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i diritti tv pesano soprattutto nel calcio in cui che ci siano o no spettatori allo stadio incide poco
bhe oddio
Ad esempio alla Juventus arrivano 56 milioni da stadio e 100 milioni da diritti tv.
Per inglesi e spagnole è ancora peggio, hanno un rapporto quasi 1 a 1.
Ricciardi: «Misure di facciata, servono lockdown veri. I provvedimenti andavano presi due settimane fa» «Se facessimo in questo momento» una serie di restrizioni su scuole, mezzi pubblici e smart working che «avremmo dovuto fare due settimane fa», oggi «saremo in grado in aree come Milano, Napoli, Roma, in alcune zone del Piemonte e in Liguria di dimezzare l’Rt» che ora è a 2,5. Così ancora Walter Ricciardi, membro del comitato esecutivo dell’Oms e consulente del ministro della Salute, al telegiornale di La7. «Con questo indice, che significa che una persona mediamente ne contagia 2 e mezzo, si ha il raddoppio dei casi in due/tre giorni, cosa che è insostenibile già adesso per i servizi sanitari, figuriamoci tra una settimana», ha aggiunto.
Infettivologo Bruno: «Il virus non è morto, i pazienti sono gravi come a marzo» «Il virus non è clinicamente morto come si è detto qualche mese fa, il virus è come prima. Abbiamo gli stessi pazienti di prima. La gravità dei pazienti è assolutamente uguale a quella di marzo». Così su Sky Tg24, il direttore del Dipartimento scienze mediche e malattie infettive del Policlinico San Matteo di Pavia, Raffaele Bruno. «Per quello che è il mio osservatorio - ha sottolineato - adesso vediamo pazienti che arrivano prima in ospedale, ormai i sintomi sono noti e ci sono sicuramente più tamponi. Abbiamo però pazienti più giovani», ha aggiunto. Età e rapidità sono importanti, ha evidenziato, «perché ciò ha un impatto sulla mortalità. In questi mesi abbiamo imparato a gestire questi pazienti, abbiamo qualche arma in più, l’impatto sul risultato finale è migliore di quello di marzo, per adesso. Ovviamente, se i numeri aumentano la situazione cambia».
Di Lorenzo (Irbm): «Entro giugno tutti quelli che vorranno potranno vaccinarsi» «Entro giugno la stragrande maggioranza, anzi, direi tutti quelli che vogliono - perché ho visto una statistica dell’Istat che prevede che il 75% degli italiani è già pronta a vaccinarsi -, questo 75% è ragionevole prevedere che entro giugno 2021 sia vaccinato». Così Piero Di Lorenzo, presidente della Irbm di Pomezia che sta mettendo a punto il vaccino anti-Covid con la Oxford University, a Omnibus su La7. Nelle sperimentazioni di Fase 1 già pubblicate — ha chiarito — «il vaccino evidenziava un’efficacia del 90% che con un richiamo può arrivare al 95%».
CorSera
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Covid: in Giappone, Corea e Australia contagi al minimo. Ecco perchè
Le autorità di Tokyo segnalano meno di 700 casi giornalieri, 61 quelle di Seul. Eppure in Asia il virus circola massicciamente. La chiave? Mascherine e uso dei big data
Cronache dell’altro mondo del Covid. Mentre l’Italia e l’intero Occidente fanno i conti con la seconda ondata della pandemia e stentano ad contenerne i numeri, c’èuna parte del pianeta dove il virus sta registrando numeri bassi, Paesi in cui le statistiche avanzano al ritmo di poche centinaia o qualche decina di casi giornalieri . E’ l’Estremo Oriente che, dopo aver adottato severe misure la primavera scorsa oggi sta vivendo al riparo da nuove emergenze. Giappone, Corea del Sud, Taiwan, Thailandia ma anche Australia e Nuova Zelanda sono alcuni di questi territori risparmiati per ora dal coronavirus.
I dati dell’Oms e della Ue
A lungo hanno fatto discutere i dati relativi alla Cina: due giorni fa le autorità di Pechino (secondo quanto riporta il sito dell’Oms) avevano comunicato una crescita di appena 22 casi in un giorno in tutto l’immenso Paese e un totale, da inizio pandemia, di 4.700 morti. Trasparenza, privacy, controllo sociale in Cina non sono intesi allo stesso modo che in Europa e di tanto in tanto vengono avanzati dubbi sui dati che arrivano da quell’area. Ma altri Stati, con modelli giuridici e sociali più simili ai nostri registrano comunque numeri opposti a quelli con cui facciamo quotidianamente i conti da questa parte del mondo. Il Giappone ad esempio (la fonte è sempre l’Oms) aveva ieri 699 casi, in costante discesa dopo un picco di 2.000 ai primi di agosto, e 5 morti. La Corea del Sud fa ancora meglio: 61 nuovi contagi e nessuna vittima. Appena 5 sono invece i nuovi malati in Thailandia, dove il virus secondo le statistiche ufficiali non circola più ormai da aprile. Identico indice fa registrare l’Australia , uno solo malato la Nuova Zelanda. Eppure in Asia il virus circola eccome: India, Malesia, Bangladesh, Indonesia sono alle prese con una situazione più vicina a quella europea che a quella giapponese stando ai dati «fotografati» stavolta dell’European Control desease (Ecdc).
