarito può tornare infetto ed infettare di nuovo
          mi ricordo che ne abbiamo parlato, ma c'è una fonte?

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          • KURTANGLE
            Inculamelo: l'ottavo nano...quello gay
            • Jun 2005
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            • Borgo D'io
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            Originariamente Scritto da THE ALEX Visualizza Messaggio
            Da mod non posso bannarti o infrazionarti... Da utente posso dirti che sei un coglione e mi basta.
            Ma proprio appena appena

            Inviato dal mio SM-G950F utilizzando Tapatalk
            Originariamente Scritto da SPANATEMELA
            parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
            Originariamente Scritto da GoodBoy!
            ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


            grazie.




            PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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            • Liam & Me
              Bad Blake
              • Dec 2006
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              • high as a kite
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              Originariamente Scritto da Françis1992 Visualizza Messaggio
              Interessante ! C’È un aspetto non considerato: un guarito può tornare infetto ed infettare di nuovo
              È in effetti una possibilità.

              Secondo me non discutono la possibilità che durante la propagazione dell'infezione si trovi un farmaco che funziona, o un vaccino.

              Però mi piace perchè, pur semplificato, fa capire come le varie strategie funzionino, al lato pratico.
              B & B with a little weed










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              • KURTANGLE
                Inculamelo: l'ottavo nano...quello gay
                • Jun 2005
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                Originariamente Scritto da Fabi Stone Visualizza Messaggio
                Vabbè ma anche te...che cazz0 di mod sei?
                Chiedo eh.
                Te ne approfitti perché c è la quarantena[emoji1787]

                Inviato dal mio SM-G950F utilizzando Tapatalk
                Originariamente Scritto da SPANATEMELA
                parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
                Originariamente Scritto da GoodBoy!
                ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


                grazie.




                PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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                • Sean
                  Csar
                  • Sep 2007
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                  • In piedi tra le rovine
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                  Coronavirus, intervista a Conte: «È il periodo più a rischio, saranno settimane dure: stiamo uniti»

                  Il presidente del Consiglio: «Gli scienziati ci dicono che ancora non abbiamo raggiunto il picco. Non possiamo abbassare la guardia. Le polemiche? Una follia. Renzi parla male del governo all'estero? Sono sorpreso, ma non commento»

                  Presidente Conte, c’è un’Italia che rispetta le regole, canta dai balconi e, al 62%, condivide le scelte di Palazzo Chigi. E poi c’è l’Italia dei furbi.
                  «Bisogna evitare in tutti i modi gli spostamenti non assolutamente necessari. È il momento dei sacrifici, delle scelte responsabili. Fin dall’inizio ho lavorato con spirito di unità, mettendo la salute al centro, il che credo spieghi quel 62% di consenso. Stiamo affrontando un’emergenza mai conosciuta dal Dopoguerra a oggi. La stragrande maggioranza degli italiani è consapevole che le regole servono a proteggere i nostri cari. Sono orgoglioso di guidare questa grandiosa comunità, che nel momento di massima difficoltà si ferma a cantare l’inno nazionale e a rivolgere un commosso applauso ai medici e agli infermieri che lavorano stremati in corsia».

                  Più di 1.800 morti. L’Italia riuscirà a fermare l’epidemia, o larga parte della popolazione sarà contagiata?
                  «Se continueremo a rimanere a casa evitando contatti a rischio, saremo più efficaci nel contenere il virus. Gli scienziati ci dicono che non abbiamo ancora raggiunto il picco, queste sono le settimane più rischiose e ci vuole la massima precauzione. Non possiamo abbassare la guardia. È la sfida più importante degli ultimi decenni, per vincerla serve il contributo responsabile di 60 milioni di italiani».

                  In Lombardia mancano letti e mascherine, Fontana sente il governo distante e chiama in soccorso Bertolaso. Come risponde alla sfida?
                  «Alimentare polemiche non è sterile, è folle. L’organizzazione della sanità è in mano alle Regioni. Non potendo, né volendo stravolgere il nostro assetto costituzionale, dobbiamo collaborare tutti insieme per rendere la risposta del sistema sanitario quanto più efficiente possibile. Bertolaso non lo conosco di persona, ma giudico positivo che la Regione sia affiancata da una persona che conosce la macchina organizzativa della Protezione civile. Ne uscirà agevolato il dialogo con la centrale che opera a Roma, sotto la direzione di Borrelli e Arcuri».

