Il chi ce l'ha più lungo deve durare ancora molto?
Emergenza Coronavirus: thread unico.
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Originariamente Scritto da cesko92 Visualizza MessaggioIo quella delle mascherine introvabili l’ho sempre considerata una mezza fake news
Sarò fortunato io ma anche ad inizio lockdown le ho sempre trovate in farmacia vicino casa senza problemi: 1,50€/cad le chirurgiche e 8-9€/cad le KN95 senza valvola
Ok il prezzo esagerato.. ma nell’emergenza qualcuna l’ho presa
Poi sempre a marzo avevo fatto un ordine su aliexpress ed in 20gg mi sono arrivate sia chirurgiche sia le famose FFP2 (con valvola)... quelle che era da criminali usare perché nemmeno il personale medico le aveva cit
Ah, non parlo di roba strana.. ma di merce regolare di una azienda cinese e con marchio CEOriginariamente Scritto da modgallaghergandhi invece di giocarsi il libretto della macchina si gioca la cartella clinica
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La scienza non sa e insegna a vivere il dubbio
Il coefficiente per stimare la propagazione del contagio andrebbe aggiornato e servirebbero dati più «puliti». Intanto in Germania è di nuovo a 1,1, sopra la soglia
Dopo essere stati per settimane in rispettoso ascolto degli esperti, dopo le abbuffate di virologia e immunologia ed epidemiologia, il nostro atteggiamento inizia a cambiare. Mentre noi andiamo avanti, gli scienziati restano indietro e continuano a ripeterci le stesse cose. Continuano, in sostanza, a dirci no no no. Così la scienza si rivela una volta in più per quel che è: un’interdizione al nostro godimento. L’insofferenza che ci suscita si traduce in una svalutazione sommaria: «e poi, parliamoci chiaro, neppure gli scienziati ci hanno capito granché».
È vero, gli scienziati non sanno. I fisici, esperti della materia, ammettono candidamente di non sapere di cosa è fatto il 95% dell’universo. I biotecnologi, esperti di Dna, non sanno a cosa serve più della metà del nostro genoma, o addirittura se serve. E i virologi, ora così in auge, sono messi ancora peggio, perché non sanno nemmeno la percentuale di quello che non conoscono: hanno censito qualche migliaio di virus, ma i virus sul pianeta potrebbero essere miliardi. Non solo è enorme ciò che non sappiamo: è enorme ciò che non sappiamo di non sapere. Ma quell’enormità è proprio la sorgente di vertigine che porta i giovani scienziati alla loro vocazione, e quella vocazione a non estinguersi.
Da quando la pandemia ci ha investito, l’umanità intera vive in un limbo della conoscenza, dove gli indizi non sono prove, dove le cure sono «promettenti» ma non adeguatamente sperimentate, dove gli articoli sul Covid sono pre-print ancora in attesa di validazione. È una condizione esistenziale tipica per gli scienziati, ma alla quale noi non siamo abituati. E non ci piace nemmeno un po’. Così come non ci piace che quegli scienziati farciscano tutte le loro risposte di prudenza: «è ancora presto per», «dobbiamo aspettare che», «ci vorrà tempo prima di», «non sappiamo, non sappiamo, non sappiamo».
Eppure, con un po’ di lucidità in più e un po’ di paura in meno, sapremmo riconoscere le loro schermaglie come l’elemento politico più nuovo e dirompente di questa crisi. In un’epoca dominata dall’assertività gli scienziati hanno riportato il dubbio al centro del discorso, hanno cercato di rispondere alle domande senza ricorrere a slogan, piuttosto con altre domande, e hanno riscoperto per noi la categoria proibita del non-sapere. Si parla tanto dei cambiamenti che saremo in grado o no di fare nel mondo post-Covid che verrà. Bene, eccone uno particolarmente importante: mantenere viva questa tensione verso ciò che non conosciamo. Esiste un modo di educare al non-sapere? D’insegnarlo già ai bambini, sovvertendo il principio dominante che la conoscenza sia un corpo statico di nozioni di cui appropriarsi pezzo a pezzo? Non ne ho idea, ma varrebbe la pena di rifletterci, anche in vista del rientro a scuola.
