Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    Gasperini: “Con l’Atalanta un viaggio straordinario. Io alla Roma? A chi non piacerebbe...”

    Il tecnico, che ha ricevuto il Premio Bearzot, conferma che quasi sicuramente a fine stagione lascerà Bergamo

    Gian Piero Gasperini ha confermato che a fine stagione quasi sicuramente lascerà l’Atalanta: “Nel calcio non capita spesso un rapporto lungo come quello tra me e l’Atalanta” ha detto il tecnico nerazzurro al Salone d’Onore del Coni dove ha ricevuto il premio ‘Enzo Bearzot’. “E’ stato un viaggio straordinario e un pezzo di vita meraviglioso – ha spiegato Gasperini, a Bergamo dal 2016 -. Nelle storie c’è sempre un inizio e una fine. In mezzo però c’è stato un percorso incredibile, un viaggio coronato con la vittoria dell’Europa League. Lo scudetto? Dopo la partita con l'Inter la situazione si è complicata ma non bisogna togliere i sogni ai tifosi”.​

    Gasperini e le voci sulla Roma

    Nelle ultime settimane il nome di Gasperini è stato accostato alla panchina della Roma: “La Roma? A chi non piacerebbe? Parliamo di una piazza straordinaria con un pubblico straordinario. Lo ritengo un orgoglio essere accostato ai giallorossi, ma preferisco navigare a vista ora e concentrarmi sull'Atalanta. E poi alla Roma c’è Ranieri che è un grandissimo allenatore” ha detto Gasperini.

    ...ma di noi
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    C. Campo - Moriremo Lontani


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      Augusto Ciardi

      Campioni del mondo di "Che peccato!", vantiamo una bacheca piena di coppe "A testa alta". Impanati e impantanati sempre di più nella mediocrità dialettica che predica di identità e costruzioni a scapito della praticità. La new age del calcio salottiero filosofeggia sulle banalità. "Le squadre devono avere un'identità definita". Come se quarant'anni fa le squadre di Trapattoni non fossero riconoscibili. Come se Capello e Lippi non abbiano lasciato tracce, come se Mourinho e Allegri e Simeone debbano tornare alla prima elementare, apprendendo da chi davanti a una telecamera o in punta di penna insegna il calcio, la vita e svela il futuro. Alla fine conta soltanto e sempre il risultato. È il risultato che svela, presente e futuro.

      Guardate che farsa sta andando in scena a Torino. Dalle stelle alle stalle, Thiago Motta ha sedotto e poi è stato abbandonato nell'umido dagli stessi che lo hanno usato come e più di De Zerbi. Juventus eliminata dalla Champions, buttata fuori dalla Coppa Italia e quinta in Serie A. Risultato? Conta il risultato. Vanno a farsi friggere i percorsi, i progetti e le costruzioni, quelle dal basso. Motta il Profeta esonerato con una telefonata, e ora fioccano le ricostruzioni, per gettare ombre sul suo operato. Gli stessi che dopo la vittoria a Lipsia lo incoronavano re, ora lo riempiono di pecette, descrivendolo come distaccato dalla realtà, quasi ottuso, presuntuoso e fuori dal mondo. Auguri a Motta, un allenatore bravo che ha avuto la sventura di essere usato, appunto, da chi elogiando lui altro non voleva screditare il predecessore, Allegri.​

      Hasta la rivolucion! Fino a quando fa comodo. Dalla casa madre juventina decidono di fare emergere i nei dell'italo-brasiliano per giustificare il cambio di rotta e scaricare il barile sul tecnico. E i media nazionali spurgano inchiostro, cancellando mesi di narrazione avveniristica. Motta nel cesso, si tira lo sciacquone, e ora il nuovo manifesto è: la Juventus ha bisogno di allenatori pragmatici! Chi si azzardava a dirlo mesi fa, veniva bruciato in piazza come gli eretici. Informazione nazionale double face.​

