Originariamente Scritto da Liam & Me
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Emergenza Coronavirus: thread unico.
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Speriamo sia il cavallo buono.
Inviato dal mio SM-G988B utilizzando TapatalkOriginariamente Scritto da SeanTu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
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Originariamente Scritto da Nemesis84 Visualizza Messaggionel dubbio Arcuri (e il suo team) hanno puntato su Pfizer
Moderna ha usato anche fondi del governo americano per sviluppare il suo vaccino, giorni fa avevano detto che per le forniture inizialmente avrebbero dato priorità agli US. Che forse avrebbe anche un suo senso.
Quindi forse è per quello che da queste parti si punterà a quello della Pfizer, almeno inizialmente. Poi magari c'è anche altro, non saprei dire.
Edit. Leggo che l'EU avrebbe un pre-contratto con Moderna per la fornitura di 80-160 milioni di dosi, che probabilmente verrebbero prodotte in Spagna e in Svizzera. Così le cose sarebbero più promettenti.
In UK il governo si sarebbe assicurato 5 milioni di dosi per il rotto della cuffia.
Il motivo sarebbe che "Britain initially chose not to buy the Moderna vaccine amid concerns over unpredictable behaviour by the US president, Donald Trump, and the lack of a dependable European supply chain"Last edited by Liam & Me; 19-11-2020, 12:13:13.B & B with a little weed
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Vaccino Oxford, il risultato dei test: ben tollerato e protegge anziani
Il vaccino anti-Covid dell’università di Oxford, Irbm e Astrazeneca è ben tollerato, soprattutto negli anziani, e induce una protezione immunitaria simile a quella vista nei giovani adulti. Lo indicano i risultati della fase 2 della sperimentazione, pubblicati sulla rivista Lancet, condotta su 560 adulti sani, di cui 240 con più di 70 anni. Per sapere se il vaccino protegge dall’infezione da SarsCov2, bisognerà aspettare i risultati della fase 3 della sperimentazione ancora in corso. Del vaccino, di cui l’Agenzia europea dei farmaci (Ema) ha avviato all’inizio di ottobre la rolling review, primo passo dell’iter di approvazione, erano stati anticipati sulla stampa non scientifica alcuni risultati della fase 3
Miozzo: «A Natale il cenone non si può fare»
«Anche io sono abituato a Natale a fare il cenone con 20 persone, ma quest’anno non si può. Si riaprirà qualcosa, in alcune aree già dal 3 dicembre. Ma non possiamo fare un Natale da liberi tutti, abbiamo fatto un’estate da liberi tutti e abbiamo avuto conseguenze durissime. Quindi anche per lo shopping speriamo di non vedere quelle scene di resse nei negozi per accaparrarsi offerte, non ce lo possiamo permettere». Lo ha detto Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico scientifico, a SkyTg24
CorSera...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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Covid, a Milano Rt a 1 ma non basta. Lombardia in zona arancione non prima del 27 novembre
Contagi, la soglia di sicurezza si sposta in basso: prima di allentare le misure vanno stabilizzati gli ospedali. «Il trend è positivo, evitiamo l’errore di considerare il virus scomparso». Pesenti: forse entro fine mese la regressione dei ricoveri
R e t. Due lettere che messe insieme spiegano molto, anche se non tutto, di quanti danni possa fare una pandemia (qui la spiegazione di che cosa sia questo indice). Per questo è molto più che simbolico il fatto che Milano, epicentro della seconda ondata, sia tornata a gravitare intorno a quota 1. Per ora è una linea di galleggiamento. Che non basta. Ma aiuta.
L’indicatore di riferimento
L’ultimo R(t) di Milano è datato 12 novembre. Dice che, se il valore viene calcolato sui contagi, è arrivato a 1,06. Se invece lo stesso calcolo viene elaborato sui ricoveri, il valore è 1,15. In entrambi i casi, molto vicino alla soglia dell’1. Un limite chiave: se l’R(t) resta sopra, vuol dire che l’epidemia è ancora in fase espansiva; se scende al di sotto, si è entrati in fase regressiva. Siccome dal 12 novembre sono passati 7 giorni e la tendenza sembra consolidata (con un calo dell’indicatore di 0,3/0,4 ogni 24 ore), tecnici e epidemiologi stimano che ad oggi quell’indicatore sia sceso sotto la soglia dell’1. Cosa significa? Essenzialmente due cose. L’aspetto positivo: le misure di contenimento lombarde, poi rinforzate in maniera incisiva da quelle nazionali, stanno iniziando ad avere impatto. Si dimostra dunque ancor più fondato il principio che il prefetto di Milano, Renato Saccone, ha affidato al Corriere nella sua ultima intervista: «I comportamenti e il rispetto delle regole sono decisivi nel contrasto alla diffusione dell’epidemia». Anche nel bollettino di ieri si è visto il lieve calo, con 7.663 nuovi contagi nella Regione e la percentuale sui tamponi processati che scende dal 22 per cento al 20.
