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Emergenza Coronavirus: thread unico.
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Sciabolata...
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"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".
(L. Pirandello)
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Originariamente Scritto da sylvester Visualizza MessaggioSciabolata...
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Ottimo e spero che la cosa s'intensifichi ulteriormente.
A brevissimo passeremo in zona gialla e c'è ancora tantissima gente che non si è vaccinata però fa il kazzo che vuole.
Il dato più importante ? Oltre il 90% dei posti occupati in terapia intensiva è occupato da pazienti non vaccinati.
Direi che ho detto tutto, 2+2 fa 4, in fondo.Originariamente Scritto da SeanTu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
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Originariamente Scritto da marcu9 Visualizza Messaggio.
Originariamente Scritto da marcu9 Visualizza MessaggioOttimo e spero che la cosa s'intensifichi ulteriormente.
A brevissimo passeremo in zona gialla e c'è ancora tantissima gente che non si è vaccinata però fa il kazzo che vuole.
Il dato più importante ? Oltre il 90% dei posti occupati in terapia intensiva è occupato da pazienti non vaccinati.
Direi che ho detto tutto, 2+2 fa 4, in fondo.
Perché 2 + 2 + 2 deve fare 6, in fondo. E ho detto tutto.
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Originariamente Scritto da Sly83 Visualizza Messaggio
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Covid, Iss: «Virus fino a 30 volte più letale in chi non è coperto da vaccino»
I dati del nuovo rapporto dell'Istituto Superiore di Sanità. I rischi maggiori nella fascia 60-79 anni, crollo anche dei ricoveri. Tra 40 e 59 anni solo 89 in ospedale su 7,3 milioni di immunizzati. L'allarme per i giovanissimi: molti sfuggono alla diagnosi
Chi si contagia di Covid tra gli over 80 e non è vaccinato ha una probabilità di morte venti volte maggiore di chi è immunizzato con due dosi nella stessa fascia d’età. Tra i 60 e i 79 anni la differenza di letalità tra i vaccinati e chi non lo è diventa ancora più eclatante: 30 volte maggiore il rischio di morte per chi non si è coperto. Tra i 40 e i 59 anni diminuisce invece di cinque volte il rischio di finire in ospedale. Tra i più giovani, 12-39 anni, siamo al rischio zero per casi in terapia intensiva tra i vaccinati. In quattro mesi, dal 4 aprile all’8 agosto, neanche un episodio. Sono i dati che l’Istituto superiore di Sanità ha diffuso ieri. Prendono in considerazione contagiati, ricoveri ordinari o in terapia intensiva e decessi legati al Covid. Sono gli stessi mesi in cui la campagna vaccinale ha accelerato diventando massiva, arrivando a coprire oltre 35,3 milioni di connazionali con doppia dose e circa 38 milioni con una. Il rapporto dell’Iss, presieduto da Silvio Brusaferro, è il frutto dell’analisi congiunta dei dati dell’anagrafe nazionale vaccini con quelli della sorveglianza Covid-19 che affluiscono dalle regioni.
Gli over 80
Il rischio decesso tra gli over 80 diverge enormemente tra chi si è coperto e chi no. Senza due dosi chi appartiene a questa fascia d’età ha il 96,69% in più di probabilità di morire a causa del virus rispetto a chi si è immunizzato. Con una dose soltanto la differenza scende al 74,22%, un divario comunque ampio. I numeri assoluti sono più chiari: da aprile ad oggi sono deceduti 28 over 80 che avevano ricevuto due dosi e appartenevano dunque ai 4 milioni di vaccinati di questa fascia. Tra i non vaccinati il rapporto è completamente diverso: sono morti 54 anziani sui 418 mila non coperti. I contagi sono stati 756: la letalità è ancora oggi molto alta, oltre l’8%, se non ci si vaccina. Tra chi è immunizzato i contagiati sono stati invece 2.017, un numero superiore. Questo perché si è verificato quello che gli esperti chiamano «paradosso vaccinale». I numeri di casi Covid tra i vaccinati sono superiori a chi non lo è perché abbiamo coperto oltre il 93% della platea.
