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Non e' cosi' semplice. Sono prodotti protetti da brevetto di proprieta' di privati.
Fossi in loro alzerei pure il prezzo considerando che la competizione e' in difficolta'.
Non è così semplice per il discorso dei brevetti, non per la produzione.
Se davvero ci avessero tenuto a fare una cosa più umanitaria possibile vista la situazione avrebbero dato la possibilità di vendere i brevetti o comunque trovare una soluzione per far sì che si potessero produrre in tanti altri posti nel Mondo.
E la Pandemia sarebbe finita ovunque in molto meno tempo.
Ma i soldi sono infami, si sa.
Originariamente Scritto da Sean
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Sembra palesarsi l’ipotesi peggiore: ovvero che sia il vettore virale il problema.
Se è così diciamo addio ad AZ, J&J, Reithera & co
Vaccino messaggero mRNA is the way.
Originariamente Scritto da Sean
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Pfizer e Moderna usano tecnologie che sono prodotte da 3 aziende al mondo. Ci vuole tempo ad adattare la produzione, mesi non settimane.
Come avevo preannunciato qualche tempo fa, casi di trombosi su vaccini a vettori virale ci saranno sempre. Il discorso e' che visto che i test in fase 3 li fanno su 40k persone e ci si accorge di questi casi solo quando si entra nell'ordine delle milioni di somministrazioni, siamo condannati a scoprire questi effetti collaterali solo quando il vaccino e' gia sul mercato.
Non tutti i mali vengono per nuocere: speriamo che diano la possibilita' ai giovani di prendere i vaccini rifiutati dai vecchi.
Studi basati sul niente (rispetto a certe altre realtà scientifiche maggiormente consolidate). Atteggiamenti di sufficienza e arroganza gratuiti. Inutili e infondate accuse su certi vaccini, lockdown e scelte politiche.
BW bisognerebbe inventarlo? Ho sempre sostenuto, invece, che se una piattaforma diventasse promotore d’ignoranza bisognerebbe eliminarla. Comincio io cancellando il mio account.
Non hai tutti i torti eh, ma quindi cosa facciamo? BW, sito gratuito dove si discute di tabelle di allenamento assume un comitato scientifico che censura ogni post non avente a supporto una sufficiente argomentazione scientifica o lasciamo come in tutto il resto di internet che la gente sia libera di sparare stupidaggini e gli altri siano libero di ridere?
Leggi su Sky TG24 l'articolo Covid, produzione interna dei vaccini: i Paesi che hanno iniziato e quelli che lo faranno
Originariamente Scritto da Sean
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Ci vuole tempo ad adattare la produzione, mesi non settimane.
La Lachifarma, qui di Lecce, sono almeno due mesi che ha detto al governo che quando vuole può iniziare a produrre uno o due milioni di dosi a giorno di qualsiasi tipo di vaccino. Qualsiasi.
E' già tutto pronto, ma già da un po', conosco uno che ci lavora.
Non ci vuole tempo, ci vuole solo la volontà di imporsi sulle case farmaceutiche con la stessa freddezza con la quale ci si impone su Palestre e Ristoranti... Se l'obiettivo è risolvere le cose nel modo più veloce...
Se invece si è bravi solo ad essere forti con i deboli per poi essere deboli con i forti, questo allora è un altro discorso.
Leggi su Sky TG24 l'articolo Covid, produzione interna dei vaccini: i Paesi che hanno iniziato e quelli che lo faranno
Zollino (Lecce) – Italia / Lachifarma (Tutti i vaccini) - C'è anche un'azienda salentina, la Lachifarma, tra le candidate a produrre i vaccini contro il Covid-19. L’azienda si è detta in grado di produrre tutte le tipologie di vaccino: sia quelli a mRNA sia quelli a vettore virale, da quello della Pfizer allo Sputnik (7 aprile)
L'imprendtore: 'Nel nostro sito di Zollino in Puglia tra 12 mesi possibili 2 mln dosi al giorno'
"Siamo in trattativa con i player principali per la produzione nel nostro stabilimento di Zollino, in provincia di Lecce, del vaccino anti-Covid 19. Giorno dopo giorno, ci potrebbero essere novità importanti". Così, con Adnkronos/Labitalia, Luciano Villanova, vicepresidente di Lachifarma, azienda farmaceutica italiana che nel proprio stabilimento di Zollino, in provincia di Lecce, in Puglia, ha investito 20 milioni di euro, "di risorse proprie", chiarisce l'imprenditore ad Adnkronos/Labitalia, per la riconversione dell'impianto per poter produrre vaccini anti-Covid 19.