Le fasce di rischio
In questo scenario, il dibattito sull’arcobaleno di colori oggi entrerà nel vivo, con l’incontro tra il governatore Attilio Fontana e i sindaci. «Se i numeri dovessero continuare ad essere positivi, dal 27 potremo chiedere di essere trasferiti in zona arancione (ecco cosa cambierebbe), ma l’errore che possiamo commettere è che finite le restrizioni si ricominci a vivere come se il virus fosse scomparso», ha detto Fontana. Sul tavolo metterà le tabelle con gli R(t) aggiornati dall’Istituto Superiore di Sanità, ma anche la «torre» dei contagi, in cui si vede come nelle ultime settimane le province più colpite sono Varese e Como. Le più tranquille Bergamo e Cremona. Milano sta nel mezzo. Dati confermati ieri, con nuovi 1.683 nuovi casi a Varese e con Milano che registra in città il dato più basso dal 20 ottobre: 675 nuovi positivi. Sull’opzione di differenziare le fasce di rischio per provincia, il sindaco di Lodi Sara Casanova spiega: «Da territorio più martoriato a quello più risparmiato, chiederemo di uscire dalla zona rossa già venerdì».
Ma l’aspetto più critico resta il livello di saturazione degli ospedali, con un flusso tra entrate e uscite complicato negli ultimi giorni dal fatto che spesso le dimissioni sono più lente, perché conseguenti a casi mediamente più critici, figli anche del ritardo di arrivo in pronto soccorso a inizio novembre.
Se dunque la discesa dell’R(t) è un segnale «fortemente incoraggiante», l’obiettivo è quello di riportarlo fino a 0,4/0,5, come dopo il lockdown di primavera: «Finché è sopra 1, l’infezione cresce e quindi le preoccupazioni restano», conferma il direttore sanitario di Ats Vittorio Demicheli.
Ambulanze e ricoveri
I primi luoghi che fanno da termometro dell’epidemia sono i pronto soccorso. E, ancor prima, la centrale Areu (118). Fino a una decina di giorni fa, la centrale operativa di Milano «apriva» oltre 2 mila richieste di soccorso (con punte di 2.300/2.400 al giorno), con un aumento esponenziale di chiamate per sintomi Covid. Col passare dei giorni, le missioni delle ambulanze sono scese a 1.500. Vuol dire che l’onda delle nuove infezioni si sta riducendo. Ed è un aspetto chiave: se gli ospedali sono in affanno, per permettere al sistema sanitario di curare tutti, è fondamentale ridurre il numero di nuovi pazienti.
Le stime riservate in mano al Pirellone prevedevano di arrivare a 10 mila ricoveri nei reparti e 1.400/1.500 in terapia intensiva, una sorta di punto di non ritorno. Ad oggi il sistema registra un’occupazione dei letti intorno al 70%. Aumenterà ancora un po’, ma la dinamica dell’epidemia al momento sembra questa: il «recipiente» (il sistema sanitario) è quasi pieno, ma esiste la fondata speranza che il «rubinetto» (il flusso di nuovi malati) si stia riducendo. «In particolare a Milano, la pressione sui pronto soccorso è già calata: fra una settimana potrebbe iniziare il calo dei ricoveri — spiega il coordinatore delle rianimazioni Covid Antonio Pesenti —. Anche sulle terapie intensive potremmo raggiungere il plateau tra i 1.000 e 1.100 posti occupati».
È la fase da consolidare, affinché il sistema non arrivi alla sofferenza. Ancora Demicheli: «Potremo dire che le cose vanno meglio quando diminuiranno significativamente i ricoveri. Per il momento crescono, meno, ma continuano a crescere». Come è accaduto ieri, con 9 nuovi pazienti in intensiva e 172 negli altri reparti. E con uno scenario più stabile anche nell’hub della Fiera, con 60 letti occupati e una sorta di equilibrio (ri)trovato tra domanda e offerta di letti, tanto che Humanitas e Gruppo San Donato, pronti ad entrare da giorni, tengono i loro staff in attesa.
Così si materializza l’obiettivo: incentivare la frenata attuale che si vede nei pronto soccorso degli ospedali e sull’R(t), per evitare che si arrivi al punto di saturazione. E che la scaletta di contagi e ricoveri continui a tenere alto il numero dei decessi (ieri 182). Il dato dei morti, come già in primavera, sarà purtroppo l’ultimo a scendere.
CorSera...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
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forse, tra mille inverni
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nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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Originariamente Scritto da Françis1992 Visualizza MessaggioMa davvero ora il problema e' festeggiare il Natale ?
Io sto periodo ho una paura fottuta di trasmettere sto cazz0 di virus ai miei parenti tant e' che non li vedo da un mese.
Possibile che la gente non capisca ?
Sei un po' esagerato però.
Guarda che se state a distanza e con la mascherina li puoi andare a trovare, vivi più sereno che l'ansia e la paura in un momento come questo è controproducente!Originariamente Scritto da SeanTu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
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Originariamente Scritto da marcu9 Visualizza MessaggioAddirittura ?
Sei un po' esagerato però.
Guarda che se state a distanza e con la mascherina li puoi andare a trovare, vivi più sereno che l'ansia e la paura in un momento come questo è controproducente!
