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Più che altro, lasciando da parte per un attimo il discorso organizzativo, per fare certi annunci devi avere garanzie sicure di ricevere sufficienti dosi..
Mi pare si parli di 8mln di dosi che arriveranno questo mese (tra AZ, Pfizer, Moderna e J&J)... quanto fa 8000000/30?
fa meno di 300mila.
Figluolo puo' anche essere un maestro della logistica ma se chi stava prima di lui ha fatto una pianificazione di merda non e' che puo fare miracoli.
Cio che critico sono i proclami inutili di cui nessuno sentiva il bisogno.
fa meno di 300mila.
Figluolo puo' anche essere un maestro della logistica ma se chi stava prima di lui ha fatto una pianificazione di merda non e' che puo fare miracoli.
Cio che critico sono i proclami inutili di cui nessuno sentiva il bisogno.
anche quello sulla priorità agli over 60/70, tanto continuano a vaccinare tutti
Concordo. Anche perchè se dopo 14 mesi non è cambiato nulla credo che la situazione sia diventata endemica. Senza volre sminuire nulla o arrivare a sposare teorie complottiste (che poi oggi, purtroppo, sembra che complottista sia chiunque dica qualcosa di leggermente diverso dalla massa), dopo tutto questo tempo bisogna chiedersi se è più dannoso per una società continuare con lockdown, chiusure di specifiche attività oppure allentare certe restrizioni e lasciare che il virus faccia la sua strada. Se all'inizio far subito discorsi di questo tipo poteva sembrare puro cinismo (dandosi importanza maggiore al lato economico), dopo più di un anno credo che porsi il dubbio sia lecito. Perchè dire che la gente morirà di fame presto non sarà più un modo di dire.
Non so ovviamente cosa sia giusto, ma mi inquieta l'automatismo che si è creato: sopra una certa soglia scattano auomaticamente le chiusure.
Non potrei essere più d'accordo.
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Originariamente Scritto da Sean
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Perché non siamo guariti. Retorica e lockdown, la pandemia secondo Speranza (imbarazzato dal suo libro).
Il diario scritto nei primi mesi dell’emergenza doveva uscire a fine ottobre, ma è stato ritirato in fretta e furia. Il ministro della Salute ha detto che non aveva tempo per pubblicizzarlo, in realtà era scoppiata la seconda ondata del virus. Nelle 229 pagine il leader di LeU racconta le notti insonni, l’ufficio e i collaboratori prestati ad Arcuri: non si capisce bene con quale intento.
«Sono nervoso al pensiero di qualsiasi aggregazione di più di due persone, mi turba persino veder passare le automobili per strada».
Un ministro della Salute preoccupato, preoccupatissimo. Roberto Speranza non teme di essere retorico quando racconta il suo stato d’animo nei giorni del primo lockdown. La cronaca di quel periodo è affidata alle pagine del libro “Perché guariremo”, ritirato in fretta e furia dagli scaffali delle librerie a pochi giorni dall’uscita fissata per fine ottobre.
Perché non è mai arrivato nei negozi? Nel pieno dell’emergenza sanitaria «non posso impegnare tempo nelle presentazioni», si è giustificato il diretto interessato. Il mistero s’infittisce: come ha fatto allora a trovare il tempo per scriverlo? In realtà la spiegazione è molto più semplice: il saggio rischiava di uscire nel momento meno opportuno.
Le copie sono rimaste negli scatoloni. E forse è meglio così. Basta arrivare a pagina 13 per incontrare la prima previsione sbagliata del ministro. «Il potere di questo maledetto virus ha i mesi contati», assicura Speranza. Peccato che mentre il suo saggio veniva dato alle stampe, in Italia era già scoppiata la seconda ondata del Covid. Quasi una beffa. Un tempismo sfortunato e un titolo infelice. Come se la pandemia fosse alle spalle.
