AstraZeneca e casi di trombosi, atteso per domani sera il pronunciamento dell’Ema. Londra valuta limitazioni
Il responsabile della strategia sui vaccini di Ema, Marco Cavaleri, ammette un nesso tra il vaccino AstraZeneca e i casi di trombosi: scoppia un caso. Il sottosegretario alla Salute Sileri: «È possibile che l’Ema indichi che per una determinata categoria è meglio non utilizzare il vaccino AstraZeneca»
Fari ancora accesi sul vaccino AstraZeneca e le correlazioni con i rari casi di trombosi. Sulla base di tutti i dati attualmente disponibili, il Comitato per la sicurezza dell’Ema, l’Agenzia europea dei medicinali, dovrebbe emettere una raccomandazione aggiornata mercoledì pomeriggio, 7 aprile. Ma le parole di Marco Cavaleri, responsabile della strategia sui vaccini di Ema, riguardo a «un’associazione con il vaccino» dei casi di trombosi registrati finora fanno discutere e diventano un caso. L’Ema è intervenuta dichiarando che «la commissione della farmacovigilanza che valuta il rischio (Prac) non ha ancora raggiunto una conclusione. La revisione è in corso. Terremo una conferenza stampa non appena il lavoro sarà terminato, domani (mercoledì, ndr) o giovedì». In attesa del pronunciamento dell’Ema, martedì pomeriggio si terrà un incontro tra i tecnici dell’Aifa e il ministero della Salute sulla possibilità di altre indicazioni per il vaccino. L’ordine del giorno della Commissione tecnico-scientifica (Cts) dell’Aifa non prevede il vaccino AstraZeneca ma è possibile che ci sarà un’analisi sulle nuove evidenze scientifiche che riguardano gli eventi trombotici indotti dal vaccino. Intanto anche l’Agenzia del farmaco britannica (Mhra) starebbe considerando, secondo il quotidiano «The Times», se limitare l’uso del vaccino AstraZeneca nei più giovani: il Regno Unito ha registrato 7 decessi su 18,1 milioni di dosi somministrate a causa di rari trombi sviluppati dopo il vaccino. La decisione potrebbe essere presa entro la giornata di martedì.
Il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri martedì mattina ha detto che «è possibile, per maggiore precauzione, che l’Ema indichi che per una determinata categoria è meglio non utilizzare il vaccino anti-Covid di AstraZeneca»: l’Ema «può cioè individuare dei sottogruppi di popolazione che presentano un comun denominatore per un maggiore livello di rischio, e valutare il rapporto causa-effetto in tali gruppi» in relazione agli eventi trombotici rari che sono stati segnalati. Quanto alla possibilità che l’Ema arrivi a limitare l’uso del vaccino escludendo alcune categorie, «rientra nei processi di farmacovigilanza ed è già successo per tanti altri farmaci, a partire dall’aspirina, per la quale a partire dagli anni ‘80 è stato posto un limite d’uso per la fascia dei bambini sotto i 12 anni per alcuni eventi avversi».
Marco Cavaleri, responsabile della strategia sui vaccini di Ema, intervistato da «Il Messaggero», ha spiegato che «ora è sempre più difficile affermare che non vi sia un rapporto di causa ed effetto tra la vaccinazione con AstraZeneca e casi molto rari di coaguli di sangue insoliti associati a un basso numero di piastrine». L’Ema ha in corso approfondimenti sui casi di trombosi registrati negli under 55, in maggioranza donne. Cavaleri spiega che il lavoro di valutazione è ancora «lontano dall’essere concluso», «questa settimana inizieremo a dare delle definizioni preliminari, ma difficilmente arriveremo a indicare dei limiti di età come hanno fatto vari Paesi. Per la semplice ragione che noi siamo un’agenzia regolatoria e dobbiamo avere dati molto precisi sul rapporto rischio-benefici», mentre «le agenzie di salute pubblica che gestiscono le varie campagne di vaccinazioni hanno diverse opzioni a disposizione e possono usarle come meglio ritengono». Alla domanda se esista un legame tra i casi di trombosi e il vaccino Cavaleri ha risposto che secondo lui «ormai possiamo dirlo, è chiaro c’è una associazione con il vaccino. Cosa causi questa reazione, però, ancora non lo sappiamo». «In sintesi: nelle prossime ore diremo che il collegamento c’è, come questo avviene dobbiamo però ancora capirlo».
Il 31 marzo scorso la direttrice esecutiva dell’Ema, Emer Cooke aveva detto che «è possibile» ma «non è dimostrato» che vi sia un nesso per età o genere tra i rari eventi di trombosi dei seni cerebrali e la somministrazione del vaccino anti-Covid di Astrazeneca, che al momento «non ci sono prove» che giustifichino restrizioni e che «i benefici superano i rischi di effetti collaterali». Prima del pronunciamento dell’Emala Germania, sulla base delle indicazioni del regolatore nazionale, aveva sospeso la somministrazione del vaccino della casa di Oxford per gli under 60 dopo 31 casi sospetti che hanno coinvolto in particolare 29 donne tra i 20 ed i 63 anni. Il 2 aprile scorso è stata l’Olanda a decidere di limitare temporaneamente la vaccinazione con AstraZeneca agli ultra sessantenni dopo nuove segnalazioni di gravi effetti collaterali.
