Inter, e il maxi-focolaio? La festa scudetto non ha aumentato i contagi: nessuna "variante nerazzurra"
La Lombardia oggi verrà probabilmente confermata zona gialla con l'indice Rt sotto la soglia dell'1. Per l'ufficialità bisognerà aspettare il comunicato, ma l'indice Rt in base ai dati disponibili non solo non è peggiorato, ma è addirittura migliore: il dato (calcolato sui casi sintomatici) è sceso a 0,87 (la settimana scorsa era a 0,92), con un intervallo compreso tra 0,85 e 0,89. In calo anche l'incidenza settimanale di casi ogni 100mila abitanti, altro parametro importante perché oltre i 250 scatta la zona rossa: in Lombardia il dato è invece attorno a 90, anche in questo caso in calo (la scorsa settimana l'incidenza era 114). Un numero che, a undici giorni di distanza dalle riaperture di bar e ristoranti e, soprattutto, dalla maxi festa per lo scudetto dell'Inter in piazza Duomo con 30mila presenti, molti presunti esperti e media non si aspettavano. Il giorno dopo gli assembramenti La Repubblica addirittura paventava "la variante nerazzurra", prevedendo che i casi in Lombardia e nel capoluogo sarebbero aumentati.
Per Massimo Galli, direttore dell'Ospedale Sacco e tifoso interista, «la manifestazione non aveva senso»; peggio ancora Massimo Andreoni, direttore scientifico Simit (Società italiana malattie infettive): «Errore gravissimo che costerà qualche vita umana». Ciò però non è avvenuto e questo potrebbe confermare l'ipotesi che il virus non si diffonda esponenzialmente all'aperto. Una svolta che potrebbe riguardare il mondo dello sport e che permetterebbe agli enti di riferimento di usare la prova degli assembramenti interisti per "forzare" il governo a riaprire impianti all'aperto.
Per le finali di Coppa Italia (Juve-Atalanta mercoledì a Reggio Emilia) e di Champions (Chelsea-City sabato 29 maggio), gli spettatori ci saranno: 4.300 al Mapei Stadium (con tampone effettuato entro 48 ore prima, processo vaccinale completato o guarigione entro sei mesi dalla partita) e 12mila al Do Dragao di Porto (nuova sede dopo l'addio a Istanbul visto l'inserimento della Turchia nella zona rossa della Gran Bretagna). Un luogo che ha già riassaporato la normalità è Roma con gli Internazionali di tennis che da ieri hanno visto tornare sugli spalti il pubblico al 25% della capienza, grazie anche a un sistema di controllo efficiente: divisione dei campi in tre settori inaccessibili tra loro.
Dal 12 giugno poi, per le quattro partite di Euro 2020 nella Capitale, la speranza è quella di poter accogliere la stessa percentuale di tifosi anche se la cifra potrebbe aumentare qualora la situazione migliorasse. La spinta potrebbe arrivare proprio dal calcio italiano con l'ipotizzata riapertura degli stadi per l'ultima giornata di serie A, la settimana prossima.
La Lombardia oggi verrà probabilmente confermata zona gialla con l'indice Rt sotto la soglia dell'1. Per l'ufficialità bisognerà aspettare il comunicato, ma l'indice Rt in base ai dati disponibili non solo non è peggiorato, ma è addirittura migliore: il dato (calcolato sui casi sintomatici) è sceso a 0,87 (la settimana scorsa era a 0,92), con un intervallo compreso tra 0,85 e 0,89. In calo anche l'incidenza settimanale di casi ogni 100mila abitanti, altro parametro importante perché oltre i 250 scatta la zona rossa: in Lombardia il dato è invece attorno a 90, anche in questo caso in calo (la scorsa settimana l'incidenza era 114). Un numero che, a undici giorni di distanza dalle riaperture di bar e ristoranti e, soprattutto, dalla maxi festa per lo scudetto dell'Inter in piazza Duomo con 30mila presenti, molti presunti esperti e media non si aspettavano. Il giorno dopo gli assembramenti La Repubblica addirittura paventava "la variante nerazzurra", prevedendo che i casi in Lombardia e nel capoluogo sarebbero aumentati.
Per Massimo Galli, direttore dell'Ospedale Sacco e tifoso interista, «la manifestazione non aveva senso»; peggio ancora Massimo Andreoni, direttore scientifico Simit (Società italiana malattie infettive): «Errore gravissimo che costerà qualche vita umana». Ciò però non è avvenuto e questo potrebbe confermare l'ipotesi che il virus non si diffonda esponenzialmente all'aperto. Una svolta che potrebbe riguardare il mondo dello sport e che permetterebbe agli enti di riferimento di usare la prova degli assembramenti interisti per "forzare" il governo a riaprire impianti all'aperto.
Per le finali di Coppa Italia (Juve-Atalanta mercoledì a Reggio Emilia) e di Champions (Chelsea-City sabato 29 maggio), gli spettatori ci saranno: 4.300 al Mapei Stadium (con tampone effettuato entro 48 ore prima, processo vaccinale completato o guarigione entro sei mesi dalla partita) e 12mila al Do Dragao di Porto (nuova sede dopo l'addio a Istanbul visto l'inserimento della Turchia nella zona rossa della Gran Bretagna). Un luogo che ha già riassaporato la normalità è Roma con gli Internazionali di tennis che da ieri hanno visto tornare sugli spalti il pubblico al 25% della capienza, grazie anche a un sistema di controllo efficiente: divisione dei campi in tre settori inaccessibili tra loro.
Dal 12 giugno poi, per le quattro partite di Euro 2020 nella Capitale, la speranza è quella di poter accogliere la stessa percentuale di tifosi anche se la cifra potrebbe aumentare qualora la situazione migliorasse. La spinta potrebbe arrivare proprio dal calcio italiano con l'ipotizzata riapertura degli stadi per l'ultima giornata di serie A, la settimana prossima.
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