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E' il caso di risfoderare un vecchio topos del calcio dicendo che: a Bilbao sarà bolgia...e per questo il goal di vantaggio risulta molto prezioso.
La Lazio torna a casa con una vittoria, il passaggio del turno non è assicurato ma si è sistemata bene.
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«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Partita ricca di emozioni. Ranieri sta compiendo l'ennesimo capolavoro, dando un senso ad una stagione che sembrava nefasta e senza più niente da dire. Tutti i giocatori sono rigenerati, tutti stanno iperperformando. Vecchi pipponi come celik e shomurodov sembrano fenomeni.
Il ritorno sarà durissimo. Il bilbao è forte e ha due o tre giocatori fuori categoria. Noi dalla nostra la maggior esperienza nell'affrontare le partite di coppa decisive
Milan, Conceicao accusa giocatori, società, Cardinale. Poi prende le distanze
Dall'entourage vengono diffusi i malumori del tecnico portoghese Conceicao: lamenta poco supporto dalla società e mancanza di chiarezza sulla linea di comando, reputa poco rispettoso non aver mai parlato con Cardinale. Accuse anche ai giocatori, i big non si impegnano e sono tutti in cattive condizioni
A undici giornate dalla fine del campionato, in una posizione di classifica deludente — certamente ben lontana da quella immaginata a inizio stagione —, fuori dalla Champions e aggrappato all’esito del derby di Coppa Italia,il Milan cerca pace. Nono in graduatoria e appeso alla prospettiva di partecipare almeno alla prossima Europa League, il club è a caccia di certezze. Difficili da trovare, come si evince dagli sviluppi della giornata rocambolesca di ieri.
È iniziata con l’incontro a New York dell’ad Giorgio Furlani con Gerry Cardinale e molti interlocutori all’interno di RedBird per pianificare le linee guida del futuro. Occorre confrontarsi su più aspetti, fondamentali per l’assetto del club: la scelta del direttore sportivo, l’allenatore su cui costruire il nuovo ciclo, il budget a disposizione per il mercato estivo, la cessione di uno o più big, il dossier relativo allo stadio.La figura del ds, attualmente mancante nell’organigramma della società, è uno dei temi centrali del colloquio: dopo gli incontri avvenuti a Londra fra Cardinale e Ibrahimovic con Igli Tare, Fabio Paratici e Andrea Berta è tempo di arrivare a una sintesi. Una decisione definitiva ancora non è stata presa ma la trattativa avanzata fra Berta e l’Arsenal e la squalifica per il caso plusvalenze di Paratici pongono l’ex dirigente della Lazio in pole. Sarà l’ad Furlani a formulare, nel caso, la bozza di contratto da sottoporre all’ex biancoceleste per la firma.
Il malumore di Conceicao
Mentre negli Stati Uniti il Milan tentava di compattarsi, a Milano è scoppiato il giallo legato al malumore di Sergio Conceicao. Un j’accuse lungo e articolato diffuso da persone vicine all’allenatore e che lo rappresentano, e ridimensionato dal diretto interessato in tarda serata. Il cahier de doléances del tecnico portoghese si incentra sulle difficoltà incontrate nella gestione quotidiana di Milanello.
Nonostante anche ieri ci fosse Geoffrey Moncada al centro sportivo, l’allenatore (sostengono i suoi portavoce) ritiene di non ricevere sufficiente supporto dalla società: trova poco rispettoso non aver mai incontrato o non aver mai avuto un colloquio con il proprietario, Gerry Cardinale. Riferiscono che si senta spaesato non comprendendo come funziona la catena di comando rossonera e chi abbia responsabilità sulla gestione della prima squadra. Trovandosi perciò spesso solo a vestire i panni del sergente di ferro, invocherebbe quel manager che vesta i panni del poliziotto cattivo nelle relazioni con i calciatori. Del resto, non si sottrae nel puntare l’indice contro alcuni degli elementi più di spicco della rosa che nonostante il talento invece di trascinare il gruppo non garantiscono il necessario impegno.
