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Come mai hanno deciso di riaprire tutto proprio adesso che stanno aumentando i contagi?
Per il Capodanno Cinese
Originariamente Scritto da Sean
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Covid, il report Gimbe: risalgono contagi e decessi
Secondo il rapporto settimanale, nuovi casi in aumento dell'11%, i morti crescono del 9,8%. Sono 11,7 milioni gli anziani che non hanno ricevuto la quarta dose del vaccino
Risalgono i contagi Covid nell’ultima settimana (+11,4%), e aumentano anche i decessi (+9,8%). Sono i dati del monitoraggio della fondazione Gimbe sulla settimana 30 dicembre 2022-5 gennaio 2023. Nel dettaglio, si registrano 775 decessi (di cui 52 riferiti a periodi precedenti) rispetto ai 706 della settimana precedente, con una media di 111 al giorno: "Tornano a salire i decessi – sottolinea il rapporto - che da quattro settimane superano i 100 al giorno".
I nuovi casi sono 135.977, rispetto ai 122.099 della settimana precedente. Calano invece i positivi (406.182, la settimana precedente erano 417.661), le persone in isolamento domiciliare (398.147 rispetto a 409.059) e i ricoveri con sintomi (7.716 contro 8.288). Restano stabili le terapie intensive (319 vs 314).
I contagi crescono in 14 regioni: dal +1,4% del Veneto al +44,4% della Puglia. Sette regioni registrano invece un calo: dal -0,4% del Piemonte al -45% della Valle D'Aosta. Per quanto riguarda i test, aumenta il numero dei tamponi totali (+6%): da 807.118 dell'ultima settimana di dicembre ai 855.823 della settimana 30 dicembre 2022-5 gennaio 2023.
I vaccini
Sono 11,7 milioni gli anziani che in Italia non hanno ricevuto la quarta dose del vaccino anti Covid, mentre i nuovi vaccinati sono aumentati del 6,4% e sono 6,78 milioni le persone di età superiore a 5 anni che non hanno nemmeno una dose del vaccino. In questo periodo i nuovi vaccinati sono stati 614 rispetto ai 577 della settimana precedente (+ 6,4%). Di questi, 148 (pari al 24,1%) appartiene alla fascia d'età compresa fra 5 e11 anni, con un incremento del 74,1% rispetto alla settimana precedente.
Secondo il rapporto settimanale, nuovi casi in aumento dell'11%, i morti crescono del 9,8%. Sono 11,7 milioni gli anziani che non hanno ricevuto la quarta …
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
La situazione dei decessi negli altri paesi europei qual è? Qua si sta da settimane a 100 morti al giorno...e non credo siano tutti non vaccinati, ma anche gente (e penso ad anziani e fragili) con magari le 3 dosi di vaccino. Non sono troppi 100 morti al giorno?
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«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C'è il famoso conteggio mai chiarito tra morti per covid e morti con covid
sarebbe da capire se mediamente stanno morendo più persone, come è successo nel 2020, infatti dire che muoiono 100 persone con il covid è relativo con questa varianti più leggere.
tra l'altro negli ospedali il covid sta girando parecchio nelle ultime settimane, quindi è facile che lo prendano
Originariamente Scritto da Marco pl
i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
Qua non si è mai capito fino in fondo se uno che muore perché cade e sbatte la testa e gli viene rilevato il covid venga conteggiato tra i morti del covid. Più facile che in sto periodo siano morti di freddo (col covid) perché non sono riusciti a pagare le bollette, altro che dosi su dosi.
Qua non si è mai capito fino in fondo se uno che muore perché cade e sbatte la testa e gli viene rilevato il covid venga conteggiato tra i morti del covid. Più facile che in sto periodo siano morti di freddo (col covid) perché non sono riusciti a pagare le bollette, altro che dosi su dosi.
Inviato dal mio ASUS_AI2202 utilizzando Tapatalk
metti che uno col covid tossica un casino, perda l'equilibrio cada e sbatta la testa
a quel punto è morto per colpa del covid, non ci son dubbi
Qua non si è mai capito fino in fondo se uno che muore perché cade e sbatte la testa e gli viene rilevato il covid venga conteggiato tra i morti del covid.
Inviato dal mio ASUS_AI2202 utilizzando Tapatalk
Secondo me è utile guardare il numero di terapie intensive occupate.
Si vede che adesso è un terzo rispetto ad un anno fa e un settimo rispetto a 2 anni fa. Insomma, salvo sorprese di varianti nefaste la situazione sembra sotto controllo.
Tutti i numeri del coronavirus in Italia: contagiati, morti, guariti e numero di tamponi. Informazioni per regioni e province fornite dal ministero della Salute.
Le sottovarianti individuate "già circolano nell'Ue". Le misure restrittive "non devono essere discriminatorie" Tre anni di Covid, l'11 gennaio la Cina annunciò la prima vittima (ANSA)
Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.
