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Juventus e Thiago Motta, vertice d'emergenza. Avanti con l'allenatore ma deve cambiare: difesa solida e empatia con la squadra
La società chiede a Thiago Motta di ritrovare la compattezza difensiva (è passato da prendere un gol ogni 116' a uno ogni 26) e una sintonia con lo spogliatoio che fin qui è mancata tra giocatori mandati via e altri panchinati
Non era solo uno slogan quel «ne usciremo tutti insieme», detto a reti unificate da Cristiano Giuntoli, dopo la disfatta di Firenze, ma la roadmap per tentare di uscire dalla crisi, di gioco e risultati. Prefigurando un epilogo da com’era bella quell’utopia. Difatti ieri, all’ora di pranzo, la dirigenza e Thiago Motta si sono ritrovati a casa Juve, per una lunga chiacchierata. Capita spesso — «con la società c’è una comunicazione continua», aveva detto il tecnico — ma stavolta c’era da approntare un governo di unità nazionale. In breve: all’allenatore è stata ribadita la fiducia, anche da parte dell’ad Maurizio Scanavino, ma da lui, e dalla squadra, ci si attende solidità difensiva e, soprattutto, più empatia nella gestione dello spogliatoio. La stessa che, più volte, fin qui è mancata.
Thiago Motta: decisiva la partita col Genoa
L’obiettivo rimane quello già annotato nel libro mastro del bilancio, e ribadito dalla proprietà: la qualificazione alla prossima Champions. Da raggiungere con Thiago al timone: un po’ per serietà, da parte di tutti, un po’ per impraticabilità di un’opzione istantanea che possa portare alla risoluzione dei guai e, a maggior ragione, garantisca il quarto posto.
Scampato alle Idi di marzo, l’allenatore bianconero si giocherà tutto il 29, contro il Genoa, all’Allianz. Crollasse il mondo lì, il ribaltone sembrerà inevitabile, andando alla pesca di chi è libero (da Mancini a Tudor) a chi potrebbe diventarlo (Pioli). Altro discorso a giugno quando, nel caso, il menù si allargherebbe (da Conte a Gasperini). Dopodiché dal club, al momento, nessuno ha alzato il telefono o fatto casting.
Si ripartirà dunque dalla ricerca della impermeabilità difensiva che era stata l’RC auto della Juve, all’improvviso scaduta: in un paio di gare, rovinose, con Atalanta e Fiorentina, i bianconeri sono passati dal subire un gol ogni 116 minuti, a prenderne uno ogni 26. Altri dati di telemetria da muretto Ferrari, le statistiche sulla corsa in riva all’Arno (fonte, Lega calcio): Madama ha percorso più chilometri della Fiorentina (107,5 contro 106,8) e con maggior percentuale di «run», ovvero con velocità tra i 7 e i 15 km l’ora (23,7 km contro 20,9), ma la Viola ha avuto una maggior «velocità di conduzione palla», 9,86 km l’ora contro 8,7. Morale: la Juve non ha corso poco, ma l’ha fatto malissimo. Bastino le azioni del secondo e del terzo gol, con insperate praterie lasciate all’invasore.
La squadra non gioca contro
Al di là delle discussioni tecnico-tattiche, però, resta appunto l’aspetto psicologico e relazionale, la faccia oscura della Luna: da chi ha avuto il foglio di via (Danilo e Fagioli, gli ultimi) a chi è stato escluso dal line-up della sfida di Firenze (Gatti, Cambiaso, Yildiz). E se per il centrale ci poteva stare un pit-stop, dopo 18 presenze filate, altre scelte restano opinabili. Per non parlare di Vlahovic.
Poi, certo, sotto accusa ci sono pure i giocatori, che si sono presentati sul prato con orgoglio azzerato. Da appello kennediano: non chiedetevi cosa può fare la Juve per voi, chiedetevi cosa potete fare voi per lei. Detto ciò, rispolverando un grande classico, la squadra non gioca contro: ci vorrebbe gente con personalità e cattiveria e qui, in tanti, scarseggia l’una e l’altra; banalmente, in diversi paiono sconnessi dalla lavagna e disorientati sul prato.