                  Fino a notte i ministri si sono divisi sui poteri della Protezione civile. Borrelli ha minacciato le dimissioni perché «commissariato» da Arcuri?
                  «Nessuna divisione sul ruolo della Protezione civile, che è essenziale per coordinare il supporto alle Regioni. Borrelli non lo conoscete bene, è una persona di grande competenza e dal cuore generoso. Sta già lavorando con Arcuri in modo proficuo, entrambi consapevoli di essere chiamati ad affrontare una sfida di enorme portata».

                  La letalità così alta dell’Italia non suggerisce di cambiare strategia, magari facendo tamponi a tappeto come in Corea?
                  «Dobbiamo attendere qualche settimana per verificare i risultati delle nostre decisioni, ispirate alle indicazioni del comitato tecnico-scientifico. Per il resto non servono nuovi divieti, ora è importante rispettare scrupolosamente quelli che ci sono. Le attività motorie sono consentite, ma andare a correre tutti insieme è vietato. Bene hanno fatto i sindaci a chiudere i parchi e bene fanno i vigili a contrastare gli assembramenti. Questo purtroppo vale anche per le chiese. So che sto chiedendo tanto. Ma dobbiamo predisporci ad affrontare il picco del contagio ed è bene restare tutti a casa».

                  Le strutture sanitarie del Sud reggeranno, o si rischia il collasso?
                  «Anche gli scienziati più qualificati hanno difficoltà a fare previsioni troppo specifiche. Il nostro obiettivo è contenere o quantomeno rallentare la velocità di diffusione del virus, in modo da avere la possibilità di gestire l’emergenza in un tempo più dilatato, distribuendo una reazione efficace su tutto il territorio nazionale. Certamente non possiamo più permetterci errori comportamentali. Vanno assolutamente evitati gli spostamenti di chi, ad esempio, nei weekend lascia Milano per raggiungere la famiglia o la propria residenza al Sud».

                  Dopo il blocco dei treni notturni dobbiamo aspettarci altre chiusure, dalle farmacie agli alimentari?
                  «I servizi essenziali vanno garantiti. Se i supermercati, le farmacie, gli ospedali continuano a essere riforniti è perché alle spalle c’è una filiera industriale che lavora, con grande senso di responsabilità, affinché il Paese non si fermi. L’Italia ha potenzialità inesplorate, si è mossa con coraggio e altri Paesi, come Spagna e Francia, stanno seguendo il nostro modello».

                  Tanti industriali e commercianti hanno paura di non riaprire mai più. Aver lasciato la scelta tra restare aperti e fermare la produzione non rischia di innescare la concorrenza sleale?
                  «Il mondo delle imprese è chiamato a una sfida molto dura. Molti hanno chiuso e chi è aperto deve garantire ai lavoratori un adeguato livello di protezione. Questo decreto non sarà sufficiente. I danni saranno seri e diffusi, occorrerà varare un vero e proprio piano di “ricostruzione”. La Guardia di finanza interverrà duramente contro i comportamenti speculativi di chi impone prezzi fuori mercato, o lucra condizioni di vantaggio nelle produzioni dei beni di prima necessità. Dopo il coronavirus nulla sarà più come prima. Dovremo sederci e riformulare le regole del commercio e del libero mercato».

                  Per Salvini non tutti i lavoratori sono al sicuro...
                  «Non è il tempo delle polemiche, ma dell’impegno e delle soluzioni. Il governo ha dedicato 18 ore per chiudere l’accordo fra associazioni di categoria e sindacati al fine di garantire i massimi standard di sicurezza ai lavoratori. I lavoratori hanno fatto bene a far sentire la loro voce, sono in trincea, in prima linea per l’Italia. Ogni sacrificio è un atto di amore per il Paese, siamo al loro fianco».

