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"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori". (L. Pirandello)
Ma insomma sto H index indica qualcosa o no? Perché se si può usare per dire che Tarro è un caprone, lo è poco più delle altre capre nostrane. Fauci invece maschio alfa, superbullo.
Mi sembra un articolo abbastanza fuorviante. L'h-index in generale ha senso per definire l'attivita', e da un certo di vista la qualita', scientifica di una persona, ma ci sono diverse considerazioni da fare.
Per capirsi, h-index indica che si hanno h articoli citati almeno h volte.
La citazione e' quando un tuo articolo viene citato all'interno di un altro articolo. Per esempio, se ma_75 pubblica un articolo che ad un certo punto cita un articolo precedente di Steel77 - per esempio: "il gruppo di steel77 nel 2014 ha dimostrato che utilizzando il farmaco x.. ecc.. ecc..", quella conta come citazione per l'articolo di Steel del 2014. Il numero di citazioni si puo' usare come indicazione di quanto interessante/utile/ecc.. i tuoi articoli possano essere ritenuti dalla comunita' scientifica.
Tornando all'h-index. Mettiamo che Steel77 in vita sua abbia pubblicato 30 articoli, se ha un h-index di 9 significa che 9 di quegli articoli sono stati citati almeno 9 volte. Paradossalmente, uno se uno di quei 9 articoli e' stato una rivoluzione nella scienza ed e' stato citato 100,000 volte, il suo h-index rimarrebbe comunque di 9.
Il numero di citazioni dipende anche dal settore in cui uno scienziato lavora, quindi non e' sempre facile fare paragoni tra persone che lavorano in aree diverse.
Per finire, piu' una persona (e i suoi articoli) e' anziana, piu' l'h index si alza, perche' c'e' stato piu' tempo perche' i suoi lavori venissero citati.
Pero' puo capitare che un direttore di un istituto, dipartimento, o quello che e', venga infilato nella lista degli autori in tutto quello che esce da quell'istituto/dipartimento/ecc.. anche se il contributo alla maggioranza degli studi in cui e' coautore e' nullo. Va da se' che alla fine questo avra' molti piu' articoli, e quindi h-index piu' alto dei ricercatori che hanno fatto il lavoro.
Ho visto casi del genere diverse volte nel corso degli anni. Avere ottimi manager a capo di istituti di ricerca e' fondamentale, e tanto di cappello a chi quel lavoro lo fa bene, quello che voglio dire e' che un h-index alto non corrisponde sempre ad un'eccellenza dal punto di vista prettamente scientifico. A volte lo e', a volte no.
Una persona poi durante la sua carriera puo' avere assunto anche incarichi manageriali a livello nazionale o sovranazionale, e quindi avere pubblicato molto meno, ma avere acquisito competenze, magari molto importanti se scoppia una pandemia, ma che pero' non sono incluse nell'h-index.
Per quello dicevo che l'h-index va inquadrato per quello che e', non usato come il patacchino del prezzo da inflare sul petto di pollo, che e' quello che qualche giornalista ha fatto in questi giorni.
Chiedo venia per la lunga risposta, ma altrimenti si rischiava di non capire il discorso.
Ma infatti.
Ecche*****.
Leggo ovunque di gente iper negativa, torneremo alla fase 1.
Usciremo nel 2021.
Non avete capito niente.
Hanno rotto i coglioni.
Originariamente Scritto da Sean
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Ma infatti.
Ecche*****.
Leggo ovunque di gente iper negativa, torneremo alla fase 1.
Usciremo nel 2021.
Non avete capito niente.
Hanno rotto i coglioni.
Sui gruppi Facebook è pieno di questa gente e ovviamente io li perculo
Mi sembra un articolo abbastanza fuorviante. L'h-index in generale ha senso per definire l'attivita', e da un certo di vista la qualita', scientifica di una persona, ma ci sono diverse considerazioni da fare.
Per capirsi, h-index indica che si hanno h articoli citati almeno h volte.
La citazione e' quando un tuo articolo viene citato all'interno di un altro articolo. Per esempio, se ma_75 pubblica un articolo che ad un certo punto cita un articolo precedente di Steel77 - per esempio: "il gruppo di steel77 nel 2014 ha dimostrato che utilizzando il farmaco x.. ecc.. ecc..", quella conta come citazione per l'articolo di Steel del 2014. Il numero di citazioni si puo' usare come indicazione di quanto interessante/utile/ecc.. i tuoi articoli possano essere ritenuti dalla comunita' scientifica.
