Scoperto il "difetto" dei coaguli: cosa succede con AstraZeneca
Una ricerca appena pubblicata su Nature fa luce sulle possibili cause dei rari coaguli nel sangue che hanno causato centinaia di trombosi dopo la vaccinazione con AstraZeneca.
La VITT, cioé "trombocitopenia immunitaria indotta da vaccino", la rara reazione avversa che ha colpito alcuni vaccinati con AstraZeneca, sarebbe causata da alcuni aminoacidi che, presi di mira da specifici anticorpi, innescano la coagulazione del sangue che ha scatenato le trombosi.
Cosa dice lo studio
Lo studio, effettuato da alcuni ricercatori canadesi che offre nuovi indizi sulla causa delle rare trombosi associate al vaccino anglo-svedese, è stato appena pubblicato sulla rivista Nature e spiega cosa è stato individuato nel sangue di alcuni vaccinati con il siero anglo-svedese. "Abbiamo determinato che il legame degli anticorpi VITT anti-PF4 (n=5) era limitato a 8 amminoacidi di superficie, tutti localizzati all'interno del sito di legame dell'eparina su PF4, e il legame era inibito dall'eparina", scrivono in termici tecnici i ricercatori. In pratica, le trombosi dopo il vaccino con AstraZeneca sarebbero state innescate da anticorpi che riconoscono alcuni aminoacidi su una proteina chiamata PF4; una volta che si aggregano alle piastrine, gli anticorpi formano un coagulo di sangue nelle vene o nelle arterie e scatenano la trombosi. Oltre a questo, però, il meccanismo può anche essere lievemente differente perché cambiano anche gli amminoacidi attaccati dagli anticorpi: sono di un certo tipo per i pazienti curati con eparina, di un altro tipo per chi si vaccina con AstraZeneca.
I casi di trombosi
“Lo studio potrebbe aiutare i medici a riconoscere in modo rapido i coaguli da vaccino e agevolare i ricercatori a comprenderne le cause”, afferma Mortimer Poncz, capo della divisione di pediatria-ematologia del Children’s Hospital di Filadelfia come riportato da La Stampa. Un altro specialista, Andreas Greinacher, professore di medicina trasfusionale presso la clinica universitaria tedesca di Greifswald, ha definito i risultati “molto interessanti” ritenendoli una buona pista da seguire per migliorare il trattamento delle trombosi indotte dai vaccini. Ricordiamo l'allarme causato dalla somministrazione con questo vaccino da inizio marzo con 395 casi di trombosi segnalati nel solo Regno Unito di cui 70 fatali. Gli effetti peggiori li hanno subìti i giovani con una media di 20 trombosi in persone tra 18 ed i 49 anni secondo i dati delle autorità inglesi sul numero complessivo dei casi. Invece, tra chi ha oltre 50 anni, si sono registrati dieci casi avversi ogni milione di prime dosi e 1,4 ogni milione di richiami. Questo mese, invece, le autorità europee hanno detto di aver avuto notizia di 479 potenziali trombosi su 51,4 milioni di dosi AstraZeneca, quindi poco meno di un caso ogni 100mila somministrazioni.
Trombosi anche con J&J
Però, la coagulazione del sangue è stata collegata anche al vaccino anti-Covid di Johnson & Johnson sebbene gli incidenti si siano verificati meno frequentemente rispetto ad AstraZeneca. Il motivo può essere essenzialmente uno: J&J è meno usato e diffuso rispetto al siero anglo-svedese ma la piattaforma è la stessa. Si tratta di vaccini ad adenovirus, cioè a vettore virale (come anche il russo Sputnik V), che utilizzano un virus per portare all'interno della cellula la sequenza del codice genetico che codifica per la proteina Spike (leggi qui). Il sistema immunitario si attiva contro la proteina e produce degli anticorpi che, qualora il soggetto entrasse a contatto con il virus, lo proteggeranno dall'infezione. Dopo i rari casi di trombosi, numerosi Paesi ne hanno vietato l'uso o limitato soltanto alle categorie più anziane dove sono meno evidenti, se non nulli, questi effetti pericolosi. Dopo numerosi "balletti", anche l'Italia ha deciso di somministrare il farmaco soltanto agli Over 60.