Così il libro è diventato introvabile. Sui siti in autunno il saggio risultava «fuori catalogo» oppure «non ordinabile». In poche settimane le uniche copie disponibili sono finite sul “mercato nero”. Incredibile ma vero, su eBay bisognava sborsare 250 euro per assicurarsi l’opera di Speranza. Neanche fossero le scarpe della Lidl in edizione limitata. Qualche tempo dopo il testo, il cui ricavato è devoluto alla ricerca degli istituti scientifici, è tornato disponibile. Ma solo sulle piattaforme francesi, spagnole e olandesi di Amazon. I prezzi ragionevoli hanno convinto un po’ di lettori a emigrare. E così oggi capita che su Amazon Spagna il volume italiano sia al 64° posto dei libri di medicina più venduti.
Quello di Speranza è un diario della pandemia, un po’ un inno retorico e un po’ un elenco dei compiti svolti con zelo. Una lunga cronaca raccontata con gli occhi del ministro più rigorista dei governi Conte e Draghi. Chiamato a gestire la più grande emergenza sanitaria dal dopoguerra. E, nottetempo, ad appuntare le sue memorie. «Ho deciso di scrivere nelle ore più drammatiche della tempesta, nelle lunghe notti in cui il sonno mi sfuggiva perché ero tormentato dalla preoccupazione».
Le interminabili giornate in ufficio, tranne «quando gioca la Roma». La sveglia biologica puntata alle 4.30 del mattino. Le decisioni da prendere a bruciapelo. Nelle pagine (in)edite da Feltrinelli emerge la personalità di Speranza. Il carattere mite, esclusa quella volta in cui ha alzato la voce e sbattuto il pugno sul tavolo davanti a una funzionaria. «Per un paio di giorni mi ha fatto male il polso». Il profilo sempre basso di un politico atipico che non vorrebbe andare in tv. Ma per diffondere i messaggi anti-Covid è disposto a fare il giro dei talk show. «Cerco anche l’appoggio di trasmissioni popolari come quella di Mara Venier e quella di Barbara d’Urso».
Niente polemiche, nemmeno con i politici. Al massimo qualche aneddoto, come il primo incontro con Silvio Berlusconi. Era il 2013 e il leader di Forza Italia lo salutava alla sua maniera: «Lei ha una faccia così pulita, da bravo ragazzo, ma che ci fa con questi comunisti? Ma se ne venga con noi!». Gentile e disponibile, mica come Salvini. Il leader della Lega è quello che «non risponde alle telefonate né ai messaggi».
Nessun attacco agli avversari, figuriamoci agli alleati. Le lodi all’operato dell’ex premier Conte in qualche passaggio sconfinano nell’apologia. «Lucido e fermo senza cedere a impulsi emotivi, Giuseppe ha fatto un lavoro straordinario mettendo davanti a tutto l’interesse del Paese». Speranza difende anche Domenico Arcuri. Appena l’ex commissario si insedia alla Protezione Civile, il ministro gli cede il suo ufficio. Non contento, si preoccupa: «Mi colpisce un pensiero, non posso lasciare solo Arcuri». E allora gli presta due fidati collaboratori. Nel saggio l’ad di Invitalia viene descritto «svelto, determinato e risoluto». Così bravo, che resta difficile capire perché il nuovo premier Draghi l’abbia sostituito tanto in fretta.
Tanti complimenti anche a Walter Ricciardi, suo consigliere al ministero che ha dato «un contributo prezioso e costante». Proprio lui, il prolifico censore mediatico che con cadenza settimanale ammoniva i cittadini e chiedeva lockdown. A nome di chi parlava? Ancora non si è capito. Molti commenti positivi e poca autocritica per la gestione della pandemia. Il modello italiano, almeno nel libro di Speranza, è caratterizzato da «scelte coraggiose». Il ministro ha un rimpianto: se tornasse indietro, il primissimo lockdown del 7 marzo 2020 lo estenderebbe a tutta Italia, non solo alle regioni più colpite.
Difende il suo governo anche da chi lo ha accusato di abusare della decretazione. «Guai se un’emergenza sanitaria diventasse la scusa per una torsione antidemocratica», mette le mani avanti. Ma anche: «La democrazia è una risorsa nella gestione dell’emergenza». Peccato che il Parlamento sia stato più volte scavalcato dai famigerati dpcm che portavano la doppia firma di Conte e Speranza.
