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Esatto. Bisognerebbe smettere di parlare di emergenza nazionale, è un disastro epocale in alcune aree, una crisi gestibile in tutte le altre. Perchè sia così non lo sapremo mai, forse, ma è un dato di fatto. Piuttosto che aprire settori merceologici a caso, vieterei per un periodo lunghissimo la mobilità fuori dalle regioni.
ieri in campania poco più di 70 contagiati
Originariamente Scritto da SPANATEMELA
parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
Originariamente Scritto da GoodBoy!
ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?
Esatto. Bisognerebbe smettere di parlare di emergenza nazionale, è un disastro epocale in alcune aree, una crisi gestibile in tutte le altre. Perchè sia così non lo sapremo mai, forse, ma è un dato di fatto. Piuttosto che aprire settori merceologici a caso, vieterei per un periodo lunghissimo la mobilità fuori dalle regioni.
Eh sembrerebbe proprio questa la via... Quando ci arriveranno lì a Roma?
C'è un punto che abbiamo detto altre volte e che poi, nel susseguirsi di notizie, ci si dimentica: i contagiati lasciati a casa.
Quanti ne infetta un positivo? Che fa, si chiude in camera e non esce da lì? Una infermiera di Macerata ha passato il virus ai genitori, al figlio di 21 mesi, al fidanzato. Una sola persona.
Uno dei grossi errori che si sta perpetuando (che fecero anche in Cina ma che poi corressero) è il tenere i positivi nelle case. Non c'è possibilità di distanziamento sociale in certe case o nelle case tout-court. Occorre rendere immediatamente operativi gli alberghi, le caserme, le strutture atte ad ospitare i positivi conclamati, che già bastano gli asintomatici per portare in giro il virus.
Vanno sottratti alle abitazioni e riposti in luoghi adatti.
Pure questo (il "lazzaretto") è, come il distanziamento sociale, una soluzione testata dai secoli passati...ma è una delle poche che funziona in presenza di simili contagiosissime malattie. Altro non c'è, non ci sono ad oggi ancora idee nuove, conigli dal cilindro, bacchette magiche.
Ci sono però gli alberghi, che tra l'altro sono anche vuoti. Ci sono le caserme. Ci sono strutture simili. Non possiamo continuare a lasciare i positivi a casa, ovvero nelle famiglie.
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C'è un punto che abbiamo detto altre volte e che poi, nel susseguirsi di notizie, ci si dimentica: i contagiati lasciati a casa.
Quanti ne infetta un positivo? Che fa, si chiude in camera e non esce da lì? Una infermiera di Macerata ha passato il virus ai genitori, al figlio di 21 mesi, al fidanzato. Una sola persona.
Uno dei grossi errori che si sta perpetuando (che fecero anche in Cina ma che poi corressero) è il tenere i positivi nelle case. Non c'è possibilità di distanziamento sociale in certe case o nelle case tout-court. Occorre rendere immediatamente operativi gli alberghi, le caserme, le strutture atte ad ospitare i positivi conclamati, che già bastano gli asintomatici per portare in giro il virus.
Fatto sottratti alle abitazioni e riposti in luoghi adatti.
Pure questo (il "lazzaretto") è, come il distanziamento sociale, una soluzione testata dai secoli passati...ma è una delle poche che funziona in presenza di simili contagiosissime malattie. Altro non c'è, non ci sono ad oggi ancora idee nuove, conigli dal cilindro, bacchette magiche.
Ci sono però gli alberghi, che tra l'altro sono anche vuoti. Ci sono le caserme. Ci sono strutture simili. Non possiamo continuare a lasciare i positivi a casa, ovvero nelle famiglie.
Perche' dici cosi' Sean? Ci hanno insegnato che stare a casa e' bello e va bene, andra'tuttobene! Anche in 4 in 80 mq con magari un bagno solo, o molte famiglie in 5 in 60 metri con uno che e' la nonna 80enne. Va tutto bene!
Piuttosto che aprire settori merceologici a caso, vieterei per un periodo lunghissimo la mobilità fuori dalle regioni.
Per forza. Se anche a maggio si dovesse sbloccare il comparto lavorativo/industriale, va assolutamente vietato lo spostamento (senza giusta causa) da regione a regione o siamo da capo...anzi peggio perchè magari si incendiano anche il Centro e soprattutto il Sud.
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Stiamo andando in vista dell'estate: ci immaginiamo cosa potrebbe accadere se a maggio si permettesse lo spostamento interregionale? Le coste e le località di vacanza prese d'assalto, la Campania, la Sicilia, la Puglia...sarebbe il disastro.
...ma di noi
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«nessun vincolo univa questi morti
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Stiamo andando in vista dell'estate: ci immaginiamo cosa potrebbe accadere se a maggio si permettesse lo spostamento interregionale? Le coste e le località di vacanza prese d'assalto, la Campania, la Sicilia, la Puglia...sarebbe il disastro.
è cosi
Originariamente Scritto da SPANATEMELA
parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
Originariamente Scritto da GoodBoy!
ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?
Stiamo in un paese in cui, sapendo ancora poco e niente del virus, ci sono medici che rilasciano interviste dicendo che bisognera' fare il bagno al mare con guanti (che ancora non ho capito a che dovrebbero servire) e mascherina. Ce lo vedo il virus che nuota nell'acqua salata e piena di iodio.
L'estate va passata ciascuno nella propria regione. Per il mare si vedrà. Semmai si va al lago.
Tanto è inutile illudersi che il caldo avrà degli effetti sul virus.
