Emergenza Coronavirus: thread unico.

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  • AK_47
    Bodyweb Advanced
    • Oct 2015
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    Quanti morti fece la recessione del 29? No perché qui ad oggi siamo a quei livelli, fra un mese saremo proprio sotto terra. Tutto questo per 100k morti a livello mondiale dove di questi il 95% si sarebbe morta lo stesso con o senza covid19. La cosa che mi fa sorridere è che continuano a ripeterlo che siamo in una crisi senza precedenti ma qui continuano a tenerci chiusi in casa, ci prendono per il culo.

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    • Maverick87
      Bodyweb Senior
      • Mar 2012
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      • Centro Italia
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      Originariamente Scritto da AK_47 Visualizza Messaggio
      Quanti morti fece la recessione del 29? No perché qui ad oggi siamo a quei livelli, fra un mese saremo proprio sotto terra. Tutto questo per 100k morti a livello mondiale dove di questi il 95% si sarebbe morta lo stesso con o senza covid19. La cosa che mi fa sorridere è che continuano a ripeterlo che siamo in una crisi senza precedenti ma qui continuano a tenerci chiusi in casa, ci prendono per il culo.

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      Va beh il recupero sarà molto più rapido del 29 e del 2008, non è una crisi finanziaria

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      • Miller
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        • Sep 2011
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        Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
        Anche la Francia, che non è messa bene, riaprirà a maggio, lo ha detto Macron stasera, scuole comprese. Qui abbiamo già gettato la spugna fino a settembre invece. Questo marca la differenza tra avere una strategia e vivere alla giornata.
        Dopo un giorno già paiono ritrattare

        Secondo i quotidiani Le Figaro e Mediapart, il presidente della Repubblica non ha dato un piano preciso di come intende procedere e l’orizzonte rimane molto incerto.

        Intanto il suo stesso ministro dell’Interno Christophe Castaner ha invitato alla prudenza anche per quanto riguarda il lockdown generale: “La prospettiva dell’11 maggio”, ha detto a France Inter, “è una data ancora da conquistare attraverso il rispetto del confinamento. L’11 maggio è una data obiettivo.

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        • AK_47
          Bodyweb Advanced
          • Oct 2015
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          Originariamente Scritto da Maverick87 Visualizza Messaggio
          Va beh il recupero sarà molto più rapido del 29 e del 2008, non è una crisi finanziaria
          Nessuno sa dirlo con precisione

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          • Lorenzo993
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            • May 2012
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            Originariamente Scritto da Maverick87 Visualizza Messaggio
            Va beh il recupero sarà molto più rapido del 29 e del 2008, non è una crisi finanziaria
            Letteralmente impossibile da prevedere.

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            • Virulogo.88
              Bodyweb Advanced
              • Nov 2008
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              • Big City
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              Originariamente Scritto da AK_47 Visualizza Messaggio
              Quanti morti fece la recessione del 29? No perché qui ad oggi siamo a quei livelli, fra un mese saremo proprio sotto terra. Tutto questo per 100k morti a livello mondiale dove di questi il 95% si sarebbe morta lo stesso con o senza covid19. La cosa che mi fa sorridere è che continuano a ripeterlo che siamo in una crisi senza precedenti ma qui continuano a tenerci chiusi in casa, ci prendono per il culo.

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              Veramente imbarazzante

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              Originariamente Scritto da Pesca
              lei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt

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              • Sly83
                CAVETTERIA INCLUSIVA
                • May 2003
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                • Sly's GYM
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                Le simulazioni dell'Università di Harvard mostrano che il contagio rischia di riprendere non appena vengono allentate le restrizioni


                facciamo 2024 visto che ci siamo



                Originariamente Scritto da Giampo93
                Finché c'è emivita c'è Speran*a

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                • jinx
                  Strenght & Nutrition Mod
                  • Dec 2005
                  • 5496
                  • 191
                  • 272
                  • Milano
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                  Oggi a cartabianca persino Galli ha iniziato a fare accuse velate al sistema... Persino lui... E si è schierato apertamente per i test anticorpali "mettendoci la faccia" a detta sua.

