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Perchè i Cinesi quando gli dici di stare a casa stanno a casa, non vanno a fare l'apericena.
vivo nel quartiere cinese di milano e non corretto dire che sono stati a casa quando gli è stato detto,
sono due settimane che di loro iniziativa hanno chiuso tutte le loro attività
Originariamente Scritto da midofuoco
Dio mio mi toccherà fare pure le GAG bang?
Che mondo maschilista queste palestre
Originariamente Scritto da menphisdaemon
Sreppate sti mentecatti che mi rovinano il mongolo del secolo!!!
E' vero, se ne stanno scappando dal carcere di Foggia. Però, dovessero ammalarsi, andrebbero anche loro ad intasare i posti, perchè tocca curarli. Andranno a chiedere aiuto a quello Stato le leggi del quale stanno violando.
In Lombardia i medici stanno scegliendo chi curare e chi no e lo Stato dovrebbe trovare un posto in ospedale a questi fuggiaschi? Dovrebbe sparargli alle spalle nel mentre si allontanano. Con le carezze ormai non risolviamo più niente. Alcuni mordono la mano tenera.
Ma è diventato così facile fuggire dal carcere? Ma che roba è ?
Originariamente Scritto da Sean
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
vivo nel quartiere cinese di milano e non corretto dire che sono stati a casa quando gli è stato detto,
sono due settimane che di loro iniziativa hanno chiuso tutte le loro attività
non ho capito, le due cose che dici si contrastano. Non è vero che sono stati a casa ma allo stesso tempo hanno chiuso le attività andando di fatto, ad attuare un auto quarantena ( cosa che è successa anche qui, i ristoranti e attività asiatiche sono chiuse da 2 settimane di loro spontanea volontà )
Originariamente Scritto da modgallagher
gandhi invece di giocarsi il libretto della macchina si gioca la cartella clinica
" tra noi sarebbe come abbinare un vino pregiato a un ottimo cibo " ..
vivo nel quartiere cinese di milano e non corretto dire che sono stati a casa quando gli è stato detto,
sono due settimane che di loro iniziativa hanno chiuso tutte le loro attività
Hanno chiuso perché non conveniva più restare aperti
non ho capito, le due cose che dici si contrastano. Non è vero che sono stati a casa ma allo stesso tempo hanno chiuso le attività andando di fatto, ad attuare un auto quarantena ( cosa che è successa anche qui, i ristoranti e attività asiatiche sono chiuse da 2 settimane di loro spontanea volontà )
nel senso che non sono stati a casa perchè gli è stato detto ieri, ma era già un pò che avevano preso provvedimenti spontanei.
aiuta il fatto che loro abbiano il doppio della nostra paura eh...
Originariamente Scritto da midofuoco
Dio mio mi toccherà fare pure le GAG bang?
Che mondo maschilista queste palestre
Originariamente Scritto da menphisdaemon
Sreppate sti mentecatti che mi rovinano il mongolo del secolo!!!
Coronavirus, il medico di Bergamo: «Dobbiamo scegliere chi curare e chi no, come in ogni guerra. State a casa»
Christian Salaroli, anestesista rianimatore a Bergamo: «Si decide in base all’età e alle condizioni di salute. Alcuni di noi, primari o ragazzini, ne escono stritolati... State a casa. Vedo troppa gente per strada».
«All’interno del Pronto soccorso è stato aperto uno stanzone con venti posti letto, che viene utilizzato solo per eventi di massa. Lo chiamiamo Pemaf, ovvero Piano di emergenza per il maxi-afflusso. È qui che viene fatto il triage, ovvero la scelta».
Non è un colloquio facile, quello con Christian Salaroli, 48 anni, una moglie, due figli, dirigente medico, anestesista rianimatore dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, uno dei più sollecitati di queste settimane, distante appena sette chilometri dal cluster di Alzano Lombardo, uno dei più misteriosi e persistenti di questa epidemia. Non lo è per l’argomento che tratta, non lo è per l’emotività che ci scorre dentro, che abbiamo il dovere di asciugare, anche se pure dice molto di quello che sta avvenendo dove si combatte per davvero. «Si decide per età, e per condizioni di salute. Come in tutte le situazioni di guerra. Non lo dico io, ma i manuali sui quali abbiamo studiato».