                  Seguirà un periodo di lacrime e sangue?
                  «Stiamo rispondendo con un pacchetto di norme che consentiranno alla nostra economia di sostenere i costi imposti dall’emergenza. Siamo pronti, se sarà necessario, a intervenire di nuovo per il rilancio del Paese. Faremo il possibile affinché, anche nella stesura della legge di bilancio, l’Italia possa tornare a correre grazie agli investimenti, al taglio delle tasse, alla semplificazione e all’innovazione. Aiuteremo l’Italia a rialzarsi e sono convinto che ce la faremo».

                  La Lega sprona il governo a seguire la via tedesca, che ha messo sul tavolo 550 miliardi per i crediti alle imprese.
                  «Le garanzie previste nel nuovo decreto legge attivano flussi di finanziamenti che, in rapporto al Pil, sono analoghi a quelli della Germania».

                  L’Europa ai tempi del coronavirus è quella di Lagarde, o quella di von der Leyen?
                  «È quella capace di fare tutto ciò che è necessario per rispondere a un’emergenza che non è italiana, ma europea. Già nella videoconferenza di qualche giorno fa, la presidente von der Leyen mi ha chiarito la sua idea di impiegare tutti gli strumenti necessari a sostenere l’Italia. Le prime misure annunciate dalla Commissione per il sostegno medico ed economico mi appaiono efficaci e concrete, così come la rimozione degli ostacoli alla libera circolazione nel mercato interno di beni sanitari».

                  Cosa chiederà oggi in videoconferenza agli altri leader del G7?
                  «È necessario un coordinamento europeo delle misure di ordine sanitario ed economico. È il momento delle scelte coraggiose e l’Italia può offrire un contributo significativo, come Paese che per primo in Europa ha conosciuto una così ampia diffusione del virus».

                  Due membri del governo, Ascani e Sileri, sono positivi. Quali contromisure avete preso?
                  «Un affettuoso saluto a Pierpaolo e Anna, con l’augurio che possano guarire presto insieme alle migliaia di italiani che ad oggi devono i fare i conti con questo virus. Da giorni ormai rispettiamo la distanza di un metro, svolgiamo le riunioni in videoconferenza e prediligiamo quanto più possibile lo smart working».

                  Che effetto le fa sentire Renzi spronare i Paesi europei perché non facciano «gli errori dell’Italia»?
                  «Gli italiani gridano dai balconi il loro orgoglio, testimoniano al mondo intero cosa significa appartenere a una medesima “comunità” e rimanere uniti. Mi chiamano tanti capi di Stato e di governo, che ammirano il nostro coraggio nell’adottare misure così restrittive e la dignitosa compostezza dei cittadini nel rispettarle. Sono sorpreso di cogliere un ex premier, che ha rappresentato l’Italia nel mondo, parlar male del governo italiano all’estero, nelle tv e nei giornali americani e tedeschi. Ma io non commento. Lascio che giudichino gli italiani».

                  CorSera
                  ...ma di noi
                  sopra una sola teca di cristallo
                  popoli studiosi scriveranno
                  forse, tra mille inverni
                  «nessun vincolo univa questi morti
                  nella necropoli deserta»

                  C. Campo - Moriremo Lontani


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                  • Françis1992
                    Bodyweb Senior
                    • Jun 2009
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                    Originariamente Scritto da Liam & Me Visualizza Messaggio
                    È in effetti una possibilità.

                    Secondo me non discutono la possibilità che durante la propagazione dell'infezione si trovi un farmaco che funziona, o un vaccino.

