Congoidi lasciati girare e ammassare in gruppi, per loro le regole non valgono..
Emergenza Coronavirus: thread unico.
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Perfino qui a Dubai hanno iniziato a chiudere palestre, locali e accesso alle spiagge, il che vuol dire che la situazione è realmente critica, visto che questo è l'ultimo paese al mondo che bada alla cura dei cittadini
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In palestra in Slovenia la settimana scorsa si poteva ancora andare, ma io ho smesso a metà settimana quando ho visto un COGLIONE che tossiva, si soffiava il naso e si asciugava il sudore che spruzzava a destra e manca, correndo sul tapis-roulant.
La gente non ce la fa, va forzata a rispettare le regole.
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Originariamente Scritto da Miller Visualizza Messaggio
mi ricordo che ne abbiamo parlato, ma c'è una fonte?Originariamente Scritto da modgallaghergandhi invece di giocarsi il libretto della macchina si gioca la cartella clinica
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Articolo su cosa puo' succedere dopo il 3 Aprile
Ci sono 2 presidi di difesa contro i virus: il*vaccino*e il nostro*sistema immunitario. Il primo ancora non c’è, il secondo sì, per fortuna, ed è uno dei doni più preziosi di madre natura e del processo evolutivo. Ma ha bisogno di tempo per riconoscere l’agente patogeno che sta aggredendo l’organismo, per organizzare un’efficace controffensiva e spazzarlo via. Ed è proprio*il tempo che manca. Il coronavirus provoca infatti gravi complicazioni polmonari:*polmoniti*con insufficienza respiratoria. I polmoni non funzionano più a dovere e non riescono ad ossigenare adeguatamente l’organismo. Ecco perché la*ventilazione assistita, in terapia intensiva, è fondamentale: la macchina assiste chi si ritrova con una grave insufficienza respiratoria, per il tempo necessario affinché le difese dell’organismo reagiscano e vincano la battaglia che si combatte dentro l’organismo. Il dilagare dell’infezione virale ha determinato una eccessiva necessità di cure in terapia intensiva e la capacità del sistema sanitario è – per ovvie ragioni – limitata. La quarantena ha quindi lo scopo di ridurre il picco di infezioni, di*distribuirlo nel tempo, e di consentire quindi alle strutture sanitarie di assistere in modo adeguato la popolazione.*Il contagio, invece, una volta superata l’infezione, dovrebbe (il condizionale è d’obbligo perché gli esperti stanno ancora discutendo)*garantire l’immunità, in quanto il sistema di difesa dell’organismo dal “dopo infezione” in poi sarà attrezzato e pronto a contrastare con successo eventuali futuri contatti con il virus.
L’Italia e gli Italiani (nella foto in alto, Cassano Magnago ieri pomeriggio) stanno rispondendo con coraggio e disciplina a questa emergenza, per contenerla con la quarantena.*
Immaginiamo quindi che la*quarantena nazionale*funzioni, che fra un mese in Italia*l’infezione si estinguae che i pochi focolai rimasti siano sotto controllo. Bene,*che cosa accadrà a quel punto?Guarderemo all’arrivo dell’estate e usciremo finalmente di casa,*tornando ad una vita (quasi) normale?*Come ben sappiamo, questa è una pandemia, cioè un’epidemia mondiale. In Italia il virus avrà colpito una*quota assai limitata della popolazione, grazie alla quarantena che nel frattempo avrà risparmiato la maggior parte degli italiani dal contagio.*Ma se è vero – come sostengono molti esperti, inclusi quelli dell’OMS – che un’infezione come questa è destinata (nonostante tutte le misure che si possano adottare) a colpire il 60% della popolazione mondiale,*se non arriva un vaccino al più presto fra un mese saremo punto e a capo. Le persone guarite e quindi dotate di adeguate difese immunitarie saranno comunque un numero limitatissimo e quindi*un’enorme fetta della popolazione italiana, non essendo immune, sarà nuovamente esposta all’infezione nel momento in cui metterà il naso fuori di casa. Dato che è impossibile pensare alla chiusura per sempre delle frontiere terrestri, marittime e aeree, cosa accadrà se e quando un*ignaro “diffusore”, cioè infetto e magari asintomatico, proveniente da una qualsiasi parte del mondo, sbarcherà in Italia? Si ricomincerà da zero? Scenario da incubo, ovviamente. Ecco perché riponiamo le nostre speranze nei ricercatori che lavorano per produrre un*vaccino efficace. Ed è la speranza che anima la maggior parte dei*Paesi europei.
