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Tranne che per i decessi, siamo tornati ai numeri di mesi fa.
Le vacanze (che fanno abbassare la guardia, i distanziamenti ecc...) e gli ingressi o i ritorni dall'estero hanno fatto rialzare la curva.
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Covid in Sardegna, da virus free a terra di focolai. Cosa è successo
A marzo la chiusura di porti e aeroporti, a luglio l’isola era «sana» in base ai parametri dell’Oms. Poi il «liberi tutti. L’idea (tramontata) del passaporto sanitario e la lite Sala-Solinas
L’isola a cui oggi tutti guardano con timore come fonte di nuovi contagi, solo a luglio era la zona d’Italia più sana in base ai parametri dell’Oms. La traiettoria seguita dalla Sardegna in questa estate 2020 è il paradigma di quanto potrà avvenire a breve in Italia: basta allentare l’attenzione ed ecco che le lancette dl tempo innestano la retromarcia e riportano i dati suoi contagi al periodo nero del lockdown. Gli esperti diranno come e perché questa regione ha visto precipitare la sua situazione epidemiologica, passata in poche settimane da isola «covid free» a matrice di focolai, ultimo dei quali - emblematico - quello esploso al Billionaire di Flavio Briatore. Ma ecco, passo passo, come si è arrivati a questa situazione.
A marzo chiusi porti e aeroporti
Quanto all’inizio di marzo il governo dichiara il lockdown in tutta Italia, la Sardegna è toccata solo marginalmente dal virus e fa di tutto per tenersene alla larga. Il governatore dell’isola, Christian Solinas è tra i più risoluti nel chiedere una barriera tra il suo territorio e il resto del Paese. Non bastasse l’ostacolo naturale costituito dal mare, Solinas sollecita misure più drastiche. E le ottiene. Il 14 marzo il ministero delle infrastrutture firma un’ordinanza che sbarra porti e aeroporti sardi: navi e velivoli si muovono ma solo per trasportare merci o persone che si muovono per comprovate ragioni sanitarie, di famiglia o di lavoro. Si vocifera anche di una «fuga» verso le seconde case da parte di residenti in altre regioni ma il dato non viene confermato. Il «blocco» navale e aereo rimarrà in vigore fino al 17 maggio.
A luglio la regione è «covid free»
I risultati del «cordone sanitario» steso attorno alla Sardegna non tardano a comparire. I bollettini della protezione civile registrano una progressione lenta dei contagi, un numero di casi lontanissimo da quello che caratterizza tragicamente altre parti d’Italia. Il 19 luglio due province, Oristano e Nuoro, sono già «covid free» in base ai parametri dell’Oms: non registrano infatti contagi da 28 giorni consecutivi. A fine luglio i casi totali censiti sono 1.388, i morti 134, quelli attivi appena 19 e nessun ricoverato nelle terapie intensive. La Sardegna è insomma un’autentica «oasi».
Il passaporto sanitario e la polemica con Beppe Sala
Ma un simile stato di grazia non può durare a lungo. A maggio il lockdown in Italia si pè concluso e soprattutto è alle porte la stagione turistica, vale a dire la principale voce economica della Sardegna. I mesi di maggio e giugno sono bell’e «bruciati», le presenze in alberghi e ristoranti sono il 90% in meno rispetto all’anno precedente. Tutto si giocherà nella seconda parte dell’estate. Ma come far ripartire il turismo e salvaguardare al tempo stesso la salute? È ancora Solinas ad avanzare una proposta, quella di una sorta di «passaporto sanitario»: chi sbarca nell’isola deve esibire una documentazione sanitaria in grado di dimostrare che non è contagioso. Scoppia anche una polemica tra il governatore sardo e il sindaco di Milano Beppe Sala. Quest’ultimo, quando viene a sapere che ai lombardi potrebbe essere chiesto un certificato «antivirus» sbotta in una frase infelice: «Ce ne ricorderemo...»; salvo poi scusarsi. L’idea del passaporto sanitario finirà in cavalleria, giudicata addirittura anticostituzionale dal governo.