Non puoi dire ad una madre di stare lontano dal figlio come non puoi impedire ad una nonna di abbracciare il nipote. Non siamo cyborg, siamo esseri umani e ci facciamo prendere dalla emotivita'. Non sai che darei per tornare a casa e stare del tempo con la mia famiglia.
Mi sto per prendere un master e sognavo di averli qua con me ma purtroppo non e' possibile. Ecco perche' odio questo virus di merd4, ci sta togliendo pezzi di noi
Tessera N° 7
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Originariamente Scritto da Françis1992 Visualizza MessaggioMarcu, non si puo fare purtroppo.
Non puoi dire ad una madre di stare lontano dal figlio come non puoi impedire ad una nonna di abbracciare il nipote. Non siamo cyborg, siamo esseri umani e ci facciamo prendere dalla emotivita'. Non sai che darei per tornare a casa e stare del tempo con la mia famiglia.
Mi sto per prendere un master e sognavo di averli qua con me ma purtroppo non e' possibile. Ecco perche' odio questo virus di merd4, ci sta togliendo pezzi di noi
Pazienza se non li baci e abbracci..ma almeno li vedi !
Meglio di non vederli proprio, almeno per me.Originariamente Scritto da SeanTu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
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Zaia: «Se i tamponi fai-da-te vengono approvati, magari a Natale facciamo prima il test e poi il cenone» – Il video.
Il governatore del Veneto difende la sperimentazione degli strumenti auto-diagnostici in corso nella sua regione: «Ieri la Fda americana ha autorizzato un test fai-da-te».
Inviato dal mio SM-G988B utilizzando TapatalkOriginariamente Scritto da SeanTu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
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Originariamente Scritto da Nemesis84 Visualizza Messaggionel dubbio Arcuri (e il suo team) hanno puntato su Pfizer
Non capisco come faranno visto che portare in giro a - 80º delle fialette non mi pare semplice.
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Coronavirus in Italia: altri 36.176 casi e 653 decessi nelle ultime 24 ore
Nelle ultime 24 ore in Italia si sono registrati altri 36.176 casi di coronavirus, a fronte di 250.186 tamponi processati (mercoledì i nuovi positivi erano stati 34.282 su 234.834 test). Altre 653 persone sono decedute mentre sono 17.020 i guariti. In terapia intensiva ci sono altri 42 pazienti per un totale di 3.712 posti occupati.
Inviato dal mio SM-G988B utilizzando TapatalkOriginariamente Scritto da SeanTu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
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Coronavirus in Italia, il bollettino di oggi 19 novembre: 36.176 nuovi casi e 653 morti
I dati del bollettino sulla pandemia di Covid-19 di giovedì 19 novembre. Il tasso di positività scende dal 14,6% al 14,4%
In Italia, dall’inizio dell’epidemia di coronavirus, almeno 1.308.528 persone (+36.176 rispetto a ieri, +2,8%; ieri +34.282) hanno contratto il virus Sars-CoV-2. Di queste, 47.870 sono decedute (+653, +1,4%; ieri +753) e 498.987 sono guarite o sono state dimesse (+17.020, +3,5%; ieri +24.169). Adesso, i soggetti attualmente positivi dei quali si ha certezza sono 761.671 (+18.503, +2,5%; ieri +9.358) e sono visibili nella quinta colonna da destra della tabella in alto; il conto sale a 1.308.528 — come detto sopra — se nel computo ci sono anche i morti e i guariti, conteggiando cioè tutte le persone che sono state trovate positive al virus dall’inizio dell’epidemia.
I tamponi sono stati 250.186, (poco meno del record di 254.908 datato 13 novembre), ovvero 15.352 in più rispetto a ieri quando erano stati 234.834. Mentre il tasso di positività è intorno al 14% (di preciso 14,4%): vuol dire che su 100 tamponi eseguiti 14 sono risultati positivi; ieri era del 14,6%. Questa percentuale dà l’idea dell’andamento dei casi, indipendentemente dal numero di test effettuati. Qui, una piccola diminuizione si vede nella parte decimale della percentuale. Questa è la mappa del contagio in Italia.
Più contagi in 24 ore, senza avvicinarsi al picco di 40.902 nuovi positivi del 13 novembre (meno di una settimana fa), a fronte di più tamponi. La crescita della curva c’è, ma senza impennate, con il rapporto di casi su tamponi che si abbassa leggermente, passando dal 14,6% al 14,4%. Un buon segno. Obiettivo? Portarlo al di sotto del 10%. I numeri sono ancora alti e per tenere sotto controllo l’epidemia l’indice Rt deve scendere sotto l’1 e non ci devono essere più di cinque-diecimila casi al giorno, come dice Stefano Merler, ricercatore della Fondazione Bruno Kessler di Trento. Da record la crescita in Friuli-Venezia Giulia: con +1.197 casi è sopra quota mille per la prima volta.
I pazienti ricoverati con sintomi sono 33.610 (+106, +0,3%; ieri +430), mentre i malati più gravi in terapia intensiva sono 3.712 (+42, +1,1%; ieri +58). Questi dati sono visibili nella tabella in alto, nella seconda e nella terza colonna da sinistra.
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