Thiago Motta, le accuse di alcuni giocatori della Juventus: «Non lo sopportiamo»
Rapporti tesi all'interno dello spogliatoio bianconero dopo la figuraccia in Coppa Italia con l'Empoli. Le voci di squadra: «Non sai mai cosa aspettarti, da titolare a 90 minuti in panchina»
di Massimiliano Nerozzi
Confessioni notturne: «Non lo sopporto, e non sono l’unico», confida un giocatore della Juve a un amico, parlando dei rapporti con Thiago Motta. Che, del resto, dopo la figuraccia con l’Empoli, non era stato meno tranchant: «Dobbiamo capire che dobbiamo meritarci tutti i giorni di stare qui dentro e di non pretendere delle cose senza dare. Abbiamo dimostrato di non poter pretendere niente». Faccende di atteggiamento — «sbagliato» aveva detto l’allenatore — attenzione, comportamenti sul prato, fiducia nel gioco. Rapporti, insomma: «Non sai mai cosa aspettarti, da titolare a 90 minuti in panchina», si sfoga ancora il giocatore. Mica è una questione tecnica, o di stima, se tanti calciatori sono sicuri che Thiago «può diventare un grandissimo tecnico», ma siamo alla grammatica, complicata e delicata, della gestione del gruppo, delle partite, della fascia di capitano anche. Tira aria di tempesta nello spogliatoio, la cosa peggiore.
All’indomani, prova a metterci un cerotto Cristiano Giuntoli: «Siamo convinti che il progetto è importante e che il mister sta dando valore facendo giocare tanti giovani: Thiago Motta non è in discussione», puntualizza a Sky il capo dell’area tecnica bianconera. Basito, come tutta la società: «È stata una partita inspiegabile, venivamo da quattro vittorie e siamo in linea con quanto detto dal mister: è stata una prestazione inaccettabile». Ormai, ogni sfida pare la quinta di Beethoven, il destino che bussa alla porta. Di continuità e piglio, ne ha parlato con la squadra, insieme al presidente Ferrero e all’ad Scanavino: «Siamo tutti convinti, e i ragazzi per primi, di dover fare di più. Abbiamo il dovere di centrare la qualificazione alla Champions». Il dogma della proprietà, prima ancora che della società, senza il quale non solo Thiago sarà in discussione.
Anche se poi, la posizione del tecnico sarà sub judice fino al gong della stagione, pure finendo tra le prime quattro: dentro la società, infatti, c’è chi ha ripensato all’idea che già aveva in mente un anno fa, di questi tempi, ovvero riprendersi Antonio Conte. Va da sé, al momento, nulla di più che un pensiero. Per altri, al contrario, sarebbe una sciagura far fuori Thiago dopo appena una stagione, nonostante gli investimenti sul mercato stiano dando meno risultati del previsto: però — è l’osservazione — la prospettiva è quella di un progetto da sviluppare in due-tre anni, mica istantaneo.
In fondo, tra taglio dei costi — scesi da 272 a 259 milioni di euro nella prima semestrale approvata ieri dal cda —, ringiovanimento della rosa e ritorno degli utili (16,9 milioni), il piano sta iniziando a dare i suoi risultati. Difatti, i conti evidenziano un miglioramento di 112 milioni, rispetto alla perdita di esercizio di 95,1 milioni nella semestrale 2023/24; mentre i ricavi sono saliti a 291,6 milioni, in aumento del 53 per cento rispetto ai 190,6 milioni del primo semestre dell’esercizio precedente. Ma senza gli incassi della prossima Champions, dopo l’orgoglio (dei conti) ci sarebbe di nuovo il precipizio.
CorSera
Rapporti tesi all'interno dello spogliatoio bianconero dopo la figuraccia in Coppa Italia con l'Empoli. Le voci di squadra: «Non sai mai cosa aspettarti, da titolare a 90 minuti in panchina»
di Massimiliano Nerozzi
Confessioni notturne: «Non lo sopporto, e non sono l’unico», confida un giocatore della Juve a un amico, parlando dei rapporti con Thiago Motta. Che, del resto, dopo la figuraccia con l’Empoli, non era stato meno tranchant: «Dobbiamo capire che dobbiamo meritarci tutti i giorni di stare qui dentro e di non pretendere delle cose senza dare. Abbiamo dimostrato di non poter pretendere niente». Faccende di atteggiamento — «sbagliato» aveva detto l’allenatore — attenzione, comportamenti sul prato, fiducia nel gioco. Rapporti, insomma: «Non sai mai cosa aspettarti, da titolare a 90 minuti in panchina», si sfoga ancora il giocatore. Mica è una questione tecnica, o di stima, se tanti calciatori sono sicuri che Thiago «può diventare un grandissimo tecnico», ma siamo alla grammatica, complicata e delicata, della gestione del gruppo, delle partite, della fascia di capitano anche. Tira aria di tempesta nello spogliatoio, la cosa peggiore.
All’indomani, prova a metterci un cerotto Cristiano Giuntoli: «Siamo convinti che il progetto è importante e che il mister sta dando valore facendo giocare tanti giovani: Thiago Motta non è in discussione», puntualizza a Sky il capo dell’area tecnica bianconera. Basito, come tutta la società: «È stata una partita inspiegabile, venivamo da quattro vittorie e siamo in linea con quanto detto dal mister: è stata una prestazione inaccettabile». Ormai, ogni sfida pare la quinta di Beethoven, il destino che bussa alla porta. Di continuità e piglio, ne ha parlato con la squadra, insieme al presidente Ferrero e all’ad Scanavino: «Siamo tutti convinti, e i ragazzi per primi, di dover fare di più. Abbiamo il dovere di centrare la qualificazione alla Champions». Il dogma della proprietà, prima ancora che della società, senza il quale non solo Thiago sarà in discussione.
Anche se poi, la posizione del tecnico sarà sub judice fino al gong della stagione, pure finendo tra le prime quattro: dentro la società, infatti, c’è chi ha ripensato all’idea che già aveva in mente un anno fa, di questi tempi, ovvero riprendersi Antonio Conte. Va da sé, al momento, nulla di più che un pensiero. Per altri, al contrario, sarebbe una sciagura far fuori Thiago dopo appena una stagione, nonostante gli investimenti sul mercato stiano dando meno risultati del previsto: però — è l’osservazione — la prospettiva è quella di un progetto da sviluppare in due-tre anni, mica istantaneo.
In fondo, tra taglio dei costi — scesi da 272 a 259 milioni di euro nella prima semestrale approvata ieri dal cda —, ringiovanimento della rosa e ritorno degli utili (16,9 milioni), il piano sta iniziando a dare i suoi risultati. Difatti, i conti evidenziano un miglioramento di 112 milioni, rispetto alla perdita di esercizio di 95,1 milioni nella semestrale 2023/24; mentre i ricavi sono saliti a 291,6 milioni, in aumento del 53 per cento rispetto ai 190,6 milioni del primo semestre dell’esercizio precedente. Ma senza gli incassi della prossima Champions, dopo l’orgoglio (dei conti) ci sarebbe di nuovo il precipizio.
CorSera
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