Emergenza Coronavirus: thread unico.

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    Bodyweb Senior
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    • BOLOGNA
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    Comunque stiamo discutendo del plexi e delle cassiere, così, per amor di polemica, diciamolo

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    • Sean
      Csar
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      • In piedi tra le rovine
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      Vaccini Pfizer, l’ad Bourla: «Entro l’autunno il ritorno alla normalità. In futuro il Covid-19 diventerà come un’influenza»

      Intervista esclusiva al presidente e amministratore delegato di Pfizer. «In un paio di mesi non ci sarà più un problema di disponibilità dei vaccini». Sulle consegne mancanti AstraZeneca e J&J: «Siamo pronti a fornire all’Ue centinaia di milioni di dosi in più nei prossimi due anni». Sulla variante sudafricana cita uno studio: «L’efficacia è stata al 100%. Da quel che vediamo il nostro vaccino protegge da tutte le varianti». Già pronta una formula per 16-18enni

      Albert Bourla porta un grosso anello con una pietra nera alla mano sinistra, gesticola, sorride, evita il solito gergo aziendale dei grandi capi delle multinazionali. «Non sono Zorba, ma sono un vero greco», dice il presidente e amministratore delegato di Pfizer in un’intervista al Corriere e a altri tre quotidiani europei. «Come parlo, come mi comporto: tutto questo credo abbia fatto una differenza nella mia carriera. Ho tenuto saldi i principi ma dicevo le cose apertamente, rumorosamente, come fanno i greci. Mi ha aiutato molto». Albert Bourla incarna la più grande speranza esista oggi al mondo di uscire dalla peggiore pandemia dell’ultimo secolo.

      Neanche lui se lo sarebbe aspettato quando nel 1993, piccolo veterinario di Salonicco, entrò in Pfizer per un lavoro sulla salute animale in Grecia. Già sembrava improbabile che fosse lì. I suoi genitori erano stati fra i pochissimi sopravvissuti ai rastrellamenti nazisti contro gli ebrei sefarditi di Salonicco. Sua madre fu portata via da un parente non ebreo, che corruppe un ufficiale minuti prima del plotone di esecuzione. Suo padre era per caso fuori dal ghetto quando tutti furono presi e deportati. Oggi Bourla parla quasi ogni giorno via Zoom con U?ur ?ahin, il medico di origine turca, musulmano, con il quale ha sviluppato il vaccino Covid di maggiore impatto per l’umanità. «Penso che sia un messaggio meraviglioso. Siamo amici. Abbiamo iniziato a lavorare insieme un anno fa senza neanche avere un contratto, non c’era tempo di scriverlo. Dovevamo salvare il mondo». Pfizer ha rifiutato gli enormi sussidi del governo americano, ma è arrivata per prima all’autorizzazione di un vaccino contro il Covid-19.


      Come avete fatto?
      «C’è un rapporto fra le due cose. Siamo andati veloce, più veloci di piccole biotech, anche se ci si poteva aspettare che, grandi come siamo, saremmo stati più lenti. Ci siamo dedicati completamente all’obiettivo e io ho cercato di proteggere i nostri scienziati dalla burocrazia che i sussidi pubblici portano con sé. Quando prendi soldi dal governo, ci sono obblighi ed è giusto che sia così: il governo vuole sapere come spendi, dove, e che piani hai. Non è solo il tuo progetto, sono anche i loro soldi. Questo io non lo volevo. Volevo che i nostri scienziati avessero tutte le risorse a loro disposizione, dato che gli stavo chiedendo di rendere possibile l’impossibile. Non gli potevo chiedere di fare in nove mesi qualcosa che di solito richiede dieci anni, se dovevano anche preoccuparsi dei soldi. Quindi, abbiamo rischiato due miliardi: questa è la dimensione dell’investimento, non poca cosa. Sapevo che se avessimo fallito, finanziariamente Pfizer avrebbe sofferto. Ma sapevo anche che, grazie alle nostre dimensioni, un fallimento non avrebbe distrutto l’azienda. Non ci avrebbe affondato. E sapevo che se avessimo fallito, avremmo avuto problemi molto più grandi: non noi soltanto, il mondo intero. Dunque non volevo neanche pensare che il fallimento fosse una possibilità. E alla fine siamo riusciti a fornire vaccini sicuri e efficaci e a produrli molto rapidamente».