                    Però mi piace perchè, pur semplificato, fa capire come le varie strategie funzionino, al lato pratico.
                    Originariamente Scritto da Miller Visualizza Messaggio
                    mi ricordo che ne abbiamo parlato, ma c'è una fonte?
                    Se non vado errato Bob aveva postato un articolo dove si diceva che la probabilità di ricontrarre il Covid era 0.14.
                    cio potrebbe essere incluso nel modello di simulazione, non credo cambi drasticamente le cose, la guarigione completa della popolazione sarebbe solo più lenta)


                    Tessera N° 7

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                    • epico
                      L'informatore Esoterico
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                      • lucamex
                        Bodyweb Advanced
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                        Originariamente Scritto da Françis1992 Visualizza Messaggio
                        Interessante ! C’È un aspetto non considerato: un guarito può tornare infetto ed infettare di nuovo
                        questo era possibile, d'altronde neanche un vaccino ti rende al 100% immune, tuttavia se sei già immunizzato lo riprendi in forma più lieve e dovresti risolvere l'infezione in anche meno tempo. Mi pare sia questo uno dei motivi principali per il quale l'influenza in fin dei conti non sia così grave, perchè più o meno tutti siamo immunizzati verso un ceppo di influenza che aiuta in parte a difenderci da quello nuovo. chiaramente è una brutta notizia per quanto riguarda il rischio di ricominciare da capo una volta usciti dalla quarantena.

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                        • The_machine
                          Bodyweb Senior
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                          Coronavirus, la Fed non basta: Borse ancora ko. Easyjet: compagnie aeree a rischio sopravvivenza


                          I listini europei aprono in profondo rosso nonostante l'azzeramento dei tassi Usa. Spread sopra 250 punti. Tokyo perde il 2,4%, nonostante i nuovi stimoli della BoJ. L'effetto del virus sull'economia cinese: primo tonfo (-20,5%) storico delle vendite al dettaglio, crolla la produzione. Goldman Sachs vede il Pil Usa a -3%

                          Pesano tremendamente le preoccupazioni legate alla diffusione del coronavirus, che secondo gli esperti di Goldman Sachs porterà il Pil Usa a scendere del 5% nel secondo trimestre dell'anno, dopo la crescita piatta dei primi tre mesi: il consuntivo per il 2020 rischia a questo punto di essere uno striminzito +0,4%, dall'1,2% inizialmente stimato. Grave anche l'allarme lanciato da easyJet, che si fa portavoce delle difficoltà delle compagnie aeree e parla di "un futuro incerto" e di assenza di garanzia sul fatto che "potranno sopravvivere".




                          https://www.repubblica.it/economia/2020/03/16/news/borsa_16_marzo_2020-251404778/?ref=RHPPTP-BH-I251389742-C12-P2-S1.12-T2

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                          • salsa
                            Bodyweb Zenior
                            • Jun 2008
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                            Emergenza Coronavirus: thread unico.


                            Per chi fa lavoro agile può tornare utile (la fonte del msg è sicura)
                            I guai da pignàta i sapa a cucchijàra chi i manìja.

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                            • Alberto84
                              Bodyweb Senior
                              • May 2004
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                              Dal nostro Rox68:

                              Un'analisi lucida sulle vicende che stanno accadendo nel mondo e soprattutto del modello politico/culturale con cui le nazioni si apprestano ad affrontarle.
                              Lontana dalle retoriche, dai bollettini quotidiani di guerra e dall'analfabetismo imperante sui social, sulle TV e purtroppo non solo....
                              Per chi vuole aprire lo sguardo oltre gli slogan raccogli gregge, i fuori dall'Europa, gli "cinesi schifosi" e i "grandi cinesi" a giorni alterni.

                              Escludo a priori il 99% dei miei amici culturisti che appartengono ad un mondo parallelo.

                              I DUE "STILI" STARTEGICI DI GESTIONE DELL'EPIDEMIA A CONFRONTO

                              Propongo una ipotesi in merito ai diversi stili strategici di gestione dell’epidemia adottati in Europa e altrove. Sottolineo che si tratta di una pura ipotesi, perché per sostanziarla ci vogliono competenze e informazioni statistiche, epidemiologiche, economiche che non possiedo e non si improvvisano. Sono benvenute le critiche e le obiezioni anche radicali.

                              L’ipotesi è la seguente: lo stile strategico di gestione dell’epidemia rispecchia fedelmente l’etica e il modo di intendere interesse nazionale e priorità politiche degli Stati e, in misura minore, anche delle nazioni e dei popoli. La scelta dello stile strategico di gestione è squisitamente politica.