Peraltro, dicono che Conceicao abbia trovato dal punto di vista fisico una squadra in riserva, con le gambe appesantite da una preparazione in precampionato carente. E inoltre lamenti il ritardo con cui gli sono stati messi a disposizione i nuovi acquisti negli ultimi giorni di gennaio. In serata la presa di distanza d’ufficio da questa ricostruzione (che resta però verosimile). Domani si gioca a Lecce: sarà un miracolo fare risultato in tali condizioni ambientali.
CorSera
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Penso che non abbiano capito che ai tifosi veri interessa la maglia ed il Milan
Non queste pantomime del cázzo
sono disposto anche ad arrivare 10 anni 13esimo in campionato, non mi interessa, ma con dignitá
qui siamo a livelli in cui comincia a mancare
Queste sono dinamiche comunicative che all'interregionale gestirebbero meglio
ridicoli
Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.
"Un acceso silenziobrucerà la campagna come i falò la sera."
La bolgia era stasera l olimpico. Mai visto nulla di simile, nemmeno Roma parma del 2001 dello scudetto
Contento ovviamente del risultato, che poteva essere molto più rotondo tra pali ed occasioni sciupate, ma lo stadio era qualcosa di inimmaginabile, da insegnare alle scuole.
sigpic Free at last, they took your life
They could not take your PRIDE
Con mesi di duro lavoro, Ranieri è riuscito a dare un senso e una espressione alla Roma, il dato da rilevare mi pare questo qua. Si conferma che il manico ha la sua importanza, perchè con la stessa rosa De Rossi e Juric non ci hanno capito una mazza...e questo lo vediamo anche nel Milan dove tra Fonseca e Conceicao non ne fai mezzo di manico buono.
Poi il di più è chiaro che ce lo deve mettere la società col mercato, con la bravura nel mercato, altrimenti per risolvere tutto basterebbe prendere un allenatore bravo.
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Con mesi di duro lavoro, Ranieri è riuscito a dare un senso e una espressione alla Roma, il dato da rilevare mi pare questo qua. Si conferma che il manico ha la sua importanza, perchè con la stessa rosa De Rossi e Juric non ci hanno capito una mazza...e questo lo vediamo anche nel Milan dove tra Fonseca e Conceicao non ne fai mezzo di manico buono.
Poi il di più è chiaro che ce lo deve mettere la società col mercato, con la bravura nel mercato, altrimenti per risolvere tutto basterebbe prendere un allenatore bravo.
La società, magari ad averla. In questo momento la baracca, perchè di questo si parla, la stanno tenendo in piedi Ranieri e Ghisolfi, mentre tutto il resto è fatiscente.
Circa il campo, Ranieri sta andando oltre le più rosee aspettative, questo solamente mettendo in campo i giocatori nel proprio ruolo, pochi dettami, schemi semplici, turnover ragionato, sollecitando tutti nel migliore dei modi (la continuità di Dybala con lui penso non l'abbia mai avuta in carriera) e ricavando poi prestazioni anche oltre il valore di alcuni giocatori come Celik e Shomurodov.
Con un solo calciatore non è riuscito nella "magia": Pellegrini. Penso che il suo tempo alla Roma sia terminato, come anche Cristante, giocatori che ormai sono qui da tanti anni, costano uno sproposito e non ti danno più nulla.
Largo quindi ai giovani, da Soulè a Baldanzi, da Rensch a Salah-Eddine e Gourna-Douath.
Ora i Friedkin devono dare carta bianca a Ranieri e scegliere il prossimo allenatore, perchè Ranieri pare abbia deciso di staccare (si dice che la famiglia gli abbia quasi dato un aut aut), quindi si selezioni subito chi siederà sulla panchina (siamo già in ritardo, ma magari è già stato fatto tutto) e si imposti il mercato estivo, che spero sia di rifondazione, andando a sfoltire tutti i pesi inutili e costosi, anche a costo di lasciargli il cartellino.
sigpic Free at last, they took your life
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Farebbe bene a staccare, per me infatti sarebbe un errore continuare con lui sulla panchina. Il "guaritore" è utile finchè non assolve al suo scopo...dopo serve un allenatore di progetto (con le spalle robuste).