A scorrere la tesi di Thiago Motta a Coverciano, l’impressione è che, a un certo punto, si sia troncata la crescita di questo gruppo, che avrebbe dovuto passare da sconfitte e risalite: «La resilienza include anche la capacità di usare l’esperienza nata da situazioni difficili per costruire il futuro» — scriveva — e permette «così di sviluppare fiducia reciproca, propagando sintonia e rispetto per scelte e obiettivi, riducendo la possibilità di conflitti che possano compromettere il legame di squadra, la prestazione e il risultato». È tempo di compromessi, che significa un po’ imporsi, e un po’ ascoltare i giocatori: mica semplice, ma è l’unica strada.
CorSera
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«nessun vincolo univa questi morti
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Paratici nuovo direttore sportivo del Milan: Furlani ha scelto l’ex Juve
L’ad, che ha avviato il casting, lo avrebbe individuato per l’esperienza internazionale maturata con i bianconeri e con il Tottenham. Superati Tare, il preferito di Ibrahimovic, e D’Amico
L’ad, che ha avviato il casting, lo avrebbe individuato per l’esperienza internazionale maturata con i bianconeri e con il Tottenham. Superati Tare, il preferi…
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Nel girone di ritorno solo quattro vittorie in dieci giornate. A Venezia l’ultimo mezzo passo falso. La squadra continua a faticare in zona gol
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L’ad, che ha avviato il casting, lo avrebbe individuato per l’esperienza internazionale maturata con i bianconeri e con il Tottenham. Superati Tare, il preferito di Ibrahimovic, e D’Amico
ma come si fa a prendere un incompetente del genere?
com'è possibile che un personaggio del genere abbia credito?
Vedremo se sarà vero, Repubblica pare convinta...Paratici (ne abbiamo avuto prova negli ultimi paio di anni alla Juve) se non ha sopra uno che lo limiti e lo controlli, tende a debordare e quindi a fare qualche casino...Voglio dire, i giocatori li conosce, su questo non ci sono dubbi, ma dopo la dipartita di Marotta si era creduto una divinità e ha combinato un disastro.
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Conte è un grande allenatore ma secondo me c'è sempre stato qualcosa che l'ha limitato.
credo sia la sua ossessione verso certe idee che , se ci fate caso , ha attuato in tutte le squadre in cui è andato
sto 3-5-2 di juventiniana memoria con il Llorente di turno davanti ancora lo attua dopo 12 anni ?
per fare uno step successivo dovrebbe cercare di avere una mente più aperta.
Conte è un grande allenatore ma secondo me c'è sempre stato qualcosa che l'ha limitato.
credo sia la sua ossessione verso certe idee che , se ci fate caso , ha attuato in tutte le squadre in cui è andato
sto 3-5-2 di juventiniana memoria con il Llorente di turno davanti ancora lo attua dopo 12 anni ?
per fare uno step successivo dovrebbe cercare di avere una mente più aperta.
Conte è un tecnico che ti migliora.
Si questo c'è poco da discutere, credo...al netto di quanto sia mal sopportabile dopo due anni e il terzo diventa un supplizio a detta dei suoi ex calciatori.
Credo abbia campato pure di rendita dopo il primo scudetto juventino, nemmeno sognato dal più ottimista dei tifosi e degli addetti ai lavori... lì ha fatto sia il miracolo che pure un po' di buona sorte con quel Milan - Juve e il gol di Muntari, ma comunque stava lì a giocarsela fino alla fine. Dopodiché la Juve ha capito che doveva fare il Bayern Monaco a livello economico e l'ha fatto nel migliore dei modi consegnando a Conte prima ed a Allegri poi, delle corazzate inavvicinabili da nessuno.