      Quanto ci metteranno i Paesi avanzati a tornare a un po’ di normalità? Per quando crede che in Europa riusciremo a essere tutti vaccinati?
      «Non posso parlare per le altre aziende farmaceutiche. Noi stiamo programmando di aumentare drasticamente le nostre forniture di vaccini ai Paesi europei nelle prossime settimane. In questo trimestre consegneremo oltre quattro volte di più di quanto abbiamo fatto nel primo trimestre: 250 milioni di dosi, dopo averne date 62 fino a marzo. E siamo in discussioni per fare di più. Ho fiducia che ci riusciremo. Certo, c’è sempre la possibilità che qualcosa vada storto, come si vede dai problemi che stanno avendo altre aziende. Qualche questione può sempre sorgere, quando hai a che fare con la manifattura complicatissima di prodotti biologici. Ma sono ottimista, ho fiducia, perché finora abbiamo prodotto tantissimo ed è andata a buon fine quasi nel 100% dei casi. Non ci sono stati lotti da buttare. Il nostro processo produttivo si è dimostrato stabile e affidabile».

      Ma crede che un ritorno alla normalità in autunno sia realistico?
      «Credo di sì. Lo vediamo dall’esempio di Israele. Certo, Israele è un Paese piccolo, con i confini chiusi. I movimenti in entrata e in uscita sono limitati e la popolazione vive in uno stato di guerra quasi continuo, dunque sa come rispondere rapidamente a una crisi. Ma lì siamo riusciti a dimostrare al mondo intero che c’è speranza. Quello era il senso dello studio sui dati israeliani. Sapevamo che l’euforia dopo i primi vaccini sarebbe venuta meno quando, mese dopo mese, la gente vede che la vita non cambia molto. Ma in Israele si vedono i veri effetti del vaccino: quando copri una parte importante della popolazione, diventa possibile tornare quasi alla vita di prima. Il punto è quando si riesce a vaccinare la gente. Ma dal nostro punto di vista, sono ottimista: consegneremo numeri importanti di dosi».


      Le forniture all’Europa: «Tutti stiamo accelerando la produzione»

      Ha un calendario mese per mese e delle quantità prefissate da fornire all’Unione europea nel 2021?
      «Certo. Abbiamo un’idea e abbiamo anche una pianificazione molto rigorosa. Ne parliamo con l’Unione europea ogni settimana. Loro vogliono vedere gli aggiornamenti e noi li forniamo. Credo siano soddisfatti, come noi, perché finora siamo sempre stati in anticipo sulla tabella di marcia. Nel nostro stabilimento di Puurs, in Belgio, entro maggio programmiamo di raggiungere il ritmo di circa 100 milioni di dosi prodotte al mese. Con miglioramenti significativi e continui a seguire nei prossimi mesi».

      Come spiega che l’Europa sia indietro sui vaccini rispetto agli Stati Uniti o alla Gran Bretagna?
      «Guardi, l’erba del vicino è sempre la più verde. Se vede i dati sull’Europa, non credo sia indietro rispetto a altri grandi Paesi complessi. Fornire le dosi per 447 milioni di persone e somministrarle è una missione colossale. Per quel che vedo dal nostro lato, funziona come un ingranaggio ben oliato. Tutti i 27 Paesi stanno ricevendo quanto richiesto, spediamo in molti centri in ogni Stato ogni settimana. Tutte le dosi arrivano, con una precisione del 99,9%. Il problema è che la Ue è molto grande e non tutti i fornitori sono riusciti a consegnare quanto promesso. Questo ha creato temporaneamente dei problemi. Ma ora stiamo tutti accelerando la produzione e credo che entro un paio di mesi non ci sarà più un problema di disponibilità. Le quantità basteranno. La luce che vediamo in fondo al tunnel inizierà a diventare sempre più intensa».


      I nuovi negoziati con la Commissione: «Centinaia di milioni di dosi in più»

      Dopo AstraZeneca, anche Johnson & Johnson sta incontrando problemi sui vaccini. Riuscirete voi di Pfizer a compensare per parte delle consegne mancanti?
      «Se ce ne danno l’opportunità, Pfizer e BioNTech sono pronte a fornire all’Europa centinaia di milioni di dosi in più nel 2022 e nel 2023, prodotte nei nostri impianti europei. La nostra rete ha la capacità di produrre più di tre miliardi di dosi l’anno prossimo».