La fascia 60-79 anni
In questa fascia si trovano le stesse differenze. Ancor più interessanti in caso di ospedalizzazioni in terapia intensiva, un rischio concreto per chi contrae il Covid. Chi ha completato il ciclo vaccinale, che l’Iss considera 14 giorni dopo dalla somministrazione della seconda dose, il rischio di finire allettati in carenza di ossigeno scende del 97,79% rispetto a chi non è vaccinato. E del 90,57% per chi ha ricevuto una dose sola. Ci sono stati appena 17 vaccinati con doppia dose finiti in carenza di ossigeno in questi 4 mesi. E 6 decessi su oltre 8,3 milioni di vaccinati di queste due decadi. Tra i non immunizzati i numeri divergono chiaramente: 104 persone sono finite in area medica critica (con 64 decessi) su una platea di gran lunga inferiore: 2,8 milioni di non vaccinati.
La fascia 40-59 anni
Anche in queste due decadi differenze sostanziali tra le due categorie: vaccinati e non. Il calcolo sui ricoveri in via ordinaria a causa del Covid è esemplificativo: in quattro mesi in questa fascia d’età sono stati ricoverati 1.081 persone non vaccinate su oltre 16.800 contagiati. Significa che tra i non coperti c’è una probabilità su 16 di essere ricoverati, seppur in posti letto di degenza ordinaria. Se invece ci si vaccina la proporzione cambia sensibilmente. Appena 89 vaccinati con doppia dose sono stati ricoverati per Covid su 7,3 milioni di immunizzati. I contagi tra i vaccinati sono stati 6.873. Significa che c’è un caso ogni 77 contagi che finisce in ospedale.
La fascia 12-39 anni
È quella dove l’analisi sull’efficacia vaccinale è più complicata perché è minore la capacità di tracciamento dei contagi. Scrive l’Iss che «una quota di infezioni asintomatiche o con sintomi lievi non siano diagnosticate, e questo è verosimile si verifichi più frequentemente nella popolazione giovane». In più tra i giovani non vaccinati c’è un altro elemento: «Lo stigma e la paura di eventuali restrizioni alla loro vita sociale conseguenti un’eventuale diagnosi» determinano una «sottostima del rischio». Significa che i numeri dei casi Covid sono sottostimati e quindi cambiano le proporzioni complessive. L’Iss registra la diminuzione del 68,32% del rischio di contagiarsi per i vaccinati con doppia dose rispetto a chi non lo è. Che scende al 41,34% con una dose soltanto. Ma si tratta, come dicevamo, di stime per difetto. Perché l’efficacia vaccinale è probabilmente molto superiore.
CorSera...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioCovid, Iss: «Virus fino a 30 volte più letale in chi non è coperto da vaccino»
I dati del nuovo rapporto dell'Istituto Superiore di Sanità. I rischi maggiori nella fascia 60-79 anni, crollo anche dei ricoveri. Tra 40 e 59 anni solo 89 in ospedale su 7,3 milioni di immunizzati. L'allarme per i giovanissimi: molti sfuggono alla diagnosi
Chi si contagia di Covid tra gli over 80 e non è vaccinato ha una probabilità di morte venti volte maggiore di chi è immunizzato con due dosi nella stessa fascia d’età. Tra i 60 e i 79 anni la differenza di letalità tra i vaccinati e chi non lo è diventa ancora più eclatante: 30 volte maggiore il rischio di morte per chi non si è coperto. Tra i 40 e i 59 anni diminuisce invece di cinque volte il rischio di finire in ospedale. Tra i più giovani, 12-39 anni, siamo al rischio zero per casi in terapia intensiva tra i vaccinati. In quattro mesi, dal 4 aprile all’8 agosto, neanche un episodio. Sono i dati che l’Istituto superiore di Sanità ha diffuso ieri. Prendono in considerazione contagiati, ricoveri ordinari o in terapia intensiva e decessi legati al Covid. Sono gli stessi mesi in cui la campagna vaccinale ha accelerato diventando massiva, arrivando a coprire oltre 35,3 milioni di connazionali con doppia dose e circa 38 milioni con una. Il rapporto dell’Iss, presieduto da Silvio Brusaferro, è il frutto dell’analisi congiunta dei dati dell’anagrafe nazionale vaccini con quelli della sorveglianza Covid-19 che affluiscono dalle regioni.