Allora è vero?
«Certo che lo è. In quei letti vengono ammessi solo donne e uomini con la polmonite da Covid-19, affetti da insufficienza respiratoria. Gli altri, a casa».
Poi cosa succede?
«Li mettiamo in ventilazione non invasiva, che si chiama Niv. Il primo passo è quello».
E gli altri passi?
«Vengo al più importante. Al mattino presto, con i curanti del Pronto soccorso, passa il rianimatore. Il suo parere è molto importante».
Perché conta così tanto?
«Oltre all’età e al quadro generale, il terzo elemento è la capacità del paziente di guarire da un intervento rianimatorio».
Di cosa stiamo parlando?
«Questa indotta dal Covid-19 è una polmonite interstiziale, una forma molto aggressiva che impatta tanto sull’ossigenazione del sangue. I pazienti più colpiti diventano ipossici, ovvero non hanno più quantità sufficienti di ossigeno nell’organismo».
Quando arriva il momento di scegliere?
«Subito dopo. Siamo obbligati a farlo. Nel giro di un paio di giorni, al massimo. La ventilazione non invasiva è solo una fase di passaggio. Siccome purtroppo c’è sproporzione tra le risorse ospedaliere, i posti letto in terapia intensiva, e gli ammalati critici, non tutti vengono intubati».
A quel punto cosa succede?
«Diventa necessario ventilarli meccanicamente. Quelli su cui si sceglie di proseguire vengono tutti intubati e pronati, ovvero messi a pancia in giù, perché questa manovra può favorire la ventilazione delle zone basse del polmone».
Esiste una regola scritta?
«Al momento, nonostante quel che leggo, no. Per consuetudine, anche se mi rendo conto che è una brutta parola, si valutano con molta attenzione i pazienti con gravi patologie cardiorespiratorie, e le persone con problemi gravi alle coronarie, perché tollerano male l’ipossia acuta e hanno poche probabilità di sopravvivere alla fase critica».
Nient’altro?
«Se una persona tra gli 80 e i 95 anni ha una grave insufficienza respiratoria, verosimilmente non procedi. Se ha una insufficienza multi organica di più di tre organi vitali, significa che ha un tasso di mortalità del cento per cento. Ormai è andato».
Lo lasciate andare?
«Anche questa è una frase terribile. Ma purtroppo è vera. Non siamo in condizione di tentare quelli che si chiamano miracoli. È la realtà».
Non è sempre così?
«No. Certo, anche in tempi normali si valuta caso per caso, nei reparti si cerca di capire se il paziente può recuperare da qualunque intervento. Adesso questa discrezionalità la stiamo applicando su larga scala».
Chi viene lasciato andare muore di Covid-19 o di patologie pregresse?
«Questa che non muoiono di coronavirus è una bugia che mi amareggia. Non è neppure rispettosa nei confronti di chi ci lascia. Muoiono di Covid-19, perché nella sua forma critica la polmonite interstiziale incide su problemi respiratori pregressi, e il malato non riesce più a sopportare questa situazione. Il decesso è causato dal virus, non da altro».
E voi medici, riuscite a sopportare questa situazione?
«Alcuni ne escono stritolati. Capita al primario, e al ragazzino appena arrivato che si trova di prima mattina a dover decidere della sorte di un essere umano. Su larga scala, lo ripeto».
A lei non pesa essere arbitro della vita e della morte di un essere umano?
«Io per ora dormo la notte. Perché so che la scelta è basata sul presupposto che qualcuno, quasi sempre più giovane, ha più probabilità di sopravvivere dell’altro. Almeno, è una consolazione».
Cosa ne pensa degli ultimi provvedimenti del governo?
«Forse sono un po’ generici. Il concetto di chiudere il virus in certe zone è giusto, ma arriva con almeno una settimana di ritardo. Quello che conta davvero è un’altra cosa».
Quale?
«State a casa. State a casa. Non mi stanco di ripeterlo. Vedo troppa gente per strada. La miglior risposta a questo virus è non andare in giro. Voi non immaginate cosa succede qui dentro. State a casa».
C’è carenza di personale?