CorSera
Il responsabile della strategia sui vaccini di Ema, Marco Cavaleri, ammette un nesso tra il vaccino AstraZeneca e i casi di trombosi: scoppia un caso. Il sottosegretario alla Salute Sileri: «È possibile che l’Ema indichi che per una determinata categoria è meglio non utilizzare il vaccino AstraZeneca»
Fari ancora accesi sul vaccino AstraZeneca e le correlazioni con i rari casi di trombosi. Sulla base di tutti i dati attualmente disponibili, il Comitato per la sicurezza dell’Ema, l’Agenzia europea dei medicinali, dovrebbe emettere una raccomandazione aggiornata mercoledì pomeriggio, 7 aprile. Ma le parole di Marco Cavaleri, responsabile della strategia sui vaccini di Ema, riguardo a «un’associazione con il vaccino» dei casi di trombosi registrati finora fanno discutere e diventano un caso. L’Ema è intervenuta dichiarando che «la commissione della farmacovigilanza che valuta il rischio (Prac) non ha ancora raggiunto una conclusione. La revisione è in corso. Terremo una conferenza stampa non appena il lavoro sarà terminato, domani (mercoledì, ndr) o giovedì». In attesa del pronunciamento dell’Ema, martedì pomeriggio si terrà un incontro tra i tecnici dell’Aifa e il ministero della Salute sulla possibilità di altre indicazioni per il vaccino. L’ordine del giorno della Commissione tecnico-scientifica (Cts) dell’Aifa non prevede il vaccino AstraZeneca ma è possibile che ci sarà un’analisi sulle nuove evidenze scientifiche che riguardano gli eventi trombotici indotti dal vaccino. Intanto anche l’Agenzia del farmaco britannica (Mhra) starebbe considerando, secondo il quotidiano «The Times», se limitare l’uso del vaccino AstraZeneca nei più giovani: il Regno Unito ha registrato 7 decessi su 18,1 milioni di dosi somministrate a causa di rari trombi sviluppati dopo il vaccino. La decisione potrebbe essere presa entro la giornata di martedì.
Il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri martedì mattina ha detto che «è possibile, per maggiore precauzione, che l’Ema indichi che per una determinata categoria è meglio non utilizzare il vaccino anti-Covid di AstraZeneca»: l’Ema «può cioè individuare dei sottogruppi di popolazione che presentano un comun denominatore per un maggiore livello di rischio, e valutare il rapporto causa-effetto in tali gruppi» in relazione agli eventi trombotici rari che sono stati segnalati. Quanto alla possibilità che l’Ema arrivi a limitare l’uso del vaccino escludendo alcune categorie, «rientra nei processi di farmacovigilanza ed è già successo per tanti altri farmaci, a partire dall’aspirina, per la quale a partire dagli anni ‘80 è stato posto un limite d’uso per la fascia dei bambini sotto i 12 anni per alcuni eventi avversi».
Marco Cavaleri, responsabile della strategia sui vaccini di Ema, intervistato da «Il Messaggero», ha spiegato che «ora è sempre più difficile affermare che non vi sia un rapporto di causa ed effetto tra la vaccinazione con AstraZeneca e casi molto rari di coaguli di sangue insoliti associati a un basso numero di piastrine». L’Ema ha in corso approfondimenti sui casi di trombosi registrati negli under 55, in maggioranza donne. Cavaleri spiega che il lavoro di valutazione è ancora «lontano dall’essere concluso», «questa settimana inizieremo a dare delle definizioni preliminari, ma difficilmente arriveremo a indicare dei limiti di età come hanno fatto vari Paesi. Per la semplice ragione che noi siamo un’agenzia regolatoria e dobbiamo avere dati molto precisi sul rapporto rischio-benefici», mentre «le agenzie di salute pubblica che gestiscono le varie campagne di vaccinazioni hanno diverse opzioni a disposizione e possono usarle come meglio ritengono». Alla domanda se esista un legame tra i casi di trombosi e il vaccino Cavaleri ha risposto che secondo lui «ormai possiamo dirlo, è chiaro c’è una associazione con il vaccino. Cosa causi questa reazione, però, ancora non lo sappiamo». «In sintesi: nelle prossime ore diremo che il collegamento c’è, come questo avviene dobbiamo però ancora capirlo».
Il 31 marzo scorso la direttrice esecutiva dell’Ema, Emer Cooke aveva detto che «è possibile» ma «non è dimostrato» che vi sia un nesso per età o genere tra i rari eventi di trombosi dei seni cerebrali e la somministrazione del vaccino anti-Covid di Astrazeneca, che al momento «non ci sono prove» che giustifichino restrizioni e che «i benefici superano i rischi di effetti collaterali». Prima del pronunciamento dell’Emala Germania, sulla base delle indicazioni del regolatore nazionale, aveva sospeso la somministrazione del vaccino della casa di Oxford per gli under 60 dopo 31 casi sospetti che hanno coinvolto in particolare 29 donne tra i 20 ed i 63 anni. Il 2 aprile scorso è stata l’Olanda a decidere di limitare temporaneamente la vaccinazione con AstraZeneca agli ultra sessantenni dopo nuove segnalazioni di gravi effetti collaterali.
CorSera
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