L’ex capogruppo del Pd cita Nanni Moretti, Papa Francesco e Max Weber. Dalle pagine traspare un uomo tranquillo, ma anche uno dei ministri più intransigenti nella gestione della virus. Fosse stato per lui, sarebbero state adottate misure ancora più dure. Sicuramente è uno che non ha mai sminuito la pericolosità del Covid. A fine febbraio 2020, quando impazzano gli slogan “Milano non si ferma” e Zingaretti fa l’aperitivo ai Navigli, «io e i miei – scrive Speranza – ci sentiamo controvento».
Un passaggio è più chiaro e riguarda il rapporto con i grillini. «Io sono tra quelli che hanno spinto continuamente per un’alleanza con i Cinque Stelle e che più credono all’esperienza del governo Conte». Ciò che secondo Speranza unisce la sinistra e il Movimento è la «comune radice popolare». La spiega così: «Nessuno è figlio dell’establishment, nelle biografie di molti di noi c’è un connotato popolare vero». Non mancano le riflessioni sulla sua parte politica, che deve «archiviare la subalternità al liberismo». Poi una frase che fa infuriare la destra: «Credo che dopo tanti anni controvento per la sinistra ci sia una nuova possibilità di ricostruire un’egemonia culturale». Grazie alla pandemia, s’intende.
Negli scatoloni delle librerie resteranno anche le idee di Speranza sul futuro della sanità. Il ministro propone «valori e progetti per rilanciare il Servizio Sanitario Nazionale». Le riforme da fare coi soldi del Recovery Plan per superare le disuguaglianze.
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
ma tu sai per certo che è così? Perché se googli “Germania ristori” non sembra tutto rose e fiori
Premettendo che in questo anno ho parlato con diverse persone che avevano attività in Germania e che anche loro si lamentavano delle chiusure, la differenza che è venuta subito fuori è che comunque loro, se hanno perso, al massimo hanno perso una parte dei possibili guadagni. Attività solide non sono assolutamente a rischio di fallire, non stanno accumulando debiti o quant'altro. Semmai chi guadagnava un tot guadagna meno ma non certo si trova come me, che se incrocio per strada il proprietario del mio locale devo cambiare strada.
Miller io ho una palestra. Se chiedi ad una persona a caso quale settore ha risentito di più delle chiusure chiunque ti dirà le palestre. Non è concepibile che un paese Europeo per il quadrimestre Gennaio-Aprile non abbia previsto nessun aiuto per i gestori di questo settore. Nessuno.
Non è che sono previsti e ancora devono arrivare, nonostante quattro mesi dall'ultimo ristoro, non ce ne sono. Punto. Dobbiamo morire. Fine.
Dopodiché se vuoi i numeretti sulla gestione nello specifico, vedo di ritrovarti un video di un professore Universitario di Economia che mostrava in maniera specifica e dettagliata come ha agito la Germania e come ha agito l'Italia. Che cifre ha mosso una e che cifre ha mosso l'altra.
Così magari non hai solo l'opinione mia ma anche quella di qualcuno con qualche titolo al riguardo. Se riesco a ritrovarlo te lo linko. Nel frattempo, come dato, sappi che io sono in arretrato di 4 mesi di affitto e di altre cose, tipo un paio di rate della tari che per un locale commerciale non è proprio uno scherzo. Miei equivalenti tedeschi invece no.
Al momento vivo di fatto a carico della mia ragazza e ringrazio solo di non avere figli.
Premettendo che in questo anno ho parlato con diverse persone che avevano attività in Germania e che anche loro si lamentavano delle chiusure, la differenza che è venuta subito fuori è che comunque loro, se hanno perso, al massimo hanno perso una parte dei possibili guadagni. Attività solide non sono assolutamente a rischio di fallire, non stanno accumulando debiti o quant'altro. Semmai chi guadagnava un tot guadagna meno ma non certo si trova come me, che se incrocio per strada il proprietario del mio locale devo cambiare strada.
Miller io ho una palestra. Se chiedi ad una persona a caso quale settore ha risentito di più delle chiusure chiunque ti dirà le palestre. Non è concepibile che un paese Europeo per il quadrimestre Gennaio-Aprile non abbia previsto nessun aiuto per i gestori di questo settore. Nessuno.