Covid in Cina, le foto satellitari rivelano le code fuori dai crematori
Il «Washington Post» ha pubblicato le immagini di sei megalopoli cinesi dove il Covid - secondo dati non ufficiali - avrebbe fatto migliaia di vittime: nuovi parcheggi, auto in fila per ore e operatori al lavoro per ventiquattro ore al giorno
Non sembra il 2023 ma il 2020.
Come per Wuhan tre anni fa, le autorità cinesi hanno avvolto in una cortina di opacità i dati sull’ondata di Covid-19 che sta dilagando. La stampa di Pechino dà risalto alla grande ripresa dei viaggi, decisa dal Partito-Stato che il 7 dicembre si è improvvisamente ritirato dalla trincea di politica sanitaria Covid Zero e l’8 gennaio ha riaperto le frontiere (soprattutto in uscita dalla Cina): «L’afflusso di visitatori cinesi guiderà il boom del turismo mondiale», scrive il Global Times di Pechino nella sua edizione in inglese. In altri articoli vengono citati epidemiologi nazionali che rassicurano: il picco dei contagi sarebbe stato raggiunto il primo gennaio.
Una precisione che si scontra con la mancanza di dati sulle infezioni, sui ricoveri, sui morti.
L’Organizzazione mondiale della sanità ha sottolineato che per cercare di valutare la situazione in Cina il Dipartimento Emergenze «si deve basare sull’aneddotica»: significa guardare con sgomento e frustrazione le immagini che circolano da settimane sui social cinesi: hanno mostrato terapie intensive degli ospedali piene e code alle agenzie funebri delle grandi città. «Le autorità di Pechino stanno sottostimando i numeri», ha detto già il 22 dicembre il dottor Mike Ryan, capo delle Emergenze all’Oms di Ginevra.
Per cercare di interpretare la situazione reale, il Washington Post ha realizzato un’inchiesta che utilizza le immagini satellitari riprese dalla società americana Maxar Technologies. Gli occhi satellitari hanno zoomato su crematori e agenzie funebri di sei città sparse nel Paese: Pechino, Nanchino, Kunming, Chengdu, Tangshan, Huzhou. Secondo gli analisti l’attività intorno ai centri mortuari è aumentata in modo abnorme a dicembre.
Sono state individuate code di auto e carri funebri in attesa di poter accedere alle aree dove vengono inviate le salme per l’operazione di incenerimento. E poi ci sono le testimonianze che si accumulano da giorni: su Weibo (il Twitter cinese) un funzionario di un’agenzia funebre di Chongqing ha scritto che nel suo crematorio «si bruciano 22 corpi al giorno, rispetto ai 4-5 di novembre».
Racconti simili, di bare in attesa nei corridoi delle sale mortuarie degli ospedali, di personale in tute protettive anticontagio impiegato per il trasporto, di crematori affollati, arrivano da tutte le zone urbane della Cina.
Osservando le foto dall’alto del crematorio del distretto di Tongzhou alla periferia di Pechino, il Washington Post ha notato che tra il 22 e il 24 dicembre il parcheggio è stato ampliato per contenere un centinaio di auto. Il personale dell’impianto funebre in quei giorni avrebbe lavorato ventiquattro ore su ventiquattro per cremare 150 corpi al giorno, secondo un post pubblicato (e frettolosamente rimosso) sul sito del «Quotidiano della Gioventù di Pechino». A ltre voci riferiscono di cinque giorni di attesa per un funerale, di bagarini che chiedevano denaro per accelerare le pratiche. Situazione anormale per un Paese come la Cina che ha il culto dei defunti e delle cerimonie funebri.
Eppure, secondo i dati comunicati dalla Commissione sanitaria nazionale, in questa ondata di Covid-19 partita verso l’inizio di dicembre, i decessi sarebbero stati solo 40, per un totale dal gennaio 2020 di circa 2.500.
Com’è possibile, visto che ormai, annunciando che il picco dei contagi è stato superato, le autorità di province come lo Henan (quasi 100 milioni di abitanti) e il Sichuan (oltre 80 milioni) dichiarano che si sono infettati tra l’80 e il 90 per cento dei residenti?
A dicembre le autorità scientifiche di Pechino hanno ristretto la definizione di decesso per Covid: si applica solo ai pazienti morti per polmonite e insufficienza respiratoria. Ma oltre a questo espediente «clinico», è evidente che per non ammettere il fallimento della politica sanitaria dopo tre anni di lockdown, quarantene e tamponi obbligatori, le autorità celano i numeri della mortalità. Basti ricordare che negli Stati Uniti, usciti dall’emergenza grazie ai vaccini, ancora oggi si registrano 2.500 decessi a settimana; in Italia sono circa 100 al giorno, su una popolazione di meno di 60 milioni di abitanti.
