Parte come crudeli.
Attenzione: Calcio Inside! Parte III
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Originariamente Scritto da Virulogo.88 Visualizza MessaggioDi due portieri non se ne salva uno
Inviato dal mio SM-G970F utilizzando TapatalkOriginariamente Scritto da Marco pli 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.Originariamente Scritto da master wallaceIO? Mai masturbato.Originariamente Scritto da master wallaceIo sono drogato..
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Originariamente Scritto da The_Shadow Visualizza MessaggioE intanto il monza ferma l'inter
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Originariamente Scritto da The_Shadow Visualizza MessaggioE intanto il monza ferma l'inter. Partita equilibrata. Risultato corretto.
Chiaro che poi venga fuori l'arbitro che ha sbagliato
Ma in merito ne parlo poco e niente, qualunque colore ci sia in campoLast edited by Irrlicht; 08-01-2023, 07:01:23.Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.
"Un acceso silenzio brucerà la campagna
come i falò la sera."
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L’analisi: «Inter, troppe facce e (tante) amnesie. La regola di Allegri»
L’Inter non procede col passo sicuro di chi vive di certezze. O forse il suo problema è che si illude di avere certezze che non ha. Le otto vittorie consecutive di Allegri
Ha troppe facce l’Inter per potersi permettere sogni di autentica gloria. Attenta, quasi feroce contro il Napoli, svagata ieri a Monza nonostante Inzaghi avesse cambiato solo un uomo rispetto a mercoledì (Lautaro per Lukaku). L’Inter produce, ma concede molto, a volte troppo. Passa in vantaggio, ma poi ha amnesie frequenti. Non procede col passo sicuro di chi vive di certezze. O forse il suo problema è che si illude di avere certezze che non ha. A Monza avrebbe potuto e dovuto chiudere prima la questione, non lo ha fatto e ha dato speranze e coraggio agli avversari, tutt’altro che ermetici in difesa. Non ha capito, l’Inter o il suo allenatore, che dare confidenza (a chiunque) è pericoloso, e ha pagato lasciando due punti che peseranno molto sulla sua stagione. Al netto dell’errore dell’arbitro sul gol di Acerbi, il pareggio (meritato), con Caldirola libero a due passi da Onana, chiude in modo probabilmente definitivo il discorso scudetto.
Della Juve non impressionano tanto le otto partite vinte di fila (che valgono il provvisorio secondo posto), impressiona piuttosto che in queste otto partite la Juve non abbia concesso lo straccio di un gol. Non sono numeri banali in assoluto, lo sono ancora meno considerando che la Juve i margini per crescere ancora li ha: si chiamano Chiesa (decisivo anche a mezzo servizio, il suo ingresso ieri è stato la differenza), Vlahovic (che prima o poi risolverà i suoi problemi), un certo Pogba. Insomma, senza badare troppo alle assenze Allegri ha costruito qualcosa di molto difficile da maneggiare per gli avversari. E se sull’estetica si può discutere, sull’efficacia le chiacchiere tendono allo zero. Sarà anche poco elegante stare sempre con dieci giocatori dietro la linea della palla quando questa è tra i piedi degli avversari, però funziona.
Anche perché prima o poi il gol arriva. Ieri al minuto 41 del secondo tempo, e non è una novità: nessuno segna quanto la Juve nella seconda metà delle partite. Più meriti dei bianconeri o più colpe dell’Udinese? Otto partite sono troppe per sostenere che il filotto sia frutto di circostanze. In ogni caso, se lo «schema» prediletto di Allegri — il corto muso — è solo un trucco si scoprirà venerdì prossimo, al Maradona, contro il Napoli. Un’altra partita di svolta alla quale la Juve arriva con tanta fiducia. Anche se, a differenza dei primi
della classe, avrà solo un risultato su due a disposizione se l’obiettivo non è, come sostiene da mesi Allegri, un semplice posto tra i primi quattro.