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Penso che non abbiano capito che ai tifosi veri interessa la maglia ed il Milan
Non queste pantomime del cázzo
sono disposto anche ad arrivare 10 anni 13esimo in campionato, non mi interessa, ma con dignitá
qui siamo a livelli in cui comincia a mancare
Queste sono dinamiche comunicative che all'interregionale gestirebbero meglio
Inter, Lazio, Roma e Fiorentina. Sono queste le 4 squadre rimaste all'Italia nelle 3 competizioni UEFA. Ieri si sono aperti gli ottavi di finale di Europa League e Conference League e, alle squadre italiane non è andata troppo male. La Fiorentina è crollata sul campo del Panathinaikos, ma, le speranze per il ritorno sono vivissime. La Lazio, invece, in 9 uomini, al 98esimo minuto riesce a trovare il gol dell'1-2 sull'ostico campo del ViktoriaPlzen, mentre, la Roma batte a casa sua l'Athletic Bilbao per 2-1. Ed è proprio quest'ultima vittoria a poter risultare decisiva. In ottica ranking UEFA, infatti, l'Italia è al terzo posto proprio dietro alla Spagna che può ancora contare su ben 6 squadre in corsa (Real Madrid, Atletico Madrid, Real Sociedad, Athletic Bilbao, Betis e Barcellona). Attualmente chi è già sicuro del posto in più è l'Inghilterra, ormai primissima con circa 22mila punti e ancora 6 club in corsa. Subito dopo segue la Spagna con 19892 e poi l'Italia con 18937. Il distacco è importante, ma, ai quarti di finale la federazione spagnola potrebbe arrivare dimezzata (Real e Atletico si sfidano quindi una va fuori sicuro, la Real Sociedad rischia di uscire contro il Manchester United e un ritorno da giocare all'Old Trafford e il Bilbao dovrà dare tutto al San Mames per non essere eliminato dalla Roma). Il gol di Eldor Shomurodov potrebbe davvero aver riaperto i giochi.
(sky.it)
sigpic Free at last, they took your life
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Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Corsa scudetto di Inter, Napoli e Atalanta: Inzaghi guida ma non domina, i dribbling del (favorito) Conte, la forza di Gasperini
L'Inter è in corsa per tre obiettivi ma in campionato ha il calendario peggiore, il Napoli è il favorito ma De Laurentiis deve blindare l'allenatore. Gasperini lascerà l'Atalanta: ora o mai più
di Paolo Condò
La frenetica bellezza di una stagione consiste nell’aggiornamento continuo di progetti e obiettivi. Il ragionamento sul lungo periodo dovrebbe essere il mantra soprattutto dei grandi club, ma gara dopo gara gli orizzonti cambiano e devi adattarti, rielaborare, scegliere, sacrificare.
L’Inter arriva a metà marzo in corsa per tre obiettivi: ancora 20 partite potenziali, senza contare il Mondiale per club, e un piano di rotazioni che ha funzionato malgrado alcune vistose delusioni. Un anno fa l’Inter dominava in campionato ma usciva dalla Champions agli ottavi. Ora guida la serie A senza dominare, anzi fatica a tenere la testa davanti al Napoli e ha un calendario peggiore, ma è praticamente ai quarti di finale del torneo europeo, dove l’impenetrabilità è una forma d’arte. Effetto della coperta corta, o meglio anziana: se Marotta e il suo management hanno costruito e mantenuto un grande instant team nel periodo Zhang, la politica di Oaktree dovrà garantire un ringiovanimento della rosa senza toccarne la competitività. Il declino del Manchester City è un monito.
Il Napoli è il vero favorito per lo scudetto, specie se nel prossimo mese saprà dribblare gli ultimi nomi pesanti sul suo cammino: Fiorentina e Milan in casa (la ripartenza di domenica con i viola è fondamentale), Bologna fuori. Il resto è quasi uno scivolo. La priorità di De Laurentiis è la permanenza di Conte, perché si avverte qualche brontolio solo in parte fisiologico. Se si può pensare che la cessione di Kvara a gennaio abbia compensato i denari spesi ad agosto senza poter contare sul corrispettivo di Osimhen, è necessario che il nigeriano stavolta venga venduto per tempo, in modo da arricchire la rosa col sostituto di Kvara: un po’ tortuoso, ma imprescindibile.