Gli over 80
Il rischio decesso tra gli over 80 diverge enormemente tra chi si è coperto e chi no. Senza due dosi chi appartiene a questa fascia d’età ha il 96,69% in più di probabilità di morire a causa del virus rispetto a chi si è immunizzato. Con una dose soltanto la differenza scende al 74,22%, un divario comunque ampio. I numeri assoluti sono più chiari: da aprile ad oggi sono deceduti 28 over 80 che avevano ricevuto due dosi e appartenevano dunque ai 4 milioni di vaccinati di questa fascia. Tra i non vaccinati il rapporto è completamente diverso: sono morti 54 anziani sui 418 mila non coperti. I contagi sono stati 756: la letalità è ancora oggi molto alta, oltre l’8%, se non ci si vaccina. Tra chi è immunizzato i contagiati sono stati invece 2.017, un numero superiore. Questo perché si è verificato quello che gli esperti chiamano «paradosso vaccinale». I numeri di casi Covid tra i vaccinati sono superiori a chi non lo è perché abbiamo coperto oltre il 93% della platea.
La fascia 60-79 anni
In questa fascia si trovano le stesse differenze. Ancor più interessanti in caso di ospedalizzazioni in terapia intensiva, un rischio concreto per chi contrae il Covid. Chi ha completato il ciclo vaccinale, che l’Iss considera 14 giorni dopo dalla somministrazione della seconda dose, il rischio di finire allettati in carenza di ossigeno scende del 97,79% rispetto a chi non è vaccinato. E del 90,57% per chi ha ricevuto una dose sola. Ci sono stati appena 17 vaccinati con doppia dose finiti in carenza di ossigeno in questi 4 mesi. E 6 decessi su oltre 8,3 milioni di vaccinati di queste due decadi. Tra i non immunizzati i numeri divergono chiaramente: 104 persone sono finite in area medica critica (con 64 decessi) su una platea di gran lunga inferiore: 2,8 milioni di non vaccinati.
La fascia 40-59 anni
Anche in queste due decadi differenze sostanziali tra le due categorie: vaccinati e non. Il calcolo sui ricoveri in via ordinaria a causa del Covid è esemplificativo: in quattro mesi in questa fascia d’età sono stati ricoverati 1.081 persone non vaccinate su oltre 16.800 contagiati. Significa che tra i non coperti c’è una probabilità su 16 di essere ricoverati, seppur in posti letto di degenza ordinaria. Se invece ci si vaccina la proporzione cambia sensibilmente. Appena 89 vaccinati con doppia dose sono stati ricoverati per Covid su 7,3 milioni di immunizzati. I contagi tra i vaccinati sono stati 6.873. Significa che c’è un caso ogni 77 contagi che finisce in ospedale.
La fascia 12-39 anni
È quella dove l’analisi sull’efficacia vaccinale è più complicata perché è minore la capacità di tracciamento dei contagi. Scrive l’Iss che «una quota di infezioni asintomatiche o con sintomi lievi non siano diagnosticate, e questo è verosimile si verifichi più frequentemente nella popolazione giovane». In più tra i giovani non vaccinati c’è un altro elemento: «Lo stigma e la paura di eventuali restrizioni alla loro vita sociale conseguenti un’eventuale diagnosi» determinano una «sottostima del rischio». Significa che i numeri dei casi Covid sono sottostimati e quindi cambiano le proporzioni complessive. L’Iss registra la diminuzione del 68,32% del rischio di contagiarsi per i vaccinati con doppia dose rispetto a chi non lo è. Che scende al 41,34% con una dose soltanto. Ma si tratta, come dicevamo, di stime per difetto. Perché l’efficacia vaccinale è probabilmente molto superiore.
CorSera
E non mi si dica che in estate si muore meno perche' le analisi vaccinati/non vaccinati parlano chiaro.