      Il vanto del gioco dimenticando il risultato, stesso copione pure in Nazionale. Quella di Spalletti ha giocato bene una manciata di partite inutili, facendo una figura miserrima agli Europei ed essendo stata tenuta in ostaggio dalla Germania a Dortmund. Ma giammai che si muova una critica. Si tiene il punto per quanto maturato nel secondo tempo, quando i tedeschi avevano staccato la spina. Ci si aggrappa a un rigore dubbio negato dal VAR, e già si prepara la sfida a Haaland in un girone ridicolo di qualificazione ai Mondiali, manco fosse la Superlega delle nazionali. In altri Paesi, commissario tecnico e presidente federale sarebbero stati defenestrati dopo la figura indecente della scorsa estate. Qua al massimo si dà la colpa dello sfacelo ai bambini che non giocano più a pallone nei cortili.​

      La Germania è più forte? E proprio per questo un tempo si sarebbe provato a contenere e ripartire (non useremo la parola contropiede per evitare l'evirazione). Oggi, invece, per opporsi a Musiala e compagni si tentano i passaggetti nella propria area e a ridosso della stessa, zone albergate da belli de mammaesaltati dalla cronache nazionalistiche ruffiane, che urlano al fenomeno per calciatori normali tendenti al buono, figli di una generazione di ragazzi che da quando sono piccoli vengono rincoglioniti dai media e dagli allenatori che scimmiottano gli dei del pallone. I danni del guardiolismo. Tentativi di imitazioni del più grande di tutti, che non è replicabile.​

      Un tempo la parola bollito faceva venire in mente le taverne piemontesi. Oggi è l'espressione più usata da chi, non potendo contare sulla forza delle idee, mette in piedi teatrini mediatici che al massimo possono fare breccia tra gli adolescenti superficiali che bazzicano i social o negli adulti boccaloni che si bevono di tutto, dai vini pieni di solfiti alle cazzate propinate dai media. Quelli che consideravano Ancelotti un vecchio rincoglionito. Imboccati da​ comunicatori impreparati.
      sigpic
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      • Sean
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        Ciardi la butta tutta dall'altra però adesso, nel senso che non è che Motta non abbia una mezza colpa...abbia pazienza, ma le partite le ha viste? Del rapporto con la squadra e lo spogliatoio, se n'è fatta una mezza idea anche da lontano? Perchè si capiscono anche per sensazione certe cose...

        La società nel progetto ci ha creduto: gli ha fatto un mercato importante, lo ha aspettato anche dopo risultati disastrosi, l'esonero è arrivato ad aprile si può dire, a due mesi dalla fine del campionato, perchè, lo abbiamo detto, se ci fosse stato anche un minimo appiglio per salvare questo progetto tecnico su cui tanto ci si è creduto e si è scommesso (tecnico giovane e giochista, nuovi giocatori ecc...) avrebbero tutti preferito andare avanti invece che fare (come adesso) un salto nel buio e buttare un anno di lavoro e tre di prospettiva, perchè questo era di semina e i prossimi - nei piani - di raccolta...

        ...questa volta non sono tanto i risultati (eliminazione di champions e coppa Italia, con avversari abbordabilissimi, ampiamente perdonate, non è stato esonerato dopo quelle) quanto il disastroso rapporto coi giocatori, il dogmatismo, l'indisponibilità a cambiare idee per andare incontro ai giocatori, il tirare dritto come un treno e quella sensazione che tutto gli scivolasse addosso...

        ...Se fosse arrivato quarto lo avrebbero tenuto...ma è evidente che hanno visto che ormai ogni ponte era stato distrutto alle spalle, che continuando con lui saresti arrivato ottavo, questo è il punto. Le ultime due partite incassati 8 goal a zero; dopo Genoa ti aspettavano Bologna e Roma...e come ti saresti presentato?

        Non era più possibile andare avanti, pur con tutta la buona volontà. Non so quale società sarebbe stata così folle da prendersi un rischio simile quando pure il quarto posto ormai stava andando a mignotte.
        ...ma di noi
        sopra una sola teca di cristallo
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        C. Campo - Moriremo Lontani


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          Alla Juve i giochisti, in specie dogmatici, non funzionano. Maifredi, Sarri, Motta...sono tutti fallimenti a modo loro (con Sarri non si creò nessuna empatia nonostante lo scudetto).

