Ieri facevo dei lavori in giardino e mi sono messo a pensare, cercando di ricordare quante piante ho sostituito nell'arco di 15 anni: dove c'erano degli arbusti di fotinia, ora c'è una quercia; dove un agrifoglio, poi il melograno, ora un olivo. Il giardino sembra sempre lo stesso, ma quanto è diverso da quello che era! Così è la nostra vita: sembra tutto immobile, sembra che ogni cosa sarà per sempre, ma se pensi al passato è come un calderone confuso di fatti, di volti che c'erano e non sono più. Cerco di dare un ordine al tutto ricordando cosa c'era prima e cosa dopo.
Stamani mi è venuto in mente Sergio Buso, un tempo allenatore della Fiorentina. Ma quand'era? Quali giocatori allenava?
Ho dovuto guardare su wikipedia, e era il 2004: una vita fa. E poi c'è stato Prandelli e poi Mihajlovic e poi Montella e poi Sousa, e a poco a poco il tempo si fa più vicino, a poco a poco arriva fino a qui come in una catena, tanto che pure Buso ti sembra vicino, legandolo a quelli che sono stati dopo di lui, attaccati a lui, in questa catena. E prima di Buso: Mancini, Terim, Trapattoni, Malesani, Ranieri, Radice: affiora il ricordo della prima volta allo stadio col babbo e lo zio, un ricordo vago, confuso; ma poi ripercorro la catena in senso inverso, e attaccato a Malesani torna il ricordo di un pomeriggio al bar Marisa, e poi di nuovo le immagini si fanno più nitide, e così in qualche modo illusorio riesco a dirmi che pure quel lontano giorno dell'infanzia, la mia prima volta allo stadio, i cori che dicevano "beve e non lo dice Gigi Radice beve e non lo dice", in questa catena di anni, di ricordi, era solo il giorno prima di ieri, e il giorno prima prima, e prima ancora, e sono lì, lo posso toccare.
Stamani mi è venuto in mente Sergio Buso, un tempo allenatore della Fiorentina. Ma quand'era? Quali giocatori allenava?
Ho dovuto guardare su wikipedia, e era il 2004: una vita fa. E poi c'è stato Prandelli e poi Mihajlovic e poi Montella e poi Sousa, e a poco a poco il tempo si fa più vicino, a poco a poco arriva fino a qui come in una catena, tanto che pure Buso ti sembra vicino, legandolo a quelli che sono stati dopo di lui, attaccati a lui, in questa catena. E prima di Buso: Mancini, Terim, Trapattoni, Malesani, Ranieri, Radice: affiora il ricordo della prima volta allo stadio col babbo e lo zio, un ricordo vago, confuso; ma poi ripercorro la catena in senso inverso, e attaccato a Malesani torna il ricordo di un pomeriggio al bar Marisa, e poi di nuovo le immagini si fanno più nitide, e così in qualche modo illusorio riesco a dirmi che pure quel lontano giorno dell'infanzia, la mia prima volta allo stadio, i cori che dicevano "beve e non lo dice Gigi Radice beve e non lo dice", in questa catena di anni, di ricordi, era solo il giorno prima di ieri, e il giorno prima prima, e prima ancora, e sono lì, lo posso toccare.
Commenta