Più turismo, meno scuola
Luglio diventa così il mese del «liberi tutti». I dati turistici restano in profondo rosso, ma qualche segno di risveglio compare. La Federalberghi-Confcommercio di Sassari segnala un calo del 70% nelle strutture del nord dell’isola rispetto al 2019; a giugno lo stesso indicatore segnava -95%. I passeggeri che passano dall’aeroporto di Olbia salgono a 138.000, comunque lontani dai 380.000 di dodici mesi prima. Si tenta di salvare capra e cavoli: le discoteche riaprono ma la Sardegna è tra le regioni che impongono (o tentano di imporre) il distanziamento di un metro in pista. Sempre la Regione posticipa di una settimana (dal 14 al 21 settembre) la riapertura delle scuole proprio per prolungare la stagione turistica. Ma non tutto va per il verso sperato.
Agosto: liberi tutti, anche il virus
Ad agosto è chiaro che la diga ha ceduto. I turisti rifanno capolino e nel giuro di due settimane ecco ricomparire i focolai: alla Maddalena 450 turisti restano intrappolati in un resort in attesa del tampone, al Billionaire il virus costringe i dipendenti alla quarantena ma è la punta dell’iceberg. I vacanzieri vanno e vengono senza essere sottoposti a test e molti di loro si accorgono di avere il coronavirus solo quando sono già arrivati a casa e hanno avuto contatti con chissà quante persone. I sindaci provano a innestare la retromarcia, reintroducono l’obbligo di mascherina all’aperto, regolano l’afflusso alle spiagge, per ora senza troppi risultati. Come in altre regioni, si tenta di spostare l’attenzione su altri fattori. Per alcuni giorni il capro espiatorio diventano i migranti (in effetti nel sud dell’isola si susseguono piccoli sbarchi). Ma al Cpa di Monastir i casi di positività sono appena 25. «La Sardegna non ha mai avuto una circolazione virale autoctona, tutti i casi sono di importazione» prova a difendersi il governatore, per scongiurare possibili restrizioni al viavai sull’isola.
CorSera
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«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Se prendono queste decisioni i tedeschi, non aspettiamoci di riuscire a gestire queste cose meglio in Italia. O almeno, mettiamoci nella testa che gestire le scuole durante una pandemia non è un problema di facile risoluzione.
3 morti e - 5 in terapia intensiva vuol dire che su 1.000, 990 hanno poco o nulla
Si muore a settimane di distanza dal contagio. Dovremmo valutare i morti nei primi di settembre
Originariamente Scritto da Alberto84
Te lo dico io gratis che devi fare per crescere: devi spignere fino a cagarti in mano
Originariamente Scritto da debe
Chi è che è riuscito a trasformarti in un assassino mangiatore di vite altrui?
Originariamente Scritto da Zbigniew
Kurt non sarebbe capace di distinguere, pur avendoli assaggiati entrambi, il formaggio dalla formaggia.
Un indecente crogiuolo di dislessia e malattie veneree.
Proprio non ci si arriva eh.
Stiamo messi come a Gennaio, dove ad infettarsi erano i giovani. Qualcuno si e' accorto di qualcosa a Gennaio ? No, perche' questo virus ai giovani fa meno male e si e' assistito giusto a qualche "polmonite anomala" curata in ospedale senza che i medici usassero precauzioni. Tempo 2/3 settimane e gli ospedali sono diventati dei veri e propri focolai e visto che negli ospedali ci stanno persone tutt'altro che sane, ecco che i decessi hanno iniziato a salire ed i casi rilevati non erano che la punta dell'iceberg (tamponi solo a persone in condizioni gravi, enorme bias statistico e tasso di mortalita' sovrastimato). Abbiamo un grosso vantaggio che non va assolutamente sprecato, ora piu che mai bisogna proteggersi e mantenere le distanze per evitare che il virus torni a colpire la fascia debole della popolazione
Convivere con il virus, per quella che è la mia interpretazione, non dovrebbe essere una ricerca ossessionata del rischio zero, ma più che altro una messa in atto di comportamenti SOSTENIBILI volti contenere il contagio, ma senza obblighi assurdi, chiusure basate sulla gente che si lamenta su facebook, e coscienti che il rischio esiste.
In questo contesto la scuola dovrebbe essere considerato un ambiente dove il rischio esiste (al pari di una discoteca) e non è possibile applicare un protocollo veramente efficace.
Come ho detto qualche pagina dietro, per la scuola, l'unica soluzione sarebbe stata trovare per tempo altri locali nei quali suddividere le classi, ma visto che ciò non è stato fatto bisogna accettare la situazione e sviluppare una doppia didattica, in presenza e a distanza, nel quale un genitore (come anche un cliente di una discoteca) sceglie se rischiare in presenza o continuare con una didattica on line.