          Alla Juve funzionano i Trapattoni, i Lippi, i Capello, i Conte, gli Allegri, gente pratica, gente che ha la vittoria come primo dogna, non il gioco, le trame di gioco e tutte queste favole qui, per le quali metti pure i giocatori fuori posizione.
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          • Irrlicht
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            Era una decisione 50 e 50

            L'andazzo per la CL non era roseo

            Ci sta averlo mandato via

            Anche perché la botta l'hanno presa anche i vertici

            Era chiaro che contavano di costruirgli una sorta di progetto intorno con lui alla guida
            Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.

            "Un acceso silenzio
            brucerà la campagna
            come i falò la sera."

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            • Sean
              Csar
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              • In piedi tra le rovine
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              E' stato un gigantesco buco nell'acqua di cui nel tempo si ricostruiranno i giusti contorni...io stesso mi pensavo che sarebbe andata molto diversamente, perchè Motta era stato ritenuto da tutti il miglior allenatore giovane...i vecchi giocatori erano stato sbolognati e tanti nuovi arrivati...rapporto Giuntoli-allenatore fortissimo, di grande stima...c'erano insomma tutte le condizioni per, in un due o tre anni, per rinnovare la Juve e tornare a vincere...quindi anche io non mi spiego questo disastro...e di sicuro, con tutto questo investimento (non di soldi ma di prospettive, impegno ecc...) l'esonero finchè è stato possibile rinviarlo od evitarlo lo si è rinviato ed evitato.

              Purtroppo c'è stato questo aborto progettuale nonostante ogni migliore intenzione. Col tempo si capirà il perchè e il percome.
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              • germanomosconi
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                • pordenone
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                Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                E' stato un gigantesco buco nell'acqua di cui nel tempo si ricostruiranno i giusti contorni....
                è così...
                ma ripeto, qua ci sono grossi punti interrogativi anche sul mercato di Giuntoli, giudicato come da 110 e lode a settembre

                Originariamente Scritto da Marco pl
                i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
                Originariamente Scritto da master wallace
                IO? Mai masturbato.
                Originariamente Scritto da master wallace
                Io sono drogato..

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                • Fabi Stone
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                  Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                  Alla Juve i giochisti, in specie dogmatici, non funzionano. Maifredi, Sarri, Motta...sono tutti fallimenti a modo loro (con Sarri non si creò nessuna empatia nonostante lo scudetto).

                  Alla Juve funzionano i Trapattoni, i Lippi, i Capello, i Conte, gli Allegri, gente pratica, gente che ha la vittoria come primo dogna, non il gioco, le trame di gioco e tutte queste favole qui, per le quali metti pure i giocatori fuori posizione.
                  Che poi con Lippi primo, Capello e Allegri sempre primo...la Juve mica badava "solo" al risultato eh.
                  Io credo che la prima Juventus di Lippi sia stata una delle squadre italiane più belle di sempre da veder giocare, per risultati ed estetica insieme...senza scomodare il Milan di Arrigo ovviamente.

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                  • Sean
                    Csar
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                    Di quelli l'unico che veramente giocava male era Capello...perchè anche il primo Conte propose comunque un gioco aggressivo, veloce, con tanti a partecipare alle azioni di attacco e di rete...

                    Ma io penso che i tifosi, e mi riferisco agli juventini di queste nuove generazioni, devono fare anche pace con loro stessi e tornare un attimo alla semplicità dei concetti e del calcio...e cioè che quando vinci è bello tutto, pure se non giochi come Guardiola...perche penso che comunque sia preferibile essere brutti ma vincenti che belli e perdenti, posto che poi è difficile che una bella squadra alla fine non ottenga dei risultati...però qui non si tratta di vivere di piazzamenti, di festeggiare le partecipazioni alla champions...qui bisogna vincere e a me se vinci giocando come Nereo Rocco, francamente me ne frega poco, non sputo mica sul trofeo perchè me lo hai vinto con difesa e contropiede.

                    Gli interisti, che adesso diciamo è il momento loro, stanno per vincere il secondo campionato di fila, sono ai quarti di champions e in semifinale di coppa Italia...con Guardiola? No, con Inzaghi, uno che sarà caro e buono ma, insomma, non è che parliamo di chissà che genio della panchina, uno che fa un gioco scolastico ma...1) sa mettere i giocatori in campo, senza stravolgergli i ruoli, 2) sa creare empatia nello spogliatoio, 3) azzecca i cambi...cioè a dire sa fare il suo lavoro pur non essendo uno dei maestroni del calcio...

