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Spero proprio di sì, due mesi di questo delirio possono anche bastare
Lo spero anch'io..anche perché così è diventato troppo pesante.
Ma non capisco perché non se ne parli Completamente..
Inviato dal mio VOG-L29 utilizzando Tapatalk
Originariamente Scritto da Sean
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Ma secondo voi...
Nell'ipotetica fase 2, il Cittadino cosa potrà fare nel tempo libero? Sì potrà uscire senza autocertificazione?
Sì potrà andare a casa della fidanzata o dell'amico? O semplicemente potrà andarsi a fare una passeggiata?
Inviato dal mio VOG-L29 utilizzando Tapatalk
Bè, penso proprio di sì.
Anche perché entro fine maggio riaprirà quasi tutto, cosa autocertifichi? Vado a prendere delle mutande all'upim?
Oh,.....poi mi aspetto di tutto!
Andare dalla fidanzata penso proprio di sì, neppure ai tempi della naja si stava così tanto tempo senza vederla.
Ed anche per attività fisica all'aperto penso non ci saranno più problemi.
E altre cose meno importanti.
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori". (L. Pirandello)
L’epidemiologo Rezza: «Quando nasceranno nuovi focolai dovremo essere 10 volte più pronti»
Il professore dell’Iss: «Meglio provvedimenti nazionali» che regionali. L’isolamento negli hotel? In Cina lo hanno fatto, ma la sensibilità occidentale non si presta».
«Non bisogna correre troppo. Quando si deciderà di riaprire, lo si dovrà fare con molta gradualità». Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità, circoscrive il suo campo, di medico e consulente. E lascia onori della scelta, e soprattutto oneri, ad altri.
Professore, grande è la confusione sotto il cielo. Forse non aiutano le 40 task force e i 240 consulenti. Non saranno un po’ troppi?
«In effetti sì, sono tanti. Ma alla fine le decisioni le prende il governo».
Le Regioni premono. La Lombardia sembra colta da una pulsione irrefrenabile ad aprire tutto. La Campania minaccia di chiudere le «frontiere». Per Zaia «il lockdown è finito».
«Ah sì? In che senso è finito? Io pensavo che fino al 4 maggio fossimo nella fase 1».
Il Nord ha fretta.
«Per me siamo ancora nella fase 1. Il trend mostra miglioramenti, i modelli matematici ci dicono che la trasmissione si sta riducendo. Ma il numero delle persone infette rimane elevato e i decessi anche».
Ci sta dicendo che conviene restare in isolamento?
«Dico che le Regioni possono agire con ordinanze proprie. Ma se alcune attività dovessero ripartire, spero che lo facciano con tutte le precauzioni del caso. Perché il virus non sparirà per incanto».
Avrebbe senso ripartire dalla Lombardia, che ha una parte della popolazione immune, essendo stata più colpita? O da regioni del Sud, meno toccate dal virus?
«Sono più favorevole a provvedimenti su scala nazionale. Peraltro non credo che in Lombardia ci sia una percentuale tale da far pensare che si sia raggiunta l’immunità di gregge. E le regioni del Centro-Sud sono state poco contagiate, ma hanno meno strumenti per difendersi».
Lei ha detto che ci saranno ancora zone rosse in futuro. Che vuole dire?
«Che anche quando si riaprirà, il virus potrà tornare a colpire e ci saranno nuovi focolai. In quel caso dovremo intervenire subito per chiudere pezzi di territorio. Più basso sarà il livello di diffusione del virus, più efficaci saranno gli interventi. Del resto zone rosse sono state fatte ovunque, a Codogno e Vo, in Emilia, in Campania e in Lazio».
Siamo sicuri che siamo pronti per la fase 2? Tutti parlano del «contact tracing», bellissima espressione che significa individuare, isolare, tracciare, prima e fuori dall’ospedale. Ma non siamo stati in grado di farla prima, la sorveglianza attiva, perché dovremmo ora? Cosa è cambiato?
«Beh, stiamo lavorando a una serie di strumenti che dovrebbero poter avere efficacia in quest’ottica: i tamponi, i test, il tracciamento dei contatti, la nuova app. Ma certo, in Corea mica hanno fatto tutto così: era pieno di squadroni di omini bardati e in tuta».
E noi ce l’abbiamo questo personale? Lo stiamo predisponendo? Preparando?
«Andrà trovato. Non è compito mio. Comunque abbiamo assistito in questi anni a un depauperamento del sistema sanitario e a un invecchiamento del personale. L’emergenza è l’occasione per reagire e migliorare».
Per il futuro vedremo. Ma al momento risulta che l’Italia sia arrivata impreparata all’emergenza e che non sia attrezzata granché neanche adesso.
«Sono anni che la sanità peggiora drasticamente, in due mesi non si può ribaltare la situazione. Ma molto in questi giorni è stato fatto, a cominciare dall’aumento dei posti letto nelle terapie intensive».
Lei dice: «Dovremo essere dieci volte più pronti di prima nell’identificare e controllare nuovi focolai». Obiettivo ambizioso.
«Dobbiamo esserlo, ambiziosi. Per ora stiamo sotto una campana di vetro, nel grembo materno dell’isolamento sociale. Ma nuovi focolai ci saranno. Quindi, una volta decongestionato il sistema ospedaliero, andranno rafforzati i dipartimenti di prevenzione delle Asl e andranno trovate nuove risorse umane».
