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Non era uscita una tabella che provava a prevedere (in modo fin troppo ottimista) regione per regione quando ci sarebbero stati zero contagi? Per la mia Liguria e altre regioni segnava già il 7 aprile. Come è la situazione?
assolutamente.
vanificare quanto fatto sarebbe una follia
Non dimentichiamoci che il virus non calerà...nel senso che resta e resterà qua. Adesso calano i contagi solo perchè tutti mantengono distanze adeguate e sono diminuiti i movimenti, per cui anche gli asintomatici non si spostano per vari ambienti e zone...è solo questo. Il virus resta qua e sarà un ospite che non sappiamo quando verrà cacciato.
Questo vuol dire che la fiammata è sempre possibile, oltre al fatto che ci si può contagiare...certo, con numeri minori...ma quando sei tu a finire in terapia intensiva, quel discorso te lo sbatti.
Si sta praticamente guadagnando tempo, cercando di mettere argini. Speriamo da qui a 6 mesi in buone notizie sul fronte delle cure e dei vaccini.
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Non era uscita una tabella che provava a prevedere (in modo fin troppo ottimista) regione per regione quando ci sarebbero stati zero contagi? Per la mia Liguria e altre regioni segnava già il 7 aprile. Come è la situazione?
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Era una tabella pubblicata sul CorSera. Uno studio di un istituto che prevedeva regione per regione il periodo di abbattimento dei casi. L'avevo postata. Vediamo se rispunta fuori.
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Noi stiamo facendo la nostra parte stando a casa, il governo deve fare la sua parte fornendo a tutti i DPI e permettendo di lavorare in sicurezza. Si deve ripartire a produrre ma lo si deve fare in massima sicurezza.
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Era questa. Riposto da capo perchè non sono riuscito a trovare il post:
Coronavirus in Italia, quando si azzereranno i contagi? Le previsioni regione per regione
Obiettivo seconda o terza settimana di maggio. È il momento in cui, alle tendenze attuali, sull’intero territorio italiano potrebbero azzerarsi le nuove diagnosi di contagio da Covid-19. Si dovrebbe arrivare a quel momento – sulla base dei dati disponibili – fra il 5 e il 16 maggio. Ma alcune regioni, Veneto e Piemonte inclusi, possono raggiungere il risultato già nella prima metà di aprile e in ogni caso quasi tutte entro il mese prossimo. L’Einaudi Institute for Economics and Finance (Eief), un centro di ricerca universitaria di Roma sostenuto dalla Banca d’Italia ma del tutto indipendente, avvia in questi giorni un lavoro di ricerca che mancava. E che interessa moltissimo l’intero Paese tanto quanto il resto del mondo. L’intento è formulare le prime proiezioni attendibili sulla data alla quale l’Italia arriverà alla frontiera di quota zero nei nuovi contagi registrati.
La base statistica è costituita dai dati forniti ogni giorno alle 18 dalla Protezione civile (qui tutti i bollettini, qui una guida per leggerli) ed è stimando le variazioni quotidiane e la loro evoluzione nel tempo che l’Eief formula le proprie estrapolazioni. Il lavoro è affidato a Franco Peracchi (affiliato anche alla Georgetown University e all’Università di Tor Vergata) e verrà rivisto e ripubblicato ogni sera sul sito dell’Eief dopo gli aggiornamenti della Protezione civile.
Per adesso, indica un orizzonte per la prima volta chiaro: le nuove diagnosi di Covid-19 si azzerano fra il 5 e il 16 maggio anche in Toscana, la regione che oggi sembra più indietro nel piegare la curva. L’intervallo di oltre dieci giorni fra l’ipotesi più ottimistica (5 maggio) e quella più lontana nel tempo (16 maggio) dipende dai metodi di calcolo prescelti: nel primo caso si valutano i valori mediani – quelli al centro della distribuzione delle probabilità fra le evenienze peggiori e migliori – mentre nel secondo caso si prendono in considerazione anche eventuali valori estremi e fuori dalla norma delle prossime settimane.
In ogni caso, alcune regioni sembrano decisamente più avanti di altre nel contenere l’epidemia e raggiungere l’obiettivo del giorno-zero, quello in cui nessun nuovo contagio verrà constatato dai test. In Trentino-Alto Adige quella soglia dovrebbe essere raggiunta il 6 aprile, in Basilicata il giorno seguente, in Valle d’Aosta il giorno dopo ancora, mentre in Puglia ci si dovrebbe arrivare il 9 aprile. Per le regioni più colpite d’Italia potrebbe volerci un po’ più di più tempo.
