Pregliasco: «Con il virus conviveremo per anni, faremo richiami, come per l’influenza»
Accelerare sulle vaccinazioni anti-Covid «ci permetterebbe di avere non un azzeramento della malattia, ma una convivenza molto più civile con questo virus». Un nemico «che ci terrà ancora compagnia» secondo il virologo dell’università Statale di Milano Fabrizio Pregliasco, intervenuto a “Omnibus” su La7. «E anche chi si è vaccinato - ribadisce l’esperto - probabilmente dovrà fare dei richiami come per l’influenza, contro le varianti» di Sars-CoV-2 «che via via si diffonderanno, in modo da risolvere il problema che si trascinerà per una coda di alcuni anni». «È necessaria una riorganizzazione di tutti i servizi», sottolinea Pregliasco, per arrivare con i vaccini «a casa dei soggetti disabili, e in tutti i paesi dispersi nelle nostre colline e nelle nostre montagne. Io spero che si possa arrivare a un 20-30% di protezione, soprattutto dei soggetti più fragili, perché i modelli matematici ci dicono che in questo modo si ridurrebbero del 30% i ricoveri e soprattutto del 70% la mortalità».
Studio preliminare Usa, individuate 7 varianti virus
Negli Stati Uniti sono state rilevate sette varianti di coronavirus portatrici di mutazioni simili. Tutte le varianti, riportate in uno studio preliminare, hanno ottenuto una mutazione nella stessa posizione nel loro genoma e sembrano appartenere allo stesso ceppo di un virus sequenziato per la prima volta il primo dicembre, che successivamente è diventato più comune. «C’è chiaramente qualcosa in ballo con questa mutazione», ha detto al New York Times Jeremy Kamil della Louisiana State University e coautore dello studio. Non è chiaro se la mutazione renda le varianti più trasmissibili, come la variante «inglese», ma la sua posizione in un gene che influenza il modo in cui il virus entra nelle cellule umane è preoccupante. «Penso che ci sia una chiara firma di un vantaggio evolutivo», ha detto Kamil.
CorSera
Accelerare sulle vaccinazioni anti-Covid «ci permetterebbe di avere non un azzeramento della malattia, ma una convivenza molto più civile con questo virus». Un nemico «che ci terrà ancora compagnia» secondo il virologo dell’università Statale di Milano Fabrizio Pregliasco, intervenuto a “Omnibus” su La7. «E anche chi si è vaccinato - ribadisce l’esperto - probabilmente dovrà fare dei richiami come per l’influenza, contro le varianti» di Sars-CoV-2 «che via via si diffonderanno, in modo da risolvere il problema che si trascinerà per una coda di alcuni anni». «È necessaria una riorganizzazione di tutti i servizi», sottolinea Pregliasco, per arrivare con i vaccini «a casa dei soggetti disabili, e in tutti i paesi dispersi nelle nostre colline e nelle nostre montagne. Io spero che si possa arrivare a un 20-30% di protezione, soprattutto dei soggetti più fragili, perché i modelli matematici ci dicono che in questo modo si ridurrebbero del 30% i ricoveri e soprattutto del 70% la mortalità».
Studio preliminare Usa, individuate 7 varianti virus
Negli Stati Uniti sono state rilevate sette varianti di coronavirus portatrici di mutazioni simili. Tutte le varianti, riportate in uno studio preliminare, hanno ottenuto una mutazione nella stessa posizione nel loro genoma e sembrano appartenere allo stesso ceppo di un virus sequenziato per la prima volta il primo dicembre, che successivamente è diventato più comune. «C’è chiaramente qualcosa in ballo con questa mutazione», ha detto al New York Times Jeremy Kamil della Louisiana State University e coautore dello studio. Non è chiaro se la mutazione renda le varianti più trasmissibili, come la variante «inglese», ma la sua posizione in un gene che influenza il modo in cui il virus entra nelle cellule umane è preoccupante. «Penso che ci sia una chiara firma di un vantaggio evolutivo», ha detto Kamil.
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