«Tutti stiamo facendo tutto. Noi anestesisti facciamo turni di supporto nella nostra sala operativa, che gestisce Bergamo, Brescia e Sondrio. Altri medici di ambulanza finiscono in corsia, oggi toccherà a me».
Nello stanzone?
«Esatto. Tanti miei colleghi stanno accusando questa situazione. Non è solo il carico di lavoro, ma quello emotivo, che è devastante. Ho visto piangere infermieri con trent’anni di esperienza alle spalle, Gente che ha crisi di nervi e all’improvviso trema. Voi non sapete cosa sta succedendo negli ospedali, per questo ho deciso di parlare con lei».
Esiste ancora il diritto alla cura?
«In questo momento è minacciato dal fatto che il sistema non è in grado di farsi carico dell’ordinario e dello straordinario al tempo stesso. Così le cure standard possono avere ritardi anche gravi».
Mi fa un esempio?
«Normalmente la chiamata per un infarto viene processata in pochi minuti. Ora può capitare che si aspetti anche per un’ora o più».
Trova una spiegazione a tutto questo?
«Non la cerco. Mi dico che è come per la chirurgia di guerra. Si cerca di salvare la pelle solo a chi ce la può fare. È quel che sta succedendo».
CorSera
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
si ma, tutte le altre?
La maggior parte dei lavori non si possono fare a casa, mi dispiace.
Io faccio l'IT e so di cosa stai parlando e ti do ragione sul fatto che tutti i lavori di ufficio possono essere svolti da casa, ma tutti gli altri? non esistono solo lavori d'ufficio.
Ho parlato dell'estetista perchè è il primo lavoro che mi è venuto in mente (e a parte il fatto che gia usano mascherine e guanti, ma pensi sia sufficiente, veramente?) ma ci sono la maggior parte che vengono svolti manualmente.. dal montatore, al falegname, muratore, elettricista, corriere, pizzaiolo, cameriere e chi più ne ha ne metta.. non penso devo farti l'elenco.
Poi parliamo del fatto che dei lavori d'ufficio i datori di lavoro non vogliono farli fare da casa, oltre al fatto che la gente non è capace di aprire manco Word.
Sono d'accordo sul lavorare da casa per chi può.. mettiamola cosi chiudiamo tutto e lavora solo chi può farlo da casa..anche cosi andrebbe bene!
Si sto impanicato perchè c'è un governo che non fa quello che dovrebbe e perchè vedo leggerezza da parte di tutti quando la situazione è piu grave del previsto, compreso te.
No, tu sei impanicato perché sei di tuo imparanoiato. Montatore, falegname, elettricista, corriere non sono lavori a "contatto". Non é che se chiami un idraulico e gli stai a distanza di sicurezza succede nulla.
Ma chiudi tutto cosa? Come mangia la gente? Scorte tipo guerra? Droni che consegnano? Ma che stai dicendo. Serve una risposta netta e moderazione nelle emozioni. Seriamente, stacca internet e tv perché sei in paranoia totale da 10 giorni.
Anche la Germania dichiara più di mille casi. Tra poco quei Paesi avranno la stessa nostra esplosione pandemica.
Comunque stamattina ho avuto conferma che il primo e piú fondamentale problema é l'idiozia. Come scritto di la avevo appuntamento dal dottore, alle 8.15 giá sala piena e due tizi tossivano a bocca aperta verso il cielo....
Fortunatamente ero in un'altra sala e ho sbrigato il tutto in tipo 240 secondi
Onestamente non ho elementi per formare un'opinione sugli effetti di un'amnistia. Di certo un'epidemia in carcere è difficile da gestire e il livello di sicurezza delle nostre galere è tarato sull'assunzione che i detenuti non si ribellino tutti contemporaneamente.
Qualsiasi sia l'assunzione, é uno schifo che si sospenda il diritto in un momento simile.
non ho capito, le due cose che dici si contrastano. Non è vero che sono stati a casa ma allo stesso tempo hanno chiuso le attività andando di fatto, ad attuare un auto quarantena ( cosa che è successa anche qui, i ristoranti e attività asiatiche sono chiuse da 2 settimane di loro spontanea volontà )
Credo volesse solo sottolienare che hanno preso la cosa ancora piú sul serio del richiesto
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
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