In*Gran Bretagna*stanno invece scegliendo la via dell’”immunità di gregge”*cioè lasciare che il virus si diffonda, che la popolazione si infetti e guarisca (spalmando il picco e con un adeguato sostegno ospedaliero)*acquisendo quindi immunità di gruppo, estesa il più possibile. Meglio “farla fuori” una volta per tutte, dicono gli inglesi.
Il*governo olandese*ritiene che chiudere tutto può essere una soluzione per l’immediato. Uccidere le economie non ha senso, secondo l’Olanda, perché a pagare poi saranno proprio le fasce più deboli della popolazione. L’approccio olandese, dunque, è di*proteggere oggi le categorie a rischio*(anziani e persone affette da altre patologie), lasciando comunque che il virus faccia il suo corso sul resto della popolazione così da immunizzarla.
Impossibile stabilire a priori chi ha ragione e chi no.*I conti si faranno alla fine.*
Malpensa 24
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Originariamente Scritto da Liam & Me Visualizza MessaggioUn articolo del Washington Post molto chiaro su some le varie strategie rallentano in modo diverso la trasmissione di un'infezione, con figure e semplici animazioni grafiche
https://www.washingtonpost.com/graph...u6XXcmua62cPcY
Lo sarebbe altrettanto, però, vedere modelli che tengano conto: delle perdite, dei futuri malati cronici, delle recidive e delle morti collaterali (problemi più o meno gravi che in situazioni normali, senza terapia intensiva intasata, sarebbero stati risolti).
Originariamente Scritto da Sean
mi attacco ai tuoi pantaloni o te lo infilo a forza in gola
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Per chi dice "l'economia deve andare avanti"
Noi siamo in ritardo solo di un mese e mezzo
Aggiungo anche -80% di vendite di auto...
"I numeri che stanno uscendo in Cina danno la misura della portata economica del virus, con un tracollo del 24,5% annuo - nel primo bimestre del 2020 - degli investimenti delle attività fisse. Tra gennaio e febbraio, le vendite al dettaglio della seconda economia al mondo sono calate del 20,5% rispetto al 2019: il primo tonfo mai registrato dalla statistica di Pechino. Nello stesso periodo, la produzione industriale è scesa del 13,5 per cento: un dato che non si vedeva dai primi anni Novanta."
Last edited by Maverick87; 16-03-2020, 12:27:38.
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Rezza: «Non possiamo considerare fuori pericolo i comuni delle “zone rosse” chiuse per prime»
«Non possiamo considerare fuori pericolo i comuni dell’Italia settentrionale che sono stati isolati per primi». A Codogno, per esempio, «i numeri dei casi registrati non sono sufficienti per escludere che il picco dei contagi possa ripresentarsi». Lo ha detto Giovanni Rezza, direttore del dipartimento di Malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, al quotidiano online InTerris.it
La Baviera proclama lo stato di «catastrofe»
La Baviera ha dichiarato lo stato di catastrofe. Lo ha annunciato il governatore del Land meridionale tedesco, Markus Soeder, spiegando che la misura «serve a rallentare la diffusione del coronavirus». Il provvedimento implica ampie restrizioni alla vita pubblica, con la chiusura di molti negozi e locali pubblici a partire da domani e da mercoledì. A sostegno dell’economia bavarese, vengono stanziati fino a 10 miliardi di euro. Ad oggi, nell’area sono registrati 886 casi di contagio e 4 decessi.
Fontana: «L’aumento dei casi non è più un’impennata. Speriamo che sia l’inizio dell’inversione»
«Non ho ancora visto ultimi dati di oggi, ma grazie al cielo si vede qualche piccolo passo avanti. L’aumento non è un’impennata, come era fino a due tre giorni fa. Speriamo che sia l’inizio dell’inversione, lo dico sottovoce, potrebbe essere l’inizio dell’inversione». Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, parlando dell’emergenza corovirus a Centocitta’ su Radio 1. Fontana ha aggiunto che «nei prossimi giorni, quando l’effetto delle misure e la presa di coscienza dei cittadini si farà sentire sono convinto che l’inversione inizierà».