Tornando all'h-index. Mettiamo che Steel77 in vita sua abbia pubblicato 30 articoli, se ha un h-index di 9 significa che 9 di quegli articoli sono stati citati almeno 9 volte. Paradossalmente, uno se uno di quei 9 articoli e' stato una rivoluzione nella scienza ed e' stato citato 100,000 volte, il suo h-index rimarrebbe comunque di 9.
Il numero di citazioni dipende anche dal settore in cui uno scienziato lavora, quindi non e' sempre facile fare paragoni tra persone che lavorano in aree diverse.
Per finire, piu' una persona (e i suoi articoli) e' anziana, piu' l'h index si alza, perche' c'e' stato piu' tempo perche' i suoi lavori venissero citati.
Pero' puo capitare che un direttore di un istituto, dipartimento, o quello che e', venga infilato nella lista degli autori in tutto quello che esce da quell'istituto/dipartimento/ecc.. anche se il contributo alla maggioranza degli studi in cui e' coautore e' nullo. Va da se' che alla fine questo avra' molti piu' articoli, e quindi h-index piu' alto dei ricercatori che hanno fatto il lavoro.
Ho visto casi del genere diverse volte nel corso degli anni. Avere ottimi manager a capo di istituti di ricerca e' fondamentale, e tanto di cappello a chi quel lavoro lo fa bene, quello che voglio dire e' che un h-index alto non corrisponde sempre ad un'eccellenza dal punto di vista prettamente scientifico. A volte lo e', a volte no.
Una persona poi durante la sua carriera puo' avere assunto anche incarichi manageriali a livello nazionale o sovranazionale, e quindi avere pubblicato molto meno, ma avere acquisito competenze, magari molto importanti se scoppia una pandemia, ma che pero' non sono incluse nell'h-index.
Per quello dicevo che l'h-index va inquadrato per quello che e', non usato come il patacchino del prezzo da inflare sul petto di pollo, che e' quello che qualche giornalista ha fatto in questi giorni.
Chiedo venia per la lunga risposta, ma altrimenti si rischiava di non capire il discorso.
Mi sembra che Steel77, per restare all'esempio, abbia un G:TM! index in calo, cosa a proposito di cui, anche in una situazione di crisi, e forse soprattutto in situazione di crisi, auspico un'inversione di tendenza.
Originariamente Scritto da Sean
mò sono cazzi questo è sicuro.
Originariamente Scritto da bertinho7
ahahhahah cmq è splendido il tuo modo di mettere le mani avanti prima, impazzire durante, e simil polemizzare dopo
@Liam, grazie per la risposta, come sempre dettagliato. Ovviamente il post era provocatorio, nel senso che l’H index dovrebbe tenere conto anche della settorialita’ delle ricerche. Il parametro riferito a tutta la scienza medica ha un senso, alla sola virologia un altro, ad aree ancora più ristrette altro ancora. Voglio dire, se uno ha un index basso ma le sue pubblicazioni sono solo sulla Sars direi che ha un valore più significativo a livello di credibilita’ di uno che ha pubblicato di più ma in settori meno affini. Poi, certamente, c’è il problema del baronato per cui c’è chi firma pro forma pubblicazioni curate dal suo staff. E potremmo anche aggiungere che non tutte le riviste abbiano la stessa credibilità, ma onestamente non so se questo H index sia ponderato sulla base delle riviste in cui escono i lavori. Insomma, la risposta è che non credo sia un indice particolarmente rilevante, e per quello ho trovato poco corretta la battaglia condotta in nome di quel dato nelle scorse settimane. Poi, immagino, all’estero chi è dentro all’ambiente avrà comunque contezza di quali siano in Italia i virologi più stimati dalla comunità scientifica. Sarebbe interessante saperlo, lo dico veramente senza polemica.