                    Qualche volta si va cercando non so cosa. Nel calcio senza risultato non vai da nessuna parte...perchè poi se vinci non puoi fare così schifo come gioco in fin dei conti.
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                    • Fabi Stone
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                      Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                      Di quelli l'unico che veramente giocava male era Capello...perchè anche il primo Conte propose comunque un gioco aggressivo, veloce, con tanti a partecipare alle azioni di attacco e di rete...

                      Ma io penso che i tifosi, e mi riferisco agli juventini di queste nuove generazioni, devono fare anche pace con loro stessi e tornare un attimo alla semplicità dei concetti e del calcio...e cioè che quando vinci è bello tutto, pure se non giochi come Guardiola...perche penso che comunque sia preferibile essere brutti ma vincenti che belli e perdenti, posto che poi è difficile che una bella squadra alla fine non ottenga dei risultati...però qui non si tratta di vivere di piazzamenti, di festeggiare le partecipazioni alla champions...qui bisogna vincere e a me se vinci giocando come Nereo Rocco, francamente me ne frega poco, non sputo mica sul trofeo perchè me lo hai vinto con difesa e contropiede.

                      Gli interisti, che adesso diciamo è il momento loro, stanno per vincere il secondo campionato di fila, sono ai quarti di champions e in semifinale di coppa Italia...con Guardiola? No, con Inzaghi, uno che sarà caro e buono ma, insomma, non è che parliamo di chissà che genio della panchina, uno che fa un gioco scolastico ma...1) sa mettere i giocatori in campo, senza stravolgergli i ruoli, 2) sa creare empatia nello spogliatoio, 3) azzecca i cambi...cioè a dire sa fare il suo lavoro pur non essendo uno dei maestroni del calcio...

                      Qualche volta si va cercando non so cosa. Nel calcio senza risultato non vai da nessuna parte...perchè poi se vinci non puoi fare così schifo come gioco in fin dei conti.
                      Si, volevo scrivere Conte e mi sono sbagliato scrivendo Capello.

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                        Io credo che la prima Juventus di Lippi sia stata una delle squadre italiane più belle di sempre da veder giocare, per risultati ed estetica insieme...senza scomodare il Milan di Arrigo ovviamente.
                        Ricordo un ajax - juve 1- 2 che fu una lezione di calcio

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                          Ciardi la butta tutta dall'altra però adesso, nel senso che non è che Motta non abbia una mezza colpa...abbia pazienza, ma le partite le ha viste? Del rapporto con la squadra e lo spogliatoio, se n'è fatta una mezza idea anche da lontano? Perchè si capiscono anche per sensazione certe cose...

                          La società nel progetto ci ha creduto: gli ha fatto un mercato importante, lo ha aspettato anche dopo risultati disastrosi, l'esonero è arrivato ad aprile si può dire, a due mesi dalla fine del campionato, perchè, lo abbiamo detto, se ci fosse stato anche un minimo appiglio per salvare questo progetto tecnico su cui tanto ci si è creduto e si è scommesso (tecnico giovane e giochista, nuovi giocatori ecc...) avrebbero tutti preferito andare avanti invece che fare (come adesso) un salto nel buio e buttare un anno di lavoro e tre di prospettiva, perchè questo era di semina e i prossimi - nei piani - di raccolta...

                          ...questa volta non sono tanto i risultati (eliminazione di champions e coppa Italia, con avversari abbordabilissimi, ampiamente perdonate, non è stato esonerato dopo quelle) quanto il disastroso rapporto coi giocatori, il dogmatismo, l'indisponibilità a cambiare idee per andare incontro ai giocatori, il tirare dritto come un treno e quella sensazione che tutto gli scivolasse addosso...

                          ...Se fosse arrivato quarto lo avrebbero tenuto...ma è evidente che hanno visto che ormai ogni ponte era stato distrutto alle spalle, che continuando con lui saresti arrivato ottavo, questo è il punto. Le ultime due partite incassati 8 goal a zero; dopo Genoa ti aspettavano Bologna e Roma...e come ti saresti presentato?