Delle candidate al titolo l’Atalanta è la più concentrata sul solo presente, che resta «ora o mai più» malgrado le ultime delusioni casalinghe. Gasperini ha detto troppo del suo incerto futuro, il che fa sospettare una strategia mirata all’oggi: se depuriamo il suo torneo dalle prime tre giornate — tutte in trasferta per finire i lavori al Gewiss — l’Atalanta è in testa con 52 punti contro i 51 di Inter e Napoli. Mai stata così forte.
La Juve conta di restarle dietro per un altro giorno soltanto, ma agganciarla domani non sarà facile: un anno fa la stessa gara finì 2-2, e per l’Atalanta segnò due volte Koopmeiners, pensa te. È verosimile che Thiago Motta finisca davanti al dato di Allegri un anno fa (71 punti, la Juve oggi ne ha 52 con 33 ancora a disposizione), e sarebbe doveroso considerati i denari spesi sul mercato. Ma dentro a un progetto che comunque contiene anche le cocenti esclusioni nelle coppe, nel 2025 i passi avanti si vedono, e una volta per tutte il tema della continuità di Motta non andrebbe più posto.
Calando un velo pietoso sulle ultime polemiche, legate a una situazione interna visibilmente disgregata, al Milan resta l’obiettivo di una dignitosa Coppa Italia: vincerla, o almeno non uscire con le ossa rotte dai derby di semifinale. Sfumato ormai il posto Champions, l’attenzione passa sulle mosse della società, chiamata a decidere il direttore sportivo e, con lui, l’allenatore del futuro, che dovrà essere una scelta forte: Roberto De Zerbi sta facendo bene a Marsiglia, nel suo dna tecnico il Milan è ben presente, e fra lo Shakhtar in tempi di guerra e l’Olympique che è sempre un bell’ambientino, ha dimostrato di sapersela cavare ovunque. Sarebbe ora di dargli una grande chance.
Viceversa è difficile immaginare un nuovo allenatore per la Roma, perché Ranieri sta guidando la classifica del ritorno (Roma 20, Juve 19, Inter 17) e i Friedkin dovrebbero erigergli una statua equestre per come ha rivalutato la rosa. San Mames sarà da brividi. Ma se riuscisse a sopravvivere, la Roma avrebbe la strada spianata verso la finale, dove potrebbe trovare la Lazio.
Una squadra in grado di vincere una trasferta europea in 9 contro 11, può tutto. La Coppa Italia è l’orizzonte del Bologna, che stavolta non cambierà allenatore e stelle, e dunque è atteso da un’Europa più competitiva, la Confederation quello della Fiorentina, che deve aggiungere un trofeo per valorizzare il ciclo di questi anni. Dietro alle prime piacciono la crescita tecnica dell’Udinese (la parte fisica era già a posto), la rincorsa del Torino a superare i 53 punti dell’era-Juric (l’hype di Casadei cresce), l’affermazione di Vieira al Genoa (qualche semi-grande potrebbe tentarlo) e l’intero progetto Como. I soldi aiutano sempre, ma quando vengono spesi bene sono meravigliosi.
