Stadio della Roma, il caso del bosco di Pietralata finisce in Procura: indagine sugli atti del Comune
Aperto un fascicolo dopo gli esposti dei Comitati che chiedono la tutela del bosco che si trova nell'area destinata alla costruzione dello stadio
La Procura ha aperto un’inchiesta sull’iter per la costruzione del nuovo stadio della Roma. Al centro degli accertamenti, la delicata questione del bosco di Pietralata. Secondo i comitati di quartiere, questa area verde va tutelata per legge, secondo il Campidoglio invece il bosco semplicemente non esiste.
L'ipotesi di reato
Il reato ipotizzato, sulla base di una serie di esposti presentati dal coordinamento dei comitati no stadio, è falso in atto pubblico. L’indagine, affidata al pm Stefano Pizza, ruota intorno ai 14 ettari di proprietà comunale dove è previsto che sorga l’impianto giallorosso.
Il bosco fantasma
Questa l’ipotesi investigativa: l’area sarebbe stata giudicata da riqualificare, senza prendere in considerazione documenti che indicano la presenza di un’area boschiva all’interno dei 14 ettari di terreno destinati all’operazione. I legali dei comitati hanno infatti trovato riferimenti espliciti all’«area boschiva» in mappe topografiche e atti protocollati dal Comune sotto le giunte Rutelli, Veltroni, Alemanno e Raggi, come per esempio la variante al Piano Particolareggiato di Pietralata approvata nel 2012. Nell’iter amministrativo avviato dalla giunta Gualtieri, invece, i riferimenti sono spariti e per l’assessore all’Urbanistica Maurizio Veloccia «il bosco non esiste». Secondo la linea che filtra dal Campidoglio, inoltre, la variante del 2012 non sarebbe vincolante.
Bosco da tutelare o no?
Il nodo è essenziale: qualora fosse accertata la presenza di un bosco, scatterebbero le tutele previste dalla legge. La mancata valutazione di questo aspetto potrebbe aver viziato l’iter amministrativo. Come ricordato qualche giorno fa da Nando Bonessio, consigliere comunale dei Verdi e presidente della Commissione sport, «quando abbiamo votato la delibera per il pubblico interesse non ci è stato spiegato che sui terreni insiste un bosco e che è a ridosso della zona dove sarà costruita la nuova sede di Ferrovie con 800 mila metri di cubature autorizzate».
Le domande senza risposta
Proprio ieri, intanto, i legali dei comitati hanno integrato i precedenti esposti depositando una relazione asseverata firmata da un noto agronomo che certifica la presenza di bosco almeno per 1,5 ettari nell’area destinata allo stadio. Gli stessi comitati avevano chiesto ad aprile al Campidoglio di verificare la presenza del bosco, senza però ottenere risposta. Il Comune aveva poi inviato un pool di agronomi per verificare la situazione sul campo, ma non avrebbero rivelato specie arboree da tutelare. Come dimostrato anche da un recente video del Corriere, il bosco comunque esiste, è rigoglioso e anche ben curato da un gruppo di volontari. Dal punto di vista giuridico, però la questione più complessa: le indagini dovranno capire quali criteri siano stati utilizzati dagli agronomi capitolini per escludere la presenza dell’area boschiva. Tradotto in parole povere, il bosco - di cui è innegabile l’esistenza - potrebbe non essere tale per le norme della scienza agraria e per la burocrazia.
CorSera
Aperto un fascicolo dopo gli esposti dei Comitati che chiedono la tutela del bosco che si trova nell'area destinata alla costruzione dello stadio
La Procura ha aperto un’inchiesta sull’iter per la costruzione del nuovo stadio della Roma. Al centro degli accertamenti, la delicata questione del bosco di Pietralata. Secondo i comitati di quartiere, questa area verde va tutelata per legge, secondo il Campidoglio invece il bosco semplicemente non esiste.
L'ipotesi di reato
Il reato ipotizzato, sulla base di una serie di esposti presentati dal coordinamento dei comitati no stadio, è falso in atto pubblico. L’indagine, affidata al pm Stefano Pizza, ruota intorno ai 14 ettari di proprietà comunale dove è previsto che sorga l’impianto giallorosso.
Il bosco fantasma
Questa l’ipotesi investigativa: l’area sarebbe stata giudicata da riqualificare, senza prendere in considerazione documenti che indicano la presenza di un’area boschiva all’interno dei 14 ettari di terreno destinati all’operazione. I legali dei comitati hanno infatti trovato riferimenti espliciti all’«area boschiva» in mappe topografiche e atti protocollati dal Comune sotto le giunte Rutelli, Veltroni, Alemanno e Raggi, come per esempio la variante al Piano Particolareggiato di Pietralata approvata nel 2012. Nell’iter amministrativo avviato dalla giunta Gualtieri, invece, i riferimenti sono spariti e per l’assessore all’Urbanistica Maurizio Veloccia «il bosco non esiste». Secondo la linea che filtra dal Campidoglio, inoltre, la variante del 2012 non sarebbe vincolante.
Bosco da tutelare o no?
Il nodo è essenziale: qualora fosse accertata la presenza di un bosco, scatterebbero le tutele previste dalla legge. La mancata valutazione di questo aspetto potrebbe aver viziato l’iter amministrativo. Come ricordato qualche giorno fa da Nando Bonessio, consigliere comunale dei Verdi e presidente della Commissione sport, «quando abbiamo votato la delibera per il pubblico interesse non ci è stato spiegato che sui terreni insiste un bosco e che è a ridosso della zona dove sarà costruita la nuova sede di Ferrovie con 800 mila metri di cubature autorizzate».
Le domande senza risposta
Proprio ieri, intanto, i legali dei comitati hanno integrato i precedenti esposti depositando una relazione asseverata firmata da un noto agronomo che certifica la presenza di bosco almeno per 1,5 ettari nell’area destinata allo stadio. Gli stessi comitati avevano chiesto ad aprile al Campidoglio di verificare la presenza del bosco, senza però ottenere risposta. Il Comune aveva poi inviato un pool di agronomi per verificare la situazione sul campo, ma non avrebbero rivelato specie arboree da tutelare. Come dimostrato anche da un recente video del Corriere, il bosco comunque esiste, è rigoglioso e anche ben curato da un gruppo di volontari. Dal punto di vista giuridico, però la questione più complessa: le indagini dovranno capire quali criteri siano stati utilizzati dagli agronomi capitolini per escludere la presenza dell’area boschiva. Tradotto in parole povere, il bosco - di cui è innegabile l’esistenza - potrebbe non essere tale per le norme della scienza agraria e per la burocrazia.
CorSera
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