Perché se è vero che 9 scudetti di fila sono una cosa enorme, è pure vero che i distacchi che dava alle seconde e mediamente a febbraio era chiuso il campionato, la dicono lunga sulla concorrenza...non è certo colpa della Juve ovviamente.
Non reputo veritiera nemmeno la populista frase "Allegri ha beneficato per 5 anni dell' effetto Conte" perché Max vinse un campionato con non si sa quanti punti di penalizzazione e due finali di Champions all' attivo, tanto per capirci.
Tornando a Conte, le sue squadre volano e se sei scarso, diventi quantomeno discreto con lui...ti chiede molto però e qui poi entrano in gioco i calciatori che sono dei figli di puttan@ svogliati, soprattutto se campioni e presunti tali.
Tornando a Conte, le sue squadre volano e se sei scarso, diventi quantomeno discreto con lui...ti chiede molto però e qui poi entrano in gioco i calciatori che sono dei figli di puttan@ svogliati, soprattutto se campioni e presunti tali.
sembra sia proprio quello che è successo al Tottenham
alla fine come allenatore è l’opposto di Ancelotti , entrambi hanno i loro pregi e difetti , l’ultimo ha vinto tanto anche per la capacità di saper gestire squadre del genere
Conte è un grande allenatore ma secondo me c'è sempre stato qualcosa che l'ha limitato.
credo sia la sua ossessione verso certe idee che , se ci fate caso , ha attuato in tutte le squadre in cui è andato
sto 3-5-2 di juventiniana memoria con il Llorente di turno davanti ancora lo attua dopo 12 anni ?
per fare uno step successivo dovrebbe cercare di avere una mente più aperta.
quest'anno ha giocato 4-3-3 fino all'infortunio di Neres
Originariamente Scritto da SPANATEMELA
parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
Originariamente Scritto da GoodBoy!
ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?
Alla vigilia della sfida contro la Germania, non sono arrivate buone notizie in casa Italia. Gli azzurri dovranno fare a meno di Retegui, capocannoniere della nostra serie A, nella doppia sfida contro i tedeschi valida per i quarti di Nations League. L’attaccante dell’Atalanta è finito k.o. per un risentimento muscolare alla coscia destra. Al suo posto giocherà Kean: «Retegui lo abbiamo rimandato a casa perché non ce l’avrebbe fatta. Non ha un problema ben definito. Per il momento non chiamo nessuno perché voglio capire come va la prima sfida. Se devo chiamare una prima punta chiamerò Piccoli. Se, invece, devo chiamare una seconda punta chiamerò Baldanzi», ha chiarito Luciano Spalletti in conferenza stampa.
L’Italia si affida al 3-5-2 con Tonali e Barella in mediana insieme a uno tra Ricci e Rovella: «Parliamo di due giocatori un po’ diversi. Sono entrambi bravi nella gestione della squadra. Ricci è un po’ più mezzala, che si inserisce di più. Rovella è più un mediano. È un dubbio che ho, ma non è l’unico: ho 23 giocatori forti. Cambiaso e Zaccagni disponibili solo per la seconda gara? C’è questo rischio», ha proseguito Spalletti. Sugli esterni dovrebbero agire Politano a destra e Udogie a sinistra, ma intanto il c.t. ha convocato anche Bellanova. La seconda punta, accanto a Kean, dovrebbe essere Raspadori.
Da parte sua, il c.t. della Germania, Julian Nagelsmann, in avanti si affida a Tim Kleindienst, attaccante di 29 anni del Borussia Moenchengladbach che in Bundesliga ha segnato 15 gol. In Nazionale è arrivato tardi e ha solo quattro presenze. Ma le reti firmate sono già due. L’Italia è avvisata.
CorSera
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Dybala, costretto ad operarsi al tendine sinistro, sarà fuori praticamente per il resto della stagione.
Problemi anche per Lautaro che ha lasciato il ritiro della nazionale e si sospetta una lesione alla coscia. Da verificare le tempistiche.
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