In Campania in 4 comuni contagi dopo un raduno religioso, in Emilia-Romagna una «zona rossa» a Medicina
Sono tutti centri della provincia di Salerno: si tratta di Sala Consilina, Atena Lucana, Polla e Caggiano. Qui c’è stato un rito eucaristico durante il quale hanno bevuto tutti dallo stesso calice. Dalla mezzanotte di domenica scorsa, non è più possibile uscire da Medicina e dalla frazione di Ganzanigo, nella città metropolitana di Bologna, perché nell’area si registra una crescita anomala del contagio da Coronavirus. Una misura straordinaria che sarà in vigore fino al prossimo 3 aprile, dettata dalle indicazioni medico-scientifiche e necessaria per arginare la diffusione del virus, a tutela dei cittadini . Qui l’approfondimento a cura della redazione di Corriere Bologna.
CorSera...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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Coronavirus Milano, allerta casi sommersi: «Sono una marea, nessuno sa quanti»
La denuncia dei medici di base, costretti alle visite al telefono: «Tanti i malati che rischiano di infettare le loro famiglie». L’infettivologo del Sacco Massimo Galli: valutare l’apertura di laboratori per i tamponi
Quanti saranno? Risposta del primo medico di base: «Una marea. Stanno male nelle loro case. Con le loro famiglie, che stanno infettando. Il numero vero non lo sapremo mai». Dunque, esiste un gran numero di pazienti Covid-19 «sconosciuti»? Risponde un secondo medico: «Se i pazienti non arrivano a una crisi respiratoria grave, non entrano ospedale. E così non saranno mai registrati. Ma hanno il coronavirus, questo è certo». È l’opinione di due medici di base, con studio in zona San Siro e Lambrate. Non esprimono certezze epidemiologiche, non hanno in mano i risultati dei tamponi. Ma entrambi sostengono: «Sono certezze che vengono dall’esperienza. Là fuori, in città, esiste un numero enorme di malati di coronavirus che se la “sfangheranno” da soli. Noi li sentiamo al telefono, sono tanti». Qui il numero dei contagiati in Lombardia e l’allarme per l’alto numero di vittime, qui la dichiarazione dell’assessore Gallera sulla necessità di invertire la «curva» al più presto.
Eccola, l’onda del Covid-19 che sta attraversando Milano. Con una proporzione che va ben oltre le statistiche ufficiali. E non perché si parli di pazienti «asintomatici». Ma perché il servizio sanitario è già saturo e dunque, secondo le linee guida diffuse ai medici di famiglia, con una decisione dettata dalla necessità, si sta scegliendo di tenere il più possibile i malati a casa. Sono i malati «sommersi». Per cercare di capire cosa stia accadendo, il Corriere ha sentito le voci di 8 medici di base.
I «sommersi» esistono perché il servizio sanitario, già stremato, non potrebbe occuparsene. Spiega una dottoressa: «Le indicazioni dell’Ats sono chiare. Se avete pazienti con sintomi da Covid-19, trattateli come tali, considerateli “positivi”, monitorateli, stiano isolati come da legge. Ma segnalateli solo se hanno avuto con certezza contatti con un contagiato. Ma molte persone non lo sanno neppure se hanno avuto un contatto “a rischio”, e dunque stanno passando giorni e giorni in casa con la febbre a 39, con il terrore di peggiorare. Questo sento nella loro voce, quando li chiamo ogni mattina, il terrore». Riflette Roberto Scarano, medico di base e chirurgo: «Può essere anche una scelta corretta, ma noi dovremmo avere la possibilità di andare a visitare questi pazienti per capire davvero quali siano le loro condizioni, e invece non abbiamo sistemi di protezione. Dunque non riusciamo a farlo». Risultato: i malati entrano in ospedale soltanto quando sono in condizioni gravi, «in alcuni casi vicini al punto di non ritorno — riflette un altro medico di zona Ripamonti —. A quel punto il sistema si attiva col massimo sforzo, ma ormai può essere troppo tardi». Un’altra dottoressa sta cercando un’alternativa per non arrivare al «punto di non ritorno»: «Ai miei sospetti, ma di fatto sicuri casi Covid-19, se hanno un “saturimetro” in casa chiedo di fare le scale o camminare sei minuti e poi verificare la saturazione dell’ossigeno nel sangue. Se scende, vuol dire che il livello di rischio si sta alzando troppo».
La stessa dottoressa, con studio in centro, ha avuto anche la controprova che molti malati «sommersi» siano casi di coronavirus che il sistema non intercetterà mai: «Ho una dozzina di pazienti con sintomi identici, febbre alta e tosse. Cinque di loro prima del decreto di chiusura sono andati in Engadina e lì sono rimasti. Hanno chiesto di fare il tampone, in Svizzera pagando è possibile. Per tutti e cinque, l’esito è stato quel che per me era già scontato: “positivi”».