CorSera - Domenico Calcagno...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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Lazio-Empoli
(Ore 15 su Dazn)
Sarà una gara speciale per Maurizio Sarri, che ha allenato l’Empoli in carriera. L’ha già sfidata, in carriera, sette volte in A e una in B. E proprio nella stagione scorsa, 2021-2022, si sono verificate anche le uniche sfide tra lo stesso Sarri e Paolo Zanetti. E adesso Sarri cerca un successo importante, anche per rifarsi del k.o. rimediato a Lecce. Invece, l’Empoli — che arriva dal pareggio di Udine e che è alla seconda trasferta di fila — proverà a espugnare l’Olimpico: «La Lazio abbina l’idea di gioco di mister Sarri, che tutti conosciamo, con giocatori di talento. Hanno un grande centravanti che ha dei tempi straordinari ad attaccare la profondità. Ciò che dobbiamo fare noi è non abbassarci troppo e portarci il pericolo in casa. Dobbiamo essere più cinici quando ci offriranno degli spazi e delle opportunità», ha spiegato Paolo Zanetti.
Sampdoria-Napoli
(Ore 18 su Dazn)
La Sampdoria giocherà con il lutto al braccio per la morte, venerdì 6 gennaio, di Gianluca Vialli all’età di 58 anni. Sfiderà il Napoli. Partito Bereszynski e squalificato Amione, Dejan Stankovic deve inventarsi il reparto arretrato da schierare contro gli azzurri. Per ora le opzioni sono due: Murillo centrale e Nuytinck a sinistra, se dovesse recuperare Colley, o l’olandese centrale se toccasse invece a Murru una maglia da titolare. Da parte sua, il Napoli deve provare a ripartire dopo la sconfitta di San Siro contro l’Inter. «Dalla sconfitta di San Siro abbiamo imparato che potevamo avere anche otto punti di vantaggio e ne abbiamo invece soltanto cinque. È giusto ciò che dicono tutti, una sconfitta ci può stare, il nostro campionato è positivo, abbiamo fatto bene, ma la verità è che ci girano le scatole e devono girarci, non abbiamo fatto quello che avremmo voluto fare e noi non vogliamo accontentarci della classifica e del vantaggio che c’è tra noi e le altre», ha detto Luciano Spalletti.
Milan-Roma
(Ore 20.45 su Dazn)
Archiviato il successo contro la Salernitana, adesso il Milan ospita la Roma a San Siro con l’obiettivo di continuare la caccia al Napoli. «La Roma è una squadra forte e ben strutturata, completa. Abbina una buona costruzione di gioco a fisicità. Una squadra che ha battuto l’Inter e che rispetteremo tanto. Poi ci siamo noi con tutta la nostra volontà», ha detto Stefano Pioli. Per poi aggiungere: «Possiamo fare meglio, sappiamo quanto sia importante sbloccare le partite, siamo tra le squadre che segnano di più a inizio gara, continuo a pensare che sia importante continuare a creare tante occasioni da gol. Per la qualità dei miei giocatori qualche gol in più bisogna pur segnarlo». Invece, José Mourinho tira un sospiro di sollievo. Lo Special One avrà a disposizione Zaniolo e Dybala, usciti anzitempo nel match contro il Bologna.
Domenica 8 gennaio 2023Salernitana – Torino 12.30Lazio – Empoli 15.00Spezia – Lecce 15.00Sampdoria – Napoli 18.00Milan – Roma 20.45Lunedì 9 gennaio 2023Verona – Cremonese 18.30Bologna – Atalanta 20.45
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Mancini piange Vialli: «Luca, amico mio. Ti sento qui con me»
Il c.t. della Nazionale e il legame di una vita con Gianluca Vialli: «Ha sempre lottato ma negli ultimi giorni era un uomo stanco, sfinito. Nei pochi momenti di lucidità reagiva e tornava ad essere lui con il suo sorriso»
«Luca è vicino a me, a noi, sono convinto che sia così anche per Sinisa: lo spero e lo sento». La fede aiuta Roberto Mancini in questi giorni di dolore, quando la morte ti porta via l’amico più caro, Gianluca Vialli, il compagno di sempre, di una vita regalata al calcio, prima in braghe corte e poi in giacca e cravatta, Mancini c.t. dell’Italia e Vialli alto dirigente (ma non alto papavero, umanità e competenza lo hanno preservato) della Nazionale. «Chiariamo una cosa, Vialli non l’ho chiamato io in Nazionale. Nominarlo capo delegazione è stata una felicissima intuizione di Gabriele Gravina, presidente della Federcalcio: quando mi ha chiesto cosa ne pensassi del coinvolgimento di Luca, naturalmente gli ho detto di sì, il presidente ed io sapevamo quanto sarebbe stato importante per la Nazionale: il merito è di Gravina».
