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La storia non permette sicuramente di prevedere il futuro ma può illustrare i precedenti. Guardando alla storia di molte dittature, sia del presente che del passato, si può ben vedere come siano nate in periodi di emergenza in cui il governo in carica si è assunto via via sempre più poteri, giustificandoli con la necessità di gestire la situazione. E una volta presi, difficilmente si torna indietro
Originariamente Scritto da LeoMerlo
Fagioli di soia no ne trovo. Conosci qualche sito online che li vende?
Originariamente Scritto da Manx
tu non hai assolutamente nulla da bodyrecomporre...semmai devi fare una bodyscomposizione...
La storia non permette sicuramente di prevedere il futuro ma può illustrare i precedenti. Guardando alla storia di molte dittature, sia del presente che del passato, si può ben vedere come siano nate in periodi di emergenza in cui il governo in carica si è assunto via via sempre più poteri, giustificandoli con la necessità di gestire la situazione. E una volta presi, difficilmente si torna indietro
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Intendevo anche bene, sempre che non si sia inventata le cose e i numeri (non ho voglia di controllare tutto)
avevo immaginato che fosse un commento positivo il tuo, il mio era proprio un commento sul fatto che è evidente che sia stato fatto uno sforzo, ma su cose meno efficaci rispetto ad altre che sono state trascurate (sempre in tema scuola) e che adesso per difendere ad ogni costo la posizione sul lavoro fatto non si metta in discussione che a didattica a distanza per qualche settimana ridurrebbe senza dubbio la pressione su mezzi pubblici e bacini di contagio.
"It' better stand tall when they're calling you out, don't bend, don't break, don't back down"
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori". (L. Pirandello)
«Noi restiamo aperti». Dai bar alle palestre, quelli che sfidano il Dpcm.
Cresce il fronte degli esercenti che non chiuderanno, nonostante le disposizioni del governo. «Le multe? Non le pagheremo».
«Resterò aperto. Non chiuderò il mio bar alle 18. Se dovessero intervenire le forze dell’ordine? Nessun problema, tanto multe non ne pago». Lui è Paolo D’Amato, proprietario di un bar a Ramacca, in Sicilia, che ha lanciato un appello alla «disobbedienza civile», a non rispettare le disposizioni dell’ultimo Dpcm anti-Coronavirus. Ma non è il solo. Antonio Mosticchio, che ha un cinema a Taviano, nel Leccese, si è già «autodenunciato in Questura»: «Aprirò le mie sale aspettando l’intervento delle autorità. Venite a chiudere il mio cinema, vi aspetto, così poi potrò impugnare il provvedimento al Tar». Sulla stessa linea Maria Antionetta Pellanda, che ha una palestra, “Area 51 Fitness & Bodybuilding”, nel Ferrarese: «Lo Stato mi ha sfidata, io non cedo di un millimetro e non intendo chiudere. In caso, cosa fanno? Mi arrestano? Le multe, invece, non le pagherò».
Un clima incandescente
Il nuovo Dpcm prevede la chiusura di tutti i locali alle 18 e lo stop a palestre, piscine, centri benessere e termali oltre a cinema e teatri (salvi soltanto i musei). Il malcontento è diffuso. Il primo “campanello” d’allarme per il governo sono state le proteste a Napoli e a Roma, ma anche a Siracusa e Catania ieri sera. Al netto degli episodi di violenza, sono tanti gli esercenti scesi in piazza perché impauriti dalle conseguenze economiche dell’ultimo Dpcm. Un secondo lockdown, dicono, sarebbe insostenibile.
«Siamo stati abbandonati dallo Stato»
«Stanno massacrando il tessuto sociale, c’è tensione. Io, ad esempio, ho una famiglia, quattro figli e non posso di certo sperare negli aiuti di Stato. Nella prima ondata ho ricevuto 1.200 euro in tutto. Adesso? Quando vedremo questi contributi promessi? E soprattutto a quanto ammontano? Ci sentiamo abbandonati dallo Stato e rischiamo di morire di paura» ha spiegato Paolo D’Amato, proprietario di un bar, a Open. Per Antonio Mosticchio «questo è un provvedimento illegittimo visto che non c’è un’evidenza scientifica che dica che i cinema siano luoghi in cui ci si infetta». In questi mesi Antonio – che ha perso circa 60mila euro di fatturato – si è adeguato alle disposizioni anti-Covid portando, ad esempio, il totale di posti a sedere da 1.000 a 300. «Dopo che abbiamo sanificato tutto, ci dicono che dobbiamo chiudere? Basta, ci stanno massacrando. Io sono già “morto”» ci dice.
«Vengano pure ad arrestarmi»
Non va meglio nelle palestre. Nel Ferrarese, Maria Antonietta Pellanda parla mentre è al lavoro: «Abbiamo aperto alle 9 e chiudiamo alle 21, per me nulla cambia. Vengano pure a controllarmi, a multarmi, io non chiudo. Non posso farci nulla, ho rispettato i precedenti Dpcm e ora non mi possono dire, così, senza preavviso, di chiudere di nuovo». Maria Antonietta parla di «un’umiliazione» e dice che è persino aumentata la richiesta di iscrizione nella sua palestra: «D’ora in poi non risponderò più al telefono, devo mettere un freno. Mi mettono le manette? Mi arrestano? Se mi multano, non pago».