Irven Mussi, altro medico di base, studio in via Palmanova, riflette: «I casi che emergono sono la punta dell’iceberg. Il tampone ora si fa praticamente solo a chi va in ospedale perché già grave. Ma noi medici di base sentiamo tanti pazienti con sintomi più sfumati, che potrebbero essere malati di Covid-19. I numeri dei malati quindi non sono reali. Senza contare i portatori sani. Già a gennaio avevamo notato uno strano aumento di polmoniti interstiziali, anche a Milano. Noi medici stiamo ancora aspettando una nuova fornitura mascherine e guanti. Mi ha appena chiamato un collega, che ha la polmonite e dovrà stare a casa». Le persone conteggiate in «isolamento domiciliare» sono solo quelle con un tampone «positivo», ma non in condizioni gravi. L’Ats si sta organizzando con un numero dedicato per contattarle periodicamente e monitorarne le condizioni, ma serve personale.
Sulla massa (e la problematicità) dei malati «sommersi», conclude il professor Massimo Galli, responsabile Malattie infettive del «Sacco»: «Difficile dire quanti sono i positivi al virus non conteggiati. Se si tiene come riferimento il numero di morti in Lombardia e lo si confronta con quello di altri posti dove sono stati fatti tamponi a tappeto, ci immaginiamo che ci siano tante persone con infezione che non abbiamo registrato e che stanno contribuendo a diffondere il virus. Magari sono già stati malati e guariti. Il punto sarebbe poter ricostruire i contatti degli infetti almeno nelle zone ancora non sconvolte dall’epidemia, per cercare di circoscrivere il contagio. Penso alle altre Regioni, ma anche a Milano, per poter vincere la battaglia in città. Aprire più laboratori e fare più tamponi? Per Milano è un problema che va preso in considerazione».
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Ma a questi pazienti che hanno tutti i sintomi del virus, e che si rivolgono esclusivamente al medico di base, e che dunque non entrano negli elenchi ufficiali dei contagiati, viene almeno detto di restare a casa per la quarantena?
Perchè qua abbiamo una marea di gente che ufficialmente non è contagiata ma nella sostanza lo è...e se vanno a fare la spesa, se escono, rischiano di diffondere il contagio...però, almeno ufficialmente, a tutta questa massa di persone non si applica il protocollo del contagiato...e non so la quarantena: la fanno?...ma di noi
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioLa questione delle canzoni sui balconi riguarda aspetti di costume: fa strano che quando accadono tragedie nazionali come i terremoti o altre sciagure, magari anche con minor numero di morti (e localizzazione, dato che non sono cataclismi che riguardano tutto il territorio nazionale) si sia tutti in rispettoso e compartecipato dolore...qua c'è un terremoto al giorno, con morti che viaggiano dai 250 ai 350 al giorno, e si canta dai balconi.
Se così non fosse non ci sarebbe questa leggerezza con meme spiritose sui social... gente che mette i cartelli stradali "di qua camera da letto di là cucina". Pure su bw abbiamo un 3d umoristico sul virus.
Per ora la conseguenza più diretta del coronavirus è la reclusione forzata, più avanti sarà il tracollo dell'economia, e lì sarà disperazione vera per molti. Il 10% degli italiani lavora nell'ambito turismo e indotto, non oso immaginare come andranno avanti. La morte sarà sempre avvertita come un elemento collaterale di quanto sta accadendo.
Questo perchè è un virus tutto sommato poco severo... l'avevo paragonato a quelle armi che nei romanzi di fantascienza distruggono le macchine, le case, gli oggetti... lasciando vive le persone, ma spogliate di tutto.
Un virus con una mortalità del 10% avrebbe messo i morti in primo piano rispetto alle conseguenze sulle nostre vite, e nessuno, credo, avrebbe cantato dal balcone
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Originariamente Scritto da Ponno Visualizza MessaggioEccolo la, il personalismo di chi ha finito le cartucce, con un filo di celodurismo.
non è una questione di celodurismo,noi siamo fatti di esperienze e io ti porto le mie, e ho capito che non mi puoi capire perchè non hai vissuto la mia realtà
lavorativa. ognuno ha le sue esperienze e in un forum mi è difficile approfondirle e fartele vivere sulla pelle.
operaio per le battaglie sociali che misura la validità da quanto ci si sia venduti al capitale. Fantastico!