Perché Vialli è stato importante per la Nazionale?
«Conosceva il calcio, il nostro mondo. Era un capodelegazione atipico, rappresentava il presidente Gravina e la Federazione presso la squadra, ma la sua interpretazione del ruolo è andata oltre. Stava vicino al gruppo, parlava con i giocatori, sapeva quando e come intervenire. La sua leadership era spontanea, la nostra intesa era apprezzata, sapeva trasmettere ai più giovani i valori della Nazionale».
Valori di cui tanto si parla: ma quali sono?
«Luca credeva nella maglia azzurra, nell’importanza di quei colori: anche sdrammatizzando sapeva cogliere e, a sua volta, trasmettere il senso di appartenenza alla squadra. Ecco perché dico che era un capodelegazione atipico, ma fondamentale. Quando capiva che un giocatore aveva bisogno di motivazioni, trovava la parola giusta e il giocatore ne percepiva il carisma. Vialli era davvero carismatico».
Che amicizia era la vostra?
«Forte perché è nata quando eravamo giovani, a 18 anni, in un ambiente e una squadra eccezionale, la Samp, guidata da un presidente fantastico come Paolo Mantovani: l’atmosfera di unione, di leggerezza, ci legava: Luca ed io eravamo sempre insieme, ci siamo divertiti».
A far cosa?
«Eravamo ragazzi esuberanti, condividevamo un’infinita passione per il calcio: il bello è che quando le nostre strade si sono divise, lui prima alla Juve e poi io alla Lazio, affetto e amicizia sono rimaste. Per sempre».
Quell’abbraccio all’Europeo che ha fatto il giro del mondo è la sintesi della vostra amicizia?
«In quell’abbraccio c’è tutto: la gioia, i nostri sentimenti, il momento difficile che stava vivendo Luca, la sua lotta contro la malattia, la conquista dell’Europeo a Londra, casa sua: vincere lì per lui è stato importante».
Lei ha visto Luca pochi giorni prima che morisse.
«Ha sempre lottato ma negli ultimi giorni era un uomo stanco, sfinito, anche se nei momenti di lucidità reagiva, tornava ad essere lui, Luca, col suo sorriso. Ci siamo sempre voluti bene, mi mancherà, mancherà a tutti, ma sento che è vicino a noi, prego e spero che sia così, ne sono davvero convinto».
Ha sperato fino all’ultimo che ce la facesse.
«Ci abbiamo sperato tutti, non solo io, confidando che ci potesse essere una svolta. Poi, lui è stato forte…».
In che senso?
«Ha lottato, con coraggio. I medici curanti non erano certo felici dei suoi spostamenti, dei suoi blitz in Italia in nome dell’amicizia, ma lo faceva perché questi momenti conviviali, questa voglia di vederci e di stare insieme, gli davano gioia. Anche se gli causavano grande fatica. Luca è sempre stato un guerriero, certo che vederlo così sofferente è stata una prova durissima per tutti noi che gli abbiamo voluto bene».
Anche lei ha lavorato e vinto in Inghilterra, guidando il Manchester City allo scudetto, ma Vialli ha scelto di vivere a Londra: perché?
«A Luca piaceva Londra, ha trovato la dimensione giusta, per lui, la famiglia, per le figlie. Là il calcio è vissuto in modo diverso che da noi, credo che quella città gli desse la tranquillità che desiderava».
Perché i funerali in forma privata a Londra? Vialli incarna e rappresenta l’Italia meglio di chiunque altro.
«Non lo so, non conosco la situazione».
Ma è vero che voi due, alla Samp, i gemelli del gol, avete litigato nell’anno dello scudetto (‘90-’91)?
«Ma va, no... Non ricordo».
R accontano che avete bisticciato e c’è stato bisogno di alcuni mediatori per riportare la serenità tra voi: si sarebbe reso necessario l’intervento degli ambasciatori...