In base alle estrapolazioni il Veneto arriva al giorno-zero il 14 aprile, la Lombardia il 22 aprile e l’Emilia-Romagna il 28 aprile. Per il Lazio la direzione di marcia indica un obiettivo al 16 aprile, pochi giorni prima di Calabria e Campania. Ultima la Toscana, la regione dove la curva si sta piegando più lentamente, con una soglia prevista appunto al 5 maggio. Ad ora il modello non prevede le date per tre Regioni - Marche, Molise e Sardegna — perché la base dati è per il momento ritenuta non abbastanza ampie.
Va tenuto presente però che i dati sulle singole regioni sono soggetti a forti revisioni di giorno in giorno, perché un numero relativamente ridotto di nuovi casi può far variare di molto le estrapolazioni. Per questo va seguita soprattutto la tendenza nazionale, fondata su una base di dati più vasta, ed essa oggi indica l’orizzonte di maggio anche se si tiene conto di possibili valori fuori dalla norma che potrebbero arrivare nelle prossime settimane.
Franco Peracchi, l’autore dello studio, introduce nel suo paper alcune avvertenze sulla qualità dei dati. «Va notato che il numero dei casi in questo momento non è pari al numero degli abitanti del Paese attualmente infettati, ma solo a quello di coloro che sono risultati positivi al test. La quantità di persone attualmente infettate è probabilmente maggiore di un intero ordine di grandezza», scrive. «Inoltre, la proporzione fra i casi positivi e il numero di persone infettate in ogni momento dato non va considerata costante, perché i criteri e l’intensità dei test variano nel tempo e fra regioni».
Le estrapolazioni sono comunque preziose perché la popolazione, le imprese e lo stesso governo di possano formare delle aspettative sulla traiettoria delle prossime settimane.
Luigi Guiso, docente di Household Finance dell’Eief e fra gli economisti italiani più influenti nel mondo, osserva che le estrapolazioni vanno prese come «un’indicazione di tendenza, un’idea di dove stiamo planando con le misure di contenimento». Guiso ritiene anche che le previsioni, soggette a continui aggiornamenti, dovrebbero diventare sempre più affidabili man mano che la Protezione civile aggiorna i dati. «Verso la fine di questa settimana dovremmo avere dati più precisi e più stabili», dice.
Dato che le diverse regioni del Paese sembrano dirette verso il giorno-zero in tempi anche molto diverse, con uno scarto di quattro settimane fra la prima e l’ultima, Guiso ha una proposta: utilizzare i primi territori a zero contagi per tentare sperimentazioni sulle modalità più sicure di avviare riaperture graduali delle imprese e della vita civile. «Naturalmente i blocchi alla circolazione fra i diversi territori del Paese dovrebbero restare in vigore – premette -. Ma potremmo iniziare tra qualche settimana, nelle regioni più avanzate, a misurare le modalità più sicure per ripartire».
L’elaborazione dell’Istituto Einaudi di Roma, che sarà aggiornata quotidianamente: al momento la data dei «contagi zero» si colloca tra il 5 e il 16 maggio
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È commovente il video in timelapse girato dagli operatori sanitari del reparto di Rianimazione Covid-19 dell'ospedale di Sestri Levante
Stanno facendo un lavoro encomiabile...direi anzi eroico.
A questo proposito c'è già chi paventa danni e ricadute a livello psicologico per molti dottori/infermieri, perchè noi vediamo una infima percentuale di quello che accade negli ospedali.
Non è da tutti i giorni il dover assistere a questa immane marea di decessi. Non è da tutti i giorni il dover assistere i moribondi in così grande numero...moribondi che sono soli, non hanno il conforto dei parenti e dei familiari. Alcuni sanno, capiscono di essere condannati e chiedono, interrogano i medici o gli operatori che li stanno per intubare...insomma tutta una serie di cose che è inutile stare a dire qua, possiamo immaginarcele.
La situazione è tutta incerta, tutta in divenire...e ci sarà molto da fare nel dopo, molto da ricostruire...perchè non è che si riparte così come niente fosse avvenuto.
Però bisogna fare un passo per volta. Intanto avvicinarsi il più possibile al minor numero di contagi. Poi si vedrà.
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