ma quale validità che ci siamo venduti,è una guerra continua in azienda per conquistare migliori condizioni di vita e riuscire a strappare delle assunzioni di ragazzi e padri di famiglia precari da 5 anni (ma necessari all'azienda),per toglierli dalla miseria.
non puoi liquidare tutti come venduti quando anche tu sei dentro il meccanismo e rivoluzioni non ne stai facendo. noi cerchiamo con le unghie e denti per ora di subire il meno possibile e portare a casa qualche risultato per i lavoratori in questo momento storico
Accordi con la la crème de la crème alla Edgard e poi non puoi prendere 3 settimane di non retribuito?
hai interpretato il mio scritto come se fosse positivo fare accordi con questi pezzi grossi. ti auguro di non andare mai ad un tavolo con loro.perchè se avessi un mitragliatore dopo 5 minuti parte la strage. sono tavoli umilianti,prese per il culo,snervanti,e con la trappola finale da piantare nel c@lo ai lavoratori.
ma questo è, il momento storico e rapporti di forza fra lavoratori e industriali. e quando vai ad un tavolo hai la responsabilità come nel mio esempio di 2000 persone compresi i familiari. non è facile credimi
Spiegami, in un paese fermo, in cui le poche risorse sono direzionate sulla sanità, come sostieni "qualche ammortizzatore sociale"?
non ho parlato del blocco totale e le soluzioni a questa crisi non ci competono. anche perchè per esempio si può già a richiedere la cassa integrazione. e anche in questo caso ci sarà da scontrarsi con l'azienda
ma queste soluzioni non ci competono, ci sono persone apposta per organizzarle e finanziarle.
ma la domanda più importante è questa: con i 100 euro di bonus per andare a lavorare, che integratori mi consigli per alzare le difese immunitarie?
PS integratori per il cervello su di me non funzionano perchè essendo un operaio sono automaticamente subumano,tanto da meritarmi di essere chiamato genio da una mente superiore come la tua
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioCoronavirus Milano, allerta casi sommersi: «Sono una marea, nessuno sa quanti»
La denuncia dei medici di base, costretti alle visite al telefono: «Tanti i malati che rischiano di infettare le loro famiglie». L’infettivologo del Sacco Massimo Galli: valutare l’apertura di laboratori per i tamponi
Quanti saranno? Risposta del primo medico di base: «Una marea. Stanno male nelle loro case. Con le loro famiglie, che stanno infettando. Il numero vero non lo sapremo mai». Dunque, esiste un gran numero di pazienti Covid-19 «sconosciuti»? Risponde un secondo medico: «Se i pazienti non arrivano a una crisi respiratoria grave, non entrano ospedale. E così non saranno mai registrati. Ma hanno il coronavirus, questo è certo». È l’opinione di due medici di base, con studio in zona San Siro e Lambrate. Non esprimono certezze epidemiologiche, non hanno in mano i risultati dei tamponi. Ma entrambi sostengono: «Sono certezze che vengono dall’esperienza. Là fuori, in città, esiste un numero enorme di malati di coronavirus che se la “sfangheranno” da soli. Noi li sentiamo al telefono, sono tanti». Qui il numero dei contagiati in Lombardia e l’allarme per l’alto numero di vittime, qui la dichiarazione dell’assessore Gallera sulla necessità di invertire la «curva» al più presto.
Eccola, l’onda del Covid-19 che sta attraversando Milano. Con una proporzione che va ben oltre le statistiche ufficiali. E non perché si parli di pazienti «asintomatici». Ma perché il servizio sanitario è già saturo e dunque, secondo le linee guida diffuse ai medici di famiglia, con una decisione dettata dalla necessità, si sta scegliendo di tenere il più possibile i malati a casa. Sono i malati «sommersi». Per cercare di capire cosa stia accadendo, il Corriere ha sentito le voci di 8 medici di base.