                              Gli stili strategici di gestione sono essenzialmente due:

                              1. Non si contrasta il contagio, si punta tutto sulla cura dei malati (modello tedesco, britannico, parzialmente francese)
                              2. Si contrasta il contagio contenendolo il più possibile con provvedimenti emergenziali di isolamento della popolazione (modello cinese, italiano, sudcoreano).

                              Chi sceglie il modello 1 fa un calcolo costi/benefici, e sceglie consapevolmente di sacrificare una quota della propria popolazione. Questa quota è più o meno ampia a seconda delle capacità di risposta del servizio sanitario nazionale, in particolare del numero di posti disponibili in terapia intensiva. A quanto riesco a capire, infatti, il Coronavirus presenta le seguenti caratteristiche: alta contagiosità, percentuale limitata di esiti fatali (diretti o per complicanze), ma percentuale relativamente alta (intorno al 10%, mi pare) di malati che abbisognano di cure nei reparti di terapia intensiva. Se così stanno le cose, in caso di contagio massiccio della popolazione – in Germania, ad esempio, Angela Merkel prevede un 60-70% di contagiati – nessun servizio sanitario nazionale sarà in grado di prestare le cure necessarie a tutta la percentuale di malati da ricoverarsi in T.I., una quota dei quali viene così condannata a morte in anticipo. La quota di pre-condannati a morte sarà più o meno ampia a seconda delle capacità del sistema sanitario, della composizione demografica della popolazione (rischiano di più i vecchi), e di altri fattori imprevedibili quali eventuali mutazioni del virus.

                              La ratio di questa decisione sembra la seguente:

                              1. L’adozione del modello 2 (contenimento dell’infezione) ha costi economici devastanti
                              2. La quota di popolazione che viene pre-condannata a morte è in larga misura composta di persone anziane e/o già malate, e pertanto la sua scomparsa non soltanto non compromette la funzionalità del sistema economico ma semmai la favorisce, alleviando i costi del sistema pensionistico e dell’assistenza sanitaria e sociale nel medio periodo, per di più innescando un processo economicamente espansivo grazie alle eredità che, come già avvenuto nelle grandi epidemie del passato, accresceranno liquidità e patrimonio di giovani con più alta propensione al consumo e all’investimento rispetto ai loro maggiori.
                              3. Soprattutto, la scelta del modello 1 accresce la potenza economico-politica relativa dei paesi che lo adottano rispetto ai loro concorrenti che adottano il modello 2, e devono scontare il danno economico devastante che comporta. Approfittando delle difficoltà dei loro concorrenti 2, le imprese dei paesi 1 potranno rapidamente sostituirsi ad essi, conquistando significative quote di mercato e imponendo loro, nel medio periodo, la propria egemonia economica e politica.

                              Naturalmente, per l’adozione del modello 1 sono indispensabili due requisiti: un centro direzionale politico statale coerentemente e tradizionalmente orientato su una accezione particolarmente radicale e spietata dell’interesse nazionale (tipici i casi britannico e tedesco); una forte disciplina sociale (ecco perché l’adozione del modello 1 da parte della Francia sarà problematica, e probabilmente si assisterà a una riconversione della scelta strategica verso il modello 2).

                              L’adozione del modello 1, insomma, corrisponde a uno stile strategico squisitamente bellico. La scelta di sacrificare consapevolmente una parte della popolazione economicamente e politicamente poco utile a vantaggio della potenza che può sviluppare il sistema economico-politico, in soldoni la scelta di liberarsi dalla zavorra per combattere più efficacemente, è infatti una tipica scelta necessitata in tempo di guerra, quando è normale perché indispensabile, ad esempio, privilegiare cure mediche e rifornimenti alimentari dei combattenti su cura e vitto di tutti gli altri, donne, vecchi e bambini compresi, nei soli limiti imposti dalla tenuta del morale della popolazione, che è altrettanto indispensabile sostenere.