L'unico dubbio che dovremmo avere e' sulla durata della protezione,che e' cio che giustificherebbe il calo del 10% nella protezione del vaccino da malattia grave in Israele (da 90% a 80%).
Tessera N° 7
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Originariamente Scritto da dott Visualizza MessaggioCovid 19. In Sicilia Musulmaci impone il divieto di trombata tra vaccinati e non vaccinati.
www. lavocinadimarcu9.it
L'ignoranza di dott. è più pericolosa. [emoji6]
Inviato dal mio SM-G988B utilizzando TapatalkOriginariamente Scritto da SeanTu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
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Originariamente Scritto da marcu9 Visualizza MessaggioL'ignoranza di dott. è più pericolosa. [emoji6]
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Quello invece ve lo ciucciate tutti
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioCovid, Iss: «Virus fino a 30 volte più letale in chi non è coperto da vaccino»
I dati del nuovo rapporto dell'Istituto Superiore di Sanità. I rischi maggiori nella fascia 60-79 anni, crollo anche dei ricoveri. Tra 40 e 59 anni solo 89 in ospedale su 7,3 milioni di immunizzati. L'allarme per i giovanissimi: molti sfuggono alla diagnosi
Chi si contagia di Covid tra gli over 80 e non è vaccinato ha una probabilità di morte venti volte maggiore di chi è immunizzato con due dosi nella stessa fascia d’età. Tra i 60 e i 79 anni la differenza di letalità tra i vaccinati e chi non lo è diventa ancora più eclatante: 30 volte maggiore il rischio di morte per chi non si è coperto. Tra i 40 e i 59 anni diminuisce invece di cinque volte il rischio di finire in ospedale. Tra i più giovani, 12-39 anni, siamo al rischio zero per casi in terapia intensiva tra i vaccinati. In quattro mesi, dal 4 aprile all’8 agosto, neanche un episodio. Sono i dati che l’Istituto superiore di Sanità ha diffuso ieri. Prendono in considerazione contagiati, ricoveri ordinari o in terapia intensiva e decessi legati al Covid. Sono gli stessi mesi in cui la campagna vaccinale ha accelerato diventando massiva, arrivando a coprire oltre 35,3 milioni di connazionali con doppia dose e circa 38 milioni con una. Il rapporto dell’Iss, presieduto da Silvio Brusaferro, è il frutto dell’analisi congiunta dei dati dell’anagrafe nazionale vaccini con quelli della sorveglianza Covid-19 che affluiscono dalle regioni.
Gli over 80
Il rischio decesso tra gli over 80 diverge enormemente tra chi si è coperto e chi no. Senza due dosi chi appartiene a questa fascia d’età ha il 96,69% in più di probabilità di morire a causa del virus rispetto a chi si è immunizzato. Con una dose soltanto la differenza scende al 74,22%, un divario comunque ampio. I numeri assoluti sono più chiari: da aprile ad oggi sono deceduti 28 over 80 che avevano ricevuto due dosi e appartenevano dunque ai 4 milioni di vaccinati di questa fascia. Tra i non vaccinati il rapporto è completamente diverso: sono morti 54 anziani sui 418 mila non coperti. I contagi sono stati 756: la letalità è ancora oggi molto alta, oltre l’8%, se non ci si vaccina. Tra chi è immunizzato i contagiati sono stati invece 2.017, un numero superiore. Questo perché si è verificato quello che gli esperti chiamano «paradosso vaccinale». I numeri di casi Covid tra i vaccinati sono superiori a chi non lo è perché abbiamo coperto oltre il 93% della platea.
La fascia 60-79 anni
In questa fascia si trovano le stesse differenze. Ancor più interessanti in caso di ospedalizzazioni in terapia intensiva, un rischio concreto per chi contrae il Covid. Chi ha completato il ciclo vaccinale, che l’Iss considera 14 giorni dopo dalla somministrazione della seconda dose, il rischio di finire allettati in carenza di ossigeno scende del 97,79% rispetto a chi non è vaccinato. E del 90,57% per chi ha ricevuto una dose sola. Ci sono stati appena 17 vaccinati con doppia dose finiti in carenza di ossigeno in questi 4 mesi. E 6 decessi su oltre 8,3 milioni di vaccinati di queste due decadi. Tra i non immunizzati i numeri divergono chiaramente: 104 persone sono finite in area medica critica (con 64 decessi) su una platea di gran lunga inferiore: 2,8 milioni di non vaccinati.