                          Non era più possibile andare avanti, pur con tutta la buona volontà. Non so quale società sarebbe stata così folle da prendersi un rischio simile quando pure il quarto posto ormai stava andando a mignotte.
                          Spesso Ciardi si riferisce ai media (giornali soprattutto) dove dopo il licenziamento, legittimo e inevitabile, su Motta si è letto e si sta leggendo di tutto, quando fino al giorno prima era tutto sotto controllo, dove si riportavano le parole di Giuntoli e la fiducia incondizionata al tecnico, il progetto giovani, la costruzione triennale: giorno dopo Motta è l’ultimo dei Del Neri.
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                            • In piedi tra le rovine
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                            Galeone: «Vlahovic guadagna un milione al mese e non sa stoppare la palla. Allegri giusto per Milan e Roma»

                            Il veterano degli allenatori senza peli sulla lingua:«Questo calcio di oggi non mi piace, giovani forti ma troppo presuntuosi. La mia chiacchierata con Berlusconi fino alla cinque del mattino»

                            «La verità? Per fortuna non alleno più. Rischierei di morire in panchina». No, non è la salute a regalare questa certezza a Giovanni Galeone, 84 anni, napoletano di nascita ma friulano nel midollo. «Mi salterebbero le coronarie se un mio difensore toccasse la palla all’indietro verso il portiere. Un autogol come quello del Napoli a Como mi avrebbe ucciso. Ma è mai possibile? 'Sta palla sempre indietro, ‘sta partenza dal basso. Ma basta, ma fatela finita».

                            Come?
                            «La Fifa dovrebbe fare come nel basket: 10 secondi per superare la metà campo. Ma tanto poi superata quella sarebbe la stessa storia, solo passaggi inutili. C’è anche un problema di concentrazione: un gol come il secondo contro la Germania nemmeno all’oratorio».

                            Non c’è bisogno di domande. Galeone, l’allenatore che ha fatto innamorare una generazione per il suo calcio che negli anni 80 usciva dagli schemi, un po’ olandese, un po’ bohemien, ha idee chiarissime. «Le partite al 90% sono di una noia mortale. Batti un calcio d’angolo e dopo tre passaggi sei di nuovo dal tuo portiere. Tutte geometrie senza fantasia. Così il calcio non è nulla. I ragazzini che giocano a pallone non si divertono più. Gli insegnano gli schemi e non sanno più stoppare una palla, palleggiare, saltare l’uomo. Chi ci riesce ancora andrebbe protetto dal Wwf: sono esemplari in via d’estinzione».

                            Invece ai suoi tempi…
                            «Alt: non voglio fare il vecchio rimbambito. Non è così mica ovunque. In Spagna difendono l’identità, puntano anche sui giovani. E infatti vincono. Qui vedi una partita di serie C e poi cambi su una di serie A e — tranne qualche eccezione — è tutto uguale, omologato, senza emozioni. No, non mi piace ‘sto calcio. Quarant’anni fa, anche senza vincere nulla, il mio Pescara divertiva. Durò poco, perché davanti c’erano le vere corrazzate. Ma avevamo un’idea, giocatori giovani che erano felici. E si vedeva. Il mio scudetto? Presto detto: l’ho vinto in un ristorante di Napoli».

                            Come scusi?
                            «Non millanto, ci sono i testimoni. A tavola, dopo una partita, viene da me Diego Armando Maradona e mi dice: lei deve venire qui e allenare il Napoli. Se non è uno scudetto quello».

                            Giusto. Ma poi a Napoli non ci andò...
                            «Moggi continuava a dirmi: Giovanni non firmare eh, mi raccomando. Mandiamo via l’allenatore (Bianchi ndr) e vieni tu. E io che prendevo tempo con l’ingegner Viola che aveva il contratto pronto per la Roma. Tira e molla, tira e molla, alla fine salta la Roma — giustamente si stufarono di aspettare — e al Napoli, caso più unico che raro, mandarono via i giocatori che non volevano l’allenatore. Forse l’unico rimpianto. No, anzi, ce n’è un altro».

