Quando si parla delle misure prese e/o da prendere spesso si perde di vista troppo spesso il quadro di insieme: innanzi tutto siamo arrivati a questa nuova ondata non per una causa unica, ma per una serie di concause di cui alcune attribuibili a chi prende le decisioni che provo a riassumere così:
- si è voluto far fare le vacanze agli italiani, con controlli molto blandi (c'erano le forze dell'ordina ma chiudevano occhi e orecchie) per paura delle reazioni.
- si sono volute riaprire le scuole in presenza pensando ai banchi a rotelle e non al fatto che la distanza deve essere garantita anche nel tragitto casa scuola perchè non si può chiedere alle municipalizzate di triplicare le linee, ma non si è nemmeno pensato che scaglionare di mezz'ora gli ingressi non serve a una fava
- nelle grandi città molti grandi gruppi hanno ricominciato il lavoro in presenza da settembre, da qui altra congestione del trasporto pubblico
- i controlli sulla movida e gli accessi ai centri storici sono andati scemando sempre per la paura di reazione da parte dei cittadini
Purtroppo scuola e lavoro vanno di pari passo perchè nelle famiglie con figli che non hanno possibilità di affidarli ai nonni o agli zii dover far lezione da casa obbliga uno dei genitori a non andare al lavoro, però lavoro, scuola e spostamenti sono anche le attività in cui il contagio è più facile e soprattutto dove un solo positivo ha la possibilità di infettare più persone. Purtroppo il primo lockdown ci ha insegnato che aspettare e sperare serve a poco, così come la gradualità degli interventi basata sui dati riscontrati (che fisiologicamente sono in ritardo dati i tempi di incubazione). Quindi sarebbe meglio (come hanno detto in molti) misure più drastiche limitate nel tempo che trascinarsi per mesi con mezze misure.
- si è voluto far fare le vacanze agli italiani, con controlli molto blandi (c'erano le forze dell'ordina ma chiudevano occhi e orecchie) per paura delle reazioni.
- si sono volute riaprire le scuole in presenza pensando ai banchi a rotelle e non al fatto che la distanza deve essere garantita anche nel tragitto casa scuola perchè non si può chiedere alle municipalizzate di triplicare le linee, ma non si è nemmeno pensato che scaglionare di mezz'ora gli ingressi non serve a una fava
- nelle grandi città molti grandi gruppi hanno ricominciato il lavoro in presenza da settembre, da qui altra congestione del trasporto pubblico
- i controlli sulla movida e gli accessi ai centri storici sono andati scemando sempre per la paura di reazione da parte dei cittadini
Purtroppo scuola e lavoro vanno di pari passo perchè nelle famiglie con figli che non hanno possibilità di affidarli ai nonni o agli zii dover far lezione da casa obbliga uno dei genitori a non andare al lavoro, però lavoro, scuola e spostamenti sono anche le attività in cui il contagio è più facile e soprattutto dove un solo positivo ha la possibilità di infettare più persone. Purtroppo il primo lockdown ci ha insegnato che aspettare e sperare serve a poco, così come la gradualità degli interventi basata sui dati riscontrati (che fisiologicamente sono in ritardo dati i tempi di incubazione). Quindi sarebbe meglio (come hanno detto in molti) misure più drastiche limitate nel tempo che trascinarsi per mesi con mezze misure.
Commenta