Originariamente Scritto da Pesca
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Non sono d'accordo solo su di un passaggio però, quando scrive: "Non era chiaro sapere chi eravamo. La televisione aveva affermato il Mondiale come evento planetario, troppo grande per noi. Era lontano dalla nostra realtà."
non è del tutto vero. Infatti si andò ai mondiali di Spagna sulla scorta di quelli di Argentina, dove l'Italia rifulse e il quarto posto finale le andò stretto: quei mondiali furono il preambolo di quelli spagnoli...e anche il mondiale come "evento planetario troppo grande per noi"...non è del tutto esatto perchè anche nel '70 in Messico furono mondiali planetari, già televisivi, eppure l'Italia fu l'Italia della semifinale con la Germania 4-3 e poi della finale col Brasile di Pelè...dunque eravamo tagliati per quella dimensione.
Quello che confuse e che ci fece, nelle premesse, sentire "piccoli" col Brasile fu il girone di qualificazione: assurdo, drammatico, svilente, quello dei 3 punti in 3 partite, quello che fece nascere tutte le note critiche in Patria e che costrinse la nazionale al famoso silenzio stampa.
E' chiaro che dopo un girone simile nessuno avrebbe dato una chance all'Italia contro il Brasile di Falcao, Cerezo, Socrates, Zico ecc...ecc...insomma un super Brasile tra i favoritissimi della edizione, che anzi si sentiva la coppa in tasca...e invece Paolo Rossi (si cita lui per riassumerli tutti gli eroi di quella partita) cambiò i destini ma li aveva già cambiati in verità Bearzot quando scelse di portarsi Rossi in Spagna, anche lì sfidando le critiche di tutto il giornalismo, perchè non lo si considerava pronto, perchè veniva da un infortunio grave, perchè veniva dalla squalifica per il calcioscommesse, per tanti motivi...ma Bearzot era una testa dura e quindi in verità la coppa del mondo iniziò a modellarsi lì, in quel carattere, in quelle sue convinzioni.
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