In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte. ma_75@bodyweb.com
Coronavirus, «la Cina ha eliminato le prove»: le accuse di Trump e dei Servizi occidentali
Trump si gioca la rielezione alla Casa Bianca e cavalca il sentimento di chi non si fida, nella speranza di trovare qualcuno pronto a collaborare fornendo carte credibili. Intanto i servizi segreti di cinque nazioni attaccano Pechino per la gestione della pandemia
Un documento interno dell’Homeland Security in mano all’Associated Press sostiene che Pechino ha nascosto la gravità della crisi per accumulare materiale medico e prepararsi all’emergenza. Così hanno stoccato tutto quello che era necessario senza però dare l’allarme all’esterno. Il governo avrebbe anche tenuto all’oscuro l’OMS non permettendo una reazione tempestiva. Nelle prossime ore o giorni è possibile che venga diffuso un rapporto ufficiale Usa che raccolga tutti gli aspetti critici.
Il secondo rapporto
Esiste un secondo report ed è quello citato dal quotidiano australiano Daily Telegraph che ne è venuto in possesso. Sono 15 pagine redatte dagli 007 del patto «Five Eyes», ossia Australia, Usa, Gran Bretagna, Nuova Zelanda e Canada. È piuttosto severo e contiene una serie di punti sulla gestione della crisi da parte della Cina.
1) Hanno eliminato/distrutto prove sul Covid.
2) Hanno imposto la censura e silenziato testimoni scomodi. Riferimento ad alcuni blogger indipendenti che hanno tentato di raccontare cosa stava succedendo a Wuhan ma anche alla ricercatrice Huang Yan Ling. Ci sono sospetti che possa essere la paziente zero: di lei non si hanno più notizie precise.
3) Pechino non ha fornito elementi utili per realizzare il vaccino.
4) C’è stata in passato una stretta collaborazione tra centri australiani e quello di Wuhan (stessa cosa con i francesi e americani), da qui la possibilità che qualcosa si trapelato attraverso canali diretti.
5) Sull’origine dell’epidemia i servizi alleati sono in disaccordo se sia nata nel laboratorio o nel mercato. È una situazione a dir poco opaca.
L’intelligence Usa
Il 30 aprile la DNI, la direzione sotto la quale operano le diverse agenzie di intelligence Usa, ha espresso un primo verdetto in modo pubblico. Con 10 righe di comunicato: il virus non è stato creato dall’uomo e neppure manipolato, indaghiamo con rigore per capire se possa esserci stato un incidente nel laboratorio di Wuhan. Lo avevano già detto, lo hanno ribadito. Fonti dello spionaggio citate dai media spiegano che ci sono degli indizi su un possibile errore durante studi medici, però non sono decisivi. Gli agenti mettono le mani avanti: probabilmente sarà arduo trovare (se esistono) delle prove incriminanti. Vi sono poi delle intercettazioni di funzionari cinesi relativi al centro ricerche dalle quale si potrebbero ricavare dettagli a sostegno di manovre segrete. Siamo però dentro una fitta nebbia, difficile comprendere tutto, facile arrivare a valutazioni sbagliate. C’è poi l’interazione difficile – sin dal primo giorno – tra The Donald e gli 007. Le immancabili indiscrezioni parlano di pressioni dell’amministrazione sulle spie così come la resistenza di queste ultime a mettere il loro sigillo sull’atto di accusa. Anche perché un gran numero di scienziati, sulla base di quanto sappiamo ad oggi – è bene sottolinearlo –, non lo condivide e insiste su una dinamica naturale per la diffusione del virus.
Gli ostacoli
In questi anni la Cia stessa ha perso molte fonti all’interno della Cina, le contromisure dell’avversario hanno reso la missione più complessa. Tanti gli ostacoli. La speranza è di trovare qualcuno che sia pronto a collaborare fornendo carte credibili. Si è anche parlato di un transfuga, scappato all’estero. Ma resta una voce inverificabile e molto dubbia, magari è un modo per gettare l’amo. L’interrogativo che ritorna riguarda la capacità delle spie di pescare dati in terra cinese. Non pochi esperti e le stesse «ombre» riconoscono le difficoltà. Senza trascurare un aspetto rilevante: carpire un segreto e rivelarlo in modo pubblico può mettere in pericolo la gola profonda. Molto dipende da quale sia la posta finale. Trump si gioca le elezioni, cavalca il sentimento di chi non si fida della Cina (e questo a prescindere dalla tesi del laboratorio), porta avanti la sua battaglia. Alcuni partner non vogliono lo scontro totale, invocano - a ragione – trasparenza. Da Pechino, usando le voci amiche, rispondono: se il presidente ha le prove le mostri alla comunità internazionale.