                              Gli Stati che adottano il modello 1, dunque, non agiscono come se i loro concorrenti fossero avversari, ma come se fossero nemici, e come se la competizione economica fosse una vera e propria guerra, che si differenzia dalla guerra guerreggiata per il solo fatto che non scendono in campo gli eserciti. La condotta di questo tipo di guerra, proprio perché è una guerra coperta, sarà particolarmente dura e spietata, perché non vi ha luogo alcuno né il diritto bellico, né l’onore militare che ad esempio vieta il maltrattamento o peggio l’uccisione di prigionieri e civili, l’impiego di armi di distruzione di massa, etc. Per concludere, la scelta del modello 1 privilegia, nella valutazione strategica, la finestra di opportunità immediata (conquistare con un’azione rapida e violenta un vantaggio strategico sul nemico) sulla finestra di opportunità strategica di medio-lungo periodo (rinsaldare la coesione nazionale, diminuire la dipendenza e vulnerabilità della propria economia dalle altrui accrescendo investimenti statali e domanda interna).

                              ***

                              Alla luce di quanto delineato a proposito degli Stati che adottano il modello 1, è più facile descrivere lo stile etico-politico degli Stati che adottano il modello 2.

                              Nel caso della Cina, è indubbio che il centro direttivo politico cinese sappia molto bene che la competizione economica è componente decisiva della “guerra ibrida”. Furono anzi proprio due colonnelli dello Stato Maggiore cinese, Liang Qiao e Xiangsui Wang, che negli anni Ottanta elaborarono il testo seminale sulla “guerra asimmetrica”[1]. Credo che il centro direzionale politico cinese abbia scelto, pare con successo, di adottare il modello 2 per tre ragioni di fondo: a) il carattere spiccatamente comunitario della tradizione culturale cinese, nella quale il concetto liberale di individuo e il concetto cristiano di persona hanno rilievo scarso o nullo b) il profondo rispetto per i vecchi e gli antenati, cardine del confucianesimo c) una valutazione strategica di lungo periodo, riassumibile in queste due massime di Sun Tzu, il pensatore che più ispira lo stile strategico cinese: “La vittoria si ottiene quando i superiori e gli inferiori sono animati dallo stesso spirito” e “Una guida coerente permette agli uomini di sviluppare la fiducia che il loro ambiente sia onesto e affidabile, e che valga la pena combattere per esso.” In altri termini, penso che la direzione cinese abbia valutato che il vantaggio strategico di lungo periodo di preservare e anzi rafforzare la coesione sociale e culturale della propria popolazione superasse il costo di breve-medio periodo del danno economico, e della rinuncia a profittare nell’immediato delle difficoltà degli avversari. Perché “le vie che portano a conoscere il successo” sono tre: 1. Sapere quando si può o non si può combattere 2. Sapersi avvalere sia di forze numerose che di forze esigue 3. Saper infondere uguali propositi nei superiori e negli inferiori.”

                              Nel caso dell’Italia, la scelta – per quanto incerta e mal eseguita – del modello 2 credo dipenda dalle seguenti ragioni. 1) Sul piano culturale, dall’influsso della civiltà italiana ed europea premoderna, infusa com’è di sensibilità precristiana, contadina e mediterranea per la famiglia e la creaturalità, poi parzialmente assorbita dal cattolicesimo controriformato e dal barocco: un influsso di lunghissima durata che continua ad operare nonostante la protestantizzazione della Chiesa cattolica odierna, e nonostante l’egemonia culturale, almeno di superficie, di liberalismo ideologico e liberismo economico 2) Sempre sul piano culturale, dal pacifismo instaurato dopo la sconfitta nella IIGM e perpetuato prima dalle sinistre comuniste e dal mondo cattolico, poi dalle dirigenze liberal-progressiste UE; un pacifismo che genera espressioni buffe come “soldati di pace”, e la negazione metodica della dimensione tragica della storia 3) Sul piano politico, sia dal grave disordine istituzionale, ove i livelli decisionali si sovrappongono e ostacolano reciprocamente, come s’è palesato nel conflitto tra Stato e Regioni all’apertura della crisi epidemiologica; sia dalle preoccupazioni elettorali di tutti i partiti; sia dalla fragile legittimazione dello Stato, antico problema italiano 4) sul piano politico-operativo, dalla sbalorditiva incapacità delle classi dirigenti, nelle quali decenni di selezione alla rovescia e abitudine a scaricare responsabilità, scelte e relative motivazioni sulle spalle dell’Unione Europea hanno indotto una forma mentis che induce sempre a imboccare la linea di minor resistenza: che in questo caso è proprio la scelta di contenere il contagio, perché per scegliere la via del triage bellico di massa (comunque la si giudichi, e io la giudico molto negativamente) ci vuole una notevolissima capacità di decisione politica.