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                  • Maverick87
                    Bodyweb Senior
                    • Mar 2012
                    • 7812
                    • 106
                    • 34
                    • Centro Italia
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                    Tutti sembrano avere i nostri problemi


                    A 'hidden epidemic' of coronavirus in care homes may have cost 4,000 lives, experts warned. They believe deaths are being hugely under-reported.

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                    • jinx
                      Strenght & Nutrition Mod
                      • Dec 2005
                      • 5496
                      • 191
                      • 272
                      • Milano
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                      Trump taglia i fondi all'OMS

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                      • Alberto84
                        Bodyweb Senior
                        • May 2004
                        • 5808
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                        • Amman, Jordan
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                        • Sean
                          Csar
                          • Sep 2007
                          • 120319
                          • 3,360
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                          • Italy [IT]
                          • In piedi tra le rovine
                          • Send PM

                          Coronavirus «fase 2», termoscanner all’ingresso di negozi e uffici. Le Asl avranno i numeri di telefono

                          L’Oms detta le sei regole per poter allentare la morsa: «Nessuno Stato attualmente risponde a tutti i criteri»

                          L’accordo è in vigore dal 10 aprile scorso. Concede alle Asl la possibilità di avere i numeri telefonici di tutte le persone che sono entrate in contatto con soggetti positivi al coronavirus. Dovranno essere le questure a consegnare i dati, collaborando nell’identificazione di chi potrebbe essere stato contagiato. È un altro passo importante per arrivare alla «fase 2», un provvedimento che consente di tracciare le persone a rischio. Quando i divieti di spostamento saranno allentati sarà fondamentale tenere controllo lo stato di salute dei cittadini, in particolare dei lavoratori che hanno a che fare con il pubblico. E per questo nuove regole sono allo studio per prepararsi al 4 maggio quando — se la curva epidemica non avrà nuove risalite — comincerà il tempo delle riaperture. Tra le principali, l’obbligo di misurazione della febbre prima di entrare in servizio. Il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri lo spiega con chiarezza: «Negozi, uffici, aziende devono prevedere regole di protezione e soprattutto devono poter contare su medici che siano in grado di guidarli qualora ce ne fosse bisogno. Per questo bisogna attrezzare le Asl con specialisti al servizio dei lavoratori».


                          I cellulari

                          La prima misura è già operativa grazie a un’ordinanza firmata dal capo della protezione civile Angelo Borrelli che è anche il commissario per l’emergenza. Ha ottenuto il via libera del capo della polizia Franco Gabrielli e dispone che — in caso di necessità di rintracciare chi è entrato in contatto con una persona «positiva» — le questure o i commissariati possano mettere a disposizione le loro utenze fisse e mobili. Può infatti accadere che un cittadino positivo al tampone sia in grado di ricostruire i propri spostamenti, ma non conosca tutti coloro che ha avuto modo di incontrare. E dunque solo ripercorrendo i suoi movimenti si può rintracciare chi è a rischio e sottoporre anche lui al tampone. In questo modo, spiegano i tecnici, si cerca di evitare che si creino nuovi focolai, comunque si vuole impedire che persone potenzialmente contagiate continuino ad andare in giro. Si tratta di uno strumento di prevenzione che anticipa quanto potrebbe accadere con la registrazione alla app. In quel caso il meccanismo sarà molto più sofisticato perché consentirà una vera e propria mappatura. La misura ora in vigore è comunque utile perché consente di avvisare chi è potenzialmente positivo al Covid-19 ma lo ignora (qui la mappa dei casi nel mondo).



                          I termoscanner

                          Un altro strumento che potrà essere decisivo nella battaglia contro il coronavirus anche quando l’indice di contagio R0 sarà basso, è il termoscanner per la misurazione della febbre. «Dovrà essere sistemato all’ingresso di tutti i luoghi dove ci sono persone che lavorano, esattamente come i guanti, le mascherine e gli erogatori per il disinfettante», spiega Sileri. E aggiunge: «Si tratta di un accorgimento indispensabile, la temperatura alta è uno dei sintomi caratteristici di questa malattia e dunque bisogna prevederlo ovunque. Così come bisogna imporre l’uso dei dispositivi di protezione personale e privilegiare le consegne a domicilio».