      La Commissione Ue ora parla di un accordo con voi per 1,8 miliardi di dosi nel 2022 e 2023. Può dare dei dettagli?
      «Stiamo negoziando con la Commissione e con molti altri Paesi nel mondo su contratti pluriannuali di fornitura di vaccini Covid nel 2022 e 2023. Sono felice di poterlo dire. Vogliamo essere dei partner nel lungo periodo delle autorità sanitarie di tutto il mondo nella lotta a questa pandemia».

      Lei si sente solo con Bruxelles o anche con i leader nazionali?
      «Parlo a entrambi. Parlo molto spesso con la Commissione al livello più alto e ho discusso varie volte con Ursula von der Leyen, che ora ha il controllo della situazione. Non ho mai visto un leader che conosce così tanti dettagli sul Covid come lei. Ma parlo anche con diversi capi di Stato e di governo. Telefonano e ovviamente io sono sempre disponibile e parlare e spiegare la situazione. Sono preoccupati per i loro cittadini, per le loro famiglie e vogliono il meglio per i loro Paesi. In questo momento, la collaborazione di Pfizer con l’Europa è eccellente».


      Gli studi: «Per ora il vaccino Pfizer ci risulta sicuro sulle varianti»

      Cosa si sa della possibilità che i vaccinati possano essere portatori sani e infettino altre persone?
      «Nei nostri studi vediamo che l’effetto di prevenzione dei vaccini è molto alto. Ne abbiamo conferma anche nei dati da Israele, che ha usato solo il nostro vaccino e su milioni di persone riporta un’efficacia del 97%: anche più alta che nel nostro studio. I dati israeliani danno anche un’efficacia al 90% negli asintomatici. Questo è estremamente importante, perché i portatori asintomatici di solito sono i grandi diffusori. Abbiamo per la prima volta la prova da una popolazione così numerosa, come appunto Israele, il nostro vaccino controlla anche le infezioni. In più all’85% il campione israeliano è di casi della variante inglese, che è la più trasmissibile ed è quella che sta invadendo il mondo. Ma appunto il vaccino l’ha fermata».

      Cosa avete capito dell’efficacia del vostro prodotto su varianti complicate, poco controllabili, come quella sudafricana?
      «Abbiamo appena finito uno studio su 46 mila individui e siamo pronti a presentare i risultati finali. Nel campione 800 persone erano in Sudafrica, dove appunto c’è una delle varianti più difficili, ma anche in quel caso l’efficacia è stata al 100%. Per ora non vediamo nessun indizio che le varianti conosciute producano una perdita della protezione dal nostro vaccino».

      Le dosi sono sicure? Cosa sapete in proposito?
      «Continuiamo aggiornare i dati, a questo punto con centinaia di milioni di somministrazioni. E non ci è stato riportato nessun problema serio».

      State lavorando a un vaccino per bambini?
      «Abbiamo già l’approvazione per l’età 16-18 anni con il 100% di efficacia. Ora abbiamo finito gli studi sui 12-15 anni e abbiamo fiducia che avremo un’altra approvazione. Nel frattempo abbiamo già iniziato a lavorare sugli effetti di 5-11 anni, fra i due e i cinque e fra i sei mesi e i due anni. Facciamo grande attenzione, quando lavoriamo con i bambini. Abbiamo iniziato con dosi piccolissime e poi cerchiamo di capire quali sono i livelli adatti per creare una protezione».


      Una pandemia permanente? «No, presto il Covid sarà come l’influenza»

      Alcuni osservatori pensano che siamo di fronte a una pandemia permanente, con nuove varianti che sorgono sempre prima che tutti siano vaccinati dalle vecchie. Poi serve tempo per produrre e fornire copertura da quelle nuove, che iniziano a circolare. Cosa ne pensa?
      «Non lo sappiamo. È una possibilità? Sì. Credo che lo scenario più probabile sia quello in cui arriviamo a una situazione endemica. Ma vediamo le cose nel loro contesto: penso che sarà pienamente controllabile. E non sono ottimista a causa del mio temperamento mediterraneo. Ho i dati. Io so che noi abbiamo uno degli strumenti più potenti che siamo mai stati creati nella medicina, un vaccino con almeno il 95% di efficacia. Con l’RNA messaggero (mRNA, ndr), noi abbiamo una tecnologia che si può adeguare molto rapidamente se compare una variante. Con altre tecnologie lo si può fare nel giro di mesi, perché bisogna ottenere il virus, coltivarlo e fare i test. Con la tecnologia mRNA invece lavoriamo su file di computer. Non appena la sequenza del virus è stata resa nota abbiamo ricevuto il file da un laboratorio e da lì abbiamo sviluppato un vaccino. È tutto altamente digitalizzato, automatizzato. Per quello gli errori umani sono rari. E sapendo che possiamo riprendere rapidamente controllo di qualunque variante e che abbiamo un efficacia del vaccino almeno al 95%, credo che questa diventerà come un’influenza. Ci vaccineremo e vivremo pienamente le nostre vite. Certo, questa è solo la mia stima. Le cose possono cambiare. Ma sulla base di tutto quel che ho visto, questo è lo scenario più probabile».