«Massì è stata una tensione momentanea, nata non si sa nemmeno perché...».
È vero che a lei piaceva più preparare il gol che farlo, si divertiva a lanciare Vialli in rete?
«Luca era il nostro bomber, è giusto che fosse così».
Alla tv Sport Mediaset ha fatto uno speciale («Ciao Gianluca») con un taglio originale: il sorriso di Vialli. Era così il suo amico Luca?
«Sì, sì, era allegro e ti contagiava. Nonostante tutto, nonostante il dolore, la sofferenza, la malattia, la preoccupazione per i suoi cari, il ricordo che porterò per sempre con me è il suo sorriso».
CorSera...ma di noi
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forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
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C. Campo - Moriremo Lontani
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Originariamente Scritto da Virulogo.88 Visualizza MessaggioPartita rubata
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#MonzaInter, al minuto 3 intervento di #Acerbi che, una volta evitato il tunnel, provando a recuperare la posizione finisce con il piede sinistro tra le gambe dell'attaccante del Monza in anticipo ([emoji991] DAZN): #Sacchi lascia correre, ma l'intervento resta negligente. https://t.co/wNL1Q7Slyj
Inviato dal mio ANE-LX1 utilizzando Tapatalk
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In questo momento e' fantastico essere un tifoso del Monza! C'e' tanta soddisfazione!
Inviato dal mio SM-A202F utilizzando TapatalkI SUOI goals:
-Serie A: 189
-Serie B: 6
-Super League: 5
-Coppa Italia: 13
-Chinese FA Cup: 1
-Coppa UEFA: 5
-Champions League: 13
-Nazionale Under 21: 19
-Nazionale: 19
TOTALE: 270
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Originariamente Scritto da marcu9 Visualizza MessaggioSpesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.
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come i falò la sera."
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Bello il tifo part-time
Inviato dal mio SM-G998B utilizzando TapatalkOriginariamente Scritto da SeanTu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
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Originariamente Scritto da robybaggio10 Visualizza MessaggioIn questo momento e' fantastico essere un tifoso del Monza! C'e' tanta soddisfazione!
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Seguo meno, poco più delle mie.
Verona e Samp messe male.
Monza ultimamente bei risultatiSpesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.
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I problemi dell'Inter sono di diversa natura e non possono essere ridotti ad un errore arbitrale, anche se Inzaghi è il primo della classe nella ricerca della lacrima facile.
I problemi dell'Inter durano infatti da inizio campionato, ne sono prova le 5 sconfitte su 17 partite e soprattutto i 24 goal incassati in 17 partite, che fanno di quella interista la peggior difesa delle prime 10 in classifica.
E' su questo che dovrebbe ragionare Inzaghi una volta spente le telecamere e le recriminazioni.
Si aggiunge poi il problema Lukaku, uno che i giornali continuano a strombazzarci come "grande attaccante" e che poi, gratti l'inchiostro delle carte igieniche, e scopri che di grande ha avuto solo una stagione: quella dello scudetto con Conte (che fece diventare "grande" pure Matri...).
La baracca difatti la stanno tenendo in piedi nonno Dzeko e Lautaro. I goal e l'apporto di Lukaku dove sono? Se fa difetto la difesa, infatti, deve almeno girare l'attacco o le cose non funzionano.
Non è un segreto poi che Marotta avrebbe voluto Allegri dopo Conte. Inzaghi è una scelta di ripiego. E' il Conte/Allegri dei poveri. L'anno scorso ha perso il campionato da favorito. Quest'anno sta facendo peggio dell'anno scorso.
Siamo solo alla 18esima giornata, c'è tutto il tempo per dare una svolta alla stagione, ma tanto è sulle spalle e sulla testa di Inzaghi, che si gioca la permanenza a Milano. Una volta asciugate le lacrime e riposto il fazzoletto, inizi a pensare a come sistemare la squadra.
Intanto oggi un paio di belle partite: il Napoli chiamato al pronto riscatto in trasferta con la Sampdoria; il Milan in un difficile confronto con la Roma, una squadra-rebus che, proprio per questo, può dare fastidio....ma di noi
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