I «sommersi» esistono perché il servizio sanitario, già stremato, non potrebbe occuparsene. Spiega una dottoressa: «Le indicazioni dell’Ats sono chiare. Se avete pazienti con sintomi da Covid-19, trattateli come tali, considerateli “positivi”, monitorateli, stiano isolati come da legge. Ma segnalateli solo se hanno avuto con certezza contatti con un contagiato. Ma molte persone non lo sanno neppure se hanno avuto un contatto “a rischio”, e dunque stanno passando giorni e giorni in casa con la febbre a 39, con il terrore di peggiorare. Questo sento nella loro voce, quando li chiamo ogni mattina, il terrore». Riflette Roberto Scarano, medico di base e chirurgo: «Può essere anche una scelta corretta, ma noi dovremmo avere la possibilità di andare a visitare questi pazienti per capire davvero quali siano le loro condizioni, e invece non abbiamo sistemi di protezione. Dunque non riusciamo a farlo». Risultato: i malati entrano in ospedale soltanto quando sono in condizioni gravi, «in alcuni casi vicini al punto di non ritorno — riflette un altro medico di zona Ripamonti —. A quel punto il sistema si attiva col massimo sforzo, ma ormai può essere troppo tardi». Un’altra dottoressa sta cercando un’alternativa per non arrivare al «punto di non ritorno»: «Ai miei sospetti, ma di fatto sicuri casi Covid-19, se hanno un “saturimetro” in casa chiedo di fare le scale o camminare sei minuti e poi verificare la saturazione dell’ossigeno nel sangue. Se scende, vuol dire che il livello di rischio si sta alzando troppo».
La stessa dottoressa, con studio in centro, ha avuto anche la controprova che molti malati «sommersi» siano casi di coronavirus che il sistema non intercetterà mai: «Ho una dozzina di pazienti con sintomi identici, febbre alta e tosse. Cinque di loro prima del decreto di chiusura sono andati in Engadina e lì sono rimasti. Hanno chiesto di fare il tampone, in Svizzera pagando è possibile. Per tutti e cinque, l’esito è stato quel che per me era già scontato: “positivi”».
Irven Mussi, altro medico di base, studio in via Palmanova, riflette: «I casi che emergono sono la punta dell’iceberg. Il tampone ora si fa praticamente solo a chi va in ospedale perché già grave. Ma noi medici di base sentiamo tanti pazienti con sintomi più sfumati, che potrebbero essere malati di Covid-19. I numeri dei malati quindi non sono reali. Senza contare i portatori sani. Già a gennaio avevamo notato uno strano aumento di polmoniti interstiziali, anche a Milano. Noi medici stiamo ancora aspettando una nuova fornitura mascherine e guanti. Mi ha appena chiamato un collega, che ha la polmonite e dovrà stare a casa». Le persone conteggiate in «isolamento domiciliare» sono solo quelle con un tampone «positivo», ma non in condizioni gravi. L’Ats si sta organizzando con un numero dedicato per contattarle periodicamente e monitorarne le condizioni, ma serve personale.
Sulla massa (e la problematicità) dei malati «sommersi», conclude il professor Massimo Galli, responsabile Malattie infettive del «Sacco»: «Difficile dire quanti sono i positivi al virus non conteggiati. Se si tiene come riferimento il numero di morti in Lombardia e lo si confronta con quello di altri posti dove sono stati fatti tamponi a tappeto, ci immaginiamo che ci siano tante persone con infezione che non abbiamo registrato e che stanno contribuendo a diffondere il virus. Magari sono già stati malati e guariti. Il punto sarebbe poter ricostruire i contatti degli infetti almeno nelle zone ancora non sconvolte dall’epidemia, per cercare di circoscrivere il contagio. Penso alle altre Regioni, ma anche a Milano, per poter vincere la battaglia in città. Aprire più laboratori e fare più tamponi? Per Milano è un problema che va preso in considerazione».
CorSeraOgni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.Originariamente Scritto da Bob TerwilligerDi solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioE' una burletta, non è patriottismo quello. E' solo voglia di far "casino".
Quando per le strade d'Italia passò la salma del Milite Ignoto, che dal Nord scendeva verso Roma per essere tumulato all'Altare della Patria, per tutto il tempo delpercorso (in treno, lentissimo, per permettere a tutti di assistere lungo il viaggio e nelle stazioni) nessuno aprì bocca. Non si suonò nemmeno la Marcia Reale, altro che canzonette. E quello era un morto. Qua parliamo di botte da 300 al giorno ormai.
Ci si può unire anche nel silenzio, è compartecipazione anche quella. Anzi, è sempre stata, negli eventi luttuosi, considerata la più alta forma di rispetto. Non può sempre essere tutto avanspettacolo.
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Originariamente Scritto da M K K Visualizza MessaggioGià si sapeva ma : molti più malati significa percentuale di morte minore ( mto minore), le misure prese si adattano bene anche ai malati non registrati e gli asintomatici...se stanno a casa al massimo contagiano i familiari...ma di noi
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