Guerra (Oms): Virus resta cattivo, ma no segnale di un’altra ondata
I nuovi focolai a Roma significano «che il virus non ha perso contagiosità, che si comporta esattamente come prima, non ha nessuna intenzione di mollare la presa e di attenuarsi di sua volontà. È la dimostrazione che non si è modificato. Non c’è nessun segnale di questo tipo e chi ritiene sia così deve rivedere le sue posizioni». Così Ranieri Guerra, infettivologo, direttore aggiunto dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) e componente del Comitato tecnico scientifico, intervistato dal Corriere della Sera. Per quanto riguarda una seconda ondata, Guerra sottolinea: «Se per seconda ondata intendiamo la replica di quella che abbiamo vissuto tra febbraio e aprile le rispondo che no, a mio parere è difficile che si ripeta nel periodo autunnale con lo stesso vigore. Saranno inevitabili invece tanti micro focolai che però abbiamo imparato a gestire. Purtroppo non è così dappertutto nel mondo»
Negli Usa altri 734 morti in 24 ore
I morti per coronavirus negli Stati Uniti nelle ultime 24 ore sono stati 734. È quanto emerge dai dati della Johns Hopkins University, secondo la quale i decessi totali sono 115.347.
I nuovi focolai a Roma significano «che il virus non ha perso contagiosità, che si comporta esattamente come prima, non ha nessuna intenzione di mollare la presa e di attenuarsi di sua volontà. È la dimostrazione che non si è modificato. Non c’è nessun segnale di questo tipo e chi ritiene sia così deve rivedere le sue posizioni». Così Ranieri Guerra, infettivologo, direttore aggiunto dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) e componente del Comitato tecnico scientifico, intervistato dal Corriere della Sera. Per quanto riguarda una seconda ondata, Guerra sottolinea: «Se per seconda ondata intendiamo la replica di quella che abbiamo vissuto tra febbraio e aprile le rispondo che no, a mio parere è difficile che si ripeta nel periodo autunnale con lo stesso vigore. Saranno inevitabili invece tanti micro focolai che però abbiamo imparato a gestire. Purtroppo non è così dappertutto nel mondo»
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