Qua scrivono questo:
_____________
Coronavirus: il caldo non basterà. Cosa dicono gli studi
Più casi nei Paesi sopra i 30 gradi di latitudine e con temperature inferiori ai 22 gradi, ma con una diffusione pandemica la trasmissione non dipende più dal clima
Col passare delle settimane la speranza che il clima caldo e umido aiuti a contenere i contagi si fa più pressante, ma su questo fronte non ci sono evidenze scientifiche che ci aiutino davvero, solo alcuni elementi statistici.
Studi osservazionali: cosa significa
Lo stesso sito del ministero della Salute nella sua pagina di contrasto alle fake news parla del caldo scrivendo: «Non esistono evidenze scientifiche che esporsi al sole, o vivere in Paesi a clima caldo, prevenga l’infezione da nuovo coronavirus. Casi di Covid-19 sono stati registrati anche in Paesi con clima caldo». Infatti il coronavirus contagia dovunque (è una pandemia) anche se ci sono alcuni studi che convergono sull’ipotesi che il COVID-19 preferisca un clima fresco e asciutto rispetto a Paesi con clima caldo e umido. Gli studi però sono “osservazionali” e perlopiù non pubblicati su riviste scientifiche perché mancano di revisione: significa che osservare una correlazione tra clima e numero di casi non basta per dire che i due fattori sono causa ed effetto. È solo un indizio su cui fare ulteriori ricerche.
University of Colorado
Citiamo solo alcune tra le ricerche più recenti: una americana incrocia i dati sulla popolazione e la latitudine e il numero di casi COVID-19, trovando che i casi cumulativi riportati dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) fino al 27 marzo mostrano l’associazione tra l’incidenza COVID-19 e le regioni a una latitudine di 30 gradi o superiore. I dati climatici mostrano poi una significativa riduzione della frequenza dei casi con una temperatura massima media superiore a circa 22 gradi Celsius. Lo stesso autore chiarisce che lo studio non è una dimostrazione ma uno sprone a ulteriori ricerche.
Università di Princeton
Un’altra pubblicazione in attesa di revisione dell’Università di Princeton va in altra direzione: mostra come le variazioni di umidità possono essere importanti quando un virus si diffonde in un solo Paese, ma quando l’infezione diventa pandemica (come SARS-CoV-2), questo fattore determina solo modeste modifiche nel numero di casi e durata. I risultati dello studio dicono che in assenza di efficaci misure di controllo, è probabile che si verifichino casi significativi nei prossimi mesi anche in Paesi con climi caldo-umidi indipendentemente dal comportamento del virus rispetto a variabili come umidità e temperatura.
Studio italiano
Una ricerca dell’Università Statale di Milano mostra come i tassi di crescita COVID-19 abbiano raggiunto il picco in regioni dell’emisfero settentrionale con temperature medie di 5 ° C e umidità di 0,6-1,0 kPa a marzo. Gli autori hanno costruito altre due cartine con la previsione per i mesi di giugno e settembre (si veda infografica sopra, ndr). A giugno particolarmente a rischio le zone gialle, quindi anche i Paesi dell’emisfero australe, mentre l’Italia passerebbe dalla fascia gialla alla successiva, quella verde, sia a giugno che a settembre, mentre a marzo si trovava nella “situazione peggiore”.
MIT di Boston
Infine un’analisi meno recente (sui dati raccolti dalla Johns Hopkins University) effettuata dal MIT di Boston che evidenzia come il numero massimo di casi di coronavirus si è verificato in regioni con temperature comprese tra 3 e 13 ° C. Al contrario, Paesi con temperature medie superiori a 18 ° C hanno visto meno del 5% dei casi totali. Questo modello funziona anche per gli USA, dove gli stati del sud (come Texas, Florida e Arizona) hanno registrato finora un tasso di crescita più lento rispetto agli stati del nord (come Washington, New York e Colorado).
Cautele su più fronti
Nessuno di questi articoli ricordiamo, ha ricevuto una revisione scientifica cosiddetta “da pari” e le correlazioni tra diffusione e condizioni climatiche potrebbero essere dovute a variabili di altro tipo: ad esempio le risposte dei governi, le linee di contagio, la mancanza di test da sottoporre alla popolazione. In un post Marc Lipsitch, direttore del Center for Communicable Disease Dynamics presso la Harvard School of Public Health, ha fatto eco a questa analisi: «Anche se possiamo aspettarci modesti ribassi nella contagiosità di SARS-CoV-2 in condizioni climatiche più calde e umide, non è ragionevole aspettarsi che questi ribassi da soli rallentino la trasmissione abbastanza da creare l’abbassamento della curva».
Non basterà
La natura da sola non basta e questo è valso anche nelle precedenti epidemie: servono le politiche di contenimento, i farmaci e il vaccino. Quello che conta per tutti i virus a trasmissione aerea sono gli spazi chiusi più affollati in inverno, che facilitano il contagio, e le vie aeree nasali che col freddo sono più vulnerabili, ma la strada da percorrere non cambia: isolamento e distanziamento sociale sono misure che funzionano, al di là delle bizze del tempo. La buona notizia è che se il clima contasse almeno un po’, anche la natura ci darà una mano nei prossimi mesi, a patto di non usare la bella stagione come scusa per non seguire le indicazioni di sanità pubblica.
Fino a marzo si sono registrati più casi nei Paesi sopra i 30 gradi di latitudine e con temperature inferiori ai 22 gradi, ma con una diffusione pandemica la trasmissione non dipende più dal clima
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Andavo a piedi, ora con un collega. Ma le metro sono vuote. Le aziende cmq forniscono dispositivi di protezione e disinfettante negli uffici. Siamo in 5 in un laboratorio per 16.
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