Giappone: la mascherina come abitudine
Ma quali possono essere le chiavi che hanno garantito un «cordone sanitario» a questi Paesi? Prendiamo il caso del Giappone. Qui il successo nella lotta al coronavirus è attribuito innanzitutto all’uso diffusissimo tra la popolazione, della mascherina anche prima della pandemia, anche solo per proteggere se stessi e gli altri da raffreddori e allergie. Ma una nota disponibile sul sito dell’ambasciata di Tokyo in Italia spiega anche di più. «L’intuizione fondamentale che ci ha aiutati nella lotta contro il Covid è la nozione di cluster di trasmissione», scrive Yosutoshi Nishimura, ministro incaricato della lotta al Covid. Cioè: pochi gruppi determinano una altissima contagiosità e dunque è necessario intervenire su quelli in maniera «chirurgica», isolandoli. «Gli esperti della sanità giapponese - prosegue il documento - hanno utilizzato la tecnica del “tracciamento retrospettivo”» ricostruendo i movimenti del paziente molto precedenti il contagio. In secondo luogo si è cercato di prevenire le situazioni considerate a più alto rischio: spazi chiusi, spazi affollati, contatti ravvicinati. Il tutto facendo ampio ricorso a tecnologie informatiche ed intelligenza artificiale.
Corea: tracciamento e big data
Digitalizzazione e uso dei big data sono considerati la chiave del successo nella lotta al coronavirus anche in Corea del Sud. Qui all’inizio la situazione pareva sfuggire di mano: la curva epidemiologia era stata vertiginosa anche se i casi si concentravano principalmente nelle grandi aree urbane di Seul e Daegu. Poi si sono adottate politiche di tracciamento massicce della popolazione attraverso app per smartphone ma anche facendo ricorso a raccolte di dati «a strascico» attraverso «tracce» lasciate da carte di credito o immagini di videocamere in luoghi pubblici. Una politica che ha suscitato perplessità dal punto di vista giuridico ma alla quale ha aperto la strada una riforma adottata dal governo coreano nel 2015 proprio per fronteggiare l’epidemia di Mersa scoppiata nel Paese in quel periodo.
CorSera
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Di Lorenzo (Irbm): «Entro giugno tutti quelli che vorranno potranno vaccinarsi» «Entro giugno la stragrande maggioranza, anzi, direi tutti quelli che vogliono - perché ho visto una statistica dell’Istat che prevede che il 75% degli italiani è già pronta a vaccinarsi -, questo 75% è ragionevole prevedere che entro giugno 2021 sia vaccinato». Così Piero Di Lorenzo, presidente della Irbm di Pomezia che sta mettendo a punto il vaccino anti-Covid con la Oxford University, a Omnibus su La7. Nelle sperimentazioni di Fase 1 già pubblicate — ha chiarito — «il vaccino evidenziava un’efficacia del 90% che con un richiamo può arrivare al 95%».
CorSera
Mi sembra strano il dato del 75%
I negazionisti e free-vax veri e propri sono pochi, ma il numero di scettici da quanto vedo/leggo/sento mi sembra molto di più
Originariamente Scritto da LeoMerlo
Fagioli di soia no ne trovo. Conosci qualche sito online che li vende?
Originariamente Scritto da Manx
tu non hai assolutamente nulla da bodyrecomporre...semmai devi fare una bodyscomposizione...
Mi sembra strano il dato del 75%
I negazionisti e free-vax veri e propri sono pochi, ma il numero di scettici da quanto vedo/leggo/sento mi sembra molto di più
Personalmente, se la vaccinazione permetterà la libera circolazione ovunque, mi metterò da subito in coda
L'importante è che si vaccinino le categorie deboli e quelle troppo esposte (medici etc).
Per i più giovani poi se ne parla.
Inviato dal mio SM-G988B utilizzando Tapatalk
Originariamente Scritto da Sean
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Io di base non mi vaccinerei, non perché sia no vax, ma perché ricordo bene tutti i vari esperti che invitavano a diffidere di vaccini pronti in meno di 18 mesi. Con un vaccino in primavera siamo proprio al limite. Magari aspetterei la fine del 2021 giusto per capire che tipo di effetti collaterali potrebbero esserci su vasta scala.
Tuttavia qualora in qualche modo evitasse alla mia struttura di ritrovarsi con frequenti chiusure potrebbero anche dare direttamente la prima dose a me.
"Metti il plexiglas". Messo.
"Distanzia i tavoli". Distanziati.
"Riduci i clienti". Ridotti.
"Igienizza". Igienizzato.
"Metti mascherina". Messa.
"Registra i clienti". Registrati.
"Prendi la temperatura e annota". Fatto [emoji818]
"Bravo, ora chiudi".
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Originariamente Scritto da Sean
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Invece di chiudere tutto o quasi prr poi darefinanziamenti ecc ecc avrebbero dovuto aprire terapue intensive aiosa in modo tale da incentivare il laviro di giovani infrrmieri e medici e non farcrollare le'economia nazionale
Invece di chiudere tutto o quasi prr poi darefinanziamenti ecc ecc avrebbero dovuto aprire terapue intensive aiosa in modo tale da incentivare il laviro di giovani infrrmieri e medici e non farcrollare le'economia nazionale
Hanno spiegato il perché non è stato fatto. Già aprirne in più non è una cosa semplice, sia in termini di costo che di spazi ed altri fattori tecnici. In più il personale deve essere appositamente formato, e non sarebbe stato possibile in così pochi mesi.
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