Se di qualcosa vanno rimproverati gli scienziati non è certo di non-sapere o di trovarsi in disaccordo, semmai del contrario: di non essere stati abbastanza inflessibili, a volte, nel difendere il confine tra sapere e non-sapere. Di essersi lasciati in parte infettare dal bisogno mediatico di «dare speranza». Stremati dalle richieste di rassicurazione, in molti hanno finito per dire quel che la gente voleva sentirsi dire: «sì, arriverà di sicuro il vaccino»; «sì, quella cura funziona alla grande»; «sì, il virus è più debole dell’inizio»; «sì, il caldo ci aiuterà». Sì, andrà tutto bene.
La compiacenza è la deriva peggiore della politica contemporanea, ma ognuno di noi comprende come sia, in una certa misura, ineliminabile dalla politica stessa. Per uno scienziato la compiacenza è invece un peccato capitale. Come lo è ostentare certezze di cui manca ancora la prova, per quanto si tratti di certezze «oneste», corroborate da osservazioni personali ed esperienza e istinto. Il governo viene ora accusato da più parti di un atteggiamento paternalistico nei nostri confronti. Non saprei dirlo. Ma è indubbio che il paternalismo ha caratterizzato la comunicazione scientifica fin dall’inizio della pandemia. Il fatto stesso che l’esposizione dei dati sia stata affidata a un organo non scientifico come la Protezione civile dice molto. Così come dice molto l’impalpabilità del Comitato Tecnico Scientifico, mai portato a spiegare in maniera esaustiva e diretta ai cittadini la solidità delle ragioni dietro questa o quella norma, anche quando le norme — distanziare di tot i tavoli dei ristoranti, non aprire le scuole fino a settembre, sanificare i vestiti nei camerini — hanno ripercussioni gravissime sulle nostre vite.
Nei giorni peggiori ci veniva detto: «aumentano i ricoveri e i decessi, ma aumentano anche i guariti». Come se i guariti, per qualche strana inversione del principio di causalità, potessero anche diminuire. Come se il loro numero potesse smorzare la gravità degli altri dati. Non aveva senso, ma se faceva stare più tranquilla la gente, meglio dirlo. Oppure il famigerato R0, il coefficiente che si è piantato di traverso fra noi e i nostri progetti. Ne parlano tutti. Ma nessuno si è preso la briga, per esempio, di spiegare che parlare di R0 non è più così corretto, che R0 descrive la propagazione del contagio in una popolazione inconsapevole, che non adotta misure, com’eravamo noi a metà febbraio, mentre adesso dovremmo parlare di Rt, di tasso di riproduzione «effettivo», o semplicemente di R. Perché non chiarirlo? E perché non chiarire che per calcolare decentemente R servono flussi di dati costanti e «puliti», cioè corretti dal punto di vista temporale, diversi da quelli della Protezione civile? Perché non spiegare che R è associato a un’incertezza tanto più grande quanti meno sono i casi? Ma no, quelli sono misteri per iniziati. Potrai spostarti di regione quando R sarà inferiore a 0,2. Tanto deve bastarti. (E intanto, ieri in Germania, R veniva stimato di nuovo sopra soglia, a 1,1).
La reticenza è stata una costante del nostro rapporto con gli organi decisionali nel corso dell’epidemia. E le mascherine sono state la foglia di fico per nascondere tutto quello che non veniva detto. Peggio: sono state il tessuto non tessuto per coprire tutto quello che non veniva fatto, o comunque non in tempo. Se consideriamo la frase sibillina che compare nel documento del Comitato Tecnico Scientifico che regola la fase 2: «ci sono però delle incertezze sul valore dell’efficacia dell’uso di mascherine per la popolazione generale dovute a una limitata evidenza scientifica, sebbene le stesse siano ampiamente consigliate»; se mettiamo questa frase in relazione alla quantità di parole spese proprio sulle mascherine, abbiamo forse la stima di quanto gran parte del dibattito sia stato divertito, se non sull’irrilevante, almeno sul non-proprio-rilevante.