Non è che sono previsti e ancora devono arrivare, nonostante quattro mesi dall'ultimo ristoro, non ce ne sono. Punto. Dobbiamo morire. Fine.
Dopodiché se vuoi i numeretti sulla gestione nello specifico, vedo di ritrovarti un video di un professore Universitario di Economia che mostrava in maniera specifica e dettagliata come ha agito la Germania e come ha agito l'Italia. Che cifre ha mosso una e che cifre ha mosso l'altra.
Così magari non hai solo l'opinione mia ma anche quella di qualcuno con qualche titolo al riguardo. Se riesco a ritrovarlo te lo linko. Nel frattempo, come dato, sappi che io sono in arretrato di 4 mesi di affitto e di altre cose, tipo un paio di rate della tari che per un locale commerciale non è proprio uno scherzo. Miei equivalenti tedeschi invece no.
Al momento vivo di fatto a carico della mia ragazza e ringrazio solo di non avere figli.
Mi dispiace , è una vergogna allucinante , è ridicolo pure doverle spiegare ste cose.
Premettendo che in questo anno ho parlato con diverse persone che avevano attività in Germania e che anche loro si lamentavano delle chiusure, la differenza che è venuta subito fuori è che comunque loro, se hanno perso, al massimo hanno perso una parte dei possibili guadagni. Attività solide non sono assolutamente a rischio di fallire, non stanno accumulando debiti o quant'altro. Semmai chi guadagnava un tot guadagna meno ma non certo si trova come me, che se incrocio per strada il proprietario del mio locale devo cambiare strada.
Miller io ho una palestra. Se chiedi ad una persona a caso quale settore ha risentito di più delle chiusure chiunque ti dirà le palestre. Non è concepibile che un paese Europeo per il quadrimestre Gennaio-Aprile non abbia previsto nessun aiuto per i gestori di questo settore. Nessuno.
Non è che sono previsti e ancora devono arrivare, nonostante quattro mesi dall'ultimo ristoro, non ce ne sono. Punto. Dobbiamo morire. Fine.
Dopodiché se vuoi i numeretti sulla gestione nello specifico, vedo di ritrovarti un video di un professore Universitario di Economia che mostrava in maniera specifica e dettagliata come ha agito la Germania e come ha agito l'Italia. Che cifre ha mosso una e che cifre ha mosso l'altra.
Così magari non hai solo l'opinione mia ma anche quella di qualcuno con qualche titolo al riguardo. Se riesco a ritrovarlo te lo linko. Nel frattempo, come dato, sappi che io sono in arretrato di 4 mesi di affitto e di altre cose, tipo un paio di rate della tari che per un locale commerciale non è proprio uno scherzo. Miei equivalenti tedeschi invece no.
Al momento vivo di fatto a carico della mia ragazza e ringrazio solo di non avere figli.
A Roma, con il tesseramento di atleti agonisti hanno riaperto molte palestre. Vengono frequentate da poche persone, ma allo stato attuale meglio che niente. Tu non puoi farlo? Premetto che non conosco la tipologia di palestra che hai, quindi potrebbe essere non fattibile la cosa o comunque non conveniente.
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Diablo tu fai un discorso particolare e sono pure d’accordo. Ma qua stiamo parlando della strategia generale, che è sempre quella, praticamente ovunque. Io non ho idea di quale sia la strada giusta, ma mi rifiuto di pensare che il mondo sia governato da coglioni.
Diablo tu fai un discorso particolare e sono pure d’accordo. Ma qua stiamo parlando della strategia generale, che è sempre quella, praticamente ovunque. Io non ho idea di quale sia la strada giusta, ma mi rifiuto di pensare che il mondo sia governato da coglioni.
Miller, mi permetto, a speranza non gli farei neanche parcheggiare la macchina.
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La vergogna è che mentre gran parte della gente onestamente non si è troppo impoverita o proprio per niente, ci sono categorie, come palestre, ristoranti e strutture turistiche, che sono colpite duramente, al punto che si dubita possano rinascere come le conoscevamo, o serviranno comunque anni. Se per il turismo c'era poco da fare, per ristoranti e palestre si è scelti di affondarli anche se potevano essere lasciati lavorare con le giuste cautele
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