La dottoressa Jiaho Yahui, funzionaria della Commissione sanitaria nazionale, dice che solo l’8% dei pazienti di Covid-19 sviluppano la polmonite e che la maggioranza sono curabili con un trattamento tempestivo. Ma in altre dichiarazioni si legge che nelle città di prima fascia della Cina l’80% dei posti in terapia intensiva sono stati occupati. Mancano completamente informazioni sulle aree agricole, dove le condizioni del sistema sanitario sono sicuramente meno avanzate rispetto a Pechino o Shanghai.
E già l’epidemiologo governativo Zhang Wenhong avverte che un secondo picco di contagi è previsto intorno ad aprile-maggio e potrebbe colpire tra il 25 e il 50 per cento della popolazione. La speranza è che i sintomi causati dall’infezione risultino più lievi, ora che una grande massa di cinesi è stata esposta al contagio.
CorSera
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Covid, la variante Kraken e l’allerta dell’Oms: in Europa ancora pochi casi ma il numero è in crescita
Ecdc: percentuale inferiore al 2,5% nei Paesi della Ue. La maggior parte delle segnalazioni proviene dagli Usa (4.111 sequenze) e dal Regno Unito (202)
Nei Paesi europei la sua diffusione è ancora inferiore al 2,5%, ma negli Stati Uniti sta galoppando. La nuova variante ricombinante Kraken (XBB.1.5), sottolignaggio di XBB (Gryphon) con una mutazione aggiuntiva nella proteina spike (S486P), è stata individuata per la prima volta negli Usa il 22 ottobre e da allora ha avuto una rapida ascesa: oggi negli Stati Uniti rappresenta il 40% delle nuove infezioni.
In Europa, secondo il Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), «esiste il rischio che questa variante possa avere un effetto crescente sul numero di casi di Covid, ma non entro il prossimo mese, poiché è attualmente presente solo a livelli molto bassi».
L’Organizzione mondiale della sanità (Oms) ha però voluto allertare i Paesi i merito ai potenziali rischi. «Dati recenti indicano la crescente presenza della variante XBB.1.5, che si sta già diffondendo rapidamente in Usa. I casi nella regione europea vengono rilevati in numero piccolo ma crescente e stiamo lavorando per valutarne il potenziale impatto» ha affermato Hans Henri Kluge, direttore Oms Europa.
Kluge ha invitato tutti i Paesi ad aumentare la sorveglianza genomica sul virus, per rilevare le varianti in circolazione. Nell’ultimo anno, ha affermato, «molti Paesi hanno notevolmente ridotto la loro capacità di sorveglianza per Covid-19». Nelle prime cinque settimane del 2022 le informazioni sulle varianti si basavano su 1,2 milioni di casi, mentre nelle ultime settimane dello scorso anno le segnalazioni sono scese a circa 90mila.
«Lodiamo i Paesi europei che hanno mantenuto una forte sorveglianza, tra cui Danimarca, Francia, Germania e Regno Unito — ha detto Kluge —. Dopo tre anni di pandemia non possiamo permetterci ulteriori pressioni sui nostri sistemi sanitari. Una tale minaccia potrebbe provenire da una nuova variante, ovunque e in qualsiasi momento, anche qui in Europa e in Asia centrale».
Dunque Kraken potrebbe causare una nuova ondata di casi in Europa ma in realtà della nuova variante sappiamo poco, a parte il fatto che ha una elevata capacità di diffusione. Ad oggi la maggior parte delle segnalazioni proviene dagli Stati Uniti (4.111 sequenze) e dal Regno Unito (202 sequenze) ed è stata rilevata in altri Paesi, anche europei: Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Francia, Germania, Islanda, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Romania, Slovenia, Spagna e Svezia. Ma, sottolinea l’Ecdc, «la proporzione nella Ue è inferiore al 2,5% nelle ultime due settimane del 2022».
Secondo i dati finora raccolti, XBB.1.5 sembra avere un grande vantaggio di crescita rispetto ai lignaggi circolanti in precedenza in Nord America (109%) ed Europa (113%). Ma non è ancora chiaro se la variante diventerà dominante. «La rapida crescita negli Usa non significa necessariamente che la variante diventerà dominante da noi, poiché durante la pandemia sono state osservate più volte importanti differenze nella circolazione delle varianti tra il Nord America e l’Europa — spiegano gi esperti dell’Ecdc —. Inoltre al momento non sono disponibili informazioni sufficienti per valutare qualsiasi cambiamento nella gravità dell’infezione associata alla variante».
Un recente studio in preprint mostra che XBB.1.5 non è associata a una riduzione della neutralizzazione da parte degli anticorpi di vaccinati e guariti rispetto a XBB.1 (Hippogryph), ma ha una maggiore affinità con ACE2 (il recettore presente sulla superficie delle cellule di diversi organi, attraverso cui il virus penetra nell’organismo): questo indicherebbe che il vantaggio di XBB.1.5 consiste in un aumento della trasmissibilità.
CorSera
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