Le «comprovate necessità» per affrontare la riapertura erano altre, ma hanno avuto molta meno attenzione: un esercito di tracciatori in carne e ossa, in grado di ricostruire i contatti dei nuovi positivi, nonché di garantire il follow-up dei soggetti in quarantena, la possibilità di isolare i casi in luoghi separati dal nucleo famigliare e di testare tempestivamente qualunque nuovo sospetto. Se n’è parlato, certo, se ne parla ancora, ma mai come delle mascherine. Delle mascherine parliamo molto più volentieri, perché sono più facili. E loro, gli organi decisionali, lasciano che ne parliamo, perché così diventa più facile anche per loro.
«No, aspetti ancora un momento, ascolti ancora solo questa preghiera: dovunque Lei vada, sia sempre consapevole di una cosa, e cioè che qui Lei è nell’ignoranza più totale, e sia prudente». È ciò che l’ostessa dice all’agrimensore K. nel Castello di Kafka, l’agrimensore K. che non capisce nulla di quel che deve fare o lo circonda, perché tutto quel che riguarda il Castello è concepito affinché lui non lo capisca. Sembra l’invito che viene fatto a tutti noi nella fase 2. Separa i tavoli, aspetta che R si abbassi, qualunque cosa sia, per il resto lascia fare a noi. Quando sarai grande capirai. Ah, e se esci, non dimenticarti la mascherina.
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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Originariamente Scritto da cesko92 Visualizza MessaggioQuella delle mascherina a 50cent è solo l’ennesima follia.
Io comunque proprio un paio di giorni ho fatto un altro ordine da aliexpress
Con 22€ ne ho prese 50, ognuna singolarmente imbustata
In 1 mese dovrebbero arrivare
Inviato dal mio Mi A2 Lite utilizzando Tapatalk
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Originariamente Scritto da Death Magnetic Visualizza MessaggioIo ho provato ad ordinare l'iMask, dagli un occhio.
Inviato dal mio Mi A2 Lite utilizzando Tapatalksigpic
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intanto so che sicuramente è un ennesimo video complottista,ma cmq lo posto,non si sa mai
Alboreto is nothing
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Riapertura di bar e ristoranti, le regole Inail e Iss: 4 metri quadrati a cliente
Quattro metri quadrati per ogni cliente: lo hanno stabilito i tecnici dell’Inail e gli scienziati dell’Istituto superiore di sanità che hanno varato le regole per le ripartenza del settore dal 18 maggio in tutta Italia
Quattro metri quadrati per ogni cliente e 2 metri tra un tavolo e l’altro. È la regola aurea, sono i numeri attorno ai quali ruota la ripartenza di bar e ristoranti nella «fase 2». Lo hanno stabilito i tecnici dell’Inail e gli scienziati dell’Istituto superiore di sanità che hanno varato le linee guida per la riapertura dei pubblici esercizi.
Per capire quante persone alla volta potranno entrare in un locale bisognerà dividere per 4 i metri quadrati della superficie complessiva aperta al pubblico, «fatto salvo la possibilità di adozioni di misure organizzative come, ad esempio, le barriere divisorie».È quanto si legge alla pagina 7 del «Documento tecnico su ipotesi di rimodulazione delle misure contenitive nel settore della ristorazione», che farà da bussola alle Regioni per le riaperture nel settore attese per il 18 maggio su tutto il territorio nazionale. Sempre però se la curva dei contagi lo consentirà.