"Il nostro progetto -sottolinea Villanova- prevede tra dodici mesi la produzione di due milioni di dosi al giorno. E per produzione intendiamo dal bulk, per intenderci il semilavorato, fino al packaging", aggiunge ancora. "La nostra -spiega Villanova- è un'azienda farmaceutica che produce specificità medicinali, per conto proprio e per conto terzi, all'estero e in Italia, e che annovera tra i propri clienti principali le big pharma. A novembre scorso vi è stata una call dell'Unione europea che invitava le aziende farmaceutiche a riconvertire i propri stabilimenti per la produzione di vaccini anti Covid-19. Noi abbiamo deciso immediatamente di accogliere positivamente la call e dare lo start al processo di riconversione di uno dei nostri stabilimenti di proprietà, a Zollino, in provincia di Lecce, in Puglia, per permettervi la produzione di vaccini anti-Covid", sottolinea l'imprenditore. E Villanova tiene a sottolineare che quello di Lachifarma è vero 'made in Italy', anzi 'made in Sud': "Il capitale sociale della nostra azienda-spiega- è interamente italiano, della famiglia Villanova, e l'investimento messo in campo per la riconversione dell'impianto è stato di 20 milioni di euro, interamente finanziato con nostre risorse. Fino a questo momento abbiamo trattato con i principali player e attori in campo, mettendo sul lavoro le nostre competenze, l'innovazione dei nostri impianti, il nostro know how in campo farmaceutico". Quel che è certo, per Villanova, è che "oggi l'Italia è strategica nella mappa geo-politica della produzione di vaccini e noi siamo stati la prima azienda italiana a puntarci, e in modo deciso", conclude.
Originariamente Scritto da Sean
mò sono cazzi questo è sicuro.
Originariamente Scritto da bertinho7
ahahhahah cmq è splendido il tuo modo di mettere le mani avanti prima, impazzire durante, e simil polemizzare dopo
L'imprendtore: 'Nel nostro sito di Zollino in Puglia tra 12 mesi possibili 2 mln dosi al giorno'
"Siamo in trattativa con i player principali per la produzione nel nostro stabilimento di Zollino, in provincia di Lecce, del vaccino anti-Covid 19. Giorno dopo giorno, ci potrebbero essere novità importanti". Così, con Adnkronos/Labitalia, Luciano Villanova, vicepresidente di Lachifarma, azienda farmaceutica italiana che nel proprio stabilimento di Zollino, in provincia di Lecce, in Puglia, ha investito 20 milioni di euro, "di risorse proprie", chiarisce l'imprenditore ad Adnkronos/Labitalia, per la riconversione dell'impianto per poter produrre vaccini anti-Covid 19.