      All’inizio, lo RNA messaggero era stato sviluppato per i tumori. Grazie a questa tecnologia, i progressi degli ultimi mesi segneranno una trasformazione in meglio anche per altre malattie?
      «Sì. Non è la prima volta che abbiamo una svolta tecnologica nella scienza che dimostra effetti drasticamente positivi. Ma questa è una di quelle. Credo che saremo in grado di controllare come usarla al meglio. Era da almeno tre anni che lavoravamo con BioNTech per sviluppare da mRNA un vaccino per l’influenza. Noi alla Pfizer abbiamo esperienza con tutte le piattaforme: non solo mRNA, anche l’adenovirus e i vaccini basati sulle proteine. Abbiamo scelto la tecnologia mRNA anche se non era la strada più ovvia, dato che questo sarebbe stato il primo vaccino a base mRNA nella storia. Ma ci sentivamo convinti di poter controllare questa tecnologia, avendoci lavorato già per due anni. Sapevamo che il partenariato fra noi e BioNTech era abbastanza maturo per farci andare avanti. Oggi la potenza dello mRNA è molto chiara. Può essere usata per altri vaccini e c’è una ricerca crescente nel mondo riguardo a altre malattie che possono essere trattate con questo strumento. In particolare i tumori e malattie con cause genetiche».


      CorSera
      ...ma di noi
      sopra una sola teca di cristallo
      popoli studiosi scriveranno
      forse, tra mille inverni
      «nessun vincolo univa questi morti
      nella necropoli deserta»

      C. Campo - Moriremo Lontani


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      • Sean
        Csar
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        • In piedi tra le rovine
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        E' una intervista lunga, ho postato solo le parti che più interessano circa i vaccini, varianti e forniture. In completezza qua: https://www.corriere.it/esteri/21_ap...eedc613c.shtml
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        • miketyson
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          • Jan 2002
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          • impero romano
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          Originariamente Scritto da Death Magnetic Visualizza Messaggio
          Ma voi l'avete mai visto il funerale di una cassiera?
          ? Beh nella media son tutte pischelle alcune anche notevoli
          Alboreto is nothing

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          • miketyson
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            • impero romano
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            io sono convinto che se si riapre a maggio a giugno si richiude
            Alboreto is nothing

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            • miketyson
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              • impero romano
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              Tutto sbagliato sono mesi che si predicava un lockdown lo avessero fatto gennaio/febbraio come andava fatto forse ora respiravamo fino all'estate e se prendeva piede la campagna vaccinale come proclamavano si poteva intravedere un po'di luce
              Alboreto is nothing

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              • Luke91
                Bodyweb Senior
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                Io vedo sempre più persone con ffp2

                Mentre i più menefreghisti li ho sempre visti con mascherine in stoffa, cadenti e non aderenti, con il naso che ad ogni parola si scopre, e tornano a sistemarla (male) una ventina di volte in un discorso
                Originariamente Scritto da huntermaster
                tu ti sacrifichi tutta la vita mangiando mer da in bianco e bevendl acqua per.farti le seghe nella tua kasa di prigio.
                Originariamente Scritto da luna80
                Ma come? Non avevi mica posto sicuro al McDonald's come salatore di patatine?

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                • Sean
                  Csar
                  • Sep 2007
                  • 120013
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                  Originariamente Scritto da miketyson Visualizza Messaggio
                  io sono convinto che se si riapre a maggio a giugno si richiude

                  L'esperienza dello scorso anno ci dice che l'estate aiuta. Si sta all'aperto, le bollicine evaporano, insomma in quel periodo il covid pare lasciare una tregua.

                  Il problema sarà il ritorno in autunno...per questo il tempo di intervallo che forse ci lascerà il covid non andrà sperperato nel dolce far niente, nella illusione che tutto sia sotto controllo. Andranno fatti piani per l'autunno (scuola, lavoro, economia, attività) e soprattutto intensificata la vaccinazione proprio nei mesi caldi, a costo di aprire dei centri negli chalet.