A pagina 6, al capitolo «Misure organizzative, di prevenzione e protezione» sono elencati i principi fondamentali e si spiega come «la questione del distanziamento sociale assume un aspetto di grande complessità», perché ovviamente non è possibile stare a tavola con la mascherina e, in presenza di soggetti infetti da Sars-Cov-2, la possibilità di contagio è alta (qui uno studio pubblicato sul New York Times e che riguarda anche i flussi d’aria condizionata nei ristoranti).
Che fare, allora? Prevedere «il ricambio di aria naturale e la ventilazione dei locali», norma molto importante anche per i servizi igienici. Privilegiare l’uso di spazi all’aperto rispetto ai locali chiusi. E rivedere la divisione degli spazi. È il punto più controverso, che ha suscitato la rivolta dei ristoratori e forti polemiche politiche da parte dei governatori. Le indicazione dei tecnici prevedono la revisione dei locali «con una rimodulazione dei tavoli e dei posti a sedere, garantendo il distanziamento dei tavoli non inferiore a 2 metri». Non più 4, come si era ipotizzato.
Lo spazio di sicurezza tra un cliente e l’altro non è stata fissato, ma il Comitato tecnico scientifico parla di «una distanza in grado di evitare la trasmissione di droplets». Quanto alle sedie, dovranno essere disposte «in maniera da garantire un distanziamento tra i clienti adeguato», anche perché - altra novità - non è possibile per i gestori controllare se i clienti siano parenti o conviventi.
Il servizio a buffet non sarà possibile, i menu cartacei spariranno e i piatti del giorno saranno scritti su lavagne o su fogli monouso.
E le mascherine? I clienti dovranno indossarle in fila, alla cassa o quando si muoveranno per andare al bagno. Al momento del conto sarà opportuno «privilegiare i pagamenti elettronici con contactless» e le casse, ove possibile, saranno potette da una barriera in plexiglass.
...ma di noi
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C. Campo - Moriremo Lontani
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Emergenza Coronavirus: thread unico.
Ma che senso ha attendere di riaprire i bar e ristoranti o elaborare strane disposizioni dei tavoli fuori se poi la gente si prende la birra e si ammassa sui muretti del lungomare?
Ormai va cosí, speriamo che sia davvero scomparso come pensano tutti i furbi in giro o che le mascherine siano la soluzione al problemaOriginariamente Scritto da LeoMerloFagioli di soia no ne trovo. Conosci qualche sito online che li vende?Originariamente Scritto da Manxtu non hai assolutamente nulla da bodyrecomporre...semmai devi fare una bodyscomposizione...
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Soprattutto mi domando come sia possibile far rispettare le norme in tutti i bar e locali d'Italia.Originariamente Scritto da Alberto84Te lo dico io gratis che devi fare per crescere: devi spignere fino a cagarti in mano
Originariamente Scritto da debeChi è che è riuscito a trasformarti in un assassino mangiatore di vite altrui?Originariamente Scritto da ZbigniewKurt non sarebbe capace di distinguere, pur avendoli assaggiati entrambi, il formaggio dalla formaggia.
Un indecente crogiuolo di dislessia e malattie veneree.
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Forse sfugge un punto circa ogni discussione su di una qualunque piattaforma: si danno pareri senza patenti o presunzioni di avere una verità in tasca. Si danno pareri come li dà chiunque. Questi due mesi ci hanno insegnato una cosa: nemmeno gli "esperti" hanno delle tesi condivise. Ci sono state decine, forse centinaia di teorie in contrapposizione, tutte provenienti da ambiti "scientifici" dove però c'è chi ha detto "a" e chi ha replicato con "z".