                              In altre parole, la scelta italiana del modello 2 ha ragioni superficiali e consapevoli nei nostri difetti politici e istituzionali, e ragioni profonde e semiconsapevoli nei pregi della civiltà e della cultura a cui, quasi senza più saperlo, l’Italia continua ad ispirarsi, specie nei momenti difficili: siamo stati senz’altro umani e civili, e forse anche strategicamente lungimiranti, senza sapere bene perché. Però lo siamo stati, e di questo dobbiamo ringraziare i nostri antenati defunti, i Lari[2] il cui culto, sotto diversi nomi, si perde nei secoli e millenni; e che senza saperlo, oggi onoriamo e veneriamo facendo tutto il possibile per curare i nostri padri, madri, nonni, anche se non servono più a niente.

                              Farebbe sorridere Sun Tzu e forse anche Hegel constatare che i due modelli impongono metodi operativi di implementazione esattamente opposti rispetto allo stile strategico.

                              L’implementazione del modello 1 (non conteniamo il contagio, sacrifichiamo consapevolmente una quota di popolazione) non richiede alcuna misura di restrizione della libertà: la vita quotidiana prosegue esattamente come prima, tranne che molti si ammalano e una percentuale non esattamente prevedibile ma non trascurabile di essi, non potendo ottenere le cure necessarie per ragioni di capienza del servizio sanitario, muore.

                              L’implementazione del modello 2 (conteniamo il contagio per salvare tutti i salvabili) richiede invece l’applicazione di misure severissime di restrizione delle libertà personali, e anzi esigerebbe, per essere coerentemente effettuato, il dispiegamento di una vera e propria dittatura, per quanto morbida e temporanea, in modo da garantire l’unità del comando e la protezione della comunità dallo scatenamento delle passioni irrazionali, cioè da se stessa. Operativamente, la direzione esecutiva del modello 2 dovrebbe essere affidata proprio alle forze armate, che possiedono sia le competenze tecniche, sia la struttura rigidamente gerarchica adatte.

                              Concludo dicendo che sono contento che l’Italia abbia scelto di salvare tutti i salvabili. Lo sta facendo goffamente, e non sa bene perché lo fa: ma lo fa. Stavolta è facile dire: right or wrong, my country.

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                              • Maverick87
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                                • Mar 2012
                                • 7812
                                • 106
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                                • Centro Italia
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                                Originariamente Scritto da The_machine Visualizza Messaggio
                                Coronavirus, la Fed non basta: Borse ancora ko. Easyjet: compagnie aeree a rischio sopravvivenza
                                Le compagnie aeree e il turismo sono già morti. Chissà per quanto tempo resteranno le restrizioni sui voli


                                Originariamente Scritto da Alberto84 Visualizza Messaggio
                                Gli stili strategici di gestione sono essenzialmente due:

                                1. Non si contrasta il contagio, si punta tutto sulla cura dei malati (modello tedesco, britannico, parzialmente francese)
                                2. Si contrasta il contagio contenendolo il più possibile con provvedimenti emergenziali di isolamento della popolazione (modello cinese, italiano, sudcoreano).
                                anche scegliendo il primo approccio rimane il crollo della domanda mondiale, il blocco delle frontiere e dei voli, oltre a conseguenze imprevedibili sul tessuto sociale

                                chi pensa che facendo finta di nulla riesca a cavarsela con pochi contraccolpi economici non ha ben chiaro il quadro generale... e rischia il caos sociale
                                Last edited by Maverick87; 16-03-2020, 11:30:13.

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