La fascia 40-59 anni
Anche in queste due decadi differenze sostanziali tra le due categorie: vaccinati e non. Il calcolo sui ricoveri in via ordinaria a causa del Covid è esemplificativo: in quattro mesi in questa fascia d’età sono stati ricoverati 1.081 persone non vaccinate su oltre 16.800 contagiati. Significa che tra i non coperti c’è una probabilità su 16 di essere ricoverati, seppur in posti letto di degenza ordinaria. Se invece ci si vaccina la proporzione cambia sensibilmente. Appena 89 vaccinati con doppia dose sono stati ricoverati per Covid su 7,3 milioni di immunizzati. I contagi tra i vaccinati sono stati 6.873. Significa che c’è un caso ogni 77 contagi che finisce in ospedale.
La fascia 12-39 anni
È quella dove l’analisi sull’efficacia vaccinale è più complicata perché è minore la capacità di tracciamento dei contagi. Scrive l’Iss che «una quota di infezioni asintomatiche o con sintomi lievi non siano diagnosticate, e questo è verosimile si verifichi più frequentemente nella popolazione giovane». In più tra i giovani non vaccinati c’è un altro elemento: «Lo stigma e la paura di eventuali restrizioni alla loro vita sociale conseguenti un’eventuale diagnosi» determinano una «sottostima del rischio». Significa che i numeri dei casi Covid sono sottostimati e quindi cambiano le proporzioni complessive. L’Iss registra la diminuzione del 68,32% del rischio di contagiarsi per i vaccinati con doppia dose rispetto a chi non lo è. Che scende al 41,34% con una dose soltanto. Ma si tratta, come dicevamo, di stime per difetto. Perché l’efficacia vaccinale è probabilmente molto superiore.
CorSera
Ad oggi è inutile continuare a sciorinare questi dati.
Mettessero l'obbligo per gli over 60 e non se ne parla più.
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".
(L. Pirandello)
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Anzi, sorge spontanea una domanda:
Ma se in Italia il 90% della popolazione fosse vaccinata (compresi gli under 12!!)
ed il restante 10% fosse rappresentato dai famosi over 50 che non si vaccineranno nè ora nè mai
Le terapie intensive sarebbero finalmente libere o avremmo cmq 500 morti al giorno come lo scorso inverno?
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".
(L. Pirandello)
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Originariamente Scritto da sylvester Visualizza MessaggioAnzi, sorge spontanea una domanda:
Ma se in Italia il 90% della popolazione fosse vaccinata (compresi gli under 12!!)
ed il restante 10% fosse rappresentato dai famosi over 50 che non si vaccineranno nè ora nè mai
Le terapie intensive sarebbero finalmente libere o avremmo cmq 500 morti al giorno come lo scorso inverno?
E' un interrogativo valido anche senza ipotizzare gli under 12 e un 90% di vaccinati, considerando che comunque la storia clinica di questo virus ci dice che a finire in ospedale sono determinate categorie, non i giovani, non i giovanissimi e nemmeno i trentenni in salute e raramente dai 40 ai 50.
E' pane per gli statistici: bisogna prendere i numeri dei 50enni in su non vaccinati, vedere che rischio percentuale si ha da quell'età a finire in ospedale (uno su dieci? Uno su cento? Uno su mille?) e da lì capire quanti di quelle fasce potrebbero potenzialmente andare in corsia, in terapia intensiva (i decessi interessano meno perchè non occupano posti in ospedale).
Cioè capire se la quantità di non vaccinati tra i 50enni in su (quanti sono? Leggevo che la fascia dai 50 ai 60 sono 2 milioni se non mi sbaglio) è sufficiente ad otturare le corsie e i reparti o è gestibile....considerando che una certa percentuale di incidenza va lasciata ai vaccinati che finiranno in ospedale, perchè non è che tutti di quelli si passeranno il covid a casa....ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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