Lasciamo stare poi la politica che è il regno della opinione, della doxa. Non ha fatto testo nemmeno la versione di un premio Nobel (Montagner). I nostri di "esperti" ci hanno portato per mano dalla semplice influenza alle visioni apocalittiche, scannandosi tra loro...quindi se qualcuno che più o meno studiato il campo, che ha pure una laurea, che ha un ambito di passione o di studio circa la materia, se questo qualcuno dice la sua contribuendo al 3d, tutto si può fare tranne che appellarsi al fatto del "non essere esperto" o all'altrettanto risibile "volersi sostituire agli esperti", visto che:
- gli "esperti" propongono le loro teorie (perchè quelle sono allo stato) proprio per essere discusse
- essendo la discussione libera, nessuno vuol sostituirsi agli "esperti" ma semmai dire la sua circa quello che sostengono gli "esperti"
Ho sempre trovato più costruttivo, in luogo del vuoto attacco alla persona ed ai suoi titoli o non titoli (per parlare o valutare un quadro od un film servono forse una laurea in storia dell'arte o un diploma in qualche corso di cinematografia?) controbattere nel merito...in specie se un post è argomentato, per cui ci sono, si offrono tutti gli elementi per confutare o ribattere.
Non c'è un "esperto" che ci ha azzeccato in toto in questa storia. La critica può provenire da chiunque: ieri Liam, circa i giornalisti che ancora insistono con l'indice di contagio R0, ha detto che è argomento superato: stamattina Paolo Giordano sul CorSera scrive che occorre parlare più correttamente di indice Rt e non più di R0: Liam ha forse vinto un Nobel? E' un "esperto"? Dice la sua come tutti, e in questo caso ci ha preso, almeno secondo Giordano.
Personalmente ringrazio chi porta contributi costruttivi e utili alla discussione, cioè chi riempie i post con la ciccia e non col fumo. Se poi la ciccia non piace si hanno due strade:
- prendere atto e lasciar stare
- replicare nel merito
Fuori da queste due si sta facendo altro, cioè niente di utile per una discussione. Forse per se stessi, uno sfogo, un sollevarsi un prurito, ma nulla che risulti interessante o che sia una specie di opinione circa quanto si è letto. Non si cerca l'accordo o l'unanimità: si cerca un contributo argomentato secondo il proprio punto di vista circa la questione o circa un post: per darlo non servono lauree nè Nobel....ma di noi
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C. Campo - Moriremo Lontani
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Sean, non mi hai nominato, ma credo che ti riferissi ANCHE a me.
Tutti danno il proprio contributo e possono essere messi in discussione, gli esperti così come l’utente di BW.
A me sembra che, oltre ad attacchi “personali” (uso le virgolette perché tutti siamo rimasti quasi sempre nel seminato), ci siano state tante discussioni nel merito, nell’evidenziare contraddizioni e thinking process a mio avviso (e anche di tanti altri) sbagliati. Mi spiace che tu non li abbia colti.
Anche a me è capitato in alcune occasioni di mettere davanti il cv e di essere deriso, ci sta, bisogna anche essere pronti ad accettare che le proprie idee non facciano presa senza per questo offendersi oltremodo, battere i piedi per terra e andarsene quando il proprio ego non viene nutrito.
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Torna la paura a Wuhan: il coronavirus riprende a circolare | Rallenta il contagio negli Stati Uniti: "solo" 776 morti
Mentre in Europa la Fase 2 della ripartenza accelera, nel resto del mondo il Covid-19 miete ancora tante vittime. Picco di contagi in India.In calo i nuovi contagi in Italia: terapie intensive sotto quota mille. Da lunedì via al test sierologico della Croce Rossa. Mascherine a 50 centesimi finite: troppe bloccate dalla burocrazia. Con la cura al plasma mortalità ridotta dal 15% al 6% a Pavia e Mantova
Coronavirus: un genitore 'fragile' su 7 ha perso il lavoro
Rapporto di Save The Children,. Molte famiglie in difficoltà economiche riducono la spesa alimentare. Inoltre, un minore su 5 più in difficoltà con i compiti.
