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Ultimamente gioca più lui di Navas mi sembra.
Mi sa che Raiola ha portato la mazzetta.
Navas non è/è stato infortunato?
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori". (L. Pirandello)
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori". (L. Pirandello)
A proposito di uova di Pasqua, Sylvester compra un panettone, fagli una foto e apri il 3d del panettone 21.
Hai ragione cavolo!!
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori". (L. Pirandello)
Irlanda del Nord-Italia: azzurri a caccia di gol, il dubbio davanti è tra Scamacca e Insigne falso 9
La squadra dei record e del rinascimento azzurro non c’è più: abbiamo pareggiato tre delle ultime quattro partite del girone di qualificazione verso il Qatar
Una infida partita doppia, noi in trasferta e la Svizzera in casa. L’Italia si gioca il Mondiale tra Belfast e Lucerna e nell’ora più difficile servirà tutto il carisma di Roberto Mancini per tirarsi fuori dai guai. Nella stagione dell’attesa consacrazione, dopo lo splendido e inaspettato titolo europeo, la Nazionale ha perso tutto: il gioco, la leggerezza, il sorriso. Complicandosi la vita da sola. La squadra dei record e del rinascimento azzurro non c’è più: abbiamo pareggiato tre delle ultime quattro partite del girone di qualificazione verso il Qatar e considerando le Final Four di Nations League ne abbiamo vinte due su sei. Non è un bel momento. Strozzati dall’angoscia di ritrovarci, come quattro anni fa, nel budello degli spareggi, aggrappati alla maledizione dei calcoli nella lunga volata verso il traguardo. All’Europeo la Svizzera l’avevamo surclassata e adesso è sembrata più quadrata e organizzata di noi.
Che fare adesso? Bisognerà vincere in Irlanda e bisognerà farlo bene. Servirebbe una goleada per metterci al riparo da brutte sorprese. Ma già prendersi i tre punti al Windsor Park, un catino infuocato, non sarà per niente facile. L’Irlanda del Nord non ha niente da chiedere al girone, ma neppure niente da perdere e contro i campioni d’Europa tutti vogliono appendersi una medaglietta al petto. I verdi non sono imbattibili ma in casa, in questa avventura, davanti ai loro tifosi non hanno mai perso e neppure subìto un gol. Un guaio in più per l’anemica Italia del Mancio. Sulla carta è più agevole il compito della Svizzera, in casa con la Bulgaria. E il vantaggio nella differenza reti è minimo: due gol, ma in realtà uno solo, considerando che in caso di arrivo in parità la Nati volerebbe al Mondiale grazie alla rete di Widmer nello scontro diretto in trasferta.
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Malgioglio: “Devo tutto ai bambini disabili e la Roma mi aiutò con loro”
L'ex portiere giallorosso: "Portavo i bambini disabili a Trigoria per la rieducazione, usavo la palestra della squadra dopo l’allenamento"
Ogni uomo ha la sua personale Partita della Vita. Per molti è spesso una gara secca, il superamento di un ostacolo, il raggiungimento di un obiettivo. Astutillo Malgioglio, 63 anni ed ex portiere di Brescia, Roma, Lazio, Inter e Atalanta gioca la sua ogni giorno da quasi 45 anni. E ogni giorno la vince. Ma il calcio non c’entra o semmai evidenzia ancora di più l’importanza di ciò che decise di fare quando era un giovane calciatore di Serie A e come tanti suoi colleghi avrebbe potuto dedicarsi a divertimenti, bella vita, serate e lussi e invece scelse di spendere tutto il suo tempo libero e tutti i suoi guadagni per aiutare bambini disabili. Davanti ai complimenti per il riconoscimento che riceverà dalle mani del presidente della Repubblica Mattarella il 29 novembre, Astutillo si schermisce e ti spiazza con il suo cuore grande: "L’ho saputo due giorni fa. Ho già ricevuto talmente tanto dalla mia vita, che non penso di meritare anche questo" dice Malgioglio intervistato da Andrea Di Caro su La Gazzetta dello Sport. "Non so se sono degno di ricevere questa onorificenza, voglio condividerla con le famiglie di quegli angeli che mi hanno dato la possibilità di fare la cosa più bella del mondo: aiutare il prossimo. E ogni volta che ci riesco, mi sento l’uomo più fortunato della Terra. Quando ho ricevuto la notizia ero con i genitori di un bambino disabile, si sono commossi e questo per me è il senso di tutto". E ancora: "Nel calcio sono sempre stato un sopportato. È un mondo che gira solo intorno a se stesso e ai suoi piccoli drammi della domenica; ogni voce fuori dal coro è un pericolo. In tutta la carriera non ho mai saltato un allenamento. Ero uno di quelli che si definiscono “professionisti esemplari”. Eppure, spesso, non bastava. Qualsiasi altro interesse diverso dal pallone viene visto come una pericolosa distrazione, anche quando aiuti dei ragazzi disabili. Avevo sempre gli occhi di tutti puntati addosso". Nel 1983 Liedholm lo chiamò alla Roma come vice Tancredi, l’anno dopo la vittoria dello scudetto. "Furono due stagioni splendide. La società mi è sempre venuta incontro: portavo i bambini disabili a Trigoria per la rieducazione, usavo la palestra della squadra dopo l’allenamento. Il calciatore Malgioglio aveva il piacere di giocare con Falcao e Cerezo, l’uomo Astutillo aveva l’onore di aiutare i bambini".
sigpic Free at last, they took your life
They could not take your PRIDE
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