                            Dica pure.
                            «A Vienna il Milan vince la seconda Champions, è il 1990. Invitato da Arrigo Sacchi vado a vedere i rossoneri che vincono e poi nell’hotel della festa conosco Berlusconi. Fino alle 5 del mattino a parlare di calcio. E mi fa: bene Galeone, mi chiami che dobbiamo proseguire questa chiacchierata. Mai alzato il telefono: speravo lo facesse lui. E così quel che poteva essere, non è stato. Ma la vita è andata avanti ed è stata anche una bella vita. Io di calcio parlavo con Gigi Riva, Fabio Capello. E Pierpaolo Pasolini che veniva a Grado l’estate a fare le sabbiature. Cose che ti restano dentro. C’era educazione, rispetto, cultura. Oggi ci sono analfabeti che pretendono la cattedra universitaria. E nel calcio è lo stesso. Vallo a spiegare a quelli del Milan: mandano via gente come Maldini e Massara — tra i più bravi in circolazione — e mettono Ibrahimovic. Grande calciatore, per carità. Ma che dirigente è? Che società è diventata quella rossonera? E di esempi ce ne sono mille».

                            Vabbè ma allora è tutto da buttare.
                            «No. Il Como, per esempio, ha una proprietà straniera, ma si vede che ha una sua identità. A me Fabregas piace tantissimo. Nico Paz è forte forte. Però ci sono troppi giocatori che si sentono grandi e non lo sono. Montati e presuntuosi. Io ho visto Zico, dico Zico, restare al freddo di Udine dopo l’allenamento per un’ora da solo a calciare le punizioni contro la barriera di legno».

                            Chiarissimo. Ma chi vince lo scudetto?
                            «Boh. Inter, certo. Il Napoli può lottare fino alla fine. Se ha fortuna anche l’Atalanta, ma è difficile. Poi stop, dietro male, male».

                            In che senso?
                            «La Juve? Dico solo questo: dà un milione netto al mese a Vlahovic, forse l’unico giocatore slavo — e io me ne intendo, li adoro da 80 anni — che non sa stoppare una palla: non ci riesce proprio. Chissà ora vediamo con l’arrivo di Tudor. Del Milan ho già detto. La Roma? Dopo mesi hanno capito che serviva Ranieri. Adesso non devono sbagliare il prossimo allenatore».

                            Andrebbe bene il suo figlioccio Max Allegri?
                            «Molto. E glielo auguro. Anche se sono stato arrabbiato con lui. Per un po’ mi ha chiamato e non mi andava di rispondere. Era diventato troppo pigro. Deve allenare, è bravissimo. Chissà, magari esagero. Magari non dipende solo da lui. Non arriva la chiamata giusta. Fossi stato il Milan, di corsa. Ma poi ci siamo sentiti e mi ha detto che non ci va. Ecco: alla Roma lo vedrei benissimo. Poi va a sapere. Io ‘sto calcio non lo capisco più»

                            ​CorSera
                            ...ma di noi
                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                            • Fabi Stone
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                              • Jan 2015
                              • 11146
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                              Originariamente Scritto da Steel77 Visualizza Messaggio

                              Ricordo un ajax - juve 1- 2 che fu una lezione di calcio
                              Faceva un 4-3-3 della madonna.
                              Aveva insegnato a giocare a calcio pure a Ravanelli 🤣...
                              La linea difensiva che vinse la finale di Champions a Roma nel '96, con un altro allenatore manco decima sarebbe arrivata in serie A... entrò Porrini ad alzare la coppa per dio... Vierchowod aveva 72 anni e pure Ciro non era più di primo pelo...Pessotto e Torricelli devono baciare dove cammina Marcello per il resto della loro vita.
                              Last edited by Fabi Stone; 26-03-2025, 12:01:54.

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                              • robybaggio10
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                                • Dec 2011
                                • 15908
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                                • Franciacorta
                                • Send PM

                                Quindi depenniamo Allegri dalla lista di possibili allenatori del Milan per il prossimo anno!
                                I SUOI goals:
                                -Serie A: 189
                                -Serie B: 6
                                -Super League: 5
                                -Coppa Italia: 13
                                -Chinese FA Cup: 1
                                -Coppa UEFA: 5
                                -Champions League: 13
                                -Nazionale Under 21: 19
                                -Nazionale: 19
                                TOTALE: 270

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