"Quasi 1 genitore su 7" tra quelli in condizioni socio-economiche più fragili, pari al 14,8%, ha perso il lavoro per via dell'emergenza Covid-19, oltre la metà lo ha perso temporaneamente. Il rapporto di Save The Children 'Riscriviamo il futuro' fotografa le difficoltà delle famiglie duranye l'emergenza sanitaria (ANSA)Originariamente Scritto da SeanTu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
Non c'è un "esperto" che ci ha azzeccato in toto in questa storia. La critica può provenire da chiunque: ieri Liam, circa i giornalisti che ancora insistono con l'indice di contagio R0, ha detto che è argomento superato: stamattina Paolo Giordano sul CorSera scrive che occorre parlare più correttamente di indice Rt e non più di R0: Liam ha forse vinto un Nobel? E' un "esperto"? Dice la sua come tutti, e in questo caso ci ha preso, almeno secondo Giordano.
Comunque, non so se abbia cambiato qualcosa, ma da caga***** quale sono avevo scritto al corriere per segnalare la cosa
E' che per una volta che fanno informazione scientifica, almeno che la facciano bene, soprattutto su una cosa cosi' semplice.B & B with a little weed
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Originariamente Scritto da The_machine Visualizza MessaggioSean, non mi hai nominato, ma credo che ti riferissi ANCHE a me.
Tutti danno il proprio contributo e possono essere messi in discussione, gli esperti così come l’utente di BW.
A me sembra che, oltre ad attacchi “personali” (uso le virgolette perché tutti siamo rimasti quasi sempre nel seminato), ci siano state tante discussioni nel merito, nell’evidenziare contraddizioni e thinking process a mio avviso (e anche di tanti altri) sbagliati. Mi spiace che tu non li abbia colti.
Anche a me è capitato in alcune occasioni di mettere davanti il cv e di essere deriso, ci sta, bisogna anche essere pronti ad accettare che le proprie idee non facciano presa senza per questo offendersi oltremodo, battere i piedi per terra e andarsene quando il proprio ego non viene nutrito.
I post con contenuti li ho colti tutti. Pure quelli che ribattono su metodologie od opinioni che vengono espresse...perchè io mi formo una idea attraverso un dibattito...mi è pure capitato, nel corso degli anni, di cambiare idea circa alcune cose proprio grazie a differenti punti di vista rispetto al mio, che pure in certe circostanze difendevo arroccandomi...per poi scoprire che effettivamente si è poche volte di fronte ad un monolite e più spesso davanti ad un prisma.
Nel merito della questione io poi non ho modo di valutare perchè circa gli argomenti scientifici mi limito a leggere...però un post è anche uno spenderci del tempo, un gratuito contributo ad una discussione che evidentemente, se viene l'impulso di scrivere, interessa...quindi in quel senso, proprio perchè ci si spende tempo, chiunque scriva io mi sento di ringraziare...pure con chi non sono d'accordo.
Però non posso entrare nello specifico perchè ho questa ignoranza circa la materia che non mi permette di valutare la giustezza o meno di certe affermazioni. Il campo a cui mi limito io è quello pratico, circa il virus: indosso le protezioni e mantengo le distanze. Mi sembra un punto contro il quale nessuno ha mai discusso, cioè è condiviso da molti Stati e ancor più scienziati e medici....ma di noi
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Originariamente Scritto da marcu9 Visualizza MessaggioTorna la paura a Wuhan: il coronavirus riprende a circolare | Rallenta il contagio negli Stati Uniti: "solo" 776 morti
Mentre in Europa la Fase 2 della ripartenza accelera, nel resto del mondo il Covid-19 miete ancora tante vittime. Picco di contagi in India.In calo i nuovi contagi in Italia: terapie intensive sotto quota mille. Da lunedì via al test sierologico della Croce Rossa. Mascherine a 50 centesimi finite: troppe bloccate dalla burocrazia. Con la cura al plasma mortalità ridotta dal 15% al 6% a Pavia e Mantova
Coronavirus: un genitore 'fragile' su 7 ha perso il lavoro
Rapporto di Save The Children,. Molte famiglie in difficoltà economiche riducono la spesa alimentare. Inoltre, un minore su 5 più in difficoltà con i compiti.
https://www.ansa.it/sito/notizie/cro...e519b2bd2.html
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