                          I test sierologici

                          Proprio ieri Sileri — come del resto aveva già fatto il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia — ha sollecitato il comitato tecnico-scientifico a fornire il parere sui test sierologici che alcune Regioni, prima fra tutte il Veneto, hanno cominciato ad eseguire. Si tratta infatti di un’analisi che, se ne sarà confermata l’attendibilità, potrebbe contribuire ad individuare chi ha già avuto il coronavirus senza sintomi o con sintomi talmente lievi da averlo confuso con un raffreddore. «Ci aiuterebbe moltissimo a fare lo screening della popolazione — chiarisce Sileri — dunque è importante capire al più presto se possiamo utilizzarlo».


                          I 6 requisii

                          Ieri l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ha resi noti i 6 requisiti per passare alla «fase 2», specificando che ancora «nessuna nazione risponde a tutti i criteri ma ogni Paese deve agire valutando il rischio». In particolare si chiede di «controllare la trasmissione del contagio; avere un sistema sanitario capace di rilevare, testare, isolare e trattare ogni caso e rintracciare ogni contatto; ridurre al minimo i rischi in strutture sanitarie e case di cura; attuare misure preventive nei luoghi di lavoro, nelle scuole e in altri luoghi in cui è essenziale che le persone vadano; i rischi di importazione di contagio devono essere gestiti e le comunità devono essere pienamente istruite».

                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

                          C. Campo - Moriremo Lontani


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                          • Miller
                            F#DBGBbBADBbGD#F#
                            • Sep 2011
                            • 23965
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                            • Send PM

                            Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                            Pure la Spagna decrementa i decessi. Noi no:


                            Però alla protezione civile si slinguazzano vicendevolmente, si sentono i tappi che saltano dalle bottiglie, ci si complimenta, ci si dice bravi...nel mentre restiamo un caso unico al mondo. Non c'è Paese che ha numeri peggiori dei nostri in rapporto alla popolazione e non ci si schioda dalla piana (o meglio dire palude) statistica intrapresa.
                            Originariamente Scritto da Miller Visualizza Messaggio
                            la Spagna aggiorna più tardi. Guardate i dati del giorno prima per essere sicuri. E ha comunque numeri peggiori dei nostri per morti/popolazione, per tamponi/popolazione e casi/popolazione e critici. Praticamente tutti peggiori.
                            Originariamente Scritto da Naturalissimo.88 Visualizza Messaggio
                            Quindi l'italia ha la quarantena più serrata ed il numero di morti più alto, vi sembra normale?

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                            Originariamente Scritto da The_machine Visualizza Messaggio
                            Hai visto oggi Francia ed Inghilterra?
                            questi i dati aggiornati a fine giornata:

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                            • Miller
                              F#DBGBbBADBbGD#F#
                              • Sep 2011
                              • 23965
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                              Segnalo anche il Belgio, che ha un tasso di mortalità molto vicino al nostro: 13%

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                              • Sean
                                Csar
                                • Sep 2007
                                • 120319
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                                • In piedi tra le rovine
                                • Send PM

                                Coronavirus, tutti gli errori della Lombardia: perché così tante vittime?

                                Ospedali pubblici e privati sullo stesso piano: così il sistema è andato in crisi. I nodi: mancata «zona rossa» nella Bergamasca e assenza di una rete di controllo sul territorio