Cosciente che se da un lato, la didattica on line, limita il rischio di contagio dall'altro non garantisce uno sviluppo cognitivo completo, mentre in presenza si hanno maggiori rischi ma un miglior meccanismo di apprendimento.
Diversamente continueremo a cadere nel ridicolo, tra discoteche chiuse-aperte-chiuse e virus che fa i turni, e scuole che da cupole individuali sono passate a banchi rotanti, e da distanziamenti di tot metri adesso basta la mascherina...
Accettiamo che la coperta è corta e se vuoi coprire la testa devi per forza scoprire i piedi...
Hanno aggiornato i dati sui morti in eccesso. Overall sono 207K.
Resta una stima parziale sia come numero di paesi considerati che a livello temporale.
In Asia i morti in eccesso sono terribilmente in più di quelli dichiarati, e secondo me si dovrebbe andare a fare i paragoni già da novembre/dicembre
Europa e America sono anche da 1/3 a 1/2 in meno dove contiamo anche il “matusalemme di 90 anni che muore di raffreddore”
Figuriamoci in Asia o Sud America dove in molti stati la sanità è quasi 0 e la densità di abitanti in tutto il territorio è quella di Milano
Originariamente Scritto da LeoMerlo
Fagioli di soia no ne trovo. Conosci qualche sito online che li vende?
Originariamente Scritto da Manx
tu non hai assolutamente nulla da bodyrecomporre...semmai devi fare una bodyscomposizione...
Io non concordo sulla modalità di comunicazione che le istituzioni stanno adottando, il virus c'è e circola tra i più giovani per cui abbiamo molti meno casi gravi e la soglia di attenzione si abbassa. La strategia del terrore ora in corso spinge i più a sentirsi presi in giro confrontando i numeri di morti e ricoveri con quelli della chiusura, allora va cambiato il modo di comunicare provando a responsabilizzare i giovani. Spingerei più sul senso di responsabilità dicendo che i giovani spesso non sviluppano sintomi gravi ma possono portare il virus alle fasce deboli che invece sviluppano una malattia grave o addirittura mortale e da lì esasperare sull'uso di mascherine, sul lavaggio delle mani, sulla distanza ecc...
Mettiamoci anche che ogni medico continua a dichiarare alla stampa le proprie opinioni spesso contrastanti creando sfiducia in scienza e istituzioni e abbiamo fatto la frittata. Mi sorprende che l'Ordine di Medici non abbia mai richiamato ad un comportamento più etico e meno da starlette i propri iscritti, visto che si tratta di una situazione di emergenza ed anche di ordine pubblico.
Io non concordo sulla modalità di comunicazione che le istituzioni stanno adottando, il virus c'è e circola tra i più giovani per cui abbiamo molti meno casi gravi e la soglia di attenzione si abbassa. La strategia del terrore ora in corso spinge i più a sentirsi presi in giro confrontando i numeri di morti e ricoveri con quelli della chiusura, allora va cambiato il modo di comunicare provando a responsabilizzare i giovani. Spingerei più sul senso di responsabilità dicendo che i giovani spesso non sviluppano sintomi gravi ma possono portare il virus alle fasce deboli che invece sviluppano una malattia grave o addirittura mortale e da lì esasperare sull'uso di mascherine, sul lavaggio delle mani, sulla distanza ecc...
Mettiamoci anche che ogni medico continua a dichiarare alla stampa le proprie opinioni spesso contrastanti creando sfiducia in scienza e istituzioni e abbiamo fatto la frittata. Mi sorprende che l'Ordine di Medici non abbia mai richiamato ad un comportamento più etico e meno da starlette i propri iscritti, visto che si tratta di una situazione di emergenza ed anche di ordine pubblico.
Boh secondo me invece ste cose le dicono e le fanno, e non ce nessun terrorismo reale, semplicemente viene percepito come "terrorismo" un messaggio scomodo, un messaggio che ci rompe un po i maroni dover seguire alla lettera, per cui il terrorismo mediatico, o psicologico, è un ottima scusa per trasgredire o comunque fare quel caz.zo che ci pare.
Tutto è già stato detto, quello che si deve sapere si sa, poi che la gestione non sia priva di falle o svarioni, è anche quella cosa già "stabilita"
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