Una ricerca appena pubblicata su Nature fa luce sulle possibili cause dei rari coaguli nel sangue che hanno causato centinaia di trombosi dopo la vaccinazione con AstraZeneca.
La VITT, cioé "trombocitopenia immunitaria indotta da vaccino", la rara reazione avversa che ha colpito alcuni vaccinati con AstraZeneca, sarebbe causata da alcuni aminoacidi che, presi di mira da specifici anticorpi, innescano la coagulazione del sangue che ha scatenato le trombosi.
Cosa dice lo studio
Lo studio, effettuato da alcuni ricercatori canadesi che offre nuovi indizi sulla causa delle rare trombosi associate al vaccino anglo-svedese, è stato appena pubblicato sulla rivista Nature e spiega cosa è stato individuato nel sangue di alcuni vaccinati con il siero anglo-svedese. "Abbiamo determinato che il legame degli anticorpi VITT anti-PF4 (n=5) era limitato a 8 amminoacidi di superficie, tutti localizzati all'interno del sito di legame dell'eparina su PF4, e il legame era inibito dall'eparina", scrivono in termici tecnici i ricercatori. In pratica, le trombosi dopo il vaccino con AstraZeneca sarebbero state innescate da anticorpi che riconoscono alcuni aminoacidi su una proteina chiamata PF4; una volta che si aggregano alle piastrine, gli anticorpi formano un coagulo di sangue nelle vene o nelle arterie e scatenano la trombosi. Oltre a questo, però, il meccanismo può anche essere lievemente differente perché cambiano anche gli amminoacidi attaccati dagli anticorpi: sono di un certo tipo per i pazienti curati con eparina, di un altro tipo per chi si vaccina con AstraZeneca.
I casi di trombosi
“Lo studio potrebbe aiutare i medici a riconoscere in modo rapido i coaguli da vaccino e agevolare i ricercatori a comprenderne le cause”, afferma Mortimer Poncz, capo della divisione di pediatria-ematologia del Children’s Hospital di Filadelfia come riportato da La Stampa. Un altro specialista, Andreas Greinacher, professore di medicina trasfusionale presso la clinica universitaria tedesca di Greifswald, ha definito i risultati “molto interessanti” ritenendoli una buona pista da seguire per migliorare il trattamento delle trombosi indotte dai vaccini. Ricordiamo l'allarme causato dalla somministrazione con questo vaccino da inizio marzo con 395 casi di trombosi segnalati nel solo Regno Unito di cui 70 fatali. Gli effetti peggiori li hanno subìti i giovani con una media di 20 trombosi in persone tra 18 ed i 49 anni secondo i dati delle autorità inglesi sul numero complessivo dei casi. Invece, tra chi ha oltre 50 anni, si sono registrati dieci casi avversi ogni milione di prime dosi e 1,4 ogni milione di richiami. Questo mese, invece, le autorità europee hanno detto di aver avuto notizia di 479 potenziali trombosi su 51,4 milioni di dosi AstraZeneca, quindi poco meno di un caso ogni 100mila somministrazioni.
Trombosi anche con J&J
Però, la coagulazione del sangue è stata collegata anche al vaccino anti-Covid di Johnson & Johnson sebbene gli incidenti si siano verificati meno frequentemente rispetto ad AstraZeneca. Il motivo può essere essenzialmente uno: J&J è meno usato e diffuso rispetto al siero anglo-svedese ma la piattaforma è la stessa. Si tratta di vaccini ad adenovirus, cioè a vettore virale (come anche il russo Sputnik V), che utilizzano un virus per portare all'interno della cellula la sequenza del codice genetico che codifica per la proteina Spike (leggi qui). Il sistema immunitario si attiva contro la proteina e produce degli anticorpi che, qualora il soggetto entrasse a contatto con il virus, lo proteggeranno dall'infezione. Dopo i rari casi di trombosi, numerosi Paesi ne hanno vietato l'uso o limitato soltanto alle categorie più anziane dove sono meno evidenti, se non nulli, questi effetti pericolosi. Dopo numerosi "balletti", anche l'Italia ha deciso di somministrare il farmaco soltanto agli Over 60.
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