                                Sarebbe ragionevole che il governatore Attilio Fontana e il suo assessore alla Sanità Giulio Gallera spiegassero onestamente perché in Lombardia c’è stato, e continua ad esserci, un numero di decessi così alto rispetto al Veneto e all’Emilia-Romagna, dove l’epidemia è partita quasi contemporaneamente. Non lo giustifica il fatto che il 25 febbraio ci fossero 231 contagiati contro i 42 in casa Zaia e i 26 in casa Bonaccini. L’epidemia si è allargata alla velocità della luce e a oggi sono morti 11 lombardi ogni 10 mila abitanti, contro i 6 dell’Emilia Romagna e i 2 del Veneto. Dai dati dell’Istat e del ministero della Salute, emerge che a Milano stanno morendo quotidianamente 90 residenti contro i 30 dell’anno scorso, a Bergamo 21 contro 4, a Brescia 20 invece di 5. (Qui tutti i bollettini della Protezione civile)


                                Le Rianimazioni in crisi

                                Il sistema ospedaliero, dove pubblico e privato sono stati nel corso degli anni messi sullo stesso piano, va subito in crisi. A ridosso del 21 febbraio, con i posti letto delle Terapie intensive sottodimensionati (8,5 su 100 mila abitanti contro i 10 dell’Emilia e del Veneto) e il 30% in gestione alla Sanità privata convenzionata, la Regione deve contrattare la loro attivazione con gli ospedali privati in un momento in cui il fattore tempo è determinante. Mentre tutti gli sforzi si concentrano nel potenziare il sistema ospedaliero davanti all’ondata di pazienti in gravi condizioni, ai primari non arrivano disposizioni chiare e al personale medico mancano i dispositivi di protezione

                                La sorveglianza territoriale

                                Intanto la Regione Lombardia abdica al ruolo di sorveglianza dei contagi sul territorio, dove è cruciale rintracciare e accertare un’eventuale positività dei cittadini a rischio, perché vicini a colleghi di lavoro e familiari ammalati. Per loro non è sempre previsto il tampone, e i contatti stretti troppo spesso non sono neppure chiamati dalle Asl (ora Ats) per il monitoraggio della quarantena. La rete dei medici di base e dei distretti, cruciale nell’intercettare un paziente all’esordio dei sintomi ed evitare che degenerino, è stata smontata nel corso degli anni. L’arrivo in ospedale di casi già troppo gravi scandisce i racconti delle cronache lombarde degli ultimi 50 giorni. I medici di base sono lasciati andare allo sbaraglio per settimane intere: chi segue scrupolosamente i pazienti lo fa rischiando la vita (e spesso rimettendocela), gli altri lasciano i malati a loro stessi, con il consiglio dei virologi di prendere la tachipirina e restare a casa. La delibera che dà indicazioni precise sulla gestione territoriale del Covid-19 è del 23 marzo, un mese dopo il focolaio di Codogno. Per le visite domiciliari vengono costituite le Usca (Unità speciali di continuità assistenziale): una squadra di medici ogni 50 mila abitanti. Duecento per la Lombardia: ancora oggi quelle attive sono solo 37.


                                Poca autonomia decisionale

                                La strage delle case di riposo (Rsa) paga il prezzo del ritardo nella chiusura delle visite dei familiari (dal 4 marzo), la decisione di mandarci i pazienti positivi meno gravi per liberare i posti in ospedale (delibera regionale dell’8 marzo), il mancato sostegno nell’approvvigionamento dei dispositivi di protezione, oltre alla scarsa formazione del personale di queste strutture in difficoltà a gestire un’emergenza simile. La Lombardia, che più di ogni altra invoca da sempre l’autonomia, è la Regione che dall’inizio dell’epidemia la esercita meno. Tra fine febbraio e l’inizio di marzo vengono spese intere giornate a convincere il governo di Giuseppe Conte a prendere provvedimenti per blindare l’Italia ma, pur sapendo l’urgenza di chiudere Nembro e Alzano nella Bergamasca, il governatore Attilio Fontana e l’assessore Giulio Gallera aspettano il decreto della Presidenza del Consiglio del 7-8 marzo. Certo i sindaci, a partire da Giorgio Gori, e le aziende erano contrarie ai provvedimenti restrittivi, ma il governatore e il suo assessore sapevano a quali rischi stavano esponendo la popolazione e quindi potevano e dovevano decidere diversamente.