I nuovi casi, oltre alle Rsa, sono soprattutto da contagio familiare. Non è stato un grave errore l’isolamento domiciliare per tutti? Non si dovevano fare tamponi e trovare strutture para ospedaliere o alberghi per la quarantena, come hanno fatto in Cina e Corea?
«Può darsi, ma nessuno è riuscito a farlo in Europa. Lo hanno fatto in Cina perché lì c’è un’altra mentalità. La sensibilità occidentale rende difficilmente accettabile spostare persone e metterle in quarantena in strutture apposite».
I test sierologici ci daranno una mano per combattere il virus?
«Sì, ma non a dare patenti di immunità, se sta pensando a quello: ci vorrebbero test attendibili al 99 per cento. I test ci aiuteranno a stabilire la siero-prevalenza, ovvero a farci capire quanto e dove il virus si è diffuso sul territorio».
Il Veneto ha retto meglio della Lombardia. È stato perché nella Regione che fu di Formigoni il privato è dilagato o per altre ragioni?
«Non so se è una questione di privati o no. Diciamo che la Lombardia ha un sistema ospedale-centrico, con ottimi nosocomi. Il Veneto ha privilegiato i dipartimenti di prevenzione sul territorio. Però sono situazioni non paragonabili: la Lombardia è stata aggredita da subito da un carico di malati enorme».
Insomma, quando arriverà il momento di uscire?
«Io sono un medico: per me il rischio dovrebbe essere zero. Ma capisco che non è una tesi sostenibile fuori dalla medicina. Sarà la politica a stabilire quale grado di rischio dovremo accettare, in cambio della libertà».
Il professore dell’Iss: «Meglio provvedimenti nazionali» che regionali. L’isolamento negli hotel? In Cina lo hanno fatto, ma la sensibilità occidentale non si presta».
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Solo a me pare che la giornata di oggi sia all’insegna della schizofrenia? Fino a ieri si parlava di ristoranti con divisori in plexiglass che avrebbero riaperto chissà quando, oggi leggo che ristoranti e bar saranno tra le attività che riapriranno ai primi di maggio. Tutta questo improvviso ottimismo maturato tra ieri e oggi da cosa nascerebbe esattamente?
Hai ragione, boh, si saranno accorti del baratro economico dietro l'angolo.
Sentivo pure che dovrebbero riaprire presto pure i parrucchieri e centri estetici, che in teoria dovevano essere fra gli ultimi a riaprire.
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori". (L. Pirandello)
Raggiunti i mille morti in Africa. Nel mondo oltre 150mila persone hanno perso la vita I decessi legati al coronavirus hanno superato quota 150mila a livello globale: sono 150.948, secondo i dati diffusi dalla Johns Hopkins University. In Africa, secondo un conteggio dell’Afp, hanno raggiunto quota 1.000. Nel Continente, l’Algeria è il Paese con il maggior numero di morti (364), davanti a Egitto (205), Marocco (135) e Sudafrica (50).
Trump prevede massimo 60-65 mila vittime Donald Trump prevede che negli Usa i morti per coronavirus saranno circa 60-65 mila, «molti meno quindi di quelli previsti», ha detto, ricordando che le stime parlavano di una cifra tra i 100 mila e i 240 mila.
Tutti gli aggiornamenti sulla diffusione di Covid-19 di venerdì 17 aprile
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Solo a me pare che la giornata di oggi sia all’insegna della schizofrenia? Fino a ieri si parlava di ristoranti con divisori in plexiglass che avrebbero riaperto chissà quando, oggi leggo che ristoranti e bar saranno tra le attività che riapriranno ai primi di maggio. Tutta questo improvviso ottimismo maturato tra ieri e oggi da cosa nascerebbe esattamente?
Ho sentito che stanno pensando pure di riaprire i cinema.
Per quanto riguarda bar e ristoranti con diviaori in plexiglass, a quanto pare è un'idea un pò impraticabile.
Chi andrebbe a mangiare una pizza con gli amici seduto fra 2 divisori in plexiglass, a distanza, con il rischio di essere cacciato fuori al primo colpo di tosse e/o starnuto.
A queste condizioni, il fallimento sarebbe dietro l'angolo, ne parlava proprio un ritoratore l'altra sera in tv.
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori". (L. Pirandello)
Mostra “visivamente” cosa succede quando parliamo con e senza mascherina.
Davvero interessante, il fatto di usare la mascherina sarà una pratica che dovremmo abiutarci per almeno un bel pò di tempo fin quando non ci saranno delle cure o un vaccino adeguato
Secondo me in estate toglieranno l'obbligo delle mascherine
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori". (L. Pirandello)
VIDEO. Claudio Borghi denuncia il fatto che la Task Force nominata dal governo e presieduta da Vittorio Colao ha chiesto l’immunità per operare. Quali decisioni dovrà prendere questa commissione? Intanto Parlamento e Senato sono stati di fatto esautorati ed il Governo...
Veramente da questa storia i virologi da salotto non ne escono benissimo, hanno detto tutto ed il contrario di tutto sempre con fare messianico. La fama da alla testa a chiunque.
Bè, penso proprio di sì.
Anche perché entro fine maggio riaprirà quasi tutto, cosa autocertifichi? Vado a prendere delle mutande all'upim?
Oh,.....poi mi aspetto di tutto!
Andare dalla fidanzata penso proprio di sì, neppure ai tempi della naja si stava così tanto tempo senza vederla.
Ed anche per attività fisica all'aperto penso non ci saranno più problemi.
E altre cose meno importanti.
Io ho la rottura di palle del comune diverso...vediamo che si potrà fare.
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