CorSera
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Milan ad alta tensione: Conceicao a Lecce deve vincere o rischia l'esonero
Alla vigilia della trasferta a Lecce è esploso il caso dell'ex collaboratore del tecnico che si è dimesso. «Ha detto cattiverie, forse qualcuno lo ha pagato». Il club non ammette un'altra sconfitta, Tassotti è pronto
Quella del Milan non è più una stagione sportiva, ma un’estenuante tragicommedia che riserva ogni giorno un colpo di scena al limite del surreale. Il problema è che mancano ancora tre mesi. L’ultima scena dell’horror show rossonero, il giallo del portavoce di Conceicao che denuncia i malesseri dell’allenatore senza il consenso dell’allenatore, si è conclusa ieri con le dimissioni e le scuse del pr. Nel dossier inviato giovedì ai giornalisti, l’ex collaboratore denunciava le difficoltà quotidiane incontrate dal tecnico a Milanello, la mancanza di supporto della società, la totale assenza di dialogo con Cardinale. «Non so se l’ha fatto per cattiveria o perché è stato pagato da qualcuno, nelle sedi legali ne risponderà — ha provato a spiegare Conceicao in conferenza stampa —. Mi spiace. Sono stato qua tutta la settimana, tutti i giorni, con la squadra e la dirigenza. E poi sono uscite cose non vere».
Ci mancava solo questa, alla vigilia della delicatissima trasferta di Lecce di stasera che il Diavolo non può fallire, contro l’ex Giampaolo desideroso di rivincite. La tensione è altissima. E la quarta sconfitta consecutiva potrebbe anche costare il posto a Conceicao. Dopo il flop con la Lazio, il club gli ha confermato la fiducia. La riflessione ai piani alti di Casa Milan è che la stagione sia ormai compromessa e quindi l’orientamento sarebbe quello di non cambiare più, portando a conclusione l’annata per poi organizzare la (doverosa) rivoluzione estiva. Ma è chiaro che senza una svolta immediata, almeno nei risultati, una decisione forte diventerebbe pressoché inevitabile. Così non si può andare avanti. Perché se il nono posto è già una sentenza, il Milan ha almeno il dovere di provare a salvare la faccia. La Champions con i suoi 60 milioni ormai è sfumata, ma occorre entrare almeno in Europa. In caso di esonero circola il nome di Tassotti, una sorta di padre della patria, oggi collaboratore di Oddo a Milan Futuro. Non fa i salti di gioia all’idea di prendersi una grana del genere (chi li farebbe?) ma i profili in caso di ennesimo ribaltone non sono molti.
La confusione è totale. Chiudere con uno slancio d’orgoglio la stagione è fondamentale, ma serve già pianificare il futuro, anticipando i tempi. L’ad Furlani ha trascorso gli ultimi giorni a New York dal patron Cardinale per ridefinire gli equilibri interni e tracciare le linee guida della prossima stagione. Il primo passo è la scelta del direttore sportivo, dalla quale a catena dipenderà quella del prossimo allenatore, visto che Conceicao ha chance vicine allo zero di restare. Il retroscena delle ultime ore è che il Milan farà un tentativo in extremis per Berta, il candidato preferito per esperienza e standing. L’ex manager dell’Atletico Madrid ha un dialogo molto avviato con l’Arsenal, i rossoneri si sono mossi tardi, ma non ha ancora firmato. Vedremo. In pole position c’è Tare, a seguire Paratici.
Il presente intanto è a Lecce, dove Conceicao già privo degli squalificati Maignan e Pavlovic potrebbe fare scelte forti: Leao rischia l’ennesima panchina. «Voglio vincere, qui tutti devono avere un comportamento da soldato» ha ribadito l’allenatore, che con i suoi metodi militareschi non è però mai riuscito a entrare in sintonia con un gruppo caratterialmente troppo fragile. «Abbiamo 13 partite — ha concluso Conceicao mostrando l’orgoglio —. Inzaghi può vincere tre titoli, è vero. Noi possiamo vincerne due». Anche fosse, resterebbe una stagione tragicomica. E fallimentare.
CorSera
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Sta cosa del "se perdi ti esoneriamo...altrimenti ti teniamo" non l'ho mai capita! Se l'allenatore non ti da fiducia e non ha in mano lo spogliatoio...si cambia! Poi a fine anno...si cambiano pure i giocatori...che NON sono dei veri professionisti!
I SUOI goals:
-Serie A: 189
-Serie B: 6
-Super League: 5
-Coppa Italia: 13
-Chinese FA Cup: 1
-Coppa UEFA: 5
-Champions League: 13
-Nazionale Under 21: 19
-Nazionale: 19
TOTALE: 270
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