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
«Noi restiamo aperti». Dai bar alle palestre, quelli che sfidano il Dpcm.
Cresce il fronte degli esercenti che non chiuderanno, nonostante le disposizioni del governo. «Le multe? Non le pagheremo».
«Resterò aperto. Non chiuderò il mio bar alle 18. Se dovessero intervenire le forze dell’ordine? Nessun problema, tanto multe non ne pago». Lui è Paolo D’Amato, proprietario di un bar a Ramacca, in Sicilia, che ha lanciato un appello alla «disobbedienza civile», a non rispettare le disposizioni dell’ultimo Dpcm anti-Coronavirus. Ma non è il solo. Antonio Mosticchio, che ha un cinema a Taviano, nel Leccese, si è già «autodenunciato in Questura»: «Aprirò le mie sale aspettando l’intervento delle autorità. Venite a chiudere il mio cinema, vi aspetto, così poi potrò impugnare il provvedimento al Tar». Sulla stessa linea Maria Antionetta Pellanda, che ha una palestra, “Area 51 Fitness & Bodybuilding”, nel Ferrarese: «Lo Stato mi ha sfidata, io non cedo di un millimetro e non intendo chiudere. In caso, cosa fanno? Mi arrestano? Le multe, invece, non le pagherò».
Un clima incandescente
Il nuovo Dpcm prevede la chiusura di tutti i locali alle 18 e lo stop a palestre, piscine, centri benessere e termali oltre a cinema e teatri (salvi soltanto i musei). Il malcontento è diffuso. Il primo “campanello” d’allarme per il governo sono state le proteste a Napoli e a Roma, ma anche a Siracusa e Catania ieri sera. Al netto degli episodi di violenza, sono tanti gli esercenti scesi in piazza perché impauriti dalle conseguenze economiche dell’ultimo Dpcm. Un secondo lockdown, dicono, sarebbe insostenibile.
«Siamo stati abbandonati dallo Stato»
«Stanno massacrando il tessuto sociale, c’è tensione. Io, ad esempio, ho una famiglia, quattro figli e non posso di certo sperare negli aiuti di Stato. Nella prima ondata ho ricevuto 1.200 euro in tutto. Adesso? Quando vedremo questi contributi promessi? E soprattutto a quanto ammontano? Ci sentiamo abbandonati dallo Stato e rischiamo di morire di paura» ha spiegato Paolo D’Amato, proprietario di un bar, a Open. Per Antonio Mosticchio «questo è un provvedimento illegittimo visto che non c’è un’evidenza scientifica che dica che i cinema siano luoghi in cui ci si infetta». In questi mesi Antonio – che ha perso circa 60mila euro di fatturato – si è adeguato alle disposizioni anti-Covid portando, ad esempio, il totale di posti a sedere da 1.000 a 300. «Dopo che abbiamo sanificato tutto, ci dicono che dobbiamo chiudere? Basta, ci stanno massacrando. Io sono già “morto”» ci dice.
«Vengano pure ad arrestarmi»
Non va meglio nelle palestre. Nel Ferrarese, Maria Antonietta Pellanda parla mentre è al lavoro: «Abbiamo aperto alle 9 e chiudiamo alle 21, per me nulla cambia. Vengano pure a controllarmi, a multarmi, io non chiudo. Non posso farci nulla, ho rispettato i precedenti Dpcm e ora non mi possono dire, così, senza preavviso, di chiudere di nuovo». Maria Antonietta parla di «un’umiliazione» e dice che è persino aumentata la richiesta di iscrizione nella sua palestra: «D’ora in poi non risponderò più al telefono, devo mettere un freno. Mi mettono le manette? Mi arrestano? Se mi multano, non pago».
Presidente Irbm: «Lavoriamo a un farmaco che curi tutti i ceppi. Entro dicembre prime dosi vaccino» «Da qualche mese lavoriamo con un gruppo di ricercatori per individuare un farmaco inibitore non solo del Covid ma dell’intera famiglia dei coronavirus. Un lavoro ambizioso che procede anche se i tempi saranno lunghi». Così Piero Di Lorenzo, presidente Irbm spa, che con Oxford mette a punto il vaccino che viene prodotto e verrà commercializzato da AstraZeneca. «Se, in considerazione della potenza economica e organizzativa della multinazionale AstraZeneca, si riuscirà a finire la sperimentazione di fase 3 entro dicembre, senza nessun evento avverso, e le agenzie regolatorie riusciranno a terminare i dovuti controlli in tempi rapidi, ragionevolmente entro la fine dell’anno arriveranno le prime dosi di vaccino».
CorSera
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Aggrappiamoci a queste sparute notizie su eventuali vaccini e ricerche attorno ai coronavirus. C'è poco altro da fare.
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Aggrappiamoci a queste sparute notizie su eventuali vaccini e ricerche attorno ai coronavirus. C'è poco altro da fare.
Sean, non sono sparute notizie. Le case farmaceutiche si sono mobilitate, a Dicembre si parte. Non si mette su un'operazione massiva di distribuzione senza aver ricevuto dati preliminari incoraggianti
PS: A dicembre si parte vuol dire che noi ci si vaccina in primavera
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