Trump si gioca la rielezione alla Casa Bianca e cavalca il sentimento di chi non si fida, nella speranza di trovare qualcuno pronto a collaborare fornendo carte credibili. Intanto i servizi segreti di cinque nazioni attaccano Pechino per la gestione della pandemia
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Coronavirus, Trump: «Il vaccino sarà pronto entro l’anno». Negli Stati Uniti i morti aumentano
«Pronti a collaborare con tutti i Paesi per la formula». Ma poi rivede al rialzo le stime delle vittime del virus: «Potrebbero essere centomila» (e non 70 mila come ipotizzato giorni fa)
Parola di Trump: vaccino entro l’anno. Donald Trump avverte: «I dottori non vorrebbero che io lo dicessi». Ma lui, naturalmente, non si tiene e nella town hall organizzata da Fox News nel Memorial di Abraham Lincoln, proprio ai piedi del Grande Presidente, annuncia. «Avremo il vaccino entro l’anno, ne sono convinto». Trump lo ripete diverse volte, probabilmente per bilanciare l’altra notizia, cattiva questa volta: «I morti potrebbero essere anche centomila». Pochi giorni fa aveva affermato, invece, che non sarebbero andati oltre i 70 mila, cifra che purtroppo sarà raggiunta oggi.
Sul vaccino, scienziati e aziende americane stanno davvero forzando i tempi. Il National Institute of Allergy and Infectious Diseases, guidato da Anthony Fauci, sta seguendo diversi progetti promettenti. Quello in fase più avanzata è sviluppato dalla società Moderna, base a Cambridge in Massachussetts, che lunedì 27 aprile è passata alla Fase 2: i test su centinaia di volontari. Il problema adesso è chi produrrà per primo la formula anti Covid-19. Trump ha assicurato che non «gli interessa» e che «è pronto a collaborare con tutti i Paesi».
Ci sono, però, passaggi industriali e tecnologici complessi. Moderna ha appena stretto un accordo con una multinazionale svizzera, la Lonza Group. Il contratto prevede una collaborazione di 10 anni. L’obiettivo è confezionare circa un miliardo di dosi all’anno. Attenzione, però, il primo lotto sperimentale sarà preparato già tra giugno e luglio, ma negli impianti americani della società elvetica. Gli americani, quindi, al di là delle parole di Trump, sono ben attenti a controllare non solo lo stadio della ricerca, ma anche quello della produzione, cioè del momento decisivo e di fondamentale valore strategico. Peccato che questa volta l’alleanza tra Stati Uniti e Paesi europei non abbia funzionato.
«Pronti a collaborare con tutti i Paesi per la formula». Ma poi rivede al rialzo le stime delle vittime del virus: «Potrebbero essere centomila» (e non 70 mila come ipotizzato giorni fa)
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Una curiosità, visto che si parlava di Radio Radio
ma Fusaro, che per due mesi è andato avanti ad insinuare ovunque che il virus fosse stato creato dagli USA, che erano gli unici a trarne beneficio a scapito sopratutto della Cina...
Per capirsi, h-index indica che si hanno h articoli citati almeno h volte.
La citazione e' quando un tuo articolo viene citato all'interno di un altro articolo. Per esempio, se ma_75 pubblica un articolo che ad un certo punto cita un articolo precedente di Steel77 - per esempio: "il gruppo di steel77 nel 2014 ha dimostrato che utilizzando il farmaco x.. ecc.. ecc..", quella conta come citazione per l'articolo di Steel del 2014. nullo. Va da se' che alla fine questo avra' molti piu' articoli, e quindi h-index piu' alto dei ricercatori che hanno fatto il lavoro.
ahahah grandissimo Liam, effettivamente l'articolo di Mauro l'avevo già postato io
Mi sembra che Steel77, per restare all'esempio, abbia un G:TM! index in calo, cosa a proposito di cui, anche in una situazione di crisi, e forse soprattutto in situazione di crisi, auspico un'inversione di tendenza.
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