Originariamente Scritto da Giampo93
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Tuttavia un razionale c’era, e c’e’: si puo’ ricondurre il tutto a “crescenti prerogative di corresponsabilizzazione” nel processo di diagnosi e cura.
“Paziente”, per estensione etimologica direi, implica un approccio di tipo completamente passivo, un completo e pieno affidamento alle cure del dottore a cui ci si rivolge.
L’epoca moderna e’ pero’ quella del “tutti medici con Google”, e se vogliamo dirla tutta..la questione e’ stata ben recepita a monte…con una sorta di super*****losa accettazione.
Il paziente “moderno” ha, di fatto, potenzialmente sempre maggiore potere “contrattuale”, in una “relazione sempre meno simmetrica” col dottore.
Tanti vi hanno visto solo un lato della medaglia, io ci vedo invece anche la necessita’ che, quando possibile, perche’ capite bene che non sempre puo’ esserlo, “la persona assistita” debba metterci “del suo” e attenersi alle raccomandazioni fornite.
Comunque tutto sto casino per dire che si comincia con le belle parole, si finisce per farsi “assistere” dopo 18 ore in PS per carenze strutturali, di personale, di competenze, etc etc etc…
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