                  Se si butterà via il tempo ci aspetterà l'ennesimo inverno nel rigore non del freddo ma del covid.
                  ...ma di noi
                  sopra una sola teca di cristallo
                  popoli studiosi scriveranno
                  forse, tra mille inverni
                  «nessun vincolo univa questi morti
                  nella necropoli deserta»

                  C. Campo - Moriremo Lontani


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                  • valium
                    Bodyweb Advanced
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                    a inizio pandemia qualcuno ipotizzava che sarebbe stata una cosa permanente e avrebbe cambiato radicalmente la società, non ci ha visto storto forse
                    sigpic

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                    • Sly83
                      CAVETTERIA INCLUSIVA
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                      Non escluderei che possa esserci una nuova ondata autunnale ma di intensita’ minore, magari decisamente piccola, a seconda delle aree chiaramente

                      avremo milioni e milioni e milioni e milioni di persone con un sistema immunitario piu’ o meno rodato dal fatto di aver gia’ contratto la covid, e milioni di vaccinati.

                      questo varianti permettendo, anche se non devono certo rappresentare un ennesimo ansiogeno.


                      mese dopo mese avremo anche sempre piu’ dati relativi a renfezioni da tenere in attenzione, oltre che alle effettive durate medie della copertura data da questi vaccini....avremo anche terapie farmacologiche (quelle che ci saremmo aspettati gia’ da tempo, per giunta).

                      Ps: ho a che fare quotidianamente con anziani, e diversi con gia’ un ciclo completo di vaccinazione.
                      Effetti indesiderati generalmente minimi o assenti.

                      Ben differente la situazuone nelle fasce di eta’ meno “over”, donne soprattutto, probabilmente per una maggiore reattivita’ immunitaria.



                      Originariamente Scritto da Giampo93
                      Finché c'è emivita c'è Speran*a

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                      • Sean
                        Csar
                        • Sep 2007
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                        Originariamente Scritto da Sly83 Visualizza Messaggio
                        Ben differente la situazuone nelle fasce di eta’ meno “over”, donne soprattutto, probabilmente per una maggiore reattivita’ immunitaria.
                        Sì, difatti io leggo sempre più spesso di gravi, gravissimi o fatali casi nella fascia 50-60, che nelle altre ondate era considerata tra quelle con rischio minore. Andrebbero messi in sicurezza (coi vaccini) tutti quelli dai 50 in su.
                        ...ma di noi
                        sopra una sola teca di cristallo
                        popoli studiosi scriveranno
                        forse, tra mille inverni
                        «nessun vincolo univa questi morti
                        nella necropoli deserta»

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                        • Sly83
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                          Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                          Sì, difatti io leggo sempre più spesso di gravi, gravissimi o fatali casi nella fascia 50-60, che nelle altre ondate era considerata tra quelle con rischio minore. Andrebbero messi in sicurezza (coi vaccini) tutti quelli dai 50 in su.





                          Originariamente Scritto da Giampo93
                          Finché c'è emivita c'è Speran*a

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                          • Virulogo.88
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                            • Nov 2008
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                            Originariamente Scritto da valium Visualizza Messaggio
                            a inizio pandemia qualcuno ipotizzava che sarebbe stata una cosa permanente e avrebbe cambiato radicalmente la società, non ci ha visto storto forse
                            Qualcuno l'aveva detto che avrebbe interessato solo i paesi ricchi ed ignorato i poveri questa ehm epidemia

                            Inviato dal mio SM-G970F utilizzando Tapatalk
                            Originariamente Scritto da Pesca
                            lei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt

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                            • Lorenzo993
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                              • May 2012
                              • 8075
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                              Originariamente Scritto da Luke91 Visualizza Messaggio
                              Io vedo sempre più persone con ffp2

                              Mentre i più menefreghisti li ho sempre visti con mascherine in stoffa, cadenti e non aderenti, con il naso che ad ogni parola si scopre, e tornano a sistemarla (male) una ventina di volte in un discorso
                              si mi succede anche a me,è che mi si muove la bocca quando parlo e mi va sotto il naso

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                              • marcu9
                                Bodyweb Advanced
                                • May 2009
                                • 42092
                                • 701
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                                Originariamente Scritto da Sean
                                Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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