                                Le giravolte sui tamponi

                                La Regione non prende una posizione decisa nemmeno sui tamponi: la scelta di eseguirli solo ai plurisintomatici arriva dalle disposizioni ministeriali, così come la scelta degli ultimi dieci giorni di aumentarli è frutto dei provvedimenti del governo. Non c’è una linea politica autonoma come in Veneto e in Emilia, soprattutto sui test a medici e infermieri. La Regione punta tutto sulla costruzione dell’ospedale nella ex Fiera di Milano in meno di due settimane: inaugurata il 31 marzo, oggi la Terapia intensiva inizialmente presentata come in grado di ospitare 600 posti letto, conta solo 10 malati.


                                La conferenza stampa serale

                                La Regione Lombardia dovrebbe avere il coraggio di correggere la rotta della sua politica sanitaria che mostra tutti i propri limiti. Ed è cruciale farlo adesso, per non trovarci a ottobre in una situazione peggiore. Governatore, assessore, direttore generale si consultano con i virologi di fiducia, molto occupati a raccontare le loro opinioni in tv. Ci hanno spiegato che le mascherine non servono, che i tamponi bisogna farli solo agli acuti, che era meglio curarsi a casa con la tachipirina. Poi hanno detto il contrario. Solo i medici di base e gli ospedalieri hanno avuto il coraggio di sperimentare cure che alla fine hanno permesso a tanti pazienti di guarire. A Milano c’è l’Istituto Mario *****, da tempo chiede i dati dei contagiati: fra questi c’è chi ha fatto il vaccino antinfluenzale, chi contro la polmonite. Sono importanti per capire come si comporta la malattia. Ma la Regione non glieli dà. Il motivo è ignoto. La preoccupazione sembra essere una sola: la conferenza stampa serale con la quale si comunica il numero dei morti, dei contagiati (che è solo il numero di coloro a cui sono stati fatti i test), e quello dei guariti (anche questo falso, basandosi solo sui dimessi dal pronto soccorso).


                                Lo sguardo verso la «Fase 2»

                                Si riapre, forse, il 3 maggio. Se i ricoveri in Terapia Intensiva continuano a scendere così lentamente rispetto al resto del Paese sarà un problema. Sarà importante anche capire «come» si riapre. Chi ha chiuso l’attività si presume che abbia messo in atto un piano di distanziamento sociale e riorganizzato gli spazi nelle mense, ma chi non ha mai chiuso, che piani di sicurezza ha? L’assessore alle Attività produttive ha deciso il da farsi o attende indicazioni da Roma? Anche la mobilità andrà completamente riorganizzata in città dove ci si sposta sui mezzi pubblici. Intanto oggi tutto sembra morto: tutti chiusi in casa ad aspettare, davanti ad un computer o una tv. Pure il sindaco Giuseppe Sala sta giocando solo nelle retrovie. Ricordiamo che la Lombardia è la regione più ricca d’Europa e che Milano è piena di eccellenze: il Politecnico, la Bocconi, Istituti di ricerca e analisi, imprenditori inarrendevoli, qualche banchiere illuminato, Fondazioni, e una grande rete di volontariato. Chiamate a raccolta le menti migliori, ma solo tre o quattro non una ventina, e fatevi aiutare a elaborare una strategia di uscita. Cominciate a scommettere su qualcosa. Bisogna fare i test sierologici, e subito. E quelli validati arriveranno a ore. Non è una situazione nella quale ci si può permettere di fare gli schizzinosi al solo fine di rivendicare poteri personali. Chi è morto in corsia, sacrificato per colpe non sue, non pensava né alla propria sedia né alla propria carriera.

                                Ospedali pubblici e privati sullo stesso piano: così il sistema è andato in crisi. Le cause? Mancata «zona rossa» nella Bergamasca e assenza di una rete di controllo sul territorio
                                ...ma di noi
                                sopra una sola teca di cristallo
                                popoli studiosi scriveranno
                                forse, tra mille inverni
                                «nessun vincolo univa questi morti
                                nella necropoli deserta»

                                C. Campo - Moriremo Lontani


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