"Il nostro progetto -sottolinea Villanova- prevede tra dodici mesi la produzione di due milioni di dosi al giorno. E per produzione intendiamo dal bulk, per intenderci il semilavorato, fino al packaging", aggiunge ancora. "La nostra -spiega Villanova- è un'azienda farmaceutica che produce specificità medicinali, per conto proprio e per conto terzi, all'estero e in Italia, e che annovera tra i propri clienti principali le big pharma. A novembre scorso vi è stata una call dell'Unione europea che invitava le aziende farmaceutiche a riconvertire i propri stabilimenti per la produzione di vaccini anti Covid-19. Noi abbiamo deciso immediatamente di accogliere positivamente la call e dare lo start al processo di riconversione di uno dei nostri stabilimenti di proprietà, a Zollino, in provincia di Lecce, in Puglia, per permettervi la produzione di vaccini anti-Covid", sottolinea l'imprenditore. E Villanova tiene a sottolineare che quello di Lachifarma è vero 'made in Italy', anzi 'made in Sud': "Il capitale sociale della nostra azienda-spiega- è interamente italiano, della famiglia Villanova, e l'investimento messo in campo per la riconversione dell'impianto è stato di 20 milioni di euro, interamente finanziato con nostre risorse. Fino a questo momento abbiamo trattato con i principali player e attori in campo, mettendo sul lavoro le nostre competenze, l'innovazione dei nostri impianti, il nostro know how in campo farmaceutico". Quel che è certo, per Villanova, è che "oggi l'Italia è strategica nella mappa geo-politica della produzione di vaccini e noi siamo stati la prima azienda italiana a puntarci, e in modo deciso", conclude.
In realtà da quello che so io, nell'ultimo periodo, visto che il governo non si esprime, ormai si stavano accordando per una produzione verso l'estero.
La dichiarazione messa in quei termini si presta a molte letture. Probabilmente non saranno in grado di produrre subito uno o due milioni di vaccini, ma è sicuro che già da subito sono in grado di produrne una quantità importante. Anche perché la persona che ci lavora mi ha parlato di questa possibilità in una maniera molto netta. Del tipo che la soluzione alla carenza di vaccini c'è già.
Poi se oggi siano in grado di produrre subito 200.000 vaccini anziché un milione non lo so. Quello che so è che praticamente loro erano in grado di produrne già subito una quantità sufficiente a far rilanciare la campagna vaccinale Italiana che è, tutt'ora, molto ben lontana dalle 500.000 vaccinazioni al giorno che sento ripetere come obiettivo da gennaio ormai.
In realtà da quello che so io, nell'ultimo periodo, visto che il governo non si esprime, ormai si stavano accordando per una produzione verso l'estero.
La dichiarazione messa in quei termini si presta a molte letture. Probabilmente non saranno in grado di produrre subito uno o due milioni di vaccini, ma è sicuro che già da subito sono in grado di produrne una quantità importante. Anche perché la persona che ci lavora mi ha parlato di questa possibilità in una maniera molto netta. Del tipo che la soluzione alla carenza di vaccini c'è già.
Poi se oggi siano in grado di produrre subito 200.000 vaccini anziché un milione non lo so. Quello che so è che praticamente loro erano in grado di produrne già subito una quantità sufficiente a far rilanciare la campagna vaccinale Italiana che è, tutt'ora, molto ben lontana dalle 500.000 vaccinazioni al giorno che sento ripetere come obiettivo da gennaio ormai.
Direi però che non ci sono basi per affermare quello.
Per il fatto che nella fabbrica non producono il vaccino, ma concludono una parte del processo produttivo. Cioè, come dicono nell'articolo, se gli viene fornito il semilavorato loro possono arrivare alla fine del ciclo.
Ma per affermare quello che dici tu si dovrebbe supporre che il semilavorato sia disponibile in dosi maggiori e che il problema sia che non ci sono aziende che lo trasformano nel vaccino, e che quell'azienda risolverebbe il problema già nell'immediato.
Temo, ma qui entriamo nel campo delle supposizioni, che se questo fosse il caso il vicepresidente lo avrebbe dichiarato chiaramente nell'intervista.
Sicuramente aumentare i siti produttivi in loco sarà necessario per il prossimo futuro, ma ho paura che non sia una soluzione di immediatissima praticabilità.
Originariamente Scritto da Sean
mò sono cazzi questo è sicuro.
Originariamente Scritto da bertinho7
ahahhahah cmq è splendido il tuo modo di mettere le mani avanti prima, impazzire durante, e simil polemizzare dopo
Mia madre da quando si è fatta l'AstraZeneca ha